A Reason To Live (FanFic)

- ovvero la storia di come un Quincy sopravvisse alla Guerra Millenaria

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    Ipotizzando un mio post-Guerra Millenaria, ipotizzando Askin rimanga in vita.
    Primo capitolo della mia fanfic, saranno 14 in totale.
    Forse sbaglierò qualcosina XD forse alcuni non accontenterò per il finale che ho ideato, quindi chiedo scusa in anticipo.
    Buona lettura, spero vi piaccia in ogni caso <3

    Solo passate due settimane dalla sconfitta del baffo XD

    Capitolo 1 : 2

    Prima d'entrare si presero la briga di bendarlo.
    << Non è bene mostrare a un nemico il nostro organo più importante. >> sussurrò il

    Comandante Shunui Kyoraku al suo fianco. Si limitò ad annuire cercando di sistemare le

    braccia strette nella camicia di forza. Poi la corda legata intorno alla vita lo strattonò
    intimandogli di proseguire.
    Al buio poté orientarsi soltanto contando i propri passi. Dopo quattro svolte a sinistra, due
    a destra e 317 passi, il cigolio sordo di un'enorme portone lo annunciò alla Camera dei 46.
    Appena fece il suo ingresso , intuito dal leggero cambio di temperatura, le molte voci
    s'arrestarono all'istante. Altri venti passi e Shunui gli disse d'inginocchiarsi. L'ordine venne
    prontamente ribadito dai 4 Shinigami di guardia intorno a lui che non persero tempo
    colpendolo sulla schiena col fodero delle naginata.*
    Una voce lontana e anonima proclamò l'inizio della seduta.
    << La Camera dei 46 è oggi riunita per decidere la sentenza nei confronti di Askin Nakk Le
    Vaar, unico Quincy sopravvissuto alla Guerra Millenaria. >>
    In un attimo da ogni angolo si levarono urla. Inginocchiato, col capo chino e le orecchie in
    parte coperte dalla fascia, Askin comprese assai poco dell'accesa discussione. Una cosa però
    era certa : l'aria odorava d'odio e rabbia.
    “ Mi vogliono morto … il giusto destino riservato ai nemici. ” pensò abbozzando un sorrisetto.
    << Suvvia Signori, vi prego ! Cerchiamo di discuterne civilmente ! >> intimò a un certo punto
    Shunui.
    Alla richiesta del nuovo Comandante del Gotei 13, il rumore si ridusse a un lieve brusio.
    << Perdoni gli animi accesi Comandante. Spero comprenda la situazione visto … il soggetto. >>
    A parlare era stato un giovane uomo, forse seduto a una decina di metri in linea d'aria.
    << Cominci illustrandoci le abilità di questo … Quincy. >>
    L'ultima parola risuonò in una vena di disgusto, come se il consigliere, seduto probabilmente dietro
    un piccolo parapetto, stesse osservando uno scarafaggio inerme a pochi centimetri dal piede,
    indeciso se schiacciarlo o meno.
    << Purtroppo non ho avuto l'onore di combattere contro di lui. >> riprese deciso Shunui
    << Tutti i dettagli mi sono stati perpetrati grazie al rapporto lasciato da Urahara Kisuke.
    Il suo potere principale consisteva nella Lethal Dose, la Dose letale, che gli permetteva di
    aumentare una determinata sostanza all'interno del corpo dell'avversario, fino a causarne la morte. >>
    << Un potere pericoloso non v'è dubbio, ma perché avete parlato al passato ? >> esordì un membro
    più anziano alla sua destra.
    << Sempre secondo il rapporto, con l'uccisione di Yhwach da parte di Kurosaki Ichigo e Ginjou Kugo,
    tutte le abilità Quincy sarebbero scomparse. In conclusione il Signor Le Vaar … sarebbe al momento
    attuale una semplice “ anima ”. >>
    Il brusio si fece più animato fin quando una voce roca si elevò sopra le altre.
    << Se con queste teorie di dubbia veridicità, Urahara cercava d'insinuare in noi la pietà, si è sbagliato
    di grosso ! Persino lei Shunui mi pare scettico a riguardo. >>
    << Mi sono limitato a esporre i fatti. Se posso aggiungere … durante queste due settimane di prigionia,
    il Signor Le Vaar non ha mai tentato la fuga o avuto atteggiamenti ostili. >>
    << Costui è un nostro nemico ! Merita di essere giustiziato ! E vi dirò una cosa Comandante … la vostra
    reticenza getta fango su quanti si sono sacrificati in difesa del nostro mondo ! O meglio … dell'equilibrio
    dei mondi ! >>
    Numerosi voci si levarono unanimi e a nulla valsero i tentativi di Shunui di riportare la
    calma. Askin non provò nemmeno a replicare, avrebbe soltanto sprecato fiato con quella
    massa d'ipocriti, ipocriti il cui sottile interesse nei suoi confronti era stato dettato dalla
    pura formalità. La decisione era già stata presa, il solo fatto d'essere vivo rappresentava un motivo più
    valido per giustiziarlo.
    “ Finirò ucciso da squali desiderosi di giustizia … o dovrei chiamarla vendetta ? ” pensò proprio mentre
    la mano di Shunui si posava sopra la spalla.
    << Mi dispiace, ho fatto il possibile. >> sussurrò rammaricato.
    << … Non vi conosco bene Comandante, ma immagino le vostre … belle parole non siano state dettate
    da un moto di pietà. >>
    << … A volte mi risulta difficile digerire certe … tipologie di “ giustizia ”. A tutti dovrebbe essere concessa
    una seconda opportunità. >>
    << Ah … come dite voi la giustizia possiede numerosi volti. Sapete, credo sia proprio essa a
    frenare questi burocrati dal linciarmi come bestie qui, seduta stante. >>
    << … Pur bendato risulti molto attento. >>
    All'improvviso la voce anonima risuonò simile a un tuono facendo scendere il silenzio.
    << Il Consiglio ha deciso : con 41 voti a favore e 5 contro la Camera approva la condanna
    a morte nei confronti di Askin Nakk Le Vaar. Il giorno è prefissa- >>
    << Oh oh ! Come siamo precipitosi Signori ! >>
    Una voce nuova squarciò l'aria. Nonostante fosse bendato e col fiato delle naginata a pochi
    centimetri dal collo, Askin volse il capo, stupito e meravigliato. Fra i membri dei 46 però, l'arrivo
    del Capitano della Dodicesima Compagnia destò sconcerto e irritazione.
    << Kurotsuchi ! Con quale sfrontatezza osate interrompere una seduta del Consiglio ?!? >>
    << A beh in effetti nessuno si è preoccupato d'invitarmi ! >> rispose l'uomo col solito tono
    scanzonato << Almeno il regolamento degli imbucati alle feste l'ho rispettato. Scherzi a
    parte vogliate perdonare l'interruzione. Sono qui per sottolineare il terribile errore che
    commettereste giustiziando il qui presente Quincy, o meglio Ex-Quincy. >>
    << Capitano ! Riceverà una sanzione per questo oltraggio … Comunque soltanto se il
    Comandante Supremo le darà il permesso, le conceremo il diritto di parola. >>
    << … Comandante. >> fece eco lo scienziato.
    << Adesso ci sarà da divertirsi … >> bisbiglio divertito Shunui prima di rimettersi in piedi.
    << Il Capitano Kurotsuchi ha il permesso di continuare ! >>
    Nell'oscurità Askin udì esclamazioni di stupore qua e là. Forse il Consiglio, fiducioso della
    fedeltà di Shunui verso le regole, sperava in un divieto. Chissà se le sanzioni sarebbero
    scattate anche per lui … ora però non aveva importanza, perchè tutta la sua attenzione si
    focalizzò sul nuovo arrivato.
    “ Kurotsuchi è come Urahara, che carte giocherà per mandare all'aria la loro decisione ? ”
    << La ringrazio per avermi concesso questo privilegio. >> disse Mayuri avvicinandosi.
    << Molto bene Signori … anch'io ho letto il rapporto di Urahara Kisuke, attuale Capitano
    della Nona Compagnia , ed esso corrisponde alla pura verità : Askin Nakk Le Vaar è una
    semplice anima. Ma chi sono io per impedirvi di giustiziarlo in pubblica piazza davanti a
    una folla desiderosa di sangue ? Nessuno ovviamente … ripeto però che la vostra sarebbe
    una decisione alquanto azzardata. >>
    << Risparmiaci i giri di parole Kurotsuchi ! Arriva al punto ! >>
    << … La guerra è finita ! Il nemico annientato ! É tempo d'inaugurare un'era di pace ! >>
    << Nessuna frase sarebbe potuta suonare più arrogante ! Se le posizioni fossero invertite
    i Quincy farebbero lo stesso con noi ?!? >>
    << Noi non siamo i Quincy, miei cari Consiglieri ! >> gridò lo scienziato << Noi dobbiamo
    dimostrarci superiori ! E un atto di clemenza è la scelta più giusta ! >>
    La parola superiore fu come la luce per gli insetti ; quasi tutti i Consiglieri si fecero subito
    calmi e attenti, come falene caddero nella ragnatela di Mayuri.
    << Stai suggerendo di risparmiarlo … in ogni caso rimangono pesanti accuse sulla sua
    testa : l'uccisione di Shinigami, tra cui quattro dei cinque membri della Squadra Zero, e la
    … “ presunta” pericolosità. >>
    “ Le falene sono nella tela … ma si dimenano ancora. ”
    << “ Se non vedo non credo ” ! Ebbene possiedo le prove che lo scagioneranno da ogni accusa.
    Contro la prima chiamo un testimone ! Vieni avanti Shihoin Yoruichi ! >>
    In un moto di sorpresa Askin si voltò una seconda volta, desideroso di rivedere la Dea
    Lampo, l'erede principale di una delle Quattro Nobili Famiglie del Seireitei. Non erano
    state poche le volte in cui, prigioniero dentro una cella umida e buia, aveva sperato di ricevere
    una sua visita e ora, nonostante si trovassero vicini, non gli era concesso vederla.
    Incrociando il suo sguardo forse avrebbe compreso il motivo di quell'inaspettata venuta,
    perché se Mayuri stava cercando di salvarlo per qualche mera utilità, con lei il discorso era ben diverso.
    Nel totale silenzio, i passi di Yoruichi risuonarono via via più forti. Aguzzando le orecchie capì indossava
    un paio di zori* … strano considerato il soggetto.
    << Oohh ohhh ! Sapessi che spettacolo ti stai perdendo … >> disse Shunui nuovamente vicino.
    << … Cosa intendi dire ? >>
    << Non capita tutti i giorni d'ammirare Shihoin Yoruichi in abiti “ femminili ”. Dalla fattura si direbbe uno
    dei migliori kimoni* del Casato. L'avrà indossato per far colpo sui 46. >>
    Per colpa della frase la curiosità crebbe forte, così come il rammarico per essere precluso a
    tale visione. Sgranò gli occhi meravigliandosi di se stesso. Possibile in una situazione del
    genere, dove per l'ennesima volta altri stavano decidendo della sua vita, si lasciasse andare a
    sensazioni così futili ?
    “ É proprio vero … non riesco mai a pensare a me stesso … ”
    << Shihoin Yoruichi, sei venuta a portarci un'importante testimonianza … sentiamola dunque ! >>
    La frase di un Consigliere lo riportò alla realtà. Alle sue spalle Yoruichi si schiarì la voce.
    << Signori … sto per raccontarvi le parole pronunciate dallo stesso Askin dopo essere stato
    immobilizzato dal Bankai di Urahara Kisuke ! >>
    Ci fu una pausa e gli uomini cominciarono a discutere a bassa voce. Passò circa un minuto, poi
    un giovane membro riprese la discussione.
    << É certa d'aver udito bene ? >>
    << Ho appena iniziato e già diventate dubbiosi ? >>
    << Ci chiediamo soltanto perché il Comandante Generale e il Capitano Kurotsuchi non ne hanno
    fatto menzione, pur avendo letto il rapporto di Urahara … >>
    << … Kisuke si è limitato ad elencare le nozioni tecniche. Dopo averlo immobilizzato si
    diresse al Palazzo del Reio, lasciando me di guardia. Prima d'andare mi spiegò il motivo
    per cui doveva rimanere vivo : l'uccisione avrebbe soltanto reso più forte Yhwach. Così feci …
    rimasi lì, in mezzo alla macerie … >>
    La donna s'interruppe come a voler riorganizzare i pensieri. In quel breve lasso di tempo
    Askin ricordò le lunghe ore passate immobile dopo essere rinato grazie al cuore rattoppato da
    Urahara tramite i fili di Benihime, fili che poi si presero la briga di tenerlo ben legato come un salame.
    “ Divertente Yoruichi … il nostro secondo incontro sembra una continuazione del precedente … ”
    pensò divertito.
    << Controvoglia cominciai a dialogare con lui. >> riprese la Dea Lampo << A un certo punto
    pronunciò alcune frasi significative... lui ha sempre odiato combattere e ...prova disgusto a uccidere.
    A modo suo quindi s'oppose a Yhwach ! >>
    << … E se avesse pronunciato quelle frasi cercando d'impietosirla ? >>
    << Ah ! Ci vuole ben altro per incutermi pietà ! >> rispose lei decisa << Si dice la prima impressione
    sia la più importante e lui mi è sembrato tutto, un eccentrico e irritante chiacchierone … ma non un
    bugiardo ! >>
    Inaspettatamente nessuno osò replicare alla determinazione della donna, come inebetiti da tale sicurezza
    i Consiglieri ci misero un po' prima di tornar a parlare fra loro. Askin dal canto suo rimase parecchio colpito,
    non potendo far a meno di ricordare parole che già sembravano lontane, dimenticate, inutili.
    “ Quella … è stata una delle poche volte in cui fui sincero con me stesso. ”
    Ricordò ... e la serenità si fece largo dentro di lui. Ma durò il tempo d'un respiro, perché subito risentì
    scorrere quella sgradevole apatia ...
    << Molto bene Signorina Shihoin. >> disse uno dei membri più anziani << Prenderemo in
    considerazione la testimonianza. Ora passiamo alla seconda accusa … Capitano Kurotsuchi quali controprove
    avete in merito ? >>
    << Il buonsenso non ha abbandonato questa sala … mi fa piacere. Tornando al discorso
    principale … essendo Presidente dell'Istituto di Ricerca ho bisogno d'appurare io stesso la
    pericolosità dell'accusato. Propongo ch'egli venga affidato alla mia Compagnia per un periodo di sei mesi ! >>
    << S-si rende conto dell'assurdità delle sue parole, Kurotsuchi ?!? >> protestò qualcuno nelle prime file
    << Il Quincy potrebbe fuggire o … uccidere qualcuno ! >>
    << Signori !!! >> urlò Mayuri placando le proteste crescenti << Tra sei mesi riceverete un
    rapporto ancora più dettagliato di quello di Kisuke ! Un rapporto dove potrò confermarvi
    o meno se il Signor Le Vaar possieda ancora poteri Quincy ! Nel caso, in questo lasso di
    tempo, sorgano i problemi da voi espressi, sarete liberi di giustiziarlo e secondo … >>
    << … E secondo cosa ?!? Dicci Mayuri ! >>
    In una pausa ad effetto, Askin immaginò Mayuri sorridere nella solita folle maniera e puntare sprezzante
    il dito contro il Consiglio dei 46. Contro il massimo organo della Soul Society.
    << … Vi do il permesso di rigettarmi nella Tana del Verme ! >>
    Da sotto la benda l'ex-Sternritter sorrise compiaciuto. Il ragno aveva appena divorato tutte le falene.


    Riassaporare la luce fu un sollievo e un dolore. Serrò gli occhi appena in tempo per sentire il
    commento sarcastico del Comandante Generale.
    << Non smetti mai di sorprendermi Mayuri … hanno abboccato subito all'amo. >>
    << Con la misera intelligenza che si ritrovano è stato facile manipolarli ! >> replicò senza peli
    sulla lingua il Capitano della Tredicesima.
    << Ah ! Ah ! In effetti hai ragione. >>
    << Allora … come ti senti Quincy ?!? >>
    Askin guardò lo scienziato. Fortunatamente l'orribile vestito a forma di girasole indossato
    durante la Guerra era stato sostituito da una normale divisa da Capitano, solo la maschera
    era rimasta la stessa. Nel volto inespressivo aleggiava una curiosità morbosa, quasi stesse
    osservando un esperimento in corso. L'esatto opposto dell'espressione beota di Shunui Kyoraku,
    dietro cui in realtà si nascondeva una profonda serietà.
    In ogni caso aspettò un attimo prima di rispondere. Si trovava davanti a due pezzi grossi del
    Gotei 13, due Shinigami che potevano ucciderlo solo schioccando le dita.
    << Abbastanza bene … >> rispose calmo << … a parte questa camicia di forza. >>
    << Toglietegliela subito ! >> ordinò Mayuri alle quattro guardie.
    << Ma Signore … ! >>
    << Ormai il Quincy è sotto il mio controllo ! Decido io cosa farne ! >>
    Il Comandante non protestò e così i quattro furono costretti a ubbidire.
    Tolte le cinghie e la corda intorno al suo corpo, Askin poté sgranchirsi le braccia intorpidite
    da 4 giorni d'immobilità.
    << Ah … adesso va molto meglio. >>
    << Perfetto ! >> esultò Shunui << Visto è tutto apposto io vi lascio, altre importanti faccende
    mi attendono, con permesso … Ah ! Congratulazioni Askin … spero saprai sfruttare questa grande
    occasione. >>
    Osservò l'haori* floreale scomparire in uno dei numerosi corridoi laterali del Seijoto Kyorin, la Torre
    Immacolata dove aveva sede la Camera dei 46. Anche gli altri Shinigami presero congedo pur
    continuando a lanciargli occhiate guardinghe.
    << Pure io devo sbrigare alcune faccende … >> esordì Mayuri << … ma non ho intenzione
    di portarti appresso come un cagnolino, quindi … >> dalla tasca estrasse un braccialetto di
    metallo con al centro una specie di gemma rossa << .. indossalo così saprò esattamente dove
    ti trovi. Per un quarto d'ora sei libero di girare nei dintorni, un po' di aria fresca ti farà bene.
    Attento però a non allontanarti troppo, intesi Quincy ? >>
    Lo prese in mano, era meno pesante di quel che aveva immaginato.
    << Perché se provo a fuggire si attiverà un qualche meccanismo tipo scarica elettrica, giusto ? >>
    chiese indossandolo << … Questo fa comunque di me un cagnolino. >>
    << … Non hai perso la battuta nonostante la prigionia, mi fa piacere ! >>
    E detto si girò sparendo veloce in uno dei tanti corridoi.
    Rimasto solo, Askin tornò ad guardare il bosco verdeggiante intorno al Seijoto Ryorin,
    l'aveva attraversato all'andata senza però soffermarcisi più di tanto. Adesso il sole era alto
    e splendeva nel cielo primaverile, una leggera brezza muoveva le fronde degli alberi, mentre
    lontano, tra i rami, si udiva il cinguettio degli uccelli. Si sorprese di come la zona non fosse stata
    minimamente toccata dalla furia della Guerra Millenaria.
    Trasse un profondo respiro, lasciandosi alle spalle tutta la pesantezza accumulata nella
    intensa mattinata, e cominciò a camminare in mezzo al bosco, senza fretta ne alcuna metà. Pian
    piano la testa divenne leggera, senza pensieri o preoccupazioni.
    Poi all'improvviso comparve … Yoruichi Shihoin. Askin si bloccò, gli occhi sgranati ad ammirare
    la visione tanto desiderata. La donna indossava un kimono viola della seta più pregiata, i bordi
    sembravano oro puro, e d'oro erano i ricami delle maniche e le decorazioni raffiguranti peonie e carpe
    koi sul fianco destro. Per quanto l'obi* azzurro fosse ben rigido, l'abito non riusciva a nascondere le
    sue forme abbondanti. I lunghi capelli, neri come la notte, erano raccolti in un coda adornata
    da due fermacapelli d'avorio.
    << Oh … una dea è apparsa davanti ai miei occhi. >>
    Doveva averlo pensato ad alta voce, perché Yoruichi gli lanciò un'occhiata imbarazzata abbassando
    lo sguardo con espressione imbronciata.
    << Alla fine ti hanno liberato … meno male. >>
    << Ah ! Ah ! Liberato ora … diciamo sono diventato la nuova cavia di Mayuri. >>
    << Si ...nemmeno io m'aspettavo un suo intervento, ma devo ammettere che è stato fondamentale. >>
    << Già … come mai sei qui ? Credevo rimassi ad assistere alla seduta … >>
    << Ho ...accompagnato Yushiro al limitare del bosco. É comparso subito dopo la mia testimonianza. >>
    C'era un vena d'irritazione nella sua voce, ciò accese la curiosità dell'ex-Sternritter.
    << Beh il tuo fratellino ha ragione a volerti stare affianco, vestita così attiri facilmente l'attenzio- >>
    In una frazione di secondo la Dea Lampo fu a pochi centimetri, il secondo successivo si
    ritrovò accasciato contro un albero e con un dolore lancinante alla schiena e allo stomaco.
    << Ahi ! S … Sei scema ?!? Ahi … ahi … volevo essere gentile e guarda te … >>
    Mentre era intento a massaggiarsi il ventre, Yoruichi gli fu di nuovo addosso. Un altro
    pugno, appena sopra la testa. Il tronco si spezzò e l'albero cadde al suolo accompagnato da
    un tonfo sordo. Askin tornò a guardarla, non senza un pochino di timore : l'unica espressione
    nei suoi occhi penetranti e gialli era la rabbia.
    << Sia chiaro … fosse stato per me sarei venuta con la divisa da Capitano ! >> sbraitò furiosa
    << La mia famiglia ha voluto indossassi quest'abito. All'inizio erano totalmente
    contrari alla mia decisione, poi all'improvviso cambiano idea e dicono sì … questa è l'occasione
    giusta per mostrare la mia fedeltà al Consiglio, oltre al peso del Casato ovviamente ! Mi sono
    svegliata alle sei per venir conciata così ! >>
    Capì la volubilità doveva essere un tratto di famiglia.
    “ Pure Yushiro quando lo scambiai per una ragazza, pensò bene di cuocermi come uno spiedino. ”
    Senza preavviso Yoruichi si sporse in avanti e ... l'annusò arricciando il naso proprio come un gatto.
    Decise di sostituire l'aggettivo volubile con lunatico.
    << Puzzi di sudore … >>
    << … Ma che diamine … ! E fammi indovinare a te piace il latte ? >>
    << Cosa c'entra ora ? ...Comunque si mi piace. >>
    << Uff … ! >> sbuffò passandosi la mano dei capelli sudici << … Di certo non posso profumare di rose
    dopo aver indossato per quattro giorni questa bella camicia di forza.
    Mi concedevano di toglierla soltanto quando dovevo pisciare e cag- >>
    << Okay okay ! Evita certi dettagli ! >> interruppe la donna porgendo le mani in avanti.
    << Hai cominciato te il discorso … tornando seri, non mi aspettavo saresti venuta, un vero colpo di
    scena complimenti, ma a cosa devo questo nobile gesto ? >>
    Pur avendo incrociato più volte il suo sguardo non era riuscito a rispondere alla tanto ambita domanda,
    così non gli era rimasto che chiederglielo.
    Yoruichi stranamente rimase spiazzata, lo scrutò torva e si girò allontanandosi di qualche
    passo. Seduto a terra e con la donna in piedi a poca distanza, Askin abbassò lo sguardo piegando
    la testa di lato.
    “ Certo hai proprio un bel culo Yorui- ”
    << Perché t'interessa saperlo ? >>
    L'ex-Sternritter scosse la testa raccogliendo in fretta i pensieri.
    << … Shunui non ha espresso al Consiglio la propria opinione sulla giustizia. Al contrario
    ci è riuscito Kurotsuchi, anche se ignoro quali siano i suoi reali interessi verso di me. Solo tu
    … mi sei sembrata sincera. >>
    La Dea Lampo non si mosse continuando a dargli le spalle. Per un attimo temette l'arrivo
    di un terzo pugno, ma lei tornò a parlare con la voce diretta che la contraddistingueva.
    << La guerra è finita … tu non sei più un nemico. Non meriti di morire. >>
    Askin rimase in silenzio senza staccare gli occhi dalla piccola figura davanti a se. La guardò e
    provò emozioni contrastanti : conforto e odio.
    << Non merito di morire ? >> chiese alzandosi << Parli tu … tu che hai cercato di fulminarmi più volte ? >>
    << Eravamo in guerra. >>
    Sentì un dubbio cresce nella mente. Fu qualcosa d'inaspettato e travolgente, così pressante da dover
    essere risolto all'istante. Fece un passo in avanti. Yoruichi era sempre di spalle, vista dall'alto e con indosso
    un kimono pareva circondata da un'aria fragile e insicura. Fu tentato di lasciar perdere, ma il bisogno di
    risposte lo rodeva del profondo.
    << Si, è vero eravamo in guerra, e appunto per questo voglio sapere. Dimmi Yoruichi … se non te l'avesse
    detto Urahara … mi avresti risparmiato ? >>
    << … Si .. l'avrei fatto. >> rispose dopo attimi interminabili.
    << … Dimmelo guardandomi in faccia. >>
    Inaspettatamente lei si volse, negli occhi felini Askin vide la luce forte e fiera della Shinigami contro cui
    aveva combattuto.
    << Si, ti avrei risparmiato. >>
    E così come era comparso l'odio si dissolse sostituito da un lieve tepore.
    Col cuore sereno Askin sorrise, sorrise felice come da tempo non gli capitava.
    << Ah ! Ah ! Una dea mi ha concesso la sua grazia quindi … Grazie Yoruichi. >>
    La dea in questione abbassò repentina il capo e insultandolo cominciò a prenderlo a pugni.
    I colpi questa volta furono molto più leggeri.


    Durante il tragitto Mayuri non aveva aperto bocca. Camminando davanti a lui Askin ne
    immaginava gli occhi socchiusi in uno sguardo attento ed esaminatore. Forse stava constatando
    il suo stato di salute, oppure se avesse ricevuto percosse nelle settimane di prigionia, cosa che
    fortunatamente non era avvenuta.
    Svoltarono un angolo, ritrovandosi in un'ampia via circondata da due file di alberi dietro
    cui si trovavano numerose mura e case. Si meravigliò della velocità con la quale gli Shinigami avevano
    ricostruito la Soul Society distrutta, probabilmente utilizzando dei kido adatti allo scopo.
    << Sai Askin … >> lo chiamò all'improvviso Mayuri << … non ti facevo così galante col gentil-sesso. >>
    << Oh quindi era come immaginavo. >> disse sollevando il bracciale << Questo fantastico
    oggetto funziona anche da cimice … ora però non la definirei galanteria, ho solo fatto due e
    aggiungerei meritati complimenti. >>
    << Li hai fatti alla donna sbagliata. >>
    << … So quant'è potente il Casato Shihoin. >> replicò portandosi affianco del Capitano.
    << La Famiglia Shihoin pur mantenendo una posizione di rilievo, ha vissuto gli ultimi 110 anni nel
    disonore più totale. >>
    << Da quando la Dea Lampo aiutò l'allora esiliato Urahara a fuggire ? Proprio durante la riunione dei 46… >>
    << Non-osare-interrompermi ! >> lo minacciò l'altro puntandogli contro l'indice.
    << Okay-okay scusami … >>
    << Persino ora la sua posizione rimane precaria. Il contributo di Yoruichi durante la guerra,
    ha convinto la famiglia a riaccettarla, rimettendola anche a capo dell'Onmuitsukido, le
    Unità Mobili Segrete, mentre è solo per il rotto della cuffia se i 46 hanno accettato la proposta di Soi-fon
    di ridarle il comando della Seconda Compagnia … >>
    Vedendo non continuava, Askin ne approfittò per rintrodursi nel discorso.
    << In soldoni mi stai suggerendo di non ronzarle attorno … >>
    << Vista la tua attuale situazione no ! >>
    Askin riflette … non era sicuro di riuscire a trattenersi se l'avesse incontrata di nuovo, stuzzicarla aveva un
    che di divertente.
    << Passati questi sei mesi ? >>
    << Oh beh … >> rispose Mayuri facendo spallucce << … se tra sei mesi passerai la valutazione, sarai libero
    di sbizzarrirti come meglio credi. >>
    << … Detto così suona malissimo lo sai ? >>
    << Lo so, ma sono serissimo sappilo ! >>
    << Immagino … a proposito di serietà, perché ti sei impegnato così tanto per salvarmi ? >>
    << Non ci sei ancora arrivato ? >>
    << L'unica ipotesi abbastanza credibile ...sarebbe farti da cavia. >>
    << Sbagli Le Vaar ! >> ribatte l'uomo << Io sono interessato alle tue conoscenze ! >>
    << Conoscenze ? >>
    Era visibilmente sorpreso, s'aspettava tutto tranne questo.
    << Una cosa che ho ammirato di voi Quincy è la capacità di conservare le memorie della vita terrena. Tu sarai
    stato un chimico in vita ...o qualcosa del genere. >>
    Fissando lo scienziato, Askin avvertì un moto d'orgoglio. Il Capitano della Dodicesima
    Compagnia era più subdolo di quanto aveva immaginato ; parlava e parlava, a volte confondendoti, altre
    portandoti dove voleva. Ma lui non era come quegli idioti dei 46 …
    << Kurotsuchi … se mi stai chiedendo se so sintetizzare veleni, so farlo. Arsenico, cianuro,
    assenzio … col clima giusto si possono coltivare anche piante mortali come la cicuta, l'aconito o la belladonna.
    Conosco a mena dito le dosi letali di ognuno di essi. Se mi chiedi una medicina, posso isolare dalla piante
    giuste il principio attivo delle molecole. Se desideri vedere una bella esplosione allora è ancora più facile,
    basta unire uno o più tipi di molecole in modo da ottenere il composto desiderato. Cosa vuoi ? Tritolo, dinamite,
    nitroglicerina ? …. Ti basta come panoramica ? >>
    << … Eccellente ! Eccellente ! >> esultò l'altro battendo le mani << Ti annuncio che d'ora in avanti sarai un
    membro della mia Compagnia, quindi impegnati intesi ? >>
    << Intesi … tanto non ho nessun'altra scelta. >>
    Dalla via principale svoltarono a destra, ritrovandosi davanti all'Istituto di Ricerca. L'edificio principale in stile
    sengoku era quasi insignificante di fronte alle torri simili a
    ciminiere che svettavano in cielo. Al loro interno si diramavano centinaia di corridoi e
    sofisticati laboratori trovavano spazio in enormi sale. Un fiume frenetico di Shinigami percorreva svelto il cortile
    interno, tutti erano assorbiti dalle proprie mansioni e solo alcuni fecero caso a lui mentre salutavano Mayuri
    con un cenno del capo.
    << Benvenuto nella Dodicesima Compagnia ! >> annunciò appena furono al centro del cortile << Hai qualche
    richiesta particolare prima d'entrare ? >>
    Come richiamato da quella domanda lo stomaco brontolò.
    << Avrei un po' di fame … >>
    “ Puzzi di sudore … ”
    << … poi appena possibile, vorrei farmi una doccia. >>
    Così s'avvio verso la sua nuova vita. A ogni passo le parole di Yoruichi gli rimbombavano in testa,
    simili a un motivetto snervante.
    “ Puzzi di sudore … Puzzi di sudore … ”












    Glossario

    *haori : soprabito indossato coi kimono
    *kimono : abito tradizionale giapponese sia maschile che femminile.
    *naginata : una specie di alabarda, costituita da un manico lungo circa 2 metri e una lama simile alla katana lunga tra i 60 e 90 cm.
    *zori : sandali tradizionali, s'indossano insieme ai kimono essendo come essi abiti formali.


    Significato

    carpe koi e peonia : www.culturagiapponese.it/approfondi...tura-giapponese



    Edited by _Hime_ - 9/1/2018, 16:01
     
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    Non puoi chiedere scusa :osd:
    La storia è tua, creata secondo il tuo personale gusto e fantasia :osd: scusa lo dovrà dire chi non saprà apprezzarla :osd:

    Detto ciò, comincio la lettura :osd:


    Edit: Uno shojo bello e buono :P

    Chissà perché me lo aspettavo :osd:
    Un mayuri del genere non me lo sarei mai aspettato invece :osd:
     
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    Ah strano XD credevo di essere entrata abbastanza nel personaggio di Mayuri e invece .... XD
    Grazie per il commento Matteo. :-)
     
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    Secondo Capitolo Evviva :D
    Perdonate eventuali errori di battitura ;D
    Buona lettura :D

    Capitolo 2 : Quiete dopo la tempesta
    I piedi le facevano un male cane, colpa di quegli zori duri come il cemento. Così appena si sedette non perse tempo ; li tolse gettandoli dall'altra parte della stanza.
    Fuori l'aria era ferma e un silenzio quasi irreale permaneva ogni angolo della Residenza Shihoin. Drizzò le orecchie e non avvertendo nessuno avvicinarsi cominciò a massaggiare gli arti dolenti.
    “ In fondo … qui non è cambiato nulla ...” pensò in una nota amara.
    All'improvviso qualcuno la chiamò con voce squillante, tanto da perforarle i timpani.
    << Onee-san ! Onee-san !! * >>
    Yoruichi ebbe appena il tempo di voltarsi che la porta s'aprì con violenza. L'attimo dopo Yushiro Shihoin le fu addosso. Distesa a terra sospirò mentre Yushiro, stretto intorno alla sua vita, si strusciava come un gatto contro il petto.
    << Uff … per certe cose non sei proprio cambiato, eh fratellino ? >> chiese accarezzandogli i capelli.
    << Ero così preoccupato ! >> si lamentò di risposta << Avevo paura che il bastardo potesse farti del male. >>
    << Non parlarmi come se fossi una povera verginella … Comunque tranquillo, ormai non gli è rimasta una sola particella di reishi, fai conto che non sono riuscita a individuarlo. >>
    Yushiro sollevò il capo fissandola coi suoi occhi gialli e dolci.
    << Appunto … ! Un motivo in più per preoccuparmi ! >>
    << Tu ti sei sempre preoccupato troppo … >>
    << Uff ! >> sfuffò lui mettendosi seduto << Lo faccio solo per difendere la mia sorellona. >>
    Incrociò le braccia e con espressione seria disse :
    << … Quindi ora del Quincy se ne occupa Kurotsuchi ? >>
    << Si, spero questa storia finisca bene … >>
    “ Purtroppo aveva ragione Mayuri … io non potevo far altro, non potevo metterlo al sicuro. Askin sarà protetto nella Dodicesima Compagnia. ”
    Ma questo lo pensò soltanto, non era convenevole dirlo a Yushiro. Nonostante avesse da sempre sostenuto ogni sua scelta, era rimasto turbato quando gli aveva annunciato l'intenzione di testimoniare a favore di Askin. Pure in quel momento la sua espressione sembrava chiedersi “ Perché impegnarsi per salvare un nemico ? Un nemico che ha quasi trafitto a morte tuo fratello ? ”.
    Lo guardò e tirandosi su gli sorrise.
    “ Devi imparare ancora molto Yushiro … certe volte, quando le possibilità lo concedono, è meglio tornare sui propri passi, riflettere e decidere di conseguenza. ”
    << Va beh … almeno ci siamo tolti questa seccatura. >> sentenziò il giovane a un certo punto << Parlando d'altro, stasera dei libera Onee-san ? >>
    << Si, se riesco a firmare tutte le scartoffie dovrei liberarmi … per le sei ? >>
    << Allora cosa ne dici di andare a cenare fuori ? Mi piacerebbe rilassarmi un pochino insieme a te … >> chiese con occhi supplicanti.
    Yoruichi si grattò la testa e distolse lo sguardo fingendo indifferenza. Le richieste di Yushiro erano il suo tallone d'Achille.
    << Va bene … andiamo al solito ristorante ? >>
    << Si ! >> esultò lui saltellando felice << E dopo potremo andare in giro per bancarelle, lungo il fiume hanno aperto quelle dei dolci … non vedo l'ora di offriti i mochi squisiti che ho assaggiato l'anno scorso … >>
    Stranamente le parole giunsero in ritardo nella sua mente. In quel brevissimo lasso di tempo Yoruichi abbassò il capo, le iridi parevano vuote, i pensieri lontani e inafferrabili.
    << Ehi Nii-san ! Tutto bene ? >>
    << … Ah si … stavo … solo pensando. Ci sono ancora un sacco di cose da fare per rimettere apposto la Soul Society … >>
    Era una bugia e infatti Yushiro la fissò intensamente, come a volersi accertare della veridicità della frase. Infine sorrise, sorriso ingenuo e solare che lo contraddistingueva.
    << Hai ragione, ma sono sicuro che riuscirai a risolvere tutto. Tu sei forte Nii-san. >>
    Se l'era bevuta ...
    << … Grazie. >>
    << … Ci vediamo alle 7 qui fuori ? >>
    << Okay alle 7. >>
    Si salutarono e lei rimase nuovamente da sola. Fuori seguitava la stessa immobilità, soltanto il canto degli uccelli si era unito al suono ritmico e deciso dello sozu*, per il resto non pareva esserci vita nell'immensa residenza di famiglia.
    Dopo un po' s'alzo dirigendosi verso la parete laterale di sinistra. Aprì l'armadio e tra i diversi kimono trovò la divisa da Capitano. Pian piano si spogliò, ma in quei semplici gesti la mente tornò pensierosa.
    “ Yushiro … non sei cambiato affatto, cerchi sempre di dimostrarmi la tua forza, ma la mia approvazione non ti aiuterà a maturare. La forza ...devi dimostrarla solo a te stesso … ”
    Cominciò a indossare la hakama* senza riuscire a frenare il flusso di pensieri.
    “ In fondo non è cambiato nulla … sono tornata a essere ciò che ero, cento cinquant'anni anni dopo rieccomi qui, Capitano della Seconda Compagnia e Capo delle Unità Mobili Segrete … per la felicità di tutti. Yushiro continua a cercare il mio consenso per ogni singola cosa … Soi-fon mi adula manco fossi una divinità … la mia famiglia … mi ha riaccettato per dovere verso il contributo dato al conflitto, ormai la discendenza del Casato è sulle spalle di mio fratello … ”
    Aprì uno sportello, dentro era appeso uno specchietto circolare con tanto di elegante bordo in giada. Sciolse la coda e prese a risistemarsela.
    “ Cento cinquant'anni in esilio, una guerra vinta … ma in fondo tutto è rimasto uguale … pure tu, Kisuke ? ”
    Ormai quei pensieri la attanagliavano sempre più spesso. Per quanto si sforzasse, non esisteva cura, poteva soltanto aspettare che passassero …
    Finì di vestirsi e si diresse alla Sede della Seconda Compagnia. Era appena uscita dalla stanza che un pensiero sopraggiunse inaspettato.
    “ Oh … una dea è apparsa davanti ai miei occhi. ”
    Si bloccò, stupita di ricordare tali parole …
    << Ah … Ah … sei veramente irritante. Però … >>
    “ Forse qualcosa è cambiato. ”
    _._._._._._._._._._._

    La luce dell'alba filtrò dalla finestra illuminandogli il viso. Nel dormiveglia Askin aprì gli occhi ritrovando la solita stanza spoglia, il cui unico ospita era la polvere resa visibile dai raggi del sole. Rimase ancora fermo, avvolto nel futon e cullato dal tepore delle coperte, fuori un nuovo giorno di primavera stava sorgendo sulla Soul Society, ma di notte e di prima mattina la temperatura era ancora piuttosto bassa.
    Mugugnò rigirandosi su un fianco, la schiena gli faceva male, non immaginava che abituarsi ai materassi giapponesi potesse rivelarsi così difficile. Decise che semmai fosse salito di grado, avrebbe richiesto un letto a una piazza stile occidentale.
    Il sole nel frattempo era salito … presto sarebbero venuti a svegliarlo. S'alzo dirigendosi nella stanzetta che fungeva da bagno. C'erano un water, un lavandino, due saponette, tre asciugamani, una doccia senza tendina e un confezione di shampoo mezza vuota. Meglio di niente. Si fece una doccia veloce, si pettinò e, tornato nella stanza principale, indossò uno dei tre cambi di kimono datogli da Mayuri. Non erano quelli neri degli Shinigami ovviamente, ma semplici abiti marrone chiaro provvisti di cinture altrettanto spente.
    Lo scienziato l'aveva fatto alloggiare lì, in uno dei numerosi alloggi vuoti all'interno della sede della Dodicesima. Alloggi che sempre a detta dell'uomo, sarebbero rimasti vuoti ancora per molto. Tutte le Compagnie infatti, visto l'elevato numero di perdite causate dalla guerra, avevo rinfoltito le fila reclutando una marea di novizi dall'Accademia degli Shinigami. Ciò non era avvenuto per la Dodicesima, da sempre la più dura e selettiva in fatto di nuovi membri.
    << Beh … almeno posso dormire sonni tranquilli. >>
    Appena mise i sandali ai piedi, un tocco delicato bussò alla porta.
    << Vaar-san sono io … >>
    La voce di Nemu Kurotsuchi giunse leggere alle sue orecchie. Askin s'inginocchiò di fronte all'entrata facendo scorrere la parete di legno. Nemu era lì, nella medesima posizione, con davanti un vassoio di legno contenente la colazione : ciotola di riso, zuppa di miso, verdure sottaceto e alcune fettine di pesce crudo (1). Osservando le pietanze sentì lo stomaco contrarsi sconfortato … avrebbe tanto voluto mangiare un bel piatto caldo, tipo uova con la pancetta (2), al posto di quella roba fredda e insapore.
    << Buongiorno Vaar-san. Le ho portato la colazione. >> disse in breve inchino.
    << Oh … grazie Nemu. >>
    Sotto lo sguardo immobile della ragazza, cominciò a mangiare. Succedeva sempre così, ogni mattina lei arrivava portandogli la colazione, poi si metteva di lato controllando di tanto in tanto se avesse finito. Era un po' inquietante come situazione, Nemu però sapeva essere loquace ... quando voleva e sempre fosse lui a cominciare la chiacchierata. Durante quel primo mese, Askin l'aveva incrociata più volte tra gli intricati corridoi del laboratorio. Non si staccava mai da Mayuri, lo seguiva come un cagnolino e come un cagnolino ubbidiva a ogni sua richiesta.
    “ Anche 'sta storia della colazione sarà partita da quel pazzo … ”
    Con questa considerazione si ritrovò a osservare il cielo, dipinto delle calde tinte dell'alba.
    << Oggi si prospetta una bellissima giornata … >>
    << Si … per fortuna quest'anno la primavera è più fresca. >>
    Poi ricadde il silenzio. Askin la osservò di sbieco mentre addentava goffamente una fettina di sashimi. Erano passate più di tre settimane eppure non aveva ancora dimestichezza con le bacchette.
    << Ha bisogno di una mano Vaar-san ? >>
    << … Chiamami Askin ti prego, non hai sopportato i suffissi. >>
    << … Vuoi una mano Askin ? >>
    Dopo vari tentativi l'insistenza di Nemu ebbe la meglio.

    << Come mai sei diventata così premurosa ? >> chiese appena lei finì di guidare l'ennesimo boccone di riso.
    Ora la giovane era seduta al suo fianco e stringendogli la mano lo aiutava a tener saldi i due bastoncini.
    << Oggi deve essere svelto Vaar-san … >>
    << Askin … >>
    << … Askin. Mayuri-san le ha affidato un compito importante. >>
    << Oh … ! Finalmente qualcosa di meglio che consegnare fogli a destra e a manca o pulire le scrivanie ! >>
    << … Prima finisca la colazione. >> disse infilandogli le bacchette quasi a metà bocca.
    Passati pochi minuti la ragazza spostò il vassoio ed estrasse … dal decoltè una decina di fogli. Di reazione ad Askin andò di traverso l'acqua e per poco non soffocò.
    << Cough ! ...Cough ! … Li tenevi là dentro ?!? >>
    << Se no non riuscivo a portare il vassoio. >> rispose con una semplicità disarmante << … queste sono una serie di quesiti preparati da Mayuri-san in persona. Se passerà il test avrà il diritto di partecipare in maniera attiva agli esperimenti dell'Istituto di Ricerca. >>
    << … Interessante. >> disse prendendo i fogli in mano.
    Erano pinzati assieme …. e un poco stropicciati.
    “ Non posso credere che li abbia veramente tenuti in mezzo alle tet … ! Oh va beh ! ”
    Scosse la testa e iniziò a leggere. Erano 14 fogli contenenti domande a risposta multipla.
    << Vediamo … triossido di carbonio … configurazione elettronica esterna e legame ionico … reazione di sostituzione … sembra di tornare all'università. Hai una penna ? ... Oh grazie molto gentile … >>
    Quando le dita furono a poca distanza gli venne un dubbio.
    << Nemu … questa dove la tenevi invece ? >>
    << … Nella tasca. >>
    << Uh … >>
    Leggermente perplesso a riguardo, segnò tutte le risposte alle 60 domande. Ci mise meno di un minuto.
    Quello stesso pomeriggio Mayuri corresse il test e non trovò errori. Askin era insieme a lui , seduto sopra la sedia di fronte alla scrivania, vicino alla finestra con le mani incrociate sul grembo stava invece Nemu,
    << Non credevo dovessi controllare le risposte sul libro, dimmi l'hai rubato dal mondo terreno ? >>
    << … Sei davvero un genio in questo campo. >> sibilò scontroso il Capitano.
    << Devo prenderlo come un complimento o come un insulto ? >>
    << Come preferisci ! >> gridò chiudendo di botto l'enorme tomo << … Da adesso lavorerai attivamente all'interno dei laboratori e riceverai anche un salario mensile di 1.000 kan. >>
    Stranamente la notizia non portò l'effetto sperato : solo un lieve e fugace senso di soddisfazione, poi nel suo animo tornò l'indifferenza. Era come se qualcuno avesse tirato un sasso nel mare, un mare troppo grande per essere mutato da un oggetto così piccolo.
    << Grazie Mayuri. >> disse alzandosi.
    << Non serve ringraziami … >> fece lui con un gesto sbrigativo << Ora ti serve un haori bianco. Nemu ti accompagnerà a sceglierne uno. >>
    Seguendo la ragazza attraverso uno dei tanti corridoi, riflette su cosa comprare con i suoi primi 1.000 kan … di certo non sarebbero bastati per un comodo letto con materasso.
    << Come pensa di spendere il primo stipendio, Askin-san ? >>
    << … Credo prenderò una forchetta. >>
    << … Se vuole posso consigliarle un posto dove ne vedono di carine. >>
    << Non pensavo ti interessassero questo genere di cose. >>
    << … A volte fa bene avere dei piccoli hobby. >>
    Continuando a camminare il pensiero tornò indietro, a pochi minuti prima.
    “ La felicità ... con lei almeno era durata un po' di più. Yoruichi … chissà come sta ? ”


    - Buongiorno a tutti ! É il Comandante Shunui che vi scrive. Come state ? Per festeggiare il primo mese di pace pensavo di indire un banchetto, ma non so ancora … semmai vi manderò un ulteriore comunicazione in merito. Passando alle questioni burocratiche vi scrivo ora l'elenco aggiornato dei nuovi Capitani :

    1° Compagnia : Il sottoscritto ^^
    2° Compagnia : Shihoin Yoruichi
    3° Compagnia : Vacante
    4° Compagnia: Kotetsu Isane
    5° Compagnia : Hirako Shinji
    6° Compagnia : Kuchiki Byakuya
    7° Compagnia : Vacante
    8° Compagnia : Urahara Kisuke
    9° Compagnia : Abarai Renji
    10° Compagnia : Hitsugaya Toshiro
    11° Compagnia : Kenpachi Zaraki
    12° Compagnia : Kurotsuchi Mayuri
    13° Compagnia : Kuchiki Rukia

    Congratulazioni a tutti ! <3

    Shunui Kyoraku

    Ps. Se riesco a organizzare il banchetto fatemi sapere in anticipo se ci siete. ^^

    Rukia trasse un profondo respiro e rilesse la lettera per la quinta volta di fila, vedere il proprio nome la riempiva di gioia e tristezza.
    Era stata nominata Capitano solo da cinque giorni e l'haori bianco pesava già come un macigno sulle piccole spalle. Il Comandante Shunui l'aveva esaminata giudicando idonee le sue attuali capacità e ciò ovviamente non poteva che riempirla di felicità, ma dall'altra parte invece l'anima era dilaniata da un'immessa tristezza. Il Capitano Ukitake era morto.
    Soffocò un singhiozzo e rileggendo il proprio nome i ricordi riaffiorarono potenti.
    Con il portale per il Palazzo Reale aperto e la battaglia finale alla porte, lui s'era andato … così, improvvisamente … tra spasmi di sangue e dolori atroci il corpo si era rinsecchito, abbandonato dalla forza che lo teneva in vita, Mimihage, il braccio destro del Reio.
    << Ho pensato a lungo che fosse tutto un brutto sogno … ho pensato che finita la guerra lei sarebbe tornato … e poi … mi avrebbe salutato tutte le mattine … il pomeriggio avremo preso il thè assieme … invece … invece … >>
    Le guance divennero umide. Sbatte gli occhi e si asciugò il viso con una manica.
    << Ma non è il momento di abbattermi … sarebbe stato fiero vedendomi ora. Kiyone e Sentaro mi sono vicini e contano su di me, devo tenere alto l'onore della Compagnia ! >>
    Portò un pugno al petto guardando il cielo sereno oltre la finestra. Il gesto le restituì un po' di coraggio.
    << Davvero delle bellissime parole, Rukia. >>
    Una voce conosciuta la fece sobbalzare. Si voltò, imbarazzatissima.
    << Re … Renji ! Da quanto sei lì ?!? >>
    << Da … “ non è il momento di abbattermi ”. >> rispose divertito inclinando la testa.
    Renji, la schiena poggiata contro la porta, indossava anche lui la divisa da Capitano, i capelli rossi erano raccolti in una coda e ondeggiavano simili a una fiamma sopra l'indumento bianco. Osservandolo di sbieco, l'attenzione ricadde sui tatuaggi tribali che ornavano i pettorali. S'intravvedevo appena tra le pieghe del kimono nero, ma all'improvviso Rukia immaginò la sua mano intenta ad accarezzare quei segni neri …
    Il cuore accelerò mentre abbassava gli occhi confusa.
    “ Ah … ! Cosa diamine vado a fantasticare ora ?!? ”
    << Rukia … >>
    << Ah … ! Si scusa, ero sovrappensiero … >>
    << ... Immaginavo. >>
    Adesso il ragazzo era vicino e la scrutava dall'alto con espressione dolce.
    << Il peso dell'haori si fa sentire, eh ? >>
    A quelle parole il cuore ebbe un tonfo. Tremò, ma continuò a seguirlo con lo sguardo finché non si sedette sul cornicione della finestra aperta.
    Renji era stato nominato Capitano una settimana prima di lei, eppure in quel mesetto sembrava aver acquistato una profonda maturità : era più calmo, rassicurante, sicuro delle proprie scelte.
    “ Ogni tanto … vorrei essere come te . ” pensò stringendo i pugni.
    << Io … ho paura di non essere all'altezza. Certe volte ... ho l'impressione che la mia nomina sia stata dettata dalla dipartita di Ukitake-san, non dalle mie reali capacità … >>
    Lui non replicò, si chiuse in un silenzio riflessivo, come a voler misure l'esatto peso di ogni parola.
    << Perché dici così ? Sai che non è vero. >> disse infine sereno e pacato.
    << … Come fai a esserne certo ? >>
    << Noi due … siamo cresciti insieme, siamo maturati insieme. In guerra abbiamo ottenuto i Bankai e sconfitto nemici potenti, poi … anche se Ukitake fosse sopravvissuto, credo avrebbe comunque lasciato il ruolo di Capitano, perché si sarebbe reso conto di quanto sei diventata forte. >>
    << Lo so … ! So di essere forte … però … però … >>
    “ La mia forza non è servita … non ha salvato Ukitake-san … come all'epoca non salvò Kaien … ”
    Un dolore esplose furioso nel petto, perché il pensiero aveva risvegliato dalle tenebre la sua paura più grande. Intrappolata quell'oblio interiore rimase pietrificata … poi all'improvviso qualcosa le afferrò la vita. L'attimo dopo le forti mani di Renji la sollevarono come fosse una piuma.
    << Ah ! Co … cosa stai facendo ?!? >>
    << Sei un pochino giù … quindi ti tiro su ! Anzi andiamo a farci una passeggiata. >>
    << N-no ! Aspetta ! … Non posso andarmene così ! >>
    Ma lui l'aveva già presa in braccio e, uscito dalla finestra, si stava dirigendo verso il bosco che circondava la piccola Sede della Tredicesima Compagnia.
    << No ! Fermati ! >> protestò invano cercando di liberarsi.
    << Capitano Kuchiki ! >>
    Renji si girò e lei pote vedere Kiyone in piedi a una decina di metri, talmente sbigottita da aver lascito cadere un plico di fogli.
    << Kiyone ! Ah … Ah … non fraintendere ! >>
    << Tranquilla Luogotenente Kotetsu, ti riporterò il Capitano intero. >>
    << Ehhh ?!? Renji s-sei completamente impazzito ?!? Ti … ti ordino di mettermi giù ! >>
    Le sue urla si persero nel folto degli alberi. Kiyone rimase immobile fin quando non tornò il silenzio, poi sospirando si chinò a raccogliere il centinaio di fogli sparsi qua e là.
    << Il Capitano era rossa come un peperone, speriamo non si emozioni ancora. >>

    Lungo il sentiero le ombre degli alberi disegnavano complessi intrecci, l'aria era fresca e il sole d'inizio primavera stava lentamente tramontando a Ovest. Lontano Renji udì il cinguettio degli uccelli e il bramito di un cervo. Presto il grosso mammifero s'allontanò e rimase solo il dolce verso dei piccoli volatili. Forse grazie ad esso Rukia si sarebbe sciolta da quella rigidità, ma guardando in basso il neo-Capitano dovette ricredersi : l'amica era ancora rannicchiata su se stessa, il viso talmente premuto contro il suo petto da risultare invisibile. Quanto meno aveva smesso d'agitarsi e ora poteva sentirne il lieve respiro accarezzargli la pelle. Era una sensazione bellissima, e in quel momento pensò sarebbe bastato cullarla ancora un po' tra le braccia per cancellare ogni paura e timore.
    Ma poi lei parlò.
    << Renji … riesco ancora a camminare … mettimi giù adesso. >>
    << Okay se proprio insisti. >>
    Una volta a terra, Rukia si risistemò i capelli scompigliati, senza degnarlo di uno sguardo.
    “ Deve essere ancora rossa … ” pensò divertito.
    << Perché lo hai fatto ? >> chiese tornando a guardarlo, le guance imbronciate.
    << Te l'ho detto … per tirarti su. >>
    << Uhm … beh non farlo più … almeno non quando sono in servizio. >>
    << Promesso. E invece prometti di non farti più prendere da certi brutti pensieri. >>
    << … Promesso. Ma è difficile … >>
    Renji la guardò e sorrise. Aveva previsto che rassicurarla non sarebbe stato facile, così, ripresa la sua idea iniziale si guardò attorno notando infine una piccola raduna appena oltre gli alberi alla loro sinistra.
    << Vieni ... andiamo a sederci lì. >>
    Senza protestare Rukia si fece guidare in mezzo al prato in fiore. Camminarono fino al centro e non appena si voltò per farle cenno di sedersi l'animo venne scosso con forza.
    Il prato, leggermente in pendenza, gli dava una visuale perfetta sul suo viso … quel viso, sempre dolce e allegro, ora era solcato dalla tristezza.
    << … Sono patetica vero ? >>
    << No … non è vero. Sediamoci adesso. >>
    Si sedettero uno affianco all'altra. Rukia composta, inginocchiata coi piedi uno sopra l'altro e la mani unite poggiate le gambe.
    “ Almeno esternamente vuole apparire forte … ”
    << Sai Rukia, anche per me è stato difficile. >>
    << Davvero ? … Non l'avrei mai detto sai ? >>
    << La nomina a Capitano è arrivata all'improvviso, all'inizio ero un po' confuso, ma poi è passato e mi sono messo sotto con anima e corpo … anche se durante questo mese è sorto un problema. >>
    << Problema … ? >>
    << … Hisagi. >>
    << Ho già dimenticavo … come sta a proposito ? >>
    << Non male … se togliamo che è già il secondo lunedì che arriva in Sede puzzando di sakè. >>
    << La morte di Kensei è stato un duro colpo … specialmente per lui, ma affondare il dispiacere nell'alcool non lo aiuterà di certo ... >>
    << … Si, è quello che gli detto io, vallo a capire però ... >>
    Evitò di parlare del pugno che gli aveva rifilato due giorni prima. Hisagi era caduto in una depressione quasi cronica : non aver salvato il proprio Capitano, l'essere stato inutile durante la battaglia al Palazzo del Reio … queste due cose avevo spento la sua normale determinazione e vitalità, senza contare quando aveva scoperto che Kensei era vivo, o meglio trasformato insieme a Rose in un pupazzo al servizio di Mayuri.
    “ Di fatto sono morti, come ti ha spiegato Kurotsuchi … ”
    A quelle parole il primo Luogotente della Nona Compagnia aveva perso le staffe … alla fine per calmarlo era stato costretto a colpirlo. Un bel colpo dritto sulla guancia ed era ruzzolato a terra, davanti ai molti Shinigami accorsi nel mentre.
    “ Non sarai stato troppo duro ? ” gli aveva chiesto Mashiro nel pomeriggio.
    “ In certi casi i bei discorsi servono a poco. Hisagi non capisce, comportandosi così non aiuta se stesso, disonora la compagnia … e soprattutto manca di rispetto a te, Mashiro. “
    “ Forse … Kensei manca tantissimo anche a me, però … credo che ogni uno abbia i propri modi per assimilare i lutti. ”
    “ Ecco ... se avesse un minimo del tuo buonsenso, almeno non passerebbe i weekend attaccato alla bottiglia. ”
    “ … Bisogna pazientare. ”
    “ Spero tu abbia ragione … ”
    Renji scosse la testa tornando al presente. Rukia era sempre al suo fianco, gli occhi blu come il mare erano bassi, persi in chissà quali tristi pensieri. Trasse un profondo respiro e continuò il discorso.
    << Hisagi a parte, tutti noi stiamo cercando di andare avanti. Dimenticare gli orrori della guerra non è facile, ma c'è un piccolo trucco. >>
    << Un piccolo trucco ? >> ripete lei incuriosita.
    << Rukia … devi darti un obbiettivo. >> proclamò deciso.
    << Un obbiettivo ? Ma c'è l'ho già : essere un buon Capitano. >>
    << Intendo un obbiettivo personale, qualcosa che escluda il dovere verso la società. Qualcosa di veramente tuo. >>
    Rukia lo scrutò perplessa, poi abbassò lo sguardo chiudendosi in un silenzio riflessivo.
    Lui non fece nulla, continuò a osservare quella piccola figura, graziosa e bellissima. Circondata da fiori di mille colori, Rukia sembrava un fiore a sua volta, un piccolo e prezioso fiore bianco.
    “ Un fiore che ho intenzione di proteggere … ”
    << Un obbiettivo hai detto … al momento non mi viene in mente nulla. >>
    << Beh hai tutto il tempo per pensarci. >>
    << … Il tuo qual'è ? >>
    << Ah ah … ! >> fece lui incrociando le braccia. << Segreto. >>
    << Come ?!? Fai tanto il saggio e poi non finisci il discorso ?!? >>
    << Appunto, i saggi non rivelano mai i loro segreti. >>
    Senza preavviso Rukia gli fu addosso. In piedi cominciò a tirargli pugni, o per lo meno cercò di farlo, perché Renji si proteggeva la testa con le forti braccia. Poi inaspettatamente, una strana felicità si fece largo in lui, rise e la sua allegria contagiò anche Rukia, che dopo poco smise di “ picchiarlo ” accasciandosi sull'erba in preda un'irrefrenabile risata.
    << Ah ! … ah … a volte sei uno stupido Renji … ! >>
    << Ah … Mentre tu alzi un po' troppo le mani mi sa ! >>
    << Ah ... Comunque grazie mille … ora … sto molto meglio. >>
    In un piccolo gesto, la ragazza si asciugò gli occhi, aveva riso così tanto che gli occhi erano diventati umidi. Renji sentì il cuore farsi leggero di fronte a quella visione deliziosa. Rukia era ancora più bella, le ombre che la opprimevano erano svanite … un magnifico fiore bianco e puro come la neve, era appena sbocciato in mezzo a un mare verde.
    “ Sai Rukia, dopo la guerra ho fatto una promessa a me stesso … ho promesso che ti avrei protetto … ti avrei protetto ogni giorno dai pericoli grandi e piccoli, e tirato su ogni volta fossi stata triste. Cosi, lentamente, a poco a poco … spero mi vedrai sotto un'altra luce. ”
    << Figurati, non c'è di che. >>
    “ Oggi sono sicuro di aver fatto un piccolo passo in avanti. ”


    Mayuri era irritato. Irritato perché mattina s'era alzato con un mal di collo allucinante, ma soprattutto perché da due ore Kisuke gli stava appiccicato, peggio di una cozza.
    Il motivo dell'inaspettata visita da parte del rieletto Capitano l'aveva facilmente intuito : controllare l'Istituto da lui stesso creato prima del lungo esilio, forse … anzi con assoluta certezza sperava presto o tardi di reinsediarsi come Direttore. Ma ormai era troppo tardi, dopo cento-cinquant'anni sotto la guida di Mayuri, nessuno tra scienziati e assistenti avrebbe ceduto al ricordo ormai lontano e sbiadito di un fondatore rimasto in gran parte sconosciuto, che solo per grazia ricevuta ora era stato riammesso tra le file del Gotei 13.
    Dal canto suo Mayuri aveva i propri progetti, le proprie ricerche da portare avanti, non avrebbe ceduto d'un passo alla sottile determinazione di Urahara.
    << Oh … questa parte non me la ricordo … >> eserdì Mr. Barbetta per la seconda volta.
    << Perché è una della più recenti … l'ho ultimata cinque anni fa … >>
    << Oh interessante … >> commentò grattandosi la nuca.
    “ Che palle … quand'è che te vai ? ”
    Stavano percorrendo uno dei corridoi più a est dell'Istituto, i muri erano scuri e fredde luci verdi al neon illuminavano il loro cammino. Svoltarono un angolo e la porta di metallo s'aprì appena furono abbastanza vicini rivelando un'immensa stanza.
    Il laboratorio B-2 si occupava della sintesi di sostanze, medicine, veleni ecc, indi per cui la maggior parte dello spazio era occupato da grossi e lunghi tavoli sui quali poggiavano complicati intrecci di tubi trasparenti e fiale ; sul lato destro trovavano posto librerie stracolme di schedari ,contenenti i risultati delle ricerche e testi aggiornati di biologia e chimica presi dal mondo terreno ; nel lato opposto attaccati alla parete, c'erano invece complessi macchinari dediti all'analisi dell'andamento degli esperimenti. Molti Shinigami stavano chini sui tavoli, talmente concentrati nelle loro mansioni da non prestare caso ai due Capitani, dettaglio che non lì urtò affatto.
    Mayuri era già infastidito e vedere Urahara allungare il collo di qua e di là non migliorò di certo il suo umore.
    << Devo ammettere che hai fatto davvero grandi progressi Kurotsuchi … >>commentò allegro il biondo mentre passavano in rassegna i tavoli.
    << Non credevo nutrissi una così grande ammirazione nei miei confronti … >>
    << La stima è dovuta soltanto alla constatazione dei tuoi progressi, come ti ripeto … >>
    << … Ti conosco Urahara. >> replicò deciso, stufo di continui quei giri di parole
    << Con te nulla è lasciato a caso, ma sai meglio di chiunque altro quanto io odia i falsi complimenti. >>
    << Ma sono sinceri … >> protestò ancora lui allegro.
    << Forse … ma dietro essi sento il fetore dell'invidia. >>
    Allora, proprio come aveva previsto, Kisuke divenne serissimo, il sorriso lasciò il posto a un'espressione determinata e inflessibile.
    << Sai … io sono tornato a essere Capitano e l'Istituto è rimasto un organo indipendente dal Gotei 13, quindi pensavo non sarebbe male iniziare una collaborazione … inaugurando una nuova era di pace. >>
    << Divertente come battuta … però la risposta è no ! Non accetterei una proposta del genere neanche se mi pregassi in ginocchio baciandomi i piedi ! >>
    << Ti invito a riflettere … >>
    << Puah ! Riflettere ? >> fece Mayuri agitando le mani << I nostri metodi di ricerca sono troppo differenti : al contrario di te, io adoro sporcarmi le mani …. e soprattutto non nascondo i miei scopi dietro finti buonismi. >>
    Un sorrisetto si dipinse sulle labbra di Kisuke.
    << … Avevo dimenticato quanto fosse difficile farti ragionare . >>
    << Io ragiono benissimo. >>
    Di risposta lui lo ignorò allungando il collo di lato, gli occhi verdi accesi e attenti indicavano che qualcosa aveva attirato la sua attenzione.
    << Oh … ! Quello laggiù è il tuo ultimo acquisto. >>
    Mayuri guardò avanti.
    A una decina di metri, seduto su sedia bianca e dalla linee moderne, Askin era immerso nella lettura di un tomo enorme. Con la gamba destra poggiata sul ginocchio opposto a mo di leggio e il capo sorretto dal dorso della mano, sfogliava le pagine sottili concentratissimo sul testo, tanto da accorgersi di loro due solo quando furono vicini.
    << Molto bene … vedo che ti stai portando avanti. >> disse Mayuri mettendo una mano sul tavolo al suo fianco.
    << I testi che ho letto finora sono abbastanza semplici. >> disse lui continuando a sfogliare.
    << Stai leggendo solo le parti più importanti … >> s'intromise Kisuke col solito irritante sorriso stampato in faccia.
    << Veramente lo sto proprio leggendo. >> replicò Askin gentilmente.
    A quel punto successe qualcosa d'inaspettato, l'aria si fece pesante e carica di tensione. Mayuri l'aveva intuito appena l'ex-Quincy aveva alzato lo sguardo : per una frazione di secondo nelle iridi viola era brillata una rabbia, una rabbia viscerale mista a l'odio. Adesso lui e Kisuke era uno di fronte all'altro e a Mayuri parve proprio d'essere finito in mezzo a due bestie pronte ad azzannarsi.
    << Ah … possiedi la lettura rapida. >>
    << Esattamente. >>
    << Avrai letto molti libri deduco. >>
    << Da quando ho iniziato a lavorare qui, in 15 giorni sono arrivato a 52 escluso questo. >>
    << Ah …! Mi fa piacere constatare che stai bene e che … ti stai impegnando attivamente nell'Istituto di Ricerca. >>
    << Pure tu mi sembri in splendida forma … oh ! … non ti ho ancora ringraziato per lo splendido rapporto su di me, molto preciso e utile complimenti. >>
    << Sei molto gentile. >>
    << Di nulla, prego. >>
    Ci fu qualche secondo di teso silenzio, poi il Capitano dell'Ottava Compagnia si rivolse nuovamente a lui.
    << Bene Mayuri, ti ringrazio ancora per avermi concesso questa visita. Spero rifletterai sulla mia offerta. >>
    << Contaci. >> sibilò minaccioso.
    << … Continuo a confidare nel tuo giudizio. Buona giornata a entrambi. >>
    E detto questo si girò incamminandosi verso l'uscita. Nessuno dei due rispose all'arrivederci, rimasero ognuno nelle proprie posizioni osservando l'alta figura di Kisuke scomparire pian piano tra la folla di Shingami.
    << … Perché l'hai fatto venire qui ? >> chiese l'uomo in una vena d'irritazione.
    << Non è stata una mia idea. L'ho beccato in momento particolarmente insistente. >>
    << Ah … immaginavo. >>
    Poggiò il libro sul tavolo e s'alzo, nel viso aleggiava un senso di stanchezza.
    << Tra 10 minuti c'è la pausa pranzo, posso staccare lo stesso ? >>
    << … Non c'è problema. >>
    Fermo, Askin continuò a guardare avanti, gli occhi socchiusi. Fissò un punto indefinito davanti se, infine sospirò massaggiandosi le tempie.
    << La conversazione mi ha messo di malumore. Ho bisogno di un caffè … >>
    Osservandolo allontanarsi lo scienziato avvertì un senso di eccitazione agitarsi dentro di lui, un'eccitazione euforica simile a quella di un bambino che scopre un nuovo giocattolo.
    Poi si voltò giusto in tempo per vedere Nemu e Akon venirgli incontro.
    << Finalmente s'è tolto di mezzo Urahara. >> disse il Vicedirettore dell'Istituto << Stava diventando fastidio- >>
    << Akon ! >> lo richiamò forte.
    << Si, Capitano ? >>
    << … Come sta lavorando ? >>
    Lui prese a controllare la serie di registri che teneva in mano.
    << Egregiamente. Ha esaminato una serie di vecchi registri e non si è fatto scrupoli di ricorreggere le relazioni degli esperimenti falliti. Rifacendoli nel 85% dei casi abbiamo ottenuto risultati positivi con una riduzione degli incidenti del 60%. >>
    << Ottimo … ottimo. >> e spostando l'attenzione sulla ragazza chiese << E a te Nemu, cosa te ne pare ? >>
    Lei rimase in silenzio, lo sguardo immobile come a voler raccogliere le parole giuste.
    << Askin-san è simpatico, anche se ogni tanto mi pare … vuoto. >>
    A quelle parole l'eccitazione di Mayuri si fece più palpabile, il senso d'irritazione l'aveva completamente abbandonato. Congiunse le mani muovendo le dita in maniera frenetica.
    << Perfetto … si sta rivelando un acquisto migliore d'ogni mia previsione. >>


    Edited by _Hime_ - 13/4/2016, 23:31
     
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    Capitolo 3 : Un motivo per vivere
    L'ufficio del Capitano della Seconda Compagnia consisteva in un'ampia stanza in stile tradizionale, illuminata a giorno dalla luce del sole. In quel pomeriggio d'inizio maggio tutte le porte scorrevoli erano come di consueto aperte, così che i raggi entrassero ora da est ora da ovest creando sul pavimento netti e precisi rettangoli luminosi. Una leggera brezza spirava confusa in ogni direzione donando all'ambiente frescura e rilassatezza.
    Ma Yoruichi era tutto in quel momento tranne che rilassata.
    Seduta su di un zabuton* finemente ricamato, la Dea Lampo ascoltava gli ultimi aggiornamenti di Soi-fon circa l'andamento delle nuove reclute. Rispondeva corto con cenni del capo o brevi frasi di consenso, poiché la sua mente era persa in ben altri pensieri ; erano passati poco più di due mesi e in Kisuke non c'era stato alcun cambiamento, certo le occasioni d'incontrasi si contavano sulle dita di una mano … in ogni caso però, lui pareva molto più concentrato a riprendere il controllo dell'Istituto di Ricerca.
    Questa consapevolezza gravava sopra di lei come il più pesante dei macigni.
    << Yoruichi-san … è tutto apposto ? >>
    La voce di Soi-fon la riportò alla realtà.
    Si volse verso di lei. Nel suo viso vi era un traccia di preoccupazione.
    << Scusami Soi-fon … ho la gola un po' secca. >>
    << Oh … ! Se vuole vado a prenderle del latte. >>
    << … Si, mi ci vorrebbe proprio. Grazie. >>
    << Prego, Yoruichi-san. >>
    La Vice s'alzò incamminandosi in direzione delle cucine. Yoruichi fissò a lungo il punto dove la sottile figura di Soi-fon era scomparsa. Lo fissò e provò un vago senso di nausea.
    “ Sei talmente fedele da aver rinunciato alla carica di Capitano della Terza Compagnia … ”
    pensò mentre si stiracchiava la schiena. Sgranchendosi le braccia gli occhi si ritrovarono puntati sul soffitto, una distesa scura che, da quella prospettiva, pareva l'orlo di un abisso.
    Passò qualche minuto e Soi-fon ritornò, reggeva un vassoio con sopra una tokkuri* e una sakazuki*, entrambe decorate con motivi floreali blu su sfondo bianco.
    << Ecco Yoruichi-san. >> disse appena fu seduta ed ebbe versato il latte.
    << Grazie. >>
    Il latte era bello fresco e fu un piacere per la gola. Questo la fece sentire leggermente meglio, ma non impedì a pensieri oscuri e velenosi di strisciare maligni. Soi-fon nel mentre aveva ricominciato il discorso, un discorso che le suonò lento, superfluo, noioso …
    Allora quei pensieri si trasformarono in parole e la voce divenne aspra e impaziente.
    << Soi-fon … ne discuteremo in un altro momento. >>
    << Ah … ! Però la supervisione dei nuovi armamenti è fondamentale … l'abbiamo già rimandata tre giorni fa e non … >>
    << Ho detto che ne parleremo dopo ! >>
    Mentre gridava non la guardò … anche nei secondi successivi i suoi occhi gialli rimasero puntati in basso, la mano reggeva la testa divenuta pesante. Al suo fianco la Luogotenente trasalì, dalla sua posizione Yoruichi ne immaginò l'espressione confusa e preoccupata, ma stranamente ciò non le provocò il mimino risentimento.
    << Io … ho sbagliato qualcosa, Yo... Yoruichi-san ? >>
    << … No … >> rispose scuotendo il capo con fare nervoso << … Perdonami ma desidero restare un po' da sola. >>
    Veloci i passi e la presenza di Soi-fon s'allontanarono, persi nella brezza di primavera.
    Nel silenzio che seguì pian piano l'attenzione della donna finì sul vassoio …
    Un moto di rabbia la scosse violento … sferrò un calcio in avanti e in un rumore acuto la tokkuri volò lontano, sfracellandosi a una decina di metri.
    “ Soi-fon … tu credi di conoscermi affondo e di comprendermi meglio di chiunque altro … allora perché non mi hai mai cercato in questi 150 anni ? … Il motivo è semplice, ti sei accontentata della verità del Consiglio. Sei stata egoista nella tua mancanza d'iniziativa.”
    La testa le pulsava, così si raggomitolò su se stessa infossando la testa fra le ginocchia. Sperò in quella semioscurità di ritrovare la calma e la ragione. Ma non servì a nulla, il flusso continuò, come un torrente che s'ingrossa fino a diventare un fiume impetuoso.
    “ In questa mancanza hai soffocato la verità, nel tuo egoismo hai represso i sentimenti, come altri insegui l'illusione che nulla sia cambiato, che io non sia cambiata … Pure io sono egoista sai ? Un po' di egoismo non fa mai male … ma in esso ho sempre cercato di cambiare le regole, il mondo che mi circonda … a poco a poco, lentamente … e soprattutto … ho sempre seguito il mio cuore. ”
    All'improvviso un dolore infinito le trapassò il petto. Fu tremendo, più tremendo di ogni altra volta in cui quei deliri interiori l'avevano sopraffatta : il respiro divenne affannato, incontrollato, la gola secca, il cuore cominciò a battere furioso.
    Disperata, s'alzò barcollando e camminò, il passo incerto, lo sguardo vuoto. Poi un suono … un coccio spostato. Guardò in basso ed ecco la tokkuri rotta, i cocci sparsi qua e là, il latte quasi completamente assorbito dal tatami*.
    Un pensiero le balenò in testa, più forte e chiaro di qualunque altro :
    “ … E alla fine cosa ho ottenuto ? Solo frammenti … frammenti inconsistenti … ”
    Guardò più attentamente. In un pezzo più grosso vide riflessi i propri occhi, segnati da profonde occhiaie … e dalla paura. In essi, Yoruichi riuscì a vedere … e a capire.
    << Ah … che idiota … non posso andare avanti così … finirò solo per distruggere me stessa e chi mi sta vicino. Io ... non devo essere troppo dura ... Yushiro … Soi-fon… mi voglio bene … Kisuke … sappi che ti aspetterò … sempre. >>
    A quelle parole il dolore sparì. Come il vento che spira sui prati sentì l'animo farsi leggero, la mente limpida, il cuore calmo. Si strinse le spalle e sorrise tra se, felice. Poi voltandosi partì alla ricerca di Soi-fon. Doveva scusarsi immediatamente.
    Con nessuna ombra a circondarla Yoruichi uscì nel cortile assaporando l'aria fresca. Si fermò per un momento e a occhi chiusi sollevò il viso verso l'alto. Il tepore del sole le scaldò le guance mentre la brezza si fece largo fra i suoi capelli.
    “ Uhm … mi chiedo come stia quell'idiota di Askin ? Al prossimo giorno libero è deciso, farò un salto alla Dodicesima ! E dopo passerò da Kukkaku, mi mancano le nostre allegre bevute. ”
    Fu un pensiero strano, ma non ci prestò attenzione.
    In fondo si pensano le bizzarrie più assurde quando si è felici.


    Askin regolò la fiamma del fornelletto. Dentro l'alambicco il liquido giallo ribollì in centinaia di bollicine e, passato qualche minuto, il distillato si raccolse nella serpentina di raffreddamento.
    Mayuri gli aveva chiesto, o meglio ordinato, la creazione di un liquido infiammabile adatto al sua nuova invenzione : mini-bombe fumogene anti-Hollow. Tali bombe dovevano , nel progetto finale, essere grandi come un noce e al contempo essere in grado di creare quasi istantaneamente un fumo denso e di ampio raggio.
    “ Verranno date in dotazione agli studenti dell'Accademia durante le esercitazioni nel Mondo Terreno. Nell'ultimo mese abbiamo già avuto 12 incidenti ...” gli aveva detto appena era arrivato quella mattina.
    Osservò il nuovo liquido racchiuso nella serpentina : di colore giallo scuro, pareva oro puro. Staccò la piccola ampolla e lo versò dentro una fiala.
    “ Probabilmente il fumo sarà dello stesso colore … speriamo gli vada bene. ” pensò poggiando la fiala nel contenitore sopra il tavolo.
    La creazione della bomba era il suo primo compito importante all'interno dell'Istituto, ma ciò non gli suscitava alcun entusiasmo. Svolgeva ogni singolo passaggio con scrupolosa precisione, senza errori, quasi meccanicamente. Nella sua inerzia aveva comprato la famosa forchetta ( Nemu l'aveva accompagnato un pomeriggio al negozio ), e messo da parte il resto dello stipendio in vista del futuro materasso.
    “ Beh almeno adesso riesco a far colazione decentemente …” si ritrovò a pensare “ Uhm … dopo il letto cosa potrei comprare ? ”
    Ancora non aveva trovato una risposta. Forse nella completa mancanza d'interessi quei kan sarebbero rimasti lì ancora per molto. Inoltre Askin non aveva grandi preoccupazioni Le giornate trascorrevano tranquille, uguali l'una all'altra ; nel proprio giorno libero, la Domenica, aveva preso quanto meno l'abitudine a passeggiare nei boschi lungo il confine nord del Seireitei ( Mayuri gli aveva dato un premesso speciale ). Ogni tanto però, strani dubbo lo assalivano, sottili e striscianti.
    All'improvviso avvertì una presenza al suo fianco. Si voltò di scatto ritrovando Nemu a pochi centimetri di distanza. Lo sguardo inespressivo della ragazza era puntato in basso sulla fila.
    << Ehi Nemu … ! >> la chiamò dopo qualche secondo.
    << Hai finito in fretta … Askin-san. >> disse lei con la solita voce piatta.
    << Si … è stato meno complicato del previsto. >>
    << Perfetto, vado subito a riferire a Mayuri-san. >>
    Si era appena voltata che la richiamò.
    << Aspetta porta anche questi … >> disse porgendole un paio di fogli pinzati assieme << Ho scritto tutti i vari passaggi, nel caso Mayuri voglia capirci di più. >>
    << …. Grazie. >>
    C'era una vena d'esitazione in quella parola, senza preavviso Askin avvertì un dubbio venir a galla, viscido e freddo dentro la testa. Si rabbonì abbassando lo sguardo. Nemu doveva averlo notato perché poco dopo chiese :
    << … Va tutto bene Askin-san ? >>
    Lui odiava i dubbi. Fino a quel momento li aveva ignorati, forse considerandoli di poca importanza. Adesso però il bisogno di risposte era diventato una necessità urgente.
    << Nemu davvero nessuno di voi … prova rancore nei miei confronti ? >>
    Aveva parlato con voce grave. Nemu ne rimase confusa poiché, pur non cambiando espressione, le ci volle un po' prima di risponde.
    << … No. >>
    << Perché ? >>
    << … Dovremo ? >>
    << Forse non hai capito … >>
    << Ho capito benissimo … e quel che dici non ha senso. Durante la guerra … sei comparso davanti a me, a Mayuri-san e a tanti altri Shinigami … sei comparso, hai parlato e poi te ne sei andato. Non hai fatto del male a nessuno. >>
    << Però … se tu e Mayuri mi seguivate saresti caduti nella mia trappola. >>
    << … Il passato è passato. Askin … dovresti cercare di guardare avanti. >>
    Quelle parole lo scossero, l'anima si tese come la corda di un violino … poi fu di nuovo il nulla. Strinse i pugni mentre una scossa di rabbia lo attraversava da capo a piedi. Era vero, il passato era passato, eppure per quanto si sforzasse non riusciva a guardare oltre esso … non riusciva a preoccuparsi abbastanza verso se stesso.
    << Hai ragione … scusa la domanda idiota. Voi … vi siete comportati bene con me … >>
    << Figurati, è tutto apposto. >>
    Nemu si girò scomparendo infine dietro una grossa libreria. Askin fece un inspirò profondamente avviandosi verso l'uscita. Il pomeriggio volgeva al termine, di certo Mayuri non gli avrebbe affidato altri compiti.
    Passò affianco a un gruppo di tre Shinigami.
    << Ehi … ! Ho sentito che hanno aperto di nuovo le bancarelle nel Primo Distretto. >>
    << Per la nostra gioia le apriranno ogni mese per l'interno anno ! Ho sentito che questa sera alle nove e trenta ci saranno i fuochi d'artificio della Famiglia Shiba. >>
    << Allora abbiamo un motivo in più per andarci ! >>
    “ Uhm … forse potrei farci un salto … chissà che non incontri una bella gatta. ”
    Questo pensiero sorprendentemente lo fece sentire meglio.
    Fischiettando cominciò a riflettere su quale kimono indossare, in fondo bisogna essere eleganti in certe occasioni. Alla fine la scelta ricadde su quello blu recentemente “ regalatogli ” da Mayuri.

    _._._._._._._._._._._


    Lungo la via alberata percorsa dal fiume era state allestite numerose bancarelle e piccoli ristoranti. Le strade tra le due sponde erano affollate, numerose lanterne colorate appese ai negozi o legate sui lunghi fili da un capo dall'altro delle fronde albore, illuminavano il tutto con le loro luci calde. Nell'aria si respirava profumi di mille pietanze, ma anche una dolce allegria. Famiglie, gruppi di amici e coppie di fidanzati ridevano, scherzavano, gioivano felici, poiché lo spettro della guerra aveva già abbandonato i loro cuori.
    Del resto durante il conflitto soltanto il Seireitei era stato colpito dalla furia del Wandenreich e, a due mesi di distanza, i lavori di ricostruzione erano quasi ultimanti : grazie all'aiuto di Hachi e Tessai rimanevano da rimettere a posto soltanto alcuni palazzi e una parte delle mura meridionali. Il Rukongai, o meglio i dieci quartieri più ricchi del Rukongai si stavano impegnando affinché feste e buon cibo fossero disponibili il più spesso possibile ; s'era deciso quindi di allestire le bancarelle una volta al mese per un anno intero, invece che a ogni metà stagione. Questo faceva la felicità di molti, specie di Kukkaku, chiamata ogni volta a deliziare la serata coi suoi fuochi d'artificio … ovviamente in cambio di una cospicua somma di kan. La postazione di lancio si trovava in un enorme prato a circa un chilometro in linea d'aria, a darle una mano c'era ovviamente Kugo e Ganju.
    Lasciato Yushiro con un gruppo di amici, Yoruichi passeggiava da sola aspettando trepidante lo spettacolo pirotecnico e gustandosi ogni genere di dolci leccornie che le capitavano sotto il naso.
    << Finiti i fuochi d'artificio raggiungerò Kukkaku per bere qualcosa. >> disse felice tra se.
    Da quando aveva fatto pace con se stessa ogni cosa pareva più luminosa e serena. Aveva ripreso a sorridere e a prendere ogni momento con leggerezza e allegria.
    Adesso con passo altrettanto allegro e leggero, si diresse verso una chiosco che vendeva dorayaki*. Il venditore, un uomo sulla cinquantina, stava cuocendo su di una grossa padella piccoli dischi color giallo uovo, poste sopra il bancone di legno stavano quattro ceste piene zeppe del famoso dolcetto.
    << Dieci dorayaki con anko, per favore. >> disse estraendo i soldi dalla tasca dello yakuta.*
    Lui glieli mise in piccolo sacchetto.
    << Perfetto Signorina. Sono 40 kan. >>
    << Ecco e tenga il resto. >>
    Con in bocca un dorayaki s'incamminò nuovamente. Aveva appena svoltato l'angolo che avvertì una presenza alle sue spalle. Si bloccò e qualcuno si fermò a sua volta a pochi centimetri dalla sua schiena.
    << Non pensavo ti piacessero tanto i dolci Yoruichi. >>
    Alzò lo sguardo, allarmata e imbarazzata, ritrovandosi il viso sorridente di Askin a una trentina di centimetri. Un secondo dopo tra le risate allegre risuonò un urlo di dolore e il povero ex-Quincy si ritrovò a terra, il collo piegato a causa del suo calcio fulmineo.
    << Ahi … ! Si può sapere perché ogni volta debba finire così ? >> si lamentò premendosi una mano sul collo.
    << Se non mi fossi comparso alle spalle tipo stalker forse sarebbe finita diversamente. >>
    tuonò di risposta.
    Un improvviso silenzio le fece notare i molti sguardi puntati su di loro. Alcune persone avevano pure iniziato a parlottare a bassa voce. Nell'ulteriore imbarazzo riprese un minimo di autocontrollo.
    “ Mi ero pure promessa di andarlo a trovare e guarda ora come l'ho conciato ” ammise dentro di se mentre gli porgeva la mano.
    << Scusami … però non farlo più. >>
    Askin le rivolse un'occhiata non proprio convinta.
    << Prima tiri un calcio e poi mi tendi la mano … >> disse alzandosi da solo << … sei proprio strana lasciatelo dire. >>
    Yoruichi sbuffò dandogli le spalle.
    << Sbagli, sei tu quello strano … sbucare così all'improvviso, ma guarda un po' ! >>
    Askin rise brevemente. Irritata volse lo sguardo alle sue spalle. Non seppe perché, ma un strano pensiero la attraversò, veloce come scheggia.
    “ Non ricordavo fosse così alto … ”
    Scosse la testa e solo allora notò che indossava un semplice kimono blu scuro.
    << Non è colpa mia se il reishi ha completamente abbandonato il mio corpo. >>
    << Si si, tutte scuse … a proposito, cosa sei venuto a fare qui ? >>
    << Direi quello che fanno tutti gli altri … >> e fece un largo gesto con le braccia << … mangiare, mangiare e mangiare. Oh …! Quelli cosa sono a proposito ? > chiese indicando il sacchetto.
    << Dorayaki … >> sibilò in un mezzo ringhio << … e non intendo dartene neanche uno. Sono per la mia migliore amica. >>
    Lui la guardò divertito soffocando una risata.
    << Volevo solo saperlo per comprali anch'io. Non leggo bene gli ideogrammi. Inoltre … >> aggiunse dirigendosi alla bancarella << … non mi permetterei mai di rubare i dolci a una ragazzina. >>
    << Chi sarebbe la ragazzina ?!? >>
    << Ops è vero … intendevo dire bambina. >>
    Yoruichi represse a fatica l'idea di rifilargli un secondo calcio, questa volta dritto nei denti.
    Dopo meno di dieci secondi lo vide tornare con un sacchetto strapieno e in mano un dorayaki già mezzo mangiato.
    << Ma … quanti ne hai presi ? >>
    << C'erano quelli col cioccolato. Non ho potuto resistere. >>
    << Oh … io li ho presi ripieni all'anko. >>
    Intanto senza accorgersene avevano ripreso a camminare, uno affianco all'altra.
    << Uhm … quella marmellata aspra non mi piace affatto. >> disse finendo il primo dolcetto e prendendone subito un secondo. << Preferisco di gran lunga una buona vecchia cioccolata calda, oppure un cappuccino o una tisana alla menta … >>
    << E perché hai voluto sapere come si chiamavano ? C'era scritto sul cartello. >>
    << Come ti ripeto non so leggere tutti gli ideogrammi. Certo ho avuto tempo d'imparare il giapponese nei miei … allora vediamo … uno, due, tre … 352 anni di permanenza nell'Impero Invisibile, la scrittura però l'ho abbandonata in fretta, a parte per i concetti generali s'intende. >>
    << Quindi … hai spiato la Soul Society per 350 anni ? >>
    << 352 anni … >> la corresse prontamente << Comunque strano, non ricordavo di avertene parlato. >>
    << Ne l'ha spiegato Kisuke, tutta la faccenda della dimensione parallela ecc ecc. >>
    L'aveva appena detto che un dubbio le sorge spontaneo e rivolgendo ad Askin un'occhiata indagatrice chiese :
    << Aspetta … magari mi hai spiato … questo spiegherebbe il motivo per cui, durante il nostro combattimento, hai detto che ti aspettavi molto di più da me. >>
    Lui le lanciò una rapido sguardo, come se temesse l'ennesima reazione violenta.
    << Oh … allora prestasti attenzione al mio noioso sproloquio. >> replicò canzonatorio.
    << … Non girarci attorno. >>
    << Vedi … >> disse inghiottendo il secondo dorayaki << … ogni stanza, ogni strada , ogni albero nel Wandenreich era parallelo al relativo nella Soul Society. Pure la tua dimora Yoruichi ... quindi si, ti conoscevo già un pochino prima del nostro battagliero incontro. >>
    Stranamente non rimase stupita da tale notizia, ne avvertì la rabbia sopraffarla, provò anzi un senso d'imbarazzo così forte e inaspettato che preferì lasciar correre l'argomento.
    Quasi avesse intuito il suo stato d'animo, l'altro sorrise visibilmente divertito.
    << Tranquilla … sono un gentiluomo, non ti ho mai spiato mentre facevi in bagno o esploravi il tuo corpo nelle ore notturne … anche se sarebbe stato un bello spettacolo. >>
    Un pugno e Yoruichi gli piantò il viso contro un grosso albero tra due bancarelle.
    << Comincio a pensare che tu abbia manie di masochismo. >> ringhiò senza mollare la pressione della mano.
    << O forse tu sei troppo impulsiva … è per questo che trovo divertente stuzzicarti. >>
    << Accidenti … sei veramente incorreggibile. >> sentenziò rassegnata lasciandolo andare.
    << Ahi … ! Ahi … ! Male … Dolore …! Sono indifeso e guarda cosa combini … >> protestò lui tastandosi la guancia dolente.
    << Te lo sei meritato questa volta. >>
    << Si, si … >>
    Scherzoso, Askin si sedette sul limitare dell'aiuola intorno alla base dell'albero, e poggiò il sacchetto di carta alla sua destra. All'alto della piccola altezza, si ritrovò ad osservarlo con più attenzione. Il kimono blu ne risaltava la pelle chiara e le spalle sottili e forti, i capelli neri, leggermente mossi, erano tirati all'indietro escluso il lungo ciuffo lasciato cadere in avanti. Infine furono gli occhi a catturarla … non l'aveva mai notato, ma essi era di un colore veramente particolare, un viola chiaro che rendeva le iridi simili a ametiste. Fu allora che la notò : una lieve malinconia, una tristezza velata in quelle piccole pietre preziose. Infine per una frazione di secondo, esse guardarono dentro di se, a un disagio profondo e inconfessabile.
    Conosceva quello sguardo, perché l'aveva visto riflesso nei propri occhi quella mattina di pochi giorni prima.
    “ Cosa stai cercando di nascondere a te stesso ? ”
    A quel pensiero qualcosa crebbe in lei violenta e travolgente. Così parlò, non riuscendo a reprimere la spinta istintiva.
    << E da Mayuri come va? Ti trovi bene ? >>
    Askin rimase un po' spiazzato scuotendo lievemente la testa, come a voler scacciare un ombra alle sue spalle.
    << Si … non c'è male. Sono tutti gentile … in particolar modo Nemu … >>
    Yoruichi non seguì molto del discorso, perché adesso sentiva chiaramente una nota vuota e indifferente nella voce, adesso … vedeva quanto il sorriso fosse in realtà tirato.
    << Ascoltami … >> lo interruppe brusca << … se domani decidessero di giustiziarti cosa faresti ? >>
    << Ah … sei molto più volubile di quanto immaginassi, cominci a chiedere cose strane. >>
    << Rispondimi. >>
    Lo vide esitare abbassando un poco lo sguardo.
    << Ah … non vedo come potrei oppormi … >>
    La rabbia la travolse simile a un uragano. Non poteva sopportarlo … non poteva sopportare che si fosse ridotto a quello stato d'apatia, non quando s'era impegnata così tanto per salvarlo da morte certa, non quando facendo così Askin rovinava soltanto a se stesso. E il motivo di tale condizione era uno e uno soltanto.
    << Per quale motivo vivi allora ? >>
    “ Perché tu non l'hai ancora trovato, vero ? … ”
    Lo vide sgranare gli occhi furente e improvvisamente pallido. La calma l'aveva abbandonato, adesso nelle iridi viola brillava un'amara consapevolezza mista all'odio … verso se stesso, verso la propria inerzia, e forse pure verso di lei che aveva osato metterne a nudo l'oscurità del suo animo.
    << Non vedo come possa avere importanza Yoruichi … >>
    In uno scatto la Dea Lampo si piegò, afferrò il bordo del kimono e lo strattonò portandosi a pochi centimetri dal suo viso. I nove dorayaki caddero a terra, ma fortunatamente non si rovesciarono.
    << Cazzo dici ?!? Ha importanza invece … ! >>
    << Ah … non usare questo tono da falsa buonista … cominci a essere irritante. >>
    Oltre che irritante, Yoruichi Shihion era sempre stata una donna molto impulsiva con una facile inclinazione all'ira. Udendo tali parole non ebbe dubbi su come agire : strinse Askin per il collo e usò lo Shunpo.


    Era successo tutto troppo in fretta e la fretta era al quarto posto nella sua classifica delle cose più odiate. In un nanosecondo la strada festosa era scomparsa così come l'amato sacchetto di dorayaki, lasciando il posto a un ampio prato.
    L'aria era fresca, un leggero vento spirava da sud e le stelle rispendevano nel cielo in una notte senza luna. Nonostante lo spettacolo Askin era particolarmente irritato, quasi sul punto di arrabbiarsi, cosa che gli capitava molto di rado. La mancanza di un appoggio sotto il sedere l'aveva fatto ruzzolare all'indietro, in un punto dell'enorme distesa erbosa dove guarda caso si trovava una pietra.
    Forse avrebbe dovuto gioire, perché nuca dolente a parte Yoruichi era finita sopra di lui. Ma non provò altro che sentimenti restii e a nulla valse sentirne il respiro sul collo, o vederne il viso contratto dall'imbarazzo non appena alzò il capo.
    << Ah … ! S-scusami … non intendevo … >>
    Si bloccò, ma ebbe meno la decenza di alzarsi, dandogli l'opportunità di mettersi a sedere.
    La scrutò brevemente volgendo poi lo sguardo altrove.
    << … Si può sapere che diamine t'è preso ? >>
    << É colpa tua se ho reagito così ! >> protestò lei riacquistando la solita sicurezza.
    << … Ancora con questa scusa ? >>
    << Non capisci ... ti stai comportando da stupido …! >>
    << Non parlare come se mi conoscessi … >> sentenziò mettendosi a sua volta in piedi.
    << É vero, non ti conosco bene ... però so riconoscere un comportamento sciocco quando lo vedo ! >>
    <<ah … allora sei più ipocrita di quanto immaginassi. >>
    Parlava senza riuscire a frenare l'odio e il disprezzo. Le parole di Yoruichi avevano aperto una ferita profonda e come un fiume in piena i pensieri acquistavano suono, violenti e senza freno. La Dea Lampo però non parve adirasi, perché continuò a incalzarlo.
    << Davvero … non hai ancora trovato un motivo per vivere ? >>
    Sorprendentemente Askin si ritrovò a guardare dentro al suo cuore, in angoli rimasti a lungo oscuri. Ci fu un lungo silenzio rotto soltanto dal fruscio del vento tra gli alberi lontani. Infine quei sentimenti presero forma portando con se tutto il loro dolore e la loro tristezza.
    << E come potrei Yoruichi ? … L'Impero per cui combattevo è stato annientato … la mia razza è estinta ... io ridotto a una semplice anima in terra “ nemica ”. A dir la verità … amavo e odiavo il Wandenreich. Lo amavo perché mi aveva dato rifugio da una vita macchiata dal sangue e dalla guerra, perché avevo trovato persone care, poche ma care … e lo odiavo perché presto o tardi sarebbe iniziata nuovamente una guerra … e per la seconda volta mi sarei ritrovato a combattere contro un nemico che a me, personalmente non aveva fatto nulla. Per la seconda volta ho desiderato la morte … ma il mio cuore non è mai stato sincero, voler vedere il mondo creato Sua Maestà … in realtà stavo solo tentando di giustificare me stesso … anche in maniera abbastanza patetica ... >>
    Fece una pausa riprendendo fiato, il respiro era diventato incerto, la mente pesante. Aveva tirato fuori quasi tutto, ma il fardello più grande rimaneva ancora nei meandri del cuore.
    In un'enorme sforzo di volontà riuscì a buttarlo fuori.
    << In questo caos Yoruichi … nonostante tutto, nonostante la gentilezza di voi Shinigami … dove potrei trovarlo un motivo per vivere ? >>
    Solo allora si rese conto che gli occhi erano diventati umidi. Nello stupore non s'accorse dell'improvvisa vicinanza della Dea. Sobbalzò lievemente mentre lei sorrise. Finora non gli aveva mai rivolto un espressione così gentile. Ne venne catturato dimenticando per un attimo il proprio turbamento.
    << … Questo è un lungo speciale, non l'ho mai mostrato a nessuno quindi ritieniti fortunato. Ci vengo sempre per trovare un po' di pace … >> disse quasi risolta a se stessa << … Tu volevi vedere il mondo creato da Yhwach, ma Yhwach è morto e ora hai davanti questo mondo … non sei curioso di scoprirlo ? >> prese a camminare, si muoveva leggera e aggraziata sul manto d'erba simile a una gatta nella notte, qualche passo, una breve pausa e si voltò nuovamente allargando le braccia << Vivi ! Perché questo è il dono più grande di tutti ! Vivere …. per scoprire questo mondo, non sarebbe male ? >>
    Askin sgranò gli occhi mentre quelle parole fluirono con forza in lui.
    << Scoprire questo mondo ? >> ripete in un fievole sussurro.
    Improvvisamente ci fu un'esplosione di luce.
    Yoruichi si girò indicando il cielo col braccio teso.
    << Ma guarda … hanno iniziato i fuochi d'artificio ! >>
    Nel cielo lontano, lo spettacolo pirotecnico era cominciato : fuochi d'artificio di mille colori e forme scoppiavano luminosi dipingendo il manto notturno, simili a veloci pennellate di un pittore. La raduna, posta su di una alta collina, offriva un'ampia visuale su tutto il Seireitei, centinaia di luci brillavano nella scura terra come pietre preziose in una grotta.
    Osservò tutto questo con ritrovata meraviglia e sentì il cuore sussultare non appena lo sguardo ricadde su di lei. In mezzo a un mare d'erba argentea, Yoruichi stava in piedi, lo sguardo rivolto in cielo, la lunga coda mossa dalla brezza notturna …
    << Ah … è proprio un bellissimo panorama … >>
    << … Come ? >>
    << Tutto questo … è veramente bello. >>
    Un tremito lo scosse, inaspettato e potente. Askin ricadde al suolo stringendosi le testa china tra mani. Pianse. Lacrime cominciarono a scendere silenziose mentre l'anima pian piano diventava più leggera e il cuore si riempiva di una nuova felicità.
    “ Scoprire questo mondo. ”
    << Sono un vero idiota … ah era tutto così semplice eppure … >>
    << Ehi tu-tutto bene ? >>
    Ritrovò Yoruichi china su di lui intenta a osservarlo con un misto di apprensione e attesa.
    In quell'inaspettata vicinanza, la felicità aumentò a dismisura tanto che avrebbe voluto stringerla forte a se. Qualcosa però lo fremò, forse il senso del pudore o forse il timore di ricevere l'ennesimo pugno. S'alzo, rendendosi conto per la prima volta della loro reale differenza d'altezza : Yoruichi gli arrivava si e no all'altezza dello sterno. Era così piccola che per la seconda volta fu tentato di abbracciarla. Alla fine disse soltanto :
    << Grazie Yoruichi ... >>
    Doveva averlo detto con tono estremamente dolce, perché di scatto lei distolse lo sguardo.
    << A-ah… ! ... E per cosa ? >>
    << Seriamente … il tuo discorso mi è stato di grandissimo aiuto. Mi ha aperto gli occhi. >>
    << Oh ! Per così poco ? Non mi sembra d'aver fatto nulla di speciale. >> replicò agitando la mano con fare superfluo.
    << Troverò il modo per sdebitarmi. >>
    << Ora stai esagerando. >>
    << Se mi concedi un abbraccio … >> propose scherzoso allargando le braccia << … allora siamo pari. >>
    Lei tornò a guardarlo. Persino nella notte e nella pelle scura Askin riuscì a distinguerne le guance rosse come peperoni e lo sguardo fin troppo confuso. Si tappò la bocca trattenendo a stento una risata.
    << C-che hai da ridere ?!? >>
    << Dovresti vedere la tua faccia … si direbbe non sei abituata a ricevere certe avance. >>
    La Dea Lampo si girò incrociando le braccia al petto, non prima di avergli rifilato un leggero pugno nello stomaco.
    << Ah ! Ah ! Non sono abituata alle richieste idiote ! Non ti abbraccerei mai e poi mai ! … Adesso andiamo ! >>
    << Oh … non torniamo usando lo Shunpo ? >> chiese vedendola incamminarsi.
    << Beh, senza precisi punti di rifermento non si può usare … quindi ci toccherà farcela a piedi. Tranquillo, da qui ci vuole circa un'oretta e mezza per tornare al Primo Distretto. >>
    << O forse ti vergoni a farti rivedere insieme a me ? >> mormorò cominciando a seguirla.
    << Hai detto qualcosa ?!? >>
    << Niente ! Stavo … solo pensando a come ringraziarti. >>
    << Uffa ! Ti ho già detto che non serve ! >>
    << Invece si. >>
    << Invece no ! >>
    << Non posso ignorare l'aiuto datomi da una così bellissima donna. >>
    << Arrgh ! Adesso piantala ! >>
    Inutile dire che il battibecco andò avanti per bel po'. Tra una battuta e l'altra Askin scrutava il cielo solcato dai fuochi d'artificio. Si sentiva rinato, l'oscurità era scomparsa e questa volta per sempre, lasciando il posto a una contagiosa allegria. Ripetendosi mentalmente il suo nuovo obiettivo, cominciò a fischiettare.
    “ Scoprire il mondo ... tu ne fai parte Yoruichi … devo trovare un modo per ringraziarti. Uhm …forse un dolce sarebbe l'ideale … si ! un dolce al latte … ! ”


    Sotto il cielo notturno Kugo camminava in direzione della villa Shiba, dietro di lui Kukaku lo seguiva con passo leggero. Intorno a loro regnava una pace assoluta, la brezza notturna muoveva le fronde degli alberi ai lati del sentiero e le stelle brillavano luminose simili a piccoli diamanti.
    Era stata una serata fruttuosa ; con lo spettacolo pirotecnico avevano guadagnato 5000 kan,
    e appena arrivati aveva intenzione di concludere la serata in maniera particolare …
    Perché a guerra finita, l'unico pensiero del ex-Primo Sostituto Shinigami era di rendere felice la donna che amava. Adesso che ogni conto col passato era stato chiuso, l'odio verso gli Shinigami, l'uccisione di Yhwach, colui che gli aveva portato via la persona più car, ogni energia era rivolta a proteggere Kukaku.
    Finita l'allegra mangiata in compagnia di Yoruichi, Ganju li aveva salutati al limitare del bosco senza scordarsi di lanciargli un'occhiata guardinga. Il minore del Casato Shiba alloggiava da qualche settimana in una piccola casa all'interno dei terreni di famiglia.
    - Così avrete la vostra intimità … ! - s'era giustificato la mattina della partenza, ma dall'occhiata si evinceva che il senso di protezione fraterno era duro a morire.
    “ Presto o tardi gli passerà. “ pensò fiducioso.
    Intanto il silenzio permeava, preoccupato si voltò ritrovando lo sguardo dell'amata abbassato, perso nel vuoto.
    << Ehi … come mai siamo così pensierose ? >>
    << Ah … ! Scusami Kugo … stavo solo riflettendo sul discorso di Yoruichi. >>
    << Uhm … >> fece portandosi al suo fianco << … in effetti dopo la battaglia al Palazzo Reale, questa è la prima volta che riuscite a vedervi … tranquillamente. >>
    << Si … abbiamo parlato e scherzato come hai vecchi tempi, però … >> disse mordicchiandosi la punta del pollice.
    << Però ? >>
    << … Però è strano. Non è da lei ubriacarsi così in giro. Barcollava … fortuna Yushiro l'ha riportata a casa. >> una breve pausa, poi aggiunse << Qualcosa la turba, ma non ho idea di cosa possa essere. >>
    Kugo rimase in silenzio raccogliendo i ricordi di un passato lontano. Tornò a 25 anni prima, a quando era diventato Sostituto Shinigami e le giornate trascorrevano tranquille tra il Mondo Terreno e Soul Society, insieme a Isshin, Kisuke, Kukaku, e naturalmente Masaki. Della Dea Lampo aveva sempre avuto opinioni contrastanti, in generale però gli era parso che dietro la irritabilità si nascondesse una sottile e inconfessabile tristezza.
    << Forse ci invidia … >> disse quasi senza pensarci.
    << Noi due ? E perché mai ? >>
    << Io e te … abbiamo passato momenti difficili. Io … ti ho fatto soffrire quando abbandonai la Soul Society e il ruolo di Sostituto. Sono scomparso nel nulla per 8 anni e dopo ... eccomi ricomparire chiedendoti pure di fingere di non conoscermi … che idiota … me li sono meritati tutti quei pugni … >>
    Il discorso morì in gola. Ecco … come spesso gli capitava con lei, aveva finito per dilungarsi perdendo il filo della discussione. E Kukaku, come altrettanto spesso succedeva sorrise, quel sorriso dolce riservato soltanto a lui.
    << Lo hai fatto per proteggermi Kugo … e la seconda volta per difendere quel ragazzo, Tsukishima … hai voluto coinvolgerlo il meno possibile con un mondo che avrebbe presto abbandonato … anche se ... forse ho esagerato. >>
    << … Spero lui e Giriko si stiamo riadattando bene al Mondo Terreno. >>
    Kukaku abbassò lo sguardo e senza smettere di sorridere gli strinse la mano.
    << Sono sicura di sì … comunque è vero, noi due abbiamo superato innumerevoli difficoltà, ma alla fine c'è abbiamo fatta … >>
    << Si. >> confermò dandole un bacio sulla guancia.
    << To-tornando al discorso iniziale … ! Hai detto invidia … in effetti mi è parso pure a me di percepirla … uhm … è probabile che tra lei e Kisuke non ci sia stato ancora nessun ... passo in avanti. >>
    << Ecco volevo dire proprio questo … sembri saperla lunga a riguardo. >>
    Kukaku fissò un punto indefinito davanti a se, la mente rivolta a chissà quali ricordi.
    << Non glielo dirò mai, però … lei è intrappolata un limbo. Yoruichi ... è disposta ad aspettarlo all'infinito ... come del resto ha sempre fatto. Nonostante questo ... ho la sensazione che non c'entri solo Kisuke nella sbornia di stasera. >>
    In quel momento la cima della collina comparve davanti a loro. La distesa d'erba si estendeva tutt'intorno, il vento la muoveva rendendola simile a un mare agitato color argento. In alto, al confine tra erba e cielo, si stagliava la strana costruzione della villa Shiba riconoscibile dalle enormi braccia di pietra poste ai lati della abitazione.
    Ma nemmeno la vista della casa sembrò alleggerire Kukaku dalla sua preoccupazione.
    << Accidenti … sono la sua migliore amica e non so come aiutarla ... >>
    << Non pensarci … sulle questioni di cuore meglio non immischiarcisi troppo. Adesso - >> s'interruppe e la baciò.
    Fu un bacio veloce, giusto per assaporarne le labbra carnose. Quando si scattò Kukaku era più rossa di un peperone. Non s'era ancora abituata a quei contatti improvvisi. L'espressione però lo stuzzicò nel profondo e, rammentando il proposito iniziale, l'uomo dimenticò ogni cosa. Si sporse in avanti, desideroso d'assaporare quella pelle morbida come la seta, di godere del piacere che gli donava il corpo di Kukaku, il suo calore, il suo profumo simile a un fiore delicato.
    << … adesso dovresti concentrati su altro. >> concluse malizioso cominciando a mordicchiare l'incavo del collo.
    Lei sobbalzò in vano tentativo ribellarsi. Senza interrompere l'attività, le cinse la vita tra le forti braccia. Pochi secondi e udì un lieve gemito.
    << Ah … ! A … aspetta … >>
    << Uhm… ? >>
    << No-non … sarebbe meglio ... il futon ? >>
    Kugo sorrise vittorioso. La sua voce era diventata affannata e le piccole mani avevano presero ad accarezzare i pettorali sotto il kimono nero, provocandogli scosse di calore. Erano passati due mesi da quando avevano cominciato a farlo, eppure Kukaku sapeva essere ancora così … teneramente impacciata e al tempo stesso maledettamente sensuale.
    << Fa caldo stasera e poi … non l'abbiamo mai fatto sotto le stelle. >>
    << ... Ah … bugiardo … se mi viene caldo è solo colpa tua … >>
    << Potrei dirti lo stesso sai ? >>
    Nel frattempo aveva giocherellato con le dita dietro alla sua schiena. Il provocante vestito rosso cadde a terra in un fruscio. Kukaku avvampò coprendosi con le braccia come meglio poteva, appena si rese conto d'essere mezza nuda.
    << Ehi … ! Sai non mi piace … ! >>
    << … Cosa ? >> chiese non sapendo bene dove posare lo sguardo.
    << … Essere spogliata così all'improvviso … >> mormorò distrattamente.
    Quasi la frase le avesse donato un po' di coraggio, Kukaku gli scacciò la cintura del kimono. Per lui fu un piacere indescrivibile sentire quelle dita sottili accarezzargli gli addominali, e dopo senza fretta, risalire sul petto arrivando infine alla spalle.
    << … Dobbiamo farlo insieme. >> concluse annullando la già breve distanza.
    << Ah-ah … ! Vedo ti sei messa subito in pari. >> replicò ironico mentre la parte superiore del kimono scivolando lungo la schiena, rivelava il tronco possente.
    << Uh … fammi indovinare farai qualcosa di - >>
    Le parole le morirono in gola sostituite da un piccolo grido spaventato. L'aveva sollevata in aria, leggera come un piuma. Sotto le sue imprecazioni la fece volteggiare, poi senza lasciarla, si gettò di lato atterrando sull'erba soffice in mezzo a un lieve rialzamento. Paralizzata dalla paura, Kukaku s'era raggomitolata intorno dalla sua testa, al canto suo Kugo si ritrovò il mento bloccato dalle gambe, il viso premuto contro la pancia mentre qualcosa di estremamente morbido poggiava sopra i suoi capelli.
    << Lo … Lo sai q-quanto patisco le a-altezze …! >> balbettò lei dopo qualche secondo.
    << Non riesco … >> disse portandosi a livello del viso << … a capacitarmi di come colei che spara razzi fino al Palazzo Reale possa soffrire di vertigini. >>
    << … Cattivo. >>
    << Adoro questo tuo lato “ infantile ” …Poi scusa non eravamo così in alto. >>
    << Uff … Per te è normale visto sei alto due metri … >>
    E detto questo incrociò le braccia, forse credendo d'essere ancora vestita … perché il gesto non fece che risaltarne l'abbondanza delle forme. A quella magnifica visione perse l'ultimo barlume di autocontrollo. S'abbassò … qual tanto che bastava per trovarsi nell'incavo del seno. Cominciò a succhiare la pelle, voglioso e al tempo stesso delicato. Sorpresa Kukaku annaspò provando a divincolarsi, lui però l'anticipò serrando le mani intorno ai fianchi.
    << Uh … ! Ku-Kugo … ! >> sussurrò in un'eccitazione crescente.
    Forse prima … avrebbe dovuto aggiornarla circa alcuni progetti sul loro futuro ; come l'intenzione d'iscriversi all'Accademia di Shinigami, di ottenere un posto di rilievo nel Gotei 13 e infine … riacquistare il titolo nobiliare della famiglia Shiba. Kugo Shiba … non suonava affatto male. Forse … perché al suono di quel respiro affannato, il calore aumentò in maniera esponenziale specie nel basso ventre. Nell'irrefrenabile bisogno carnale Kugo s'abbassò l'hakama.
    “ Aspetterò il sorgere del sole, quando stretti nel futon ti sveglierò con un bacio. ”


    Glossario :

    *dorayaki : è un tipo di dolce composto da due pancake, formati a partire dalla kasutera (un impasto simile al pan di spagna), e riempito al centro con l'anko, una salsa dolce rossastra ricavata dai fagioli azuki.
    *sakazuki : una tazza bassa simile a una scodella in cui si beve il sakè.
    *tokkuri : brocchetta in ceramica in cui viene servito il sakè.
    *zabuton : cuscino per sedersi posto sopra il tatami. Originalmente fatto con stoffe pregiate, nel seconda metà del periodo Edo s'inizio a fabbricarlo col cotone.
    *yakuta : kimono informale infossato nei periodi primaverili o estivi.
     
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    Finalmente esce il 4 capitolo ^^
    Sono 30 pagine di Word :D Ci molti colpi di scena e momenti divertenti, inoltre si scoprirà il passato di Askin ^^
    Capitolo 4 : Dolce sangue di fine primavera

    Era una mattina uggiosa quando Mayuri ricevette una lettera inaspettata. In una elegante e stretta calligrafia il testo recitava così :

    - Salve Capitano, cioè Mayuri. Non ti dispiace se ti scrivo dandoti del tu, vero ? Perdonami se ti scrivo così improvvisamente ma avrei una piccola richiesta da farti. Ho intenzione di rendere un po' più confortevole il mio alloggio. Visti i 2000 kan accumulati in questi due mesi e le ben due invenzioni che sono riuscito a creare per il Laboratorio di Ricerca ( la bomba per i Novizi della Scuola per Shinigami e il balsamo curativo ), ti proporrei il seguente scambio : per 1500 kan che ti tornerebbero in tasca ho stilato il seguente elenco :

    Cucina piccola : frigo con freezer, forno possibilmente con fornelli di varia grandezza, lavandino.
    Due credenze
    Un set di piatti
    Attrezzi da cucina (tra cui non devono mancare uno sbattiuova, un tagliere, un vassoio da forno)
    Un letto a una pizza e mezzo

    Ho notato che qua intorno c'è un'abbondanza di elettricità, non ti dispiace se rubo un pochino ? Spero accetterai la mia offerta.
    Con affetto,

    Il tuo lavoratore sottopagato (Askin) -


    La lettera era scritta in inglese per cui dovette rileggerla un paio di volte.
    << Ma guarda te … >> borbottò irritato accartocciando il foglio.
    Osservò brevemente il paesaggio dalla finestra. Il cielo era plumbeo, spesse nuvole grigie ricoprivano l'orizzonte indecise se versare il loro carico di pioggia, di conseguenza l'aria era umida fino all'inverosimile. Il tempo ideale per un meteoropatico come lui.
    Sospirò massaggiandosi le tempie. Non avrebbe mai immaginato che Askin potesse diventare così pretenzioso, ma forse era meglio accontentarlo onde evitare altre richieste idiote. Sul foglio stropicciato scrisse davanti all'elenco la relativa traduzione in kanji aggiungendo in fondo “ per Askin ” e, drizzandosi sulla sedia, chiamò Nemu. La ragazza comparve qualche attimo dopo dalla porta lasciata aperta.
    << Si Mayuri-san ? >> chiese appena fu abbastanza vicina.
    << Vai nel Mondo Terreno e procurati questa roba. >> ordinò sbrigativo porgendole la lettera.
    Lei la esse con attenzione.
    << Sono molte cose … >> fece notare con espressione vacua.
    << Portati alcuni Shinigami se pensi di non farcela. >>
    << Va bene … parto subito allora. >>
    << Si, vediamo di toglierci questa rogna in fretta. >>
    Passò tutta la mattinata e il pomeriggio e ancora Nemu non tornava. Alla fine si spazientì e andò dritto a recuperarla nell'unico luogo in cui poteva trovarsi. Percorrendo il lastricato di ciottoli si stupì non poco quando l'abitazione comparve alla sua destra : dagli shoji* filtrava una calda luce elettrica e nell'aria s'avvertiva un leggero profumo di dolci.
    Mentre s'avvicinava una lieve preoccupazione si fece strada in lui.
    << Nemu vieni fuori ! >> tuonò davanti all'entrata.
    Con sorpresa fu proprio la sua migliore creazione ad aprirgli.
    << Oh … ! Mi scusi Mayuri-san ! Non … mi sono accorta dell'ora … >>
    << Ma … cosa ci fai conciata così ? >> chiese lui squadrandola dall'alto in basso.
    Sopra la divisa da Shinigami infatti la ragazza indossava un elegante grembiule rosso, ornato con un grazioso pizzetto lungo tutto il bordo esterno. In alcuni punti l'indumento era sporco di farina e macchie di varia natura.
    << … Askin-san ha detto che in cucina bisogna sempre indossare un grembiule. Così sono corsa a prenderne uno nel Mondo Terreno. Adesso stiamo finendo di cucinare. >>
    << Eh ?!? >>
    Mayuri non credeva alla proprie orecchie e per un momento pensò fosse tutto una bufala o un brutto sogno. Ma la realtà gli calò davanti come un macigno non appena Nemu si fece da parte. Nella parte destra della stanza era stata allestita una piccola cucina, sulla parete parallela all'entrata trovavano posto due mensole sulle quali poggiavano numerosi barattoli colorati, a sinistra c'era invece un letto con tanto di cuscino e copertina. Ma ciò che più di ogni altra lo stupì fu Askin stesso. Anche lui indossava un grembiule, questa volta marrone e dai bordi semplici, con l'aggiunta di spessi guanti da cucina. Lo vide posare il vassoio sul tavolo al centro della stanza e guardare la sua creazione con espressione soddisfatta, poi fortunatamente o sfortunatamente dal punto di vista dello scienziato, s'accorse della nuova presenza. Si rivolse a loro sfoggiando un sorriso quanto mai raggiante. Mayuri l'aveva notata già da qualche tempo, un'insolita allegria traspariva dall'ex-Sternritter, la cui causa era stata intuita quasi subito : aveva ricominciato a girare intorno a una certa gatta e forse, anzi con tutta probabilità, pure l'improvvisa richiesta di mobili era scaturita a causa di Yoruichi. Lo scienziato dal canto suo, preferiva farsi gli affari propri oltre al fatto che odiava ribadire vecchi concetti.
    “ Ne subirai le conseguenze … mi auguro solo di vederti piagnucolare in un angolo. ”
    << Oh buongiorno Mayuri … dovrei dire buonasera vista l'ora. Perdonami se ti ho rubato Nemu così a lungo, ma come vedi ci siamo dati da fare … ! >>
    << Si … Askin-san sa essere molto coinvolgente quando vuole … >> fece eco lei con impercettibile allegria << … Inoltre non l'avrei mai creduto, ma è molto bravo a cucinare, specialmente i dolci. >>
    << Si tratta solo di un vecchio hobby. Nemu si è rivelata un'ottima assistente. >> spiegò allegro l'interessato avvicinandosi col vassoio << A proposito di dolci, ti va un biscotto ? Abbiamo esagerato con le dosi e se sono usciti fuori un mucchio … >>
    Mayuri Kurotsuchi rimase scioccato da una visione così irreale e sopra le righe. O meglio non sapeva se esserne scioccato, irritato, disgustato o meravigliato. Gli occhi passarono veloci da Nemu ad Askin e da Askin a quel dannato vassoio sopra cui erano posti una quindicina di biscotti bianchi e dall'aspetto morbido …. alla fine il disgusto e l'irritazione ebbero il sopravento.
    << No. >>
    E chiuse la porta.
    << Guarda che sono buoni ! >>
    << Si Mayuri-san … non sa cosa si perde. >>
    << Grrr … ! Mangiateli voi se proprio ci tenete ! >> protestò scontroso tornando sui propri passi.
    Nel frattempo aveva cominciato a piovere. Il rumore delle gocce s'accompagnò al brusio delle sue imprecazioni.


    Kisuke le aveva fatto visita tre giorni addietro e lei ovviamente ne fu entusiasta. Seduti appena fuori uno dei numerosi giardini della Residenza Shihoin, avevano conversato a lungo come da tempo non capitava, gustandosi un buon the nero e del fresco latte. Gli argomenti erano stato dei più disparati, dai più seri ai più superflui, finché a un certo punto il biondo non aveva esordito :
    “ Yoruichi cara … ti ricordi il Raiju Senkei, Shunryū Kokubyō Senkei ? "
    Per poco non le era andato il latte di traverso.
    " Uhhff ! .... Certo !Come potrei dimenticarmi … quella roba ? ”
    “ Bene, ho fatto un po' di ricerche in questi giorni. Non dovresti disdegnare una tecnica così potente, ma anzi cercare di sfruttarla al massimo, soprattutto se esiste un modo … per non farti perdere il senno. ”
    “ Sai quanto la detesti … ” aveva sottolineato non proprio entusiasta.
    “ Ma sei adorabile quando ti trasformi. ” replicò lui col solito sorrisetto ebete.
    “ Sembro un personaggio da hentai … ma avanti spara! Quale sarebbe questo metodo ? ”
    “ Niente di più semplice ; più tempo passerai trasformata e più piano piano riuscirai a prendere il controllo di te stessa. Ci vorrà del tempo … ma sono sicuro che ci riuscirai.”
    Yoruichi rammentò con forza queste ultime parole.
    In vista dell'allenamento speciale aveva deciso di andare nel Sokyoku, in modo tale che il reitsu non venisse percepito a chilometri di distanza. Quel luogo inoltre la riempiva di felicità e ricordi ; il fatto di trovarsi lì, di portare avanti una richiesta di Kisuke, lì dove molte volte si erano allenati e trascorso momenti gioiosi. Adesso, al centro di una spianata la Dea Lampo non vedeva l'ora di cominciare trepidante d'eccitazione.
    << Stai tranquilla Yoruichi … andrà tutto bene ! >> disse una voce improvvisa.
    << Si facciamo il tifo per te. >> aggiunse una seconda.
    Si girò impettita ritrovando Kukaku e Kugo seminascosti da una roccia a una decina di metri. La migliore amica e il suo amato avevano insistito per essere presenti, dato che nessuno dei due aveva mai visto la famosa trasformazione. Aveva provato a dissuaderli ( per quanto conoscesse Kugo le scocciava farsi vedere seminuda, dettaglio logicamente ovviato ), ma la tenacia aveva ceduto in fretta all'insistenza di Kukaku.
    << E voi vedete di non coccolarvi nel frattempo ! >>
    << Beh … se mi annoio devo pur impegnare il tempo. >> disse ironico l'uomo.
    Kukaku gli rifilò una gomitata nello stomaco.
    Li osservò mentre litigavano scherzosamente.
    “ Sono davvero felice per te … amica mia. ”
    Richiuse gli occhi e serrando i pugni si concentrò. Simile a un fiume in piena, il reitsu fluì con forza in ogni centimetro del corpo, intorno l'aria si elettrizzò e piccoli fulmini cominciarono a scaturire dalla pelle. Stette immobile per qualche minuto, infine un rompo tonante scosse il silenzio. Le veste attillata si squarciò, pura elettricità percorse la spina dorsale, arrivò al cervello poi … il mondo divenne buio.
    All'improvviso una voce la chiamò insistente e gli occhi tornarono a vedere. Si ritrovò così ; mezza a quattro zampe, mezza nuda, le parti intime coperte da scattanti fulmini azzurri. Sotto di lei, Kugo la fissava in un misto di stupore e divertimento.
    << Ah … finalmente sei tornata tra noi. >>
    Imbarazzata scattò di lato mettendosi a sedere proprio come un gatto.
    << Scu-scusami ! N-non … ero in me ! >>
    << L'ho notato. >>
    << Ah cosa … cosa è successo ? Purtroppo non ricordo nulla …. >>
    << Oh nulla d'importante … ti sei soltanto messa a sfrecciare di qua e di là come una scheggia … non sapevano come fermarti … a un certo punto mi sei venuta addosso e mentre di tenevo bloccata ho detto a Kukaku di correre a prendere un secchio d'acqua alle terme. >>
    << Secchio d'acqua ? >>
    << Magari una bella “ rinfrescata ” ti avrebbe rinsanito. Fortuna non è servita … >> disse sedendosi a sua volta.
    Solo allora notò i molti graffi sanguinanti sul petto.
    << Ah … ! Perdonami Kugo ! Davvero … non mi rendevo conto >>
    << Tranquilla … ho subito ferite ben peggiori. >>
    Stranamente una stanchezza la colse improssiva, scivolò con passo felpato dietro una roccia raggomitolandosi con tanto di coda attaccata al fianco. Provò a riordinare i ricordi, ma nonostante il racconto di Kugo nella testa trovò il buio completo. Trasse un profondo respiro ; pian piano i fulmini la abbandonarono e l'arto in più comparve.
    << Per quanto sono rimasta trasformata ? >>
    << All'incirca 10 minuti. >> rispose lui poggiando la schiena sul lato opposto.
    << Oh … è un grande risultato ! >> esultò per quando le forze lo consentissero << Di solito riuscivo a mantenerla solo per cinque … alla fine ho pure riacquistato il senno ! Aveva ragione Kisuke ! Devo continuare così ! >>
    Una felicità la colse inaspettata immaginandone il viso sorridente appena ricevuta la notizia.
    << Sono contento per te … ma la prossima volta allenati insieme a lui. >>
    << Uh ? E perché ? >>
    Proprio in quel momento la vista si oscurò. Tolta quella che si rivelò la tuta di ricambio ritrovò Kukaku a pochi centimetri. L'amica la sovrastava, le braccia conserte e gli occhi verdi percorsi da una luce tagliente. Persino lei provò timore a quella vista, in fondo Kukaku Shiba incuteva timore a chiunque quando si arrabbiava, o meglio quasi a chiunque.
    << Ehi … come mai quella faccia arrabbiata ? >> chiese in un mormorio, anche se il motivo l'aveva già intuito.
    << Nulla. Adesso ho capito il motivo della seconda tuta. >> ringhiò trattenendo la rabbia.
    << Ecco il perché … >> disse Kugo comparendo con la testa sopra il bordo della roccia.
    << Tu rimani li ! >>
    << Oh … ecco un altra cosa inconsueta : Kukaku Shiba gelosa. Ma tanto lo sai che mi eccito solo alla vista del tuo corpicino ! >>
    Kukaku scomparve alla sua vista. Dietro la roccia li udì battibeccare, ma non era un litigio vero e proprio perché dopo meno di 20 secondi già ridevano come se nulla fosse.
    Sorrise e riprese a vestirsi.
    “ Kugo … solo tu riesci a renderla felice. Dopo tante sofferenze e abbandoni le occorre la tua forza … e il motivo per cui ti iscriverai all'Accademia è veramente lodevole. Per quanto riguarda me, non vedo l'ora di raccontarti tutto Kisuke … sarai fiero di me ! ” pensò infilandosi gli stivali.“ Inoltre … credo non cambierò compagni d'allenamento. ”

    Salutata l'amorevole coppia, si diresse alla Dimora Shihoin canticchiando un motivetto allegro. Non era felice soltanto per il traguardo appena raggiunto, ma anche per il tempo in se. Dopo quasi settimana di nuvole e pioggia, il sole era tornato a splendere alto nel cielo d'inizio giugno e l'aria mossa da uno leggero venticello rendeva quel giorno una perfetta giornata di tarda primavera. La scalinata verso casa, un tempo abbellita da ciliegi in fiori, ora era ricoperta dalla fresca ombra delle loro fronde completamente verdi.
    Mancavano una ventina di scalini dalla cima quando udì un forte brusio. Insospettita accelerò il passo. Una decina di servitori insieme a Yushiro erano raccolti intorno a uno strano oggetto poggiato sul lato destro dell'entrata.
    << Ah ... ! Oni-san sei arrivata ! Come è andato l'allenamento ? >> chiese il ragazzo quando fu vicino.
    << Meglio d'ogni aspettativa Yushiro … ! Ma dimmi, cosa succede ? >>
    Il giovane parve restio, poi facendosi da parte indicò l'oggetto di tanta agitazione.
    << Se sono accorti alcuni servitori circa un quarto d'ora fa. Pare un pacchetto … per te. >>
    << Per me ? >>
    << Così c'è scritto sopra. >>
    Gli rivolse un occhiata stupita e con passo veloce si portò di fronte all'oggetto. Si trattava di una confezione di carta, bianca e rettangolare, sul lato superiore c'era un buco dal quale fuoriusciva l'inizio di un pacchetto di plastica. L'unica decorazione era costituita da una scritta nera che, in ideogrammi incerti e nervosi, effettivamente recitava :

    - Per Yoruichi. Vietato toccare. -

    Chi mai poteva fare una cosa del genere ? Di certo non Kisuke perché la scrittura era diversa. Decise di analizzarlo con calma, senza troppi occhi curiosi. Prese il pacchetto e qualcosa di leggero si mosse all'interno.
    << Bene … voi tornate alle vostre faccende ! >> ordinò rivolta ai servitori << Yushiro … andiamo in camera mia. >>
    Una volta arrivati, aprì delicatamente la confezione, il fratello inginocchiato al suo fianco osservava nervoso ogni movimento. Il contenuto non si rilevò altro che un pacchetto di biscotti. Guardandoli meglio oltre la plastica trasparente parevano morbidi e gustosi.
    << Biscotti ? E ci mai potrebbe mandarteli sorellona ? >>
    Riflettendoci lo sguardo cadde dentro la confezione vuota. Sul fondo, ben mimetizzata dal bianco della carta c'era un biglietto.

    - Il dono di un'irritante mortale a una dea bisbetica. -

    L'imbarazzo la travolse simile a uno tsunami.
    “ L'aveva detto … avrebbe ripagato il mio aiuto … ah ... che idiota, come diamine ho fatto a non arrivarci ? ”
    << Ehi Oni-san … come mai sei tutta rossa ? >>
    << Ah ! Ah ! Ho capito … ! Sono da parte di Kisuke ! L'ultima volta che è venuto ha promesso che sarebbe andato nel Mondo Terreno a prendermi qualche buon dolce occidentale ! >>
    << Davvero … ? >> chiese Yushiro scrutando i biscotti << Inusuale da parte sua … >>
    << Beh, diciamo che nell'ultimo periodo ci stiamo avvicinando … ! >>
    << Oh ! Quale notizia ! Sono felicissimo per te sorellona ! >> esclamò lui battendo le mani.
    << Grazie fratellino. >> disse sorridendo e cercando apparire il più convincente possibile.
    Parlarono ancora un po'. Yoruichi lo aggiornò sugli strabilianti progressi dell'allenamento e circa “ quelli ” riguardo Kisuke. Infine con grande sollievo il fratello si congedò.
    << Oggi devo presenziare a una cerimonia. Ci vediamo stasera Onii-san. >>
    Le diede un bacino sulla guancia e avviandosi aggiunse :
    << Se ci sono altre novità … di quel tipo aggiornami mi raccomando ! >>
    << Certamente Yushiro … >> disse sentendo il collo diventar freddo.
    Nel silenzio che seguì Yoruichi tentò di far ordine alla confusione che turbinava nel animo. “ Perché intanto hai raccontato tutte quelle bugie a Yushiro ? ” sembrò domandarle la vocina della coscienza.
    << Perché si sarebbe preoccupato facendosi centomila castelli in aria … >>
    “ E lo dirai a Kisuke ? ”
    << … Non lo so. >>
    Prese il foglio in fondo alla confezione. Esso si rilevò una lettera minuziosamente piegata. La scrittura di Askin era veloce e anche piuttosto elegante, in molti punti le parole erano state scritte con caratteri occidentali per poi essere cancellate da un riga e sostituite dai relativi ideogrammi. Provò a leggerne una.
    << Gesk … geschenk* … uhm … di certo non è inglese. >>
    Lasciata perdere quella piccola curiosità cominciò a leggere da capo.

    “ Buongiorno Yoruichi ! Già mi immagino la tua sorpresa non appena scoprirai il pacchetto. Si lo so ci ho messo un po', ma eccolo qui finalmente : il regalo di ringraziamento ! I biscotti li ha cucinati il sottoscritto con le sue manine, quindi apprezzarli doppiamente mi raccomando. Si tratta di biscotti al latte, ottimi da inzuppare nel cappuccino la mattina, nel the o nelle tisane, ma chissà come ho il presentimento che li puccerai nel latte caldo ^^. Ma pensandoci bene forse non sono abbastanza … uffa detto così suona strano, ma davvero ci terrei a conoscerti meglio, il che invece suona equivoco. Ecco come al solito mi sto dilungando troppo ! In sintesi se hai un momento libero nella tua ripetitiva vita da Capitano, ti andrebbe d'impegnarlo per un allegra passeggiata … o non so dimmi tu. Non fraintendere le mie intenzioni ! Non c'è alcun econdo fine nelle intenzioni di questo povero gentiluomo, comunque sei libera ti accettare o meno ^^
    Fammi sapere appena possibile.

    Saluti,

    Askin. ”


    Sentì il cuore accelerare, non si era mai trovata in una situazione del genere. Era confusa e al tempo stesso incuriosita. Forse per la prima volta si ritrovò a riflettere su di lui : in tre mesi si erano incontrati di persona solo due volte, eppure quegli incontri erano stati concentratissimi, intesi e … dal punto di vista di Askin dolorosi. L'aveva fatta arrabbiare e imbarazzare come poche volte in vita sua. Di conseguenza sulle prime pensò di lasciar perdere, scrivere una lettera di ringraziamento e fine della storia.
    Poi però … qualcosa la fermò.
    << Pure io … ogni tanto ho pensato a lui e mi sono … preoccupata per lui. >>
    E con questa frase che le rimbalzava in testa, Yoruichi s'alzo, andò alla parete sinistra della stanza e, fatta scorrere lo shoji, rivelò una piccola scrivania con tanto di fogli, pennellini e boccettina d'inchiostro. A lungo rimase inginocchiata raccogliendo i pensieri, cercando le parole più appropriate. Infine in una strana frenesia prese a scrivere.

    - Ti ringrazio per i biscotti. Mi hai sorpreso, non pensavo sapessi cucinare. Per quanto riguarda la proposta sono felice d'accettarla. Io sono libera il mercoledì pomeriggio dalle 3 o la Domenica. Attendendo risposte.
    Yoruichi -


    Mentre la rileggeva un pensiero sorse spontaneo.
    “ Askin è un brava persona … non mi dispiace l'idea di conoscerlo meglio. ”
    Senza accorgersene s'era portata dietro il sacchetto. Istintivamente le venne voglia d'assaggiarne uno. Delicatamente sciolse il nastro blu che lo teneva legato.
    << Ha pensato proprio a ogni dettaglio … >>
    Esternamente i biscotti erano bianchi, ricoperti sul dorso da granelli di zucchero, al tatto non sembravano ne troppo morbidi ne troppo duri. Lo morse appena … e un'esplosione di dolcezza le invase la bocca. Poche volte aveva assaggiato dei dolci occidentali così buoni.
    Ficcò tutto il resto in bocca e mentre le briciole cadevano sulla scrivania aggiunse :

    - Ps. I biscotti sono buonissimi ! Complimenti ! Se hai tempo me ne prepari altri ? Nel frattempo cercherò qualcosa per sdebitarmi a mia volta. -

    -.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

    Kisuke aveva imparato ad applicare la calma e l'astuzia a ogni aspetto dell'esistenza. Se ogni giorno veniva vissuto in questo modo allora si potevano ottenere grandi risultati ed evitare spiacevoli sorprese. Nella sua lunga esistenza c'era stata effettivamente una sola spiacevole sorpresa : Sosuke Aizen. Ma ormai era acqua passata e Aizen sarebbe rimasto imprigionato nell'Avici ancora per 14.000 anni (pena ridotta grazie al fondamentale aiuto nella Guerra Millenaria). Inoltre dopo il fallimento della visita a Mayuri, il rieletto Capitano stava tessendo un abile piano : istituire un secondo Istituto di Ricerca. Accumulare kan, scegliere la locazione, il futuro personale, attendere l'approvazione della Camera dei 46 … ci sarebbe voluto qualche anno, ma poco importava … per certe cose occorrevano tempo e pazienza. E poi c'era Yoruichi, la sua dolce e tenera Yoruichi. Pure la Dea Lampo, come lui, aveva riacquistato le vecchie posizioni antecedenti all'esilio. Kisuke era felicissimo per lei, oltre per i suoi recenti progressi nell'Raiju Senkei, Shunryū Kokubyō Senkei.
    Adesso, seduto su di una collinetta brulla il Capitano dell'Ottava Compagnia si gustava il paesaggio davanti a se. In fondo al piccolo rilievo uno specchio d'acqua luccicava sotto le spesse fronde dei salici, il cielo era terso tranne per qualche paffuta nuvola che non osava toccare il sole del primo pomeriggio.
    Tutto procedeva al meglio, se non che Yushiro gli aveva chiesto un incontro per discutere di una questione a suo giudizio urgente.
    << Finalmente sei arrivato … >>
    Dietro, i lievi passi si fermarono.
    << Quando mi hai percepito ? >> chiese la voce quasi matura del fratellino di Yoruichi.
    << Nah … più o meno un centinaio di metri fa. >>
    << Non smetti di sorprendermi … >> fece sedendosi al suo fianco.
    Per un po' non dissero nulla. Yushiro era chino, i gomiti poggiati sulle ginocchia incrociate, gli occhi felini e vivaci concentrati come rare volte gli era capitato di vedere. L'animo era teso, attanagliato da un profondo tormento, ma Kisuke non intendeva mettergli fretta. Infine le parole a lungo taciute uscirono, gravide di ansia e peso.
    << Io … sono preoccupato per Yoruichi. >>
    << Oh … ! >> esclamò facendosi più attento << … Come mai ? Sta bevendo troppo latte ? >>
    << … Mi ha mentito. >>
    << Raccontare bugie ? Non è da lei … non ho notato alcun cambiamento ultimamene. Beh se lo sta facendo ci sarà un buon motivo. >>
    Senza preavviso Yushiro alzò lo sguardo, le iridi gialle come l'ambra lo fissavano solcate da una viva preoccupazione. Mezzo secondo e si porse in avanti afferrandogli con forza l'haori all'altezza del petto.
    << Il … il Mercoledì pomeriggio è libera, ma chissà come sono già 3 volte che torna tardi a casa … “ Ne approfitto per allenarmi al Sokyoku ” ha detto una sera … però io avevo uno strano sentore … così ieri l'ho seguita e … >>
    << E ? >>
    << Ha … ha cominciato a vedersi … con lurido Quincy ! … Te ne rendi conto ?!? >>
    Subito Kisuke non disse nulla, come se quella frase non l'avesse minimamente sfiorato, ma dentro una rabbia si mosse violenta, simile a un incendio che divampa in un bosco secco. Ripensandoci, la vista di Askin l'aveva sempre irritato e ora l'irritazione si trasformò in un'emozione indecifrabile : una mistura d'odio, gelosia, possesso.
    “ Accidenti … mi sono … fatto sfuggire alcuni dettagli e guarda che brutta sorpresa. Ah … quel fottuto bastardo … come ha osato avvicinarsi a Yoruichi ? ”
    Questo pensiero ribollì, attraversandogli la spina dorsale.
    Stringendo i pugni si rivolse a Yushiro, la voce perfettamente calma.
    << La tua preoccupazione è comprensibile, ma la cara Yoruichi non ha colpa … vedi … purtroppo alcune persone non hanno ben chiaro quale sia il loro posto nel mondo.
    Tranquillo Yushiro, troverò un rimedio. Stanne certo. >>


    -.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-


    Finalmente dopo 3 mesi il Comandante Shunui era riuscito a organizzare il famoso banchetto. Odiando le formalità nella sua ultima lettera, aveva sottolineato di presentarsi in abiti formali, chi si sarebbe presentato con la Divisa da Capitano doveva tornarsene a casa. Naturalmente il tono era scherzoso, ma la scelta del vestito stava agitando Rukia in maniera imbarazzante. Davanti all'armadio la ragazza continuava a posare sopra di se i circa 30 kimono regalatele da Byakuya nel corso degli anni. Ci teneva a fare bella figura, senza risultare troppo appariscente, senza essere al contempo banale, in maniera che Renji la notasse. Si … in effetti c'erano tanti elementi da tenere in considerazione, e intanto il tempo passava senza che riuscisse a decidersi.
    << Accidenti … ! >> mormorò gettando l'ennesimo abito a terra. << … l'appuntamento è tra 2 ore e sono ancora qui … chissà se il Nii-san ha finito. >>
    Appena il tempo di contare fino a 3 e lo shoji alla sue spalle s'aprì portando con se la voce di Byakuya.
    << Oh … non hai ancora deciso. >>
    Sobbalzò rivolgendogli un'occhiata confusa. Anche il Nobile Nii-san avrebbe partecipato all'evento, ma essendo abituato a genere di cose aveva già trovato il vestito giusto : uno yukata viola decorato con motivi floreali leggermente più chiari lungo il lato destro. Inoltre, come a voler essere più fedele dalla richiesta del Comandante aveva messo da parte i fermacapelli lasciando liberi i lunghi neri che ora ricadevano fluenti sopra le spalle.
    << Purtroppo si … non credevo fosse così difficile. >> ammise con un pizzico di vergogna.
    Lui la scrutò un attimo e si portò al suo fianco. Lo sguardo non era puntato su di lei, ben sì sui vistosi kimono che sbucavano dai cassettoni, e questo non fece che imbarazzarla ulteriormente. Dopo una decina di secondi vide quegli occhi illuminarsi, una luce calma e dolce apparve nelle sue iridi blu.
    << Al posto di un kimono potresti metterti uno yukata, ormai è cominciata l'estate … >> disse aprendo l'ultimo cassetto.
    Tessuti di mille colori comparvero come pietre scintillanti in mezzo a una grotta. Una lieve agitazione la scosse, ma il fatto che il Nobile Fratello fosse lì a darle consigli le infuse una gran sicurezza. Stava per aprir bocca quando Byakuya estrasse un magnifico abito rosso scuro, motivi lineari color oro ne abbellivano le maniche larghe.
    << Forse … non sarà troppo vistoso ? >> chiese esitante.
    << … Un colore eccessivamente chiaro accetterebbe la tua pelle chiara, mentre al contrario un coloro scuro, come il blu o il viola, sarebbe troppo in linea coi tuoi capelli. Questo rosso sta esattamente al centro, se poi lo abbini … >> estrasse un obi azzurra i cui bordi parevano due fili d'oro << … con questa starai benissimo. >> concluse porgendole il tutto.
    Rukia arrossì e inchinandosi prese tra le braccia lo yukata.
    << Grazie mille Nii-san. Ora mi sbrigo a vestirmi … >>
    << Fai pure con calma … >> la rassicurò allontanandosi << … Shunui non è mai puntuale, pure quando è lui stesso a organizzare. >>
    Lo seguì con lo sguardo finché non uscì. Da quando la guerra era finita Byakuya era diventato più comprensivo, spesso percepiva i suoi stati d'animo e aveva sempre un buona parola per ogni situazione. Grazie a lui Rukia era riuscita a superare le ansie da Capitano. In generale però, il consiglio più grande l'aveva ricevuto da Renji.
    “ Anch'io ho trovato un obiettivo personale. Ma come i saggi non lo rivelerò a nessuno. ”
    Arrivarono alcuni servitrici e le diedero una mano a vestirsi. Il tessuto era un cotone leggerissimo, incredibilmente morbido, mentre lo indossava una piacevole freschezza pervase la pelle. Quando infine, abbellita con un tocco di rossetto e un paio di orecchini di perla, si vide riflessa nello specchio, si meravigliò di quanto la semplicità potesse donare tanta bellezza. Sorrise a se stessa e con passo leggero di diresse verso l'entrata della Residenza Kuchiki. Tra vestizione e trucco era passata un'oretta ; arrivata trovò Byakuya in piedi, la schiena poggiata su una delle travi portanti di legno.
    << Eccomi Nii-san. >> disse affrettando il passo.
    << Visto ? Sei bellissima … proprio come immaginavo. >>
    << Grazie … >> fece abbassando il capo.
    << Con questo abito Renji ti noterà ancora di più … >> sottolineò non appena si furono incamminati.
    Rukia sobbalzò distogliendo lo sguardo, le guance calde da far spavento.
    << Ah … n-non l'ho fatto per questo ! >>
    << Rukia … >>
    << … Come hai fatto a capirlo ? >>
    << Semplice … non sei mai stata così agitata nel vestirti. >> rispose lui inclinando il capo.
    << Quindi … approvi ? >> chiese tornando a guardarlo.
    << Lui … è molto maturato negli ultimi due anni. >> rispose sincero dopo un breve pausa << Si è meritato a tutti gli effetti la promozione a Capitano. Mi sono complimentato con lui il giorno della nomina. >>
    << Davvero ? >> esclamò incredula << In questi mesi non mi ha accennato nulla. >>
    << Eravamo sicuri che la tua reazione sarebbe stata … di totale incredulità. >>
    << Beh si, sono sorpresa, ma anche felice … perché il rispetto tra voi due è aumentato soprattutto ora che … sto iniziando a vederlo diversamente. >>
    << Diversamente ? >> domandò lui come se conoscesse già la risposta.
    << Renji … mi da molta sicurezza … tra poco … potrebbe cambiare qualcosa … >>
    << … Su questo non ho dubbi. >>
    Sgranò gli occhi stupita di tanta sicurezza. Poi come se il pensiero fosse giunto in ritardo il Nobile Fratello aggiunse.
    << … Voi vi conoscete da quando eravate bambini, se posso darti un consiglio non correte, fate con calma e imparate a conoscervi. >>
    Rukia meditò affondo su quelle parole, non sapeva cosa le avrebbe riservato il futuro, in ogni caso … con Renji sarebbe stato più luminoso. Chiuse gli occhi per dopo rivolgere a Byakuya un sorriso sereno.
    << Grazie Nii-san. >>

    Il sole splendeva alto quando raggiunsero il luogo dell'incontro. Kyoraku aveva prenotato in un lussuoso ristorante nel Terzo Distretto. Dalla strada principale svoltarono a destra superando un lungo pergolato circondato dall'edera. Un cameriere li attendeva all'entrata. Accompagnati costeggiarono il lato destro dell'edificio in stile tradizionale. Oltre gli eleganti shoji, sui quali spiccavano una moltitudine di foglie blu su sfondo bianco, si udivano le voci dei numerosi clienti e il rumore di piatti e scodelle portati via. L' Aoi ha* era un locale lussuoso, specializzato in sushi e carni, circondato come da nome, da un enorme giardino dove crescevano rigogliose piante dai fiori blu e viola. Alla fine giunsero sotto un pergolato. Un glicine ne aveva preso possesso e i lunghi grappoli di fiorellini scendevano abbondanti donando all'ambiente un piacevole profumo. Una parte di essi era stata potata in corrispondenza del tavolo ove alcuni degli invitati aveva già preso posto.
    << Ecco arrivare i fratelli Kuchiki. >> annunciò Kyoraku sollevando un boccale di saké.
    << Sei arrivato in orario complimenti. >> disse Byakuya con non troppo stupore.
    << Veramente siamo arrivati giusto cinque minuti fa. >> precisò Nanao al fianco del Comandante. << Si era nascosto bene questa volta. >>
    << Ah ah … ! Accidenti Nanao-chan … ci tenevo proprio a fare una bella figura. >> protestò l'interessato << Ma non rimanete lì in piedi, accomodatevi pure dove volete. >>
    A parte Comandante e Nanao, gli altri presenti erano Yoruichi e Soi-fon, Shinji e Momo, Isane e Kiyone, Kenpachi, Ikkaku e Yumichika. Tutti indossavano abiti più o meno eleganti, tranne Zaraki e i suoi vice che vestivano semplici kimono scuri. Rukia salutò tutti con cenno del capo soffermandosi sulla propria Luogonente seduta affianco alla sorella, e prese posto vicino a Momo mentre Byakuya andò a sistemarsi tra Kyoraku a capotavola e Shinji. Momo era inginocchiata sul lato destro del tavolo, quello più vuoto, indossava un elegante yakuta verde chiaro, l'obi e i ricami a forma di foglie di ginkgo erano invece arancioni, una piccola molletta adornata con fiori bianchi reggeva alcune ciocche di capelli. Persa nei propri pensieri s'accorse di lei sono quando fu al suo fianco.
    << Ah … ! Ru-Rukia-chan … ! Scusa se non ti ho salutato … >>
    << Di nulla Momo tranquilla … >>
    << Ultimamente ho la testa fra le nuvole scusa ancora … >>
    << Alcune volte capita anche a me … comunque siamo quasi vestite uguali. >> disse notando i piccoli orecchini sferici.
    L'altra arrossì vistosamente abbassando di scatto lo sguardo.
    << Ah si ! … É … è per via di Toshi-chan … >>
    Rukia la osservò stupita. Lei e il Capitano Hitsugaya si conoscevano fin da piccoli, il ragazzo l'aveva protetta più e più volte, sorretta nei momenti più bui, specie dopo il tradimento di Aizen. Nei mesi prima della guerra il Capitano della Decima si era allenato duramente per migliorare il proprio Bankai, alla fine esso s'era manifestato nello scontro finale contro Gerard elevandolo fisicamente e mentalmente. Persino adesso ricordava lo stupore provato la prima volta che l'aveva visto, per Momo doveva essere stato ancora più scioccante.
    << Ti sei fatta bella … ne sarà felice. >>
    << S-si … veramente l'ha detto lui : “ Vestiti bene, così mi verrà più voglia … ” >> s'interruppe il viso rosso come un peperone.
    << Uhm … cosa ? >> chiese avvicinandosi.
    Lei esitò guardandosi attorno, poi accertatasi che nessuno ascoltasse, si porse vicino al suo orecchio.
    << “ … di coccolarti. ” >>
    Rukia arrossì a sua volta cercando a fatica di non immaginarsi nulla di compromettente. Un goccio di curiosità la spinse però a continuare il discorso.
    << Ah … quindi … avete fatto il grande passo ? >> chiese in un sussurro.
    << N... No ! Non ancora ! >> balbettò Momo al limite dello svenimento << Toshiro crescendo … è diventato più intraprendente … mi ha confessato i suoi sentimenti e … ci siamo fidanzati, però ne io ne lui vogliamo … fare il passo più lungo della gamba ecco. >>
    “ Uhm … più meno la stessa cosa che mi ha detto il Nii-san. ” si ritrovò a pensare Rukia.
    << Fidanzanti allora … congratulazioni Momo. Solo felicissima per te. >>
    << Grazie mille. Oh … ecco Toshi-chan e Matsumoto ! >>
    Si voltò. A pochi metri il Capitano della Decima Compagnia giungeva affiancato dalla Luogotenente. Il “ Piccolo Genio ” adesso doveva essere si e no alto come Ichigo, pure il viso e il fisico lo ricordavano leggermente, se non fosse per gli incomparabili capelli bianchi come la neve e le iridi verde scuro che splendevano negli occhi, taglienti e sicure. Indossava un semplice kimono blu scuro, ma di ottima fattura, Matsumoto invece uno yukata rosa ornato di obi giallo acceso, l'ampia scollatura lasciava intravvedere il seno prominente.
    << Comandate nella lettera dicevi “ a bando le formalità ”e ora ti ritrovo a capo tavola. >>
    disse allargando le braccia.
    Ci fu una risata generale che Shunui bloccò schiarendosi la voce.
    << Allora mi metterò al centro così vedrò le vostre simpatiche facce. Oh … ! Ci sono pure Abarai e Kuna. >>
    Rukia sgranò gli occhi non appena udì quei nomi e la sorpresa si fece ancora più forte quando Renji e Mashiro comparirono affianco agli altri due. Lui vestiva un semplice yukata a metà tra il marrone e il rosso, dal quale s'intravvedeva il petto tatuato. Ma l'attenzione della giovane, come forse quella di molti altri, ricadde sui capelli sciolti. La probabilità di vedere l'ex Luogotenente con la chioma al vento … era la stessa sentire Kurotsuchi complimentarsi con Urahara. Rimase incantata da quella visione : i capelli simili alle fiamme ricadevano dietro le ampie spalle e in parte ai lati del viso.
    “ Accidenti come è bello … ” pensò arrossendo.
    << Non siamo arrivati troppo in ritardo spero. >> disse rivolto a Kyoraku.
    << No assolutamente … almeno ora ci siamo tutti. Urahara e Kurotsuchi hanno dato forfait quindi, come ogni banchetto che si rispetti, possiamo cominciare ad abbuffarci. >>
    Il pranzo durò all'incirca 2 ore, vennero serviti squisiti piatti di ogni forma e colore, tra cui spiccarono degli uramaki farciti con gambero in tempura, osomaki con ventresca di tonno, ramen con manzo e uova, zaru soba* con alghe nori. L'ottimo cibo donò serenità e allegria e Rukia aveva un motivo in più mangiò affianco a Renji. La lunga abbuffata si concluse con un dolce offerto dalla casa (lei scelse mochi con ripieno di anko* ) e un brindisi a base di sakè. Poi l'allegra tavolata si divise e in piccoli gruppi andarono verso i tavolini allestiti ai lati del pergolato, a dividere le piccole zone c'erano siepi alte circa un metro e mezzo. Rukia si sedette insieme a Momo, Kiyone e Isane, poco dopo s'accorse che Renji era rimasto indietro. Lo trovò in piedi vicino al grande tavolo, intento a parlare con Mashiro e Matsumoto. Discutevano a bassa voce e il viso di Rangiku diventava via via più grave. Passato circa 10 minuti le due donne lo salutarono e Rukia ne approfittò per andargli incontro.
    << Tutto apposto ? >> chiese notandone l'espressione pensierosa.
    << Si … scusa se mi sono fermato, ma era una questione importante. >>
    << Di nulla figurati. Piuttosto … Matsumoto mi sembrava preoccupata. >>
    << Venendo in qua ci siamo incontrati e … tra una cosa e l'altra è venuto fuori il discorso di quello scemo d'Hisagi, ma visto che l'argomento si stava dilungando le ho promesso di riprenderlo con calma dopo pranzo. >>
    << … La situazione non è migliorata ? >>
    << Stabile da due mesi a questa parte … quanto meno Rangiku è stata gentilissima : andrà a trovarlo uno di questi giorni. Speriamo in bene. >>
    << … Forse un tocco femminile è quel che gli serve. >>
    << Tocco femminile non è esattamente l'aggettivo più adatto … quando si tratta di smuovere gli altri Rangiku è ... piuttosto manesca, me l'ha confessato una volta Toshiro. Cambiando discorso … cosa dici se ci isoliamo un po' anche noi ? >>
    << Oh … ! Beh ecco … >>
    << Toshi-chan ! >>
    Entrambi si voltarono in direzione della povera Momo. La scena era piuttosto divertente : la ragazza, rossa come un peperone, si premeva la mano sul collo mentre con l'altra cercava d'allontanare Hitsugaya che incombeva sopra di lei. Pure Kiyone e Isane assistevano, con espressione allibita, al piccolo spettacolo.
    << Ed dai ti ho dato solo un bacino … >> protestò ironico lui.
    << Toshi-chan … queste non sono cose da fare … in pubblico. >> replicò debolmente.
    << A voi ha dato fastidio ? >> chiese rivolto alle sorelle Isane che risposero con un cenno di no della mano << E a te Renji ? >>
    << Per così poco ? >> gli fece eco il rosso.
    << No-non sono agitata per voi … ma per … >> cominciò Momo abbassando il capo.
    Una siepe si mosse e Shinji s'elevò in tutta la sua altezza.
    << L'hai fatto di nuovo dannato Hitsugaya ! >> sbraitò agitando lo sakazuki pieno di sakè.
    << Quanto rompi Hirako … >> disse l'interessato senza degnarlo di uno sguardo << … manco avessi fatto chissà cosa e poi … certe questioni dovresti lasciarle perdere. >>
    << Non finché riguarderanno la mia Luogotenente ! >>
    << Che è anche la mia fidanzata … ah puzzi d'alcol sai ? >>
    << Io ho tutto diritto di preoccuparmi essendo il suo Capitano ! >>
    << Uffi … ora non la finiranno più … >> sospirò Momo come se quei discorsi le fossero fin troppo famigliari.
    “ In effetti aveva ragione, Toshiro è diventato molto intraprendente. ” pensò tra se.
    Assorbita com'era dalla scema non s'accorse dell'improvvisa vicinanza di Renji.
    << Direi di lasciare i due piccioncini alle loro questini … vieni … >> sussurrò prendendola per mano.
    L'improvviso contatto fu come il più potente degli incantesimi : Rukia non reagì ritrovandosi a camminare. Passeggiando nel magnifico giardino si rese conto di quanto la mano di Renji fosse grande, calda … incredibilmente protettiva. La strinse a sua volta e un piacevole tepore la avvolse, dolce. Guardò in alto, Renji era lì, i suoi passi decisi, la sua schiena pronta a proteggerla da ogni pericolo.
    All'improvviso lui si voltò e sorridendo le chiese :
    << Va bene se ci sediamo qui ? >>
    La voce giunse melodiosa, leggera e felice, come mai aveva udito.
    << Si va benissimo. >> rispose ricambiando il sorriso.
    Seduti sull'erba soffice parlarono un poco, ma non ci volle molto prima che, quasi senza accorgersene, si ritrovassero distesi sull'erba soffice, abbracciati l'uno all'altra.
    “ Sta succedendo così in fretta, forse sono stata rapita … ” pensò nel silenzio mentre s'infossava nel petto tatuato “ … forse mi trovo in un sogno, in un bellissimo sogno. ”
    Invece era lì, stretta fra quelle braccia a lungo desiderate. Nella vicinanza e nella pace pote percepirne l'odore della pelle, il calore del corpo, la potenza e la sensualità dei muscoli sotto il kimono. Alzando lo sguardo poi, ne vide i capelli ricadere sui fili d'erba e ai lati del viso, simili a lingue di fuoco. Lui la guardava dolcemente, gli occhi semichiusi come se stesse per addormentarsi.
    “ Questo non è un sogno … ma la più meravigliosa delle realtà. Io … ”
    << … sono felice Renji. >>
    Di risposta la strinse ancora più forte. Rukia chiuse gli occhi lasciandosi cullare … pian piano ogni pensiero scomparve e rimasero solo loro due in quel piccolo mondo verde e azzurro. Quella fu la loro dichiarazione, non occorreva altro ; ogni parola, ogni motivazione era racchiusa in quell'abbraccio.
    “ Solo quando si è in pace con se stessi, si riescono a vedere i sentimenti celati nel profondo del cuore. ”
    Stava per dirlo quando s'accorse che lui s'era addormentato. Ne osservò il viso dormiente e un senso di felicità la invase. Sorrise chiudendo gli occhi a sua volta. In breve anche lei cadde in un sonno sereno, stretta stretta all'uomo che amava.


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    Se avesse dovuto fare un paragone, in quel momento si sentiva come gli eroi delle antiche leggende ; un comune mortale, affaticato e oppresso dalle fatiche del mondo, si smarrisce nel bosco trovando infine conforto nella magnifica visione di una dea. Camminava tra gli alberi vestito d'un semplice kimono blu, un po' più avanti stava Yoruichi, elegante e bellissima, il corpo racchiuso in un attillato e provocante vestito nero.
    L'inizio dell'estate era stato più tiepido del solito e intorno a loro si stagliava un bosco fitto e lussureggiante, non dissimile da quelli di fiabe o leggende. Faggi, querce e qualche più raro acero donavano al sentiero una fresca ombra e oltre le loro fronde i raggi del sole filtravano, come sciabole luminose nell'oscurità, creando un bellissimo gioco di luci. Lontano si udiva il canto degli uccelli. Askin osservava il paesaggio con serenità e lieto stupore, ma troppo spesso lo sguardo si posò sulla Dea, che proprio in quel momento stava concludendo il suo discorso.
    << … quindi scrivendo devi immaginarti … fisicamente la parola. >>
    Era la quarta volta che si vedevano e Askin stava iniziando ad apprezzarne aspetti più nascosti e sottili ; Yoruichi sapeva essere divertente, curiosa come un gatto, acuta nelle osservazioni e veloce e saggia nelle risposte.
    << Questo l'ho capito, ma vedi l'alfabeto occidentale è completamente diverso, si basa sulla fonetica della parole. I suoni corrispondono sempre e in ogni caso a una determinata lettera. Anche se in certi casi cambiano un pochino ; ad esempio in geschenk, regalo, la k è muta. >>
    << In ogni caso te la cavi già bene, ma alcune parole ti posso assicurare, sono difficili da scrivere anche per un madrelingua. Quindi per aiutarti … >> annunciò rovistando dentro alla sacca che portava a tracolla << … ti ho preso questo ! >>
    Si ritrovò sotto il naso un libro spesso, dalla copertina bianca, il cui titolo recitava :
    << …” Parole difficili come scriverle ”. >> lesse prendendo il libro in mano << Vediamo … c'è la traduzione occidentale, in kanji … con le relative varianti in base al contesto … >>
    << Per … ringraziarti dei biscotti. >> aggiunse lei distogliendo lo sguardo.
    << Grazie mille ! Mi sarà davvero utile ! … Appena riesco compro una bella libreria e questo sarà il suo primo libro, però … forse è meglio se lo rimetti in borsa, così in giro rischiamo di rovinarlo. >>
    << … Sono felice che ti piaccia. >> disse rimettendolo dentro.
    << Da ora in avanti riceverai lettere più ordinate. Ma dimmi … sei andata a “ prenderlo ” nel Mondo Terreno ? >>
    << Beh ovviamente si. >>
    << Uhm … non l'avrai per caso rubato ? >> chiese ironico incrociando le braccia << … è molto comune tra voi Shinigami, “ prendere in prestito ” le cose che vi sembrano utili. >>
    << Invece no mi dispiace ! L'ho comprato in una libreria a Tokyo. >> ribatte soddisfatta.
    << Whaoh ... complimenti allora ! E … cos'altro tieni in quella sacca piena ? >> chiese facendo un passo in avanti.
    Yoruichi parve infastidita dall'improvvisa vicinanza. Strinse le maniglie indietreggiando di qualche passo. Un lieve imbarazzo solcava gli occhi ambrati. Una reazione che trovò incredibilmente dolce.
    << Ho portato qualcosa da mangiare : panini, qualche dolcetto e … del the freddo. >>
    << Oh … hai fatto benissimo. Ci voleva proprio uno spuntino. >>
    La Dea Lampo si volse e prese a guardare avanti studiando il terreno.
    << S-se risaliamo quel ruscello arriveremo a una spiaggetta. Potremo accamparci lì … >>
    A quel tono leggermente impacciato Askin non pote non provare un senso di tenerezza, e sorridendo disse :
    << Si, mi pare un'ottima idea. >>
    Seguirono il corso d'acqua per un centinaio di metri arrivando infine alla meta. In mezzo a una rientranza del terreno, sotto i rami d'enorme acero, c'era una spiaggetta, di quelle tipiche delle acque dolci, formata da sabbia spessa e grigia. Alla base dell'albero, alcune grosse pietre ricoperte di muschio e ciuffetti d'erba creavano un perfetto tavolo da pic-nic.
    Seduto tra le spesse e nodose radici Askin ebbe modo d'assaggiare i panini preparati da Yoruichi. Pur non sapendo come se la cavasse in cucina gli spuntini si rivelarono particolarmente gustosi e il the verde altrettanto dissetante.
    << Tu invece cosa bevi ? >> chiese notando il suo termos di forma diversa.
    << Latte, ormai dovresti saperlo. >> rispose lei dopo aver mandato giù l'ennesimo sorso.
    << In effetti era fin troppo … scontato. >>
    La sua attenzione era stata catturata da … un baffo di latte. Il latte rispendeva vicino quelle magnifiche labbra. La bocca di Yoruichi … mai avrebbe pensato potesse essere così invitante. Un brivido gli percorse frenetico la schiena mentre lei lo scrutò confusa.
    << Uhm ? Cosa c'è ? >>
    << Ti … ti rimasto un po' di latte sul labbro. >>
    << Oh … qui ? >>
    << No dall'altro lato. >>
    << Qui ? >>
    << In alto. >>
    << Oh … uffa ci vorrebbe uno specchio in questi casi. >>
    << Aspetta … >>
    E senza accorgersene già sfiorava la sua guancia. Il tempo parve fermarsi mentre la mano accarezzava quella pelle morbida. Piano, forse troppo piano, tolse col pollice l'intrusa macchia.
    << … ecco levata. >>
    Yoruichi s'era fatta più vicina, non capì se fosse stato lui o lei ad avvicinarsi. Dall'alto osservò il rossore farsi largo nel viso, una sottile agitazione solcava gli occhi, un'agitazione nuova che mai aveva visto, sentì la pelle diventar calda.
    “ Quanto sei … dolce … ”
    << A-Askin ! >>
    Quella nota agitata lo fece rinsanire. Abbassando il capo ritirò la mano.
    << … Scusami. >>
    << … Non … non è successo nulla. Tranquillo. >>
    “ Forse ho esagerato … ma cosa posso farci ? È così carina … ”
    All'improvviso un'immagine riaffiorò nella mente, sfumata e violenta al tempo stesso. Il viso di una ragazza, i capelli biondi come il grano si muovevano mossi dal vento stagliandosi nel cielo azzurro. Il cuore ebbe un sussulto ; quello era un frammento di un passato sepolto nel tempo e che tale sarebbe dovuto rimanere.
    << Ah … ! ho bisogno di rinfrescarmi un pochino. >>
    La voce della Dea lo catturò. La seguì con lo sguardo mentre s'alzava e con passo leggero camminava verso il ruscello. I piedi, lasciati liberi dagli alti stivali, non facevano alcun rumore posandosi sulla ghiaia, solo l'incresparsi dell'acqua provocò un leggero e piacevole suono.
    “ Askin … ! Non vieni a bagnarti i piedi ? ”
    Allora la udì chiaramente, una voce risuonare limpida e al tempo stesso dolce e melodiosa come il miele. E tutto riapparve, nella più bella e dolorosa della magie : una spiaggia di sabbia sottile e bianca, il vento dall'odore di sale, l'eco dei gabbiani sopra il mare calmo e piatto. Poi c'era lei, nel suo abito bianco, il capello di paglia tenuto stretto sulla testa ; i capelli biondi scivolavano lungo la schiena perdendosi nel cielo azzurro come fili d'oro ; il viso incantevole mentre sorrideva guardandolo con occhi blu come zaffiri.
    “ Non vieni ? Oh … ma così mi sento sola sola … Ah ! No aspetta ! Mettimi giù ! … Ahh … ! Il capello … è volato via ! "
    << Askin … ! Askin ! >>
    Qualcosa lo scosse con insistente, e in lampo così com'era apparsa, la magia scomparve.
    Si ritrovò seduto contro l'albero, il respiro leggermente affannato. Sgranò gli occhi e il mondo riacquistò nitidezza. Yoruichi era inginocchiata davanti a lui, la mani strette intorno alla sue spalle.
    << Ehi … tutto bene ?!? >> chiese visibilmente preoccupata.
    << Ah … Yoruichi … >>
    << Si sono io ! Per tutti gli Hollow, per poco non mi facevi prendere un colpo ! >>
    << … Perché ? >>
    << Come perché ?!? Ti stavo parlando e poi ti ritrovo a fissare il vuoto come un pesce lesso ! … Si può sapere cos'hai oggi ? Sei … strano. >>
    A nulla valse la dolce nota finale, un'improvvisa e irrefrenabile stanchezza lo invase da capo a piedi. Una stanchezza fin troppo conosciuta, a lungo creduta dimenticata. Persino la sua voce aveva perso la solita allegria.
    << Ah … perdonami … non mi sto comportando affatto bene … ora però se vuoi scusarmi ancora, ho bisogno di riposare. >>
    Detto questo si girò sdraiandosi su un fianco contro l'albero. Chiuse gli occhi.
    Alle sue spalle Yoruichi non disse più nulla e in breve cadde in sonno profondo.
    Ma esso non fu dei più tranquilli, perché ricordi, a lungo sopiti nei recessi della memoria, riaffiorarono. Momenti di una vita terrena vennero alla luce, come voci nell'oscurità.

    “ É davvero una vergogna … una linea di sangue duro spezzata in questo modo ! ”
    “ Colpa di una comune borghesotta ho sentito dire … Askin era davvero un'eccellente tiratore, il migliore che abbia visto da 30 anni a questa parte. Peccato averlo perso ... ”
    “ Ah ! Per le questioni serie gli è sempre mancata la voglia, suo padre avrà un motivo in più questa volta per essere infuriato ! ”

    “ Ho sentito che tra poco tu e ******* vi sposerete, congratulazioni Askin ! ”

    “ Dicono che ormai la guerra sia inevitabile … ”

    “Lei dunque è il Signor Nakk Le Vaar, il noto genio della chimica. ”
    “ … A cosa devo questa convocazione Signor Generale ? ”
    “ Odia i convenevoli ... mi fa piacere, anch'io li ho sempre trovati insopportabili. In ogni caso, come avrà letto le notizie dal fronte non sono delle migliori : l'esercito della ******* sta riconquistando territori, dove molti dei nostri valorosi soldati hanno versato il proprio sangue. Per dare una svolta a questo lungo conflitto, pensiamo che le vostre conoscenze si riveleranno cruciali. ”
    “ … Cosa volete ? ”
    “ Una nuova arma … il più letale possibile. ”

    “ Ehi …! Non fare quella faccia. ”
    “ Domani parti … come posso gioire ? ”
    “ Ti ricordi la nostra promessa ? … Sorridere sempre nei momenti tristi e felici. ”
    “ … Abbracciami. “
    “ Ti amo *******. ”
    “ Ti amo … Askin. ”

    Poi il buio prese forma : nell'oscurità lampi di luce scoppiarono accompagnati da tremendi boati.
    All'improvviso tutto cessò e le voci tornarono.

    “ Askin ! Sei tornato ! ”
    “ La lettera ! Non hai letto la lettera ?!? La casa … la casa è bruciata due giorni fa ! … ******* … ******* è … ! ”

    “ Non ci sono dubbi … sono stati gli Dei della Morte. ”
    “ … Come fai ad esserne certo ? ”
    “ Sono azioni rare, ma contro noi Quincy ogni tanto lo fanno. Se necessario non si fanno scrupoli a uccidere i vivi. ”
    “ … Lei non era una Quincy. ”
    “ L'azione era diretta a te, figlio mio. Dobbiamo vendicarci il prima possibile. ”
    “ … Avevo messo sigilli ovunque, nessun Hollow o Dio della Morte si sarebbe potuto avvicinare. ”
    “ Ma l'hanno trovata …! É giunto il momento d'impugnare nuovamente il tuo arco ! ”
    “ … Ti ringrazio padre, ma la vendetta non m'interessa. ”
    “ Persino … persino ora rifiuti le tue origini ?!? Sei insopportabile … insopportabile e strano ! ”
    “ Si … hai ragione … e c'è una cosa che mi suona parecchio strana : l'amorevole padre salva il figliol prodigo guarda caso nel momento più buio … curioso non trovi ?”
    “ … Cosa stai cercando d'insinuare ?”
    “ Soltanto … che non bisogna credere troppo alle coincidenze. ”

    All'improvviso l'oscurità cedette il posto alla luce. Tutto divenne bianco e puro come la neve.

    “Ehi ma quello non è l'ultimo arrivato ? ”
    “ Si, Askin Nakk Le Vaar, The Deathdealing, Dose Letale. Come mai questo nome ?”
    “ Ho sentito Jugram l'altra volta … quando Sua Maestà l'ha trovato, aveva ingerito una roba come 15 veleni... ”
    “ Oh … beh almeno sappiamo da cosa deriva il suo potere ! ”

    “ Tu devi essere quello nuovo … ”
    “ E tu invece sei … Bambietta Basterbine giusto ? ”
    “ Esattamente. Sai Askin è da un po' che ti osservo. Perdonami se finora non si sono presentata. ”
    “ Oh di nulla, anzi sono felice che una così bella donna mi abbia studiato a lungo. E il motivo di tale interesse, se posso essere indiscreto ? ”
    “ Preferirei ... parlarne nei miei alloggi. ”
    “ Ehi … so cosa fate alle povere reclute ... tu, Candice e Meninas. Siete proprio delle donne orribili, dei mostri. Ma … io non sono come quegli aitanti e innocenti ragazzini che adori far scoppiare. ”
    “ Lo-lo so ! Per questo ho … aspettato a farmi avanti. ”
    “ Allora andremo d'amore e d'accordo. Sai Bambi esistono molte “ dosi letali ” … e di me fidati non riuscirai a farne a meno. ”

    “ Senti … posso chiederti una cosa ? ”
    “ Dimmi Bazz … ”
    “ É una semplice curiosità … continui ancora a farti Bambietta? ”
    “ … A volte. ”
    “ Quindi … insomma non provi nulla ? ”
    “ … Una donna che ricerca il puro piacere carnale non può aspettarsi di ricevere altro. E poi dalla lussuria difficilmente nasce qualcosa. Ma perché me lo chiedi ? Non mi dirai che … “
    “ No figurati ! Ti ripeto era una semplice curiosità. Non ci terrei proprio a finire tra le sue grinfie, ne tra quelle delle altre 4 scatenate ! ”
    “ Ah ! Ah ! … In effetti non hai tutti i torti. ”
    “ Soprattutto Lilotto … dicono sia la più terribile. ”
    “ Uhm … sai Bazz … la maggior parte delle persone che ho conosciuto alla fine si sono rivelate ipocrite e egoiste fino alla nausea. Sono contento di aver conosciuto uno come te. ”
    “ Ah ! Ora ricominci a fare il filosofo … comunque lo stesso vale per me. ”

    “ Sei in ritardo. ”
    “ Perdonami Jugram … l'esplorazione è stata più complicata del solito. ”
    “ Sei andato di nuovo lì vero ? ”
    “ … Ci sono problemi forse ? ”
    “ Il compito di ogni Sternritten è studiare tutti gli Shinigami. Nell'ultimo periodo non ti stai concentrando troppo su Yoruichi Shihoin ? ”
    “ Si tratta di un elemento pericoloso, ci sarà sicuramente d'intralcio durante l'invasione. ”
    “ Su questo non ne dubito … almeno hai notato qualcosa d'interessante ? ”
    “ É una donna forte … che tenta di celare al mondo la propria debolezza. ”
    “ … Voglio un rapporto dettagliato domani mattina. ”
    “ Si, Futuro Imperatore. ”

    “ Sternritter D, Askin Nakk Le Vaar, d'ora in avanti entrerai a far parte del Schutzstaffel. ”
    “ Vi ringrazio Vostra Maestà. Sarà un onore per me servirvi ancora più fedelmente. ”

    “ Oh … ma guarda un po' … respira ancora … Grimmjow gli ha strappato il cuore eppure è ancora vivo. Meglio se lo ricucio Yoruichi cara … sarebbe un vero peccato se morisse.”

    Dopo un tempo indefinito riuscì a vedere il proprio corpo, ma le tenebre erano tornate e intorno nessun rumore osò penetrarle. Nello stupore iniziale un dolore lo colpì, trapassandolo da parte a parte. Guardò in basso. A terra il cuore pulsava nelle viscere calde e sangue usciva a frotte dal buco nel petto. Immagini cominciarono a turbinargli davanti agli occhi, confuse e terribili. Cercò di resistere, di cacciarle via, ma fu inutile. Sconfitto s'accasciò. Una melma nera cominciò a ricoprirlo, strisciando viscida sopra il suo corpo. Poi urlò.

    “ Askin ...”


    << Askin svegliati ! >>
    In un sussulto il mondo riacquistò luce. Non seppe per quanto rimase immobile, senza che alcun pensiero attraversasse la mente, udendo soltanto il cuore martellargli nel petto. I secondi sembrarono dilatarsi e, dopo quella che parve un'eternità, una voce lo richiamò, dolce e inquieta. Abbassò il capo. Yoruichi era lì, sdraiata poco più in basso. Ora ne avvertiva il respiro irregolare sfiorargli il petto tra le pieghe del kimono. Vedendo le proprie iridi specchiarsi dentro occhi dimenticò ogni ansia e turbamento.
    << Ah … ancora una volta mi hai salvato … piccola Dea. >>
    Ma fu un attimo fugace. Mentre il dolore lo avvolgeva nelle sue spire, non riuscì a trattenersi. : l'abbracciò in una disperata ricerca di calore e quiete.

    Non appena si ritrovò in quell'assurda posizione non ebbe dubbi : quello sarebbe stato uno dei giorni più imbarazzanti della sua vita. Le braccia di Askin premevano lungo la schiena bloccandola contro il petto. Provò a liberarsi, solo per rendersi conto di quanto l'imbarazzo le impedisse ogni movimento.
    Come si dice la curiosità uccide il gatto. Tutto era cominciato una decina di minuti prima, quando ancora un po' scossa aveva continuato a riflettere su quell'inusuale comportamento. L'aveva osservato a lungo, addormentato al suo fianco, notando pian piano alcuni piccoli dettagli : i capelli, specie quelli alla base del collo, erano cresciuti ancora, il tronco era stretto, le spalle larghe e solide. Nel silenzio più assoluto, s'era sporta di lato. Aveva dovuto ammetterlo, escludendo forse gli zigomi leggermente pronunciati, Askin non era affatto male.
    Era arrossita, ma scossa la testa, la curiosità l'aveva sopraffatta. Silenziosa come un'ombra si era sdraiata davanti, a circa un metro di distanza. I minuti erano passati, lenti e quieti, scanditi dal respiro regolare dell'uomo, dal torace che si alzava e abbassava. Poi senza preavviso, aveva iniziato a muoversi nel sonno, scatti nervosi in preda a un incubo e lei colta dall'agitazione l'aveva svegliato. Ma nemmeno nelle peggiori previsioni avrebbe immaginato di trovarsi stretta fra le sue braccia.
    “ Accidenti … questo non-non va bene … non va affatto bene ! ” pensò nervosa ”Aspetta … anch'io che mi vado a mettere proprio lì … me la sono cercata !... Ah …! Ah …! ”
    << Yoruichi … >>
    La chiamò e mai la sua voce fu più delicata, calda, bisognosa d'aiuto, macchiata da un pizzico di sensualità. Sentì le guance avvampare e ringraziò d'esser infossata nel petto, invisibile alla sua vista. L'attimo dopo un brivido la scosse, perché Askin s'era spostato infossando la testa nell'incavo della spalla sinistra ; poteva percepirne il respiro affannato sopra la pelle, le labbra vicinissime dal sfiorarle il collo nudo. Nel breve silenzio, la Dea Lampo riuscì a socchiudere gli occhi cercando d'ignorare il tepore che pian piano le invadeva il corpo.
    << Ehi piccola Dea … non mi riempi di pugni ? >>
    Si, forse avrebbe dovuto farlo e liberarsi da quel contatto indesiderato e sbagliato. Finora aveva permesso a un solo uomo di abbracciarla, Kisuke però non aveva mai avuto bisogno di consolazioni. Bastò questa piccola riflessione per accantonare tutto, ogni buonsenso, ogni razionalità, ogni coscienza che suggeriva di ribellarsi. Fantasmi dal passato erano venuti alla luce, se Askin voleva sconfiggerli allora gli occorreva quella vicinanza e soprattutto doveva parlare, in modo da mettere ordine all'animo turbato.
    << … Cos'hai sognato ? >>
    Lui rimase in silenzio tanto che pensò non avesse sentito. Stava per riformulare la domanda quando la voce giunse , solcata dalla tristezza.
    << Parecchie volte ho … invidiato le anime che giungevano nella Soul Society. >>
    << Da-davvero ? … E perché ? >>
    << Perché … >>
    S'interruppe e Yoruchi si ritrovò a un palmo dal suo viso. Gli occhi viola avevano assunto una colazione più scura, macchie di luce filtravano dall'alto illuminandone la pelle chiara in alcuni punti del viso e del collo, ciocche di capelli ricadevano scomposte sulla fronte. Confusa, si ricompose in fretta. Fortunatamente Askin non se ne accorse, perché continuò il discorso, lo sguardo puntato sul terreno.
    << … una volta giunti qui ogni memoria della vita terrena scompare. >>
    << Curioso, avrei detto il contrario. Insomma se fossi nata nel Mondo Terreno sarei stata felice di ricordare le persone care e i bei ricordi. >>
    << … Dipende da come finisce. >>
    Ricordò il discorso avvenuto quella sera sulla collina, poco prima dei fuochi d'artificio. Sentì la gola seccarsi. “ Un'esistenza macchiata dal sangue e dalla guerra. ”, queste erano state le esatte parole.
    “ Forse ho sbagliato … devo star più attenta … dev-”
    << Io … mi sono suicidato. >>
    La frase arrivò, potente e improvvisa. Il cuore mancò d'un battito. Turbata, incapace di replicare, distolse lo sguardo.
    << Sono “ morto ” a 31 anni, avvelenando il mio corpo. >> continuò Askin, << … L'inizio nell'Impero Invisibile fu difficile. Sognavo spesso … ricordi belli, felici e spensierati … i fallimenti e i dolori. Ma più di tre secoli sono passati e ancora ne passeranno qui … in un tempo così dilatato quei 30 anni lentamente si sono affievoliti, molto ho dimenticato, persino il nome di colei che amavo. Quando essi riappaiono, spesso si tramutano in incubi. Per rilassarmi nel Wandenreich andavo da Bambi e … >>
    << La donna che nominasti quando combattemmo, giusto ? >> disse riacquistando un po' di sicurezza.
    << Esatto … ma lascia stare. >> fece lui scuotendo il capo << Non è importante. >>
    Stranamente, il sesto senso le suggerì di non approfondire il discorso.
    << Senti … io sono sicura … >>
    Ma la frase morì in gola. Alla vista di quegli lucidi, Yoruichi smarrì il pensiero o forse ebbe paura, paura di offenderlo o peggiorare una situazione già molto delicata.
    << Uhm ? Di cosa … sei sicura ? >> domandò sfiorandole la guancia.
    Al contatto, proprio come il precedente, un brivido indescrivibile le attraversò il corpo, le guance divennero bollenti. Tranne il respiro mentre il confuso vortice di pensieri prese forma e le parole uscirono di getto, una dietro l'altra.
    << So-sono sicura che … ! Che questa nuova vita ti riserverà momenti ancora più felici … e … pian piano gli incubi scompariranno … per sempre. Devi … solo aver fiducia. >>
    Nel breve silenzio temette d'aver sbagliato, che frasi dettate dall'imbarazzo suonassero troppo scontate e superficiali. Poi ... un'espressione serena riapparve nel suo viso : ogni ombra era sparita, il fardello che opprimeva l'animo s'era dissolto.
    << E questo … lo potrei aggiungere all'elenco ? >> chiese avvicinandosi ancora.
    Deglutì e la confusione la travolse incontrollata. Non osò alzare il capo, perché quel respiro era vicino, troppo vicino, appena sopra la fronte. Guardò in basso, ma la situazione non migliorò, soprattutto se ti ritrovi sdraiata e a mezzo centimetro dal petto di un uomo.
    << Cre … credo di sì … ! >>
    << … Quando vuoi sai essere molto tenera. >> la canzonò allegro.
    << A -Ascolta io … ti ho aiutato … però non … no- >>
    << Non voglio sentire storie … questa volta ti meriti un forte abbraccio. >>
    Senza aver tempo di reagire, si ritrovò per la seconda volta fra le sue braccia.
    << …. Grazie Yoruichi. Prometto ... ti preparerò tanti biscotti. >>
    Di nuovo quel piacevole tepore la avvolse, lento.
    “ Non gli stai concedendo troppo ? ” sussurrò la coscienza.
    “ Lo so … però … ”
    E mentre il pensiero prendeva forma, le dita presero a scorrere sul corpo di Askin. In un misto d'incoscienza e curiosità risalì i fianchi, passò dietro alla schiena cingendo infine le spalle. Percepì i muscoli sottili, ben delineati sotto il kimono. Chiuse gli occhi lasciando che quel piacevole tepore l'avvolgesse calmo e soffice.
    << Ah … non vedo l'ora d'assaggiarli. >>
    “ Non è male … una piccola fuga. Solo una piccola fuga … ”
    “ O forse … vorresti fosse Kisuke a stringerti così. ”
    Poi la coscienza tacque lasciando dietro di se un'immensa vergogna.


    Tornando verso il suo alloggio Askin si sentiva leggero come una piuma ; una vorticosa felicità lo permeava da capo a piedi, la mente era serena, libera da qualsivoglia preoccupazione o ansia. Il turbamento dovuto all'incubo si era dissolto come nebbia spazzata via dal vento del mattino. Tutto merito di Yoruichi che per la seconda volta aveva scacciato l'oscurità dal suo cuore.
    “ Ah … è proprio vero : le donne piccole sono le più comode da abbracciare. ”
    All'inizio quel gesto era stato dettato dalla pura necessità, un bisogno istintivo di calore e conforto. Ma tutto era cambiato quando la Dea l'aveva ricambiato l'abbraccio ; per cinque minuti un tepore l'aveva avvolto, soffice, inaspettato, incredibilmente piacevole.
    Se l'immaginò ancora, quasi raggomitolata contro al suo petto, il rossore del volto, le reazioni impacciate.
    “ Non pensavo un semplice abbraccio potesse essere così miracoloso … spero solo non abbia frainteso … anche se … era così carina ! ”
    Il sole s'avviava al tramonto, tinte arancioni e rosse solcavano il cielo simili a pastelli su una tela quando giunse davanti alla porta d'ingresso. Il finale perfetto per una giornata perfetta. Stava per entrare quando qualcosa lo bloccò. Durò un battito di ciglia ma lo avvertì forte e chiaro. Un brivido glaciale lungo la spina dorsale. Per un frazione di secondo nell'aria fu invasa da un'aura restia carica di odio. Esitò, poi con forza fece scorrere lo shoji.
    Dritto davanti a lui, seduto su di una delle due sedie intorno al tavolo, stava Kisuke, le mani poggiate sul manico della zanpakuto a forma di bastone, nel viso un'espressione calma e sorridente.
    << Oh … finalmente sei tornato. Scusa se mi sono permesso d'entrare, ma vedendo non arrivavi … >>
    Rammentando la sgradevole sensazione di poco prima, Askin lo scrutò interrogativo e guardingo. L'istinto gli suggerì di non abbassare la guardia.
    << Tranquillo … a cosa devo questa visita ? >> chiese entrando e chiudendo la porta.
    << Ero solo curioso di vedere come stavi, dove due mesi che non ci vediamo … >>
    << … Non riesci a inventarti una scusa migliore ? >>
    << Perché dovrei mentire ? >> chiese il Capitano spalancando gli occhi << Intanto complimenti, hai arredato bene questo buco, ora pare proprio una casetta confortevole. >>
    “ Complimenti a te, sei riuscito a sviare la mia domanda in men che non dica … va bene starò al tuo gioco … per un po'. ”
    << Grazie. >> disse rivolgendogli un sorriso cordiale << Sono riuscito a permetterlo coi soldi risparmiati. E in questa mia confortevole casetta risulterei maleducato a non offriti nulla. >> continuò andando ad accendere la luce dall'interruttore posto sul muro a destra << Dimmi … gradisci qualcosa da bere ? >>
    << Si volentieri. >>
    << Acqua ? Aranciata ? Coca-Cola ? Ho anche una bottiglia di vino bianco. >>
    << Nahh … il vino non mi ha mai entusiasmato, vada per l'aranciata. >>
    Askin continuò a rimanere vigile ogni secondo ; quando posò il libro regalatogli da Yoruichi sopra una delle mensole, quando aprì e chiuse il frigo, quando verso il succo in due bicchieri, e soprattutto quando si sedette al suo fianco porgendo la bevanda.
    << Grazie … >> disse lui dopo il primo sorso << Sai … ho parlato con Mayuri mentre venivo qua. Mi ha riferito dei tuoi recenti progressi all'Istituto di Ricerca. Hai raggiunto un'ottima posizione in poco tempo. Complimenti ancora. >>
    << … In qualche modo bisogna tirare avanti. Tu invece ? >>
    << Nulla di eccitante purtroppo : ho ripreso a fare il Capitano come hai vecchi tempi, inoltre stavo penso di … >>
    Askin seguì poco o nulla del discorso, troppo concentrato sull'irritazione che irrefrenabile cresceva in lui. Odiava le persone così, false, che usano costantemente giri di parole ... e forse, a giudicare dalla perenne faccia da volpe, pure il biondo covava un sentimento del genere nei suoi confronti.
    “ Accidenti, perché non te ne vai ? ” si ritrovò a pensare a un Non voglia rovinare una bella giornata come questa. ”
    Quasi avesse fiutato quel pensiero l'altro sorrise beffardo e con voce ironica chiese :
    << Ma tornando a te … come occupi il tempo libero ? >>
    << Passeggio. Ci sono molti boschi meravigliosi fuori dal Seireitei. >>
    << Anche oggi ci sei andato ? >>
    << Si. Molto ristoratrice. >>
    << Oh non ho dubbi a riguardo … >>
    In un breve e teso silenzio, l'espressione di Kisuke cambiò, un mutamento quasi impercettibile ; negli occhi verdi balenò un lampo di rabbia, celato con abilità sotto l' espressione quieta. Per la seconda volta, Askin avvertì un brivido gelido attraversargli la schiena e una paura, istintiva e primordiale, lo invase. Ma non volle arrendersi, prese coraggio, anche se questo significava giocare col fuoco.
    << Hai qualche problema con le passeggiate ? Non vedo come ci essere qualcosa di ma- >>
    Proprio in quel momento il Capitano mosse le dita. Allora il fuoco si manifestò tramutato in sottili, invisibili, dolorosi fili che lo strinsero in una morsa tremenda. Erano ovunque, intorno al collo, al petto, al bacino, alle braccia, alle gambe … stranamente però la paura scomparve lasciando il posto alla rabbia e all'ironia. Lo guardò e non pote far a meno di lasciarsi sfuggire una risatina.
    << Sei davvero un fottuto bastardo lasciatelo dire. Prendersela coi più deboli … è da stronzi aggiungerei. >>
    << Sai alcune tecniche le posso mantenere anche dopo il Bankai, come questi fili … te li ricordi vero ? >> domandò Kisuke muovendo l'indice.
    La morse intorno alla gola si strinse leggermente.
    << C-certo … ! Come fare a dimenticarli … ! >>
    << Per attivarli ho dovuto ferirmi. >> disse mostrando il leggero taglio sul braccio sinistro << Ho usato un tuo coltello ma tranquillo, l'ho lavato e rimesso apposto. Uffi … tornando al discorso principale, mi stavi chiedendo se ci fosse qualcosa di male nel passeggiare. Nulla in effetti, l'aria pura fa bene ai polmoni, camminare tonifica le gambe, il problema mia caro Askin, è chi si sceglie si va a passeggiare e tu … sfortunatamente hai scelto un'affascinante compagnia. >>
    << Interessante … da cosa l'avresti intuito Mr. So-Tutto-Io ? >>
    Lui rimase un attimo in silenzio, infine s'alzo portandosi alla sua destra. Continuava a sorridere, ma Askin ne percepì la totale assenza di bontà. Tale percezione trovò conferma non appena le sue dita strinsero i capelli all'altezza della nuca e tirarono. In un violento strattone le vertebre si piegarono all'indietro. Nel dolore socchiuse gli occhi, quando li riaprì Kisuke torreggiava su di lui, vicinissimo all'orecchio.
    << Mi hai definito uno bastardo e uno stronzo … Non è vero, semmai avresti dovuto usare l'aggettivo previdente. Prima d'agire infatti, ho voluto accettarmi di quanto era giunto alle mie orecchie. Poi l'ho sentito … appena ti sei avvicinato … lo sento chiaramente anche ora, più forte e inebriante : il profumo di Yoruichi. Forse ... troppo forte. >>
    A quella parole ogni pensiero razionale lo abbandonò. Cominciò a ridere osservando Kisuke con un misto frenesia e disprezzo. Tutta la situazione era … semplicemente ai limiti della sua immaginazione, assolutamente … divertente.
    << Ah … Ah ! Aaaah ! … Gelosia ?!? Ma dai, non pensavo un sentimento simile potesse toccarti. Urahara Kisuke, uno dei 5 potenziali bellici, geloso … sembra una barzelletta ! >>
    Qualcosa si mosse, veloce e improvviso. L'attimo dopo era a terra contorto su di un fianco, la guancia segnata da un profondo livido, la bocca impastata di sangue. Contorse il collo mentre un rivolo di scarlatto scendeva sul mento, in tempo per vedere il Capitano inginocchiarsi dietro di lui, le mani conserte intorno al manico delle spada.
    << Non la definirei gelosia … >> continuò con la solita irritante calma << ... più previdenza come ti ripeto. Io e Yoruichi ci conosciamo da quando eravamo bambini. Io l'ho vista crescere, maturare in tutti i sensi. L'ho vista elevarsi sopra ogni-altra-singola-donna della Soul Society. La mia Yoruichi si è eretta a tal punto che le è stato affibbiato l'aggettivo Dea. All'improvviso però, per ironia della sorte è comparso un verme e … un verme non può essere comparato a una divinità. >>
    Nonostante la minaccia, nonostante la tortura, Askin rise … rise di gusto e la risata riecheggiò nell'aria, nervosa, macchiata da un pizzico di follia.
    << Ah … ah ! Ma quanto sei ridicolo, talmente ridicolo che potrei vomitare ! Dimmi di cosa hai paura … che la baci ? Accarezzi il suo bel corpicino ? Che me la scopi ?!? >>
    Di risposta lui gli diede una spinta, poi fili si mossero frenetici inchiodandolo completamente contro il pavimento. Alcuni però continuarono il loro percorso, come lame calarono sulla schiena, penetrando i vesti e la carne. Sgranò gli occhi … ma nell'ultimo briciolo di lucidità e orgoglio, strinse denti.
    “ Non voglio darti … la soddisfazione di vedermi urlare … ”
    I fili affondavano per un centimetro, il sangue cominciò a uscire iniziando a imbrattare il kimono. Intanto Kisuke lo fissava in un'espressione indifferente, quasi annoiata. A un certo punto … quasi a voler rendere quel gioco più interessante iniziò a muovere i fili avanti e indietro su e giù. La carne parve prendere fuoco, sangue s'aggiunse ad altro sangue, fin quando non sporcò pure il pavimento. Dopo un minuto di quella danza macabra e sadica, Askin cedette. Stava per urlare quando Kisuke gli tappò la bocca e senza smettere la torturarlo, s'avvicinò portandosi a pochi centimetri dal suo viso.
    << Yoruichi non ha colpe, è sempre stata volubile … >> disse in un sussurro che a stento calava la rabbia << … ma tu, caro Askin, sei un lurido verme, e cosa fanno i vermi ? Strisciano per terra e vengono fatti a pezzi, proprio come te in questo momento. Un verme, non dovrebbe neanche posare lo sguardo su di lei. Sono stato chiaro ? >>
    I fili interruppero il loro orrendo lavoro. Sorridendo Kisuke tolse la mano dalla bocca in attesa di risposta. In un silenzio sospeso, Askin fissò il suo carnefice e l'odio a lungo trattenuto esplose come un mare in tempesta.
    << Fottiti … ti basta ... come risposta … stronzo ? >>
    Un pugno lo centrò dritto in faccia. Nel nuovo dolore, il sapore metallico del sangue si fece più intenso. Annaspò in mezzo a una pozza scarlatta e melmosa sputando resti di sangue e saliva, gli occhi semichiusi, la vista annebbiata. Kisuke ormai era invisibile, lontano e a mala pena percepì i suoi passi allontanarsi.
    << Lascia che mi complimenti ; pur perdendo i poteri ti è rimasta una sorprendente resistenza. In ogni caso, spero rifletterai sulle mie parole. >>
    I fili si dissolsero mentre la presenza di Kisuke scomparve pian piano.
    L'improvvisa liberazione fu un sollievo indescrivibile, ma ridotto c'era pote soltanto rimanere immobile. In un tempo che parve un'eternità, la tensione lasciò posto alla stanchezza, una stanchezza così densa da impedirgli di pensare. A lungo rimase accasciato su un fianco, lentamente, cullato da respiri via via più lunghi, la mente riacquistò lucidità. In un ringhio le parole uscirono, rabbiose e sprezzanti.
    << Come a fa a piacerti un mostro simile … Yoruichi ? >>
    << Oh ! Guarda guarda che bel laghetto rosso … ! Potrei quasi farci un tuffo ! >>
    Con uno sforzo immenso mosse la testa in direzione della voce. Al limitare della porta Mayuri e Nemu lo osservavano con espressioni contrastanti : gli occhi gialli dello scienziato erano serrati in uno sguardo divertito, quelli di lei solcati da un misto di preoccupazione e sgomento.
    << Mi sembrava d'averti avvertito … >> continuò lui entrando a grandi passi, le braccia incrociate dietro alla schiena << … dovevi stare lontano da lei e questo è il triste epilogo dovuto alla tua negligenza. Nahh … ! Come c'è andato giù pesante ! Nemu vieni a curarlo per favore. >>
    Come liberata da pesanti catene, la ragazza si precipitò da lui. Inginocchiandosi lo trascinò via della pozza di sangue, poi con estrema delicatezza sfilò la parte superiore del kimono ponendo le dita appena sopra la schiena.
    << Tranquillo Askin-san, tra poco si sentirà meglio … “ Fiorisci tra le acque della purezza. Nel bianco dei tuoi petali troverò la pace.“ Incantesimo numero 32 … Iyashino hasu !* ” >>
    Una luce comparve alle sue spalle. Di sbieco intravvide un fiore luminoso comparire all'altezza della scapole dove i tagli erano più profondi, seguito da un piacevole senso di leggerezza. La guarigione avrebbe richiesto tempo, così ne approfittò per riportare l'attenzione su Mayuri che intanto si era seduto.
    << Veramente … mi avevi messo in guardia dal Casato Shihoin. >>
    << Beh a quel tempo non avevo ben chiara la situazione … >> replicò lui bevendo il succo d'aranciata rimasto nel bicchiere di Kisuke << … ora dopo attente ricerche, ho capito : alla Famiglia non importa nulla di Yoruichi, visto che cent'anni or sono designarono Yushiro a primo erede, pure la decisione di rimetterla a comando delle Unità Mobili Segrete è stata dettata più dal … desiderio di far bella figura, non so se comprendi ? E poi si, ho dimenticato Urahara, ma in quel momento non potevo certo screditare un “ collega ” appena rieletto. In fondo però ... tu conoscevi già i rischi, sbaglio ? >>
    << Si … >> rispose dopo un silenzio riflessivo << … ho osservato a lungo la Soul Society … so quanto loro siano legati, quante speranze ripone Yoruichi in lui e so … quanto soffra a causa sua. >>
    Mayuri sgranò gli occhi e una risata soffocata per poco non lo fece cadere dalla sedia.
    << Ah ! Ah ! … Dal tono sembri quasi un uomo innamorato ! >>
    A quelle parole un ricordo riaffiorò. Un ricordo piacevole, tranquillo che nulla aveva a che spartire con l'incubo del pomeriggio ; un viale alberato, alti palazzi bianchi i cui contorni ormai erano sbiaditi nelle nebbie della memoria, un profumo di rose, una piccola figura che passa al suo fianco, un libro che cade.
    “ Ah … ! Mi scusi signorina … ! Le è caduto questo. ”
    “ Oh ! Mi perdoni …! Che sbadata ! ”

    Una mano delicata, bianca come la neve, il viso più bello che aveva mai visto fin ad allora.
    Insieme avrebbero condiviso gioie e dolori d'una breve vita terrena.
    In un sospiro tornò al presente. Le ferite erano state quasi del tutto rimarginate permettendogli di recuperare un po' di forze. Si mise a sedere, dietro Nemu non osò interrompere l'incantesimo, e rivolse all'altro un sguardo serio.
    << Innamorato ... non è un aggettivo da usare con leggerezza. Al momento … posso solo ammettere di star bene con Yoruichi e … credo valga lo stesso per lei. >>
    << Interessante … quindi non ti arrenderai ? >>
    Conosceva già la risposta, la sapeva fin da quando Kisuke aveva stretto quei dannati fili intorno a lui. In un sorriso deciso, alzò un braccio puntandosi il pollice contro il petto.
    << Lo stronzo potrà divertirsi a ridurmi così altre mille volte, ma sta pur certo che non mollerò ! >>
    << Oh … queste sono parole molto ardite. >> ammise lo scienziato alzandosi << Sarà affascinante osservare l'evolversi della situazione. Buona fortuna. Scusami, ma adesso devo continuare alcuni esperimenti, Nemu … appena hai finito raggiungimi. >>
    << Si Mayuri-san. >>
    Non appena superò l'entrata il Capitano si fermò e senza voltarsi aggiunse.
    << Askin, mi aspetto grandi cose da te. Quindi … non smettere di sorprendermi ! >>
    E detto questo s'avviò scomparendo alla vista.
    Askin fissò la porta lasciata aperta chiedendosi quale fosse il significato nascosto dietro l'ultima frase : conoscendo Mayuri c'era da aspettarsi di tutto. Nel mentre Nemu aveva finito la cura, la schiena era completamente apposto : le ferite cicatrizzate, le ossa riformate, nonostante questo, uno sporco e una puzza nauseante permeavano nella pelle. All'improvviso qualcosa venne appoggiato sul pavimento. Si girò. Nemu si stava proprio dando da fare, silenziosa, aveva preso un secchio e alcuni stracci da sotto il lavandino e ora si accingeva a lavare il pavimento impregnato di sangue.
    << Aspetta ti aiuto. >> disse allungando un braccio.
    << Tranquillo Askin … ora pensa a riposarti. >> assicurò lei.
    << Uhm … vado a farmi una doccia … >> s'alzò e continuando a fissarla disse << Grazie … per avermi curato. >>
    In bagno fece una calda e intensa doccia. L'acqua lavò via il sangue, ma anche l'odio e la rabbia, adesso voleva solo ricordare le magnifiche emozioni di quella meravigliosa giornata. Uscito si vestì e tornò nell'altra stanza. Il pavimento intorno al tavolo pareva luccicare, nell'aria aleggiava una lieve fragranza di pulito. La ragazza, china nel lavandino, era intenta a risciacquare gli stracci sporchi.
    << Oh … sei stata veramente brava. >> si complimentò portandosi al suo fianco.
    << … Quando ero piccola la maggior parte del tempo lo passavo pulendo i corridoi e le attrezzature dell'Istituto di Ricerca. >>
    << Non l'avrei mai detto, sai ? >>
    << Mayuri-san dice spesso che pure le cose banali possono rivelarsi utili in futuro. Così ha sempre cercato … di farmi vivere più esperienze possibili. >>
    << … Sai, all'inizio non capivo bene quale rapporto vi legasse, ma ora ho capito che tiene molto a te. Nonostante … abbia un strano modo di manifestarlo. >>
    << Si … io sono il più grande capolavoro di Mayuri-san. >> mormorò lei un pochino rossa.
    << Se è stato lui a dirtelo, di certo è il migliore dei complimenti. >>
    << Non me l'ha detto direttamente … comunque come stai adesso ? >>
    La domanda risvegliò in lui un'innaturale stanchezza, il ristoro trovato nella doccia si affievolì, le membra divennero pesanti e non desiderò altro che dormire. Volse lo sguardo sul letto in fondo alla stanza, sul morbido materasso, sui cuscini vaporosi.
    << Abbastanza … ho solo bisogno di riposare una mezz'oretta. >>
    Tre secondo dopo si sdraiò assaporando il fresco di quel piccolo rifugio. Stava per addormentarsi quando una frase gli tornò in mente.
    - Ma quanto sei ridicolo, talmente ridicolo che potrei vomitare ! Dimmi di cosa hai paura … che la baci ? Accarezzi il suo bel corpicino ? Che me la scopi ?!? -
    Rimase interdetto. Davvero … aveva detto una cosa simile ?
    “ Si ” urlò la coscienza sdegnata.
    A quella consapevolezza, la vergogna gli invase il cuore. Poche volte si era sentito così … così stupido, così idiota, così incosciente … così egoista. Si raggomitolò rivolto verso il muro, come se fissare la parete di legno potesse proteggerlo dallo giudizio del mondo.
    “ Perdonami Yoruichi … non lo pensavo veramente ... ero accecato dall'ira … perdonami … perdonami … ”
    Strinse uno dei due cuscini immaginandosi la piccola Dea infossata nel suo petto. Ripete quell'ultimo pensiero più e più volte, finché l'animo non si rasserenò. Poi finalmente, cullato da un dolce tepore, s'addormento.
    Dopo una circa mezz'ora Nemu lo chiamò. Non ottenendo risposta, s'avvicinò e vide dormiva profondamente. Lo coprì col lenzuolo e silenziosa tornò da Mayuri.





    Incantesimo 32 : *kido inventato da me, letteralmente significa Loto Guaritore.

    Glossario :

    *anko : marmellata di fagioli azuki.
    *Aoi ha : lett. Foglie blu.
    * geschenk : regalo in tedesco.
    *shoji : pannello giapponese che costituisce le tipiche porte scorrevoli.
    * zaru soba : piatto tipico estivo. Spaghetti di grano saraceno serviti con alghe nori arrostite su fiamma, di solito si accompagna con un piatto di tempura o altri condimenti altrettanto ricchi.
     
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    Il potere della lettura ... le immagini te le crei tu lol ^^
     
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    Ho revisionato il testo del Capitolo 1 mettendolo come pubblicato su EFP ^^

    Ora bando alla ciance vi sparo il Capitolo 5 ^^
    ovvero il capitolo più piccante dell'intera storia ^^
    eh eh <3
    Buona ... lunghissima lettura <3

    Capitolo 5 : Le Lucciole danzano sognando l'Amore
    Nell'oscurità della camera, sdraiata nel soffice futon, Yoruichi avvertì qualcosa accarezzarle la schiena nuda. Ma non volle girarsi continuando ad assaporare quel calore che lentamente percorreva la pelle. Era un calore sconosciuto, elettrizzante e sensuale, mai provato fino d'allora. Quando si rese conto d'essere accarezzata da mani sconosciute, non fu il panico a sopraffarla, ma il desiderio di gustare più affondo quella magnifica sensazione.
    Le mani scesero raggiungendo il fondo-schiena. Il calore si tramutò, divenne forte, erotico, irrefrenabile. Ansimò sollevando il bacino e di risposta le mani ne approfittarono ; vogliose percorsero la linea del sedere fino ad arrivare in mezzo alla gambe e provocandole una scossa di puro piacere. Persa in quel calore peccaminoso incurvò la schiena all'indietro. Contemporaneamente qualcuno di piegò su di lei. Yoruichi ne avvertì il respiro perso nell'eccitazione sfiorargli il collo.
    << Allora … ti piace piccola Dea ? >>
    Udendo quella voce sgranò gli occhi e …


    … si svegliò.
    Ansimante, bagnata dal sudore, avvertiva il cuore martellarle nel petto in preda alla confusione, le tempie pulsare mentre agitata cercava a tutti i costi di cancellare quel sogno.
    A lungo fissò il soffitto, appena visibile nella luce del primo mattino, ma fu inutile.
    Tutto era cominciato una decina di giorni prima, l'idiota l'aveva abbracciata ... da allora erano cominciati i problemi. Lui si comportava bene, anzi benissimo, come se nulla fosse successo. In effetti la colpa era solo sua ; a volte guardandolo era stata colta un forte imbarazzo e aveva desiderato soltanto allontanarsi. Ma perché darci peso ? Era normale ; in pochi l'avevano stretta in quel mondo, ma in ogni caso cosa ci voleva ?!? Bastava pazientare e nel giro di … qualche settimana ogni cosa sarebbe tornata al suo posto.
    O almeno così aveva sperato fino a due minuti prima.
    Nella vergogna si raggomitolò infossando la testa nel cuscino.
    << Non posso … crederci … non posso crederci … >> bisbigliò nel buio << Non … posso aver … sognato … ah … è più grave di quanto pensassi … >>
    Rimettendo in ordine i pezzi i problemi erano i seguenti :
    1) sogno a … evidente sfondo erotico.
    2) Askin
    Che uniti facevano un gran bel casino. Fortunatamente in casi così gravi aveva sempre una soluzione, o per meglio dire LA soluzione.


    Era una mattina come tante nella Residenza Shiba, Kukkaku stava riparando alcune tegole cadute per via del forte temporale avvenuto la sera precedente.
    << Quell'idiota di Ganju … sempre in giro con quel branco di idioti ! Manco una volta che si rendesse utile. >> borbottò tra se finendo di sistemare l'ultimo chiodo nella trave.
    Il sole brillava alto e il cielo era limpido come solo l'estate sa donare, a ovest però si stava rabbuiando e cupi nubi minacciavano un'altra tempesta trasportate da un vento umido.
    << Speriamo di finire in tempo … ah … se solo lo zio fosse qui … >>
    L'adorato e simpatico zio ... le era stato vicino dopo la morte di Kaien, consolata nei momenti difficili, dato la forza per andare avanti … poi improvvisamente era sparito nel nulla. Nessuna avvisaglia, nessun messaggio lasciato sul comodino … nulla di nulla. Erano passati più di 10 anni e da parte del Gotei 13 ancora nessuna notizia. Da allora tutte le giornate parevano scorrere uguali, in una continua e irritante routine.
    << Ah … sono proprio circondata da stupidi … lo zio si alza una mattina e decide di farsi una lunga vacanza ! Lasciandomi con un fratello scansafatiche … che vadano tutti al diavolo ! >>
    << Onee-san ! Onee-san ! >> la chiamò Ganju dall'altra parte della casa.
    << Accidenti a lui … >> borbottò grattandosi la fronte << Che vuoi ?!? Sei di nuovo caduto dal cinghiale ?!? >>
    << Potresti … venire cinque minuti ? >>
    << Sto finendo un lavoro ! É urgente ?!? >>
    << Veramente … ci sarebbe un uomo. Desidera parlare con te. >>
    Alzò un sopracciglio interrogativa. Chi mai poteva presentarsi così all'improvviso ? Probabilmente un committente per i fuochi d'artificio … ma in quel momento non era esattamente dell'umore giusto per ricevere clienti.
    << Noi non riceviamo senza appuntamento, digli di tornare domani. >>
    << Kukaku … lui … dice di sapere dove si trova lo zio … e anche Yoruichi. >>
    Il cuore ebbe un tonfo e il martello si fermò a mezz'aria. Passarono alcuni secondi prima che il cervello ricominciasse a pensare. E in quel frangente il corpo fremette carico di rabbia.
    “ Chi cazzo è 'sto qui ? Come diavolo si permette d'insinuare certe cazzate ?!? ”
    Stringendo i pugni scattò in piedi e prese una rincorsa balzando infine oltre il tetto della casa. Dall'alto vide Ganju, il viso allarmato fisso su di lei, e lo sconosciuto poco distante girato di spalle.
    << Nooo ! Ti prego Kukaku ! >> gridò il fratello mettendosi le mani nei capelli.
    << Sta zitto !!! >> e piombò giù come un meteorite sul malcapitato.
    Rotolarono per un paio di metri, fermandosi Kukaku lo bloccò a terra premendo le gambe divaricate contro l'ampio petto.
    << Ecco vedi ! >> gridò infuriata rivolta a Ganju << Come al solito ti sei fatto infinocchiare dal primo imbecille che passava ! Idiota ! >>
    << Sorellona … perché devi fare sempre così ? >> piagnucolò lui troppo spaventato per avvicinarsi.
    << Io sono l'erede di questa famiglia ! Io decido come agire ! >>
    << Ahi … ! Ahi … ! Che male … in effetti Isshin mi aveva pure avvertito … ora posso confermarlo … sei piuttosto manesca ... cara la mia prima erede del Casato Shiba. >>
    Una voce calda e rilassata giunse alle sue orecchie, ma dopo un attimo d'esitazione la rabbia prese di nuovo il sopravento.
    << Grrr … ! E tu chi saresti sentiamo un po' ?!? >> sbraitò portando finalmente l'attenzione sull'intruso << Secondo me sei solo … !!! … >>
    La frase morì in gola e un forte imbarazzo la travolse simile a una tempesta. Tra le sue gambe si trovava un giovane uomo, a occhio e croce di circa 20-25 anni, il cui viso era … quanto di più bello avesse mai visto : mascella pronunciata, occhi marroni profondi e al tempo stesso sicuri, capelli neri e mossi. Ma il dettaglio la catturò furono le labbra, labbra carnose e perfette che ora le sorridevano come se nulla fosse.
    “ Cos-cosa diamine mi prende adesso … ? ”
    Scosse la testa e riprendendo a fatica il filo del discorso ripete :
    << Solo … un lurido … bugiardo. >>
    << Imbecille, lurido e bugiardo … >> ripete quello senza smettere di sorridere << … aggettivi molto colorati devo ammetterlo, ma lascia che mi presenti. Mi chiamo Ginjo Kugo, Sostituto Shinigami. Piacere di conoscerti. >> concluse porgendole la mano.
    Kukaku la fissò e in un vortice incontrollato d'imbarazzo e rabbia cadette all'ira iniziando a prenderlo a pugni in testa.
    << Visto Ganju ?!? Questo qui è un bugiardo bello e buono ! Sosituto shinigami … che diamine sarebbe ?!? >>
    << Beh vedi … ahi … >> rispose l'uomo proteggendosi con le braccia << … è una nuova carica … ahi … istituita da circa due anni, se tieni conto del tempo nel mondo terreno … ahi … se vuoi ti mostro il distintivo … l'ha costruito Kurotsuchi Mayuri in persona … ahi ! >>
    << Non mi interessa !!! Sarà sicuramente un abile trucchetto costruito per ingannarmi ! Ma dimmi brutto impostore … perché affermi di conoscere Yoruichi e sopratutto lo zio ?!? >>
    << Se la smetti di menarmi e … di offrimi i panorami del tuo seno e interno-coscia, magari potrò spiegarmi meglio. >>
    Dopo un attimo di totale confusione riprese a pestarlo, questa volta mettendoci il doppio della forza.
    << Sei pure maniaco oltre che bugiardo !!! >>
    << Ahi !!! Parla quella che si mette in pose provocanti … ! >>
    << Non è provocante ! E anche se lo fosse, questo non ti dà il permesso di guardarmi le tette e sopratutto la … >>
    << Sorellona adesso smettila. >>
    Si ritrovò bloccata tra le forti braccia di Ganju. L'impostore sgattaiolò via, ma non si arrese provando a prenderlo a calci.
    << Maniaco ! Maniaco ! >>
    << Santa pazienza … >> mormorò lui cercando qualcosa nel'interno del kimono << … Ora calmati e apri questa. >>
    Sotto il naso si ritrovò una semplice busta di carta bianca.
    “ Guarda quanto è abile il bugiardo-maniaco … beh almeno porrò fine a questa pagliacciata ! ”
    Gliela strappò di mano aprendola velocemente. Alle sue spalle Ganju osservava ogni movimento in religioso silenzio. La prima cosa che estrasse fu una lettera. Sgranò gli occhi non appena riconobbe la scrittura. Non poteva sbagliarsi … era quella di Yoruichi. Senza accorgersene iniziò a leggere ad alta voce.
    << “ Cara amica, già m'immagino la tua faccia quando riceverai la busta. Lo so, è da un po' che non mi faccio sentire, più o meno cent'anni ? Conoscendoti avrai pestato il tizio irritante a cui ho consegnato la lettera … ” >>
    << Irritante ? >> protestò l'interessato sottovoce << Come se lei fosse a modo … >>
    << … “ Ma devi esserne grata, perché è grazie a lui se si sono create le condizioni favorevoli a un mio, seppur lieve, riavvicinamento. Tornando a noi ; ti informo che sto bene e dogo di ottima salute, Kisuke è sempre il solito e ha aperto un emporio, l'Urahara Shop ( che fantasia ! ), i Capitani colpiti dall'hollowficazione si sono uniti sotto il nome di Vizard, colpa di Hirako e delle sue manie di protagonismo. Al momento alloggiamo a Tokyo nel quartiere di Karakura. Al più presto ti scriverò ancora, desidero spiegarti meglio il motivo per cui ho salvato Kisuke e cosa c'è realmente dietro il nostro esilio. Un abbraccio. Con affetto Yoruichi.
    P.S. Il tizio irritante si chiama Kugo.
    P.S.S. Gli piace il ramen, specie quello shirakawa.* “ >>
    Quando finì s'accorse che gli occhi erano diventati umidi.
    << Sorellona … c'è ancora qualcosa dentro. >> le fece notare Ganju.
    Percepì il battito incontrollato del proprio cuore mentre le dita tremanti estraevano il secondo oggetto. Una foto. E nell'immagine riconobbe subito lo zio Isshin, sorridente e felice mentre abbracciava una ragazza il cui volto traspariva allegria e amore, in mezzo, stretto tra le loro braccia, c'era un neonato.
    << Dietro c'è una piccolo messaggio … >>
    Non seppe dire se a parlare fosse stato Ginjo oppure il fratello, perché quasi meccanicamente girò la piccola foto. Nella calligrafia dello zio, una breve scritta recitava :

    “ Ciao miei adorati nipoti ! Vi presento la mia famiglia : Masaki, la ragazza più solare del mondo e Ichigo, il nostro figlioletto ! Non è un amore di tenerezza ? ”
    Un forte bacio,
    Isshin. ”

    Tornò a guardare la foto e in un singhiozzo le lacrime cominciarono a scendere calde, piene di gioia. Pianse a lungo e a ogni lacrima la tristezza e le preoccupazioni svanirono, come portati via da una d fresca brezza estiva, a ogni lacrima la felicità troppo tempo desiderata rinacque dentro di lei, forte e travolgente.
    << Ah … ! Era per questo allora … stupido di uno zio … perché non hai detto nulla ? >>
    << Lo ha fatto per proteggere, per proteggere tutti. >>
    La voce di Ginjo giunse inaspettata, calda e carica di conforto. Alzando il viso, lo vide seduto sulla ghiaia a circa due metri di distanza. L'espressione allegra aveva lasciato il posto alla serietà, le iridi marroni fissavano un punto indefinito davanti a se, rivolte a ricordi lontani.
    << Proteggere ? Come ? Non capisco ... >>
    << Ah … è un discorso lungo ... >> rispose tornando a sorridere << … ma si dà il caso abbia tutto il giorno per spiegarti ogni cosa. >>
    Per la seconda volta le guance divennero bollenti. Piena di vergogna s'inchinò profondamente.
    << Ah ! P-perdonami ! Mi sono ... comportata malissimo … avrei … dovuto crederti subito. >>
    << Uhm … accetterò le scuse solo davanti a una buona ciotola di ramen ! >>

    Lentamente l'immagine di Kugo si affievolì fino a comparire. Passò un po' di tempo e pian piano
    Kukaku riemerse dal mondo dei sogni.
    Sdraiata nel futon si stiracchiò godendosi il fresco del lenzuolo sul corpo nudo. Intorno l'aria notturna sembrava in attesa dell'alba e i contorni della stanza erano accennati, immersi nella semioscurità. Passò qualche minuto e i raggi del sole filtrarono attraverso gli shoji creando uno stupendo effetto di luci. Davanti a quel piccolo spettacolo sentì l'animo rilassarsi mentre braccia forti le cinsero la vita. Ancora addormentato Kugo si raggomitolò su di lei infossando il viso nell'incavo della spalla. Felice socchiuse gli occhi lasciandosi cullare dal ritmo dal suo respiro e dal tepore del suo corpo.
    << Sai … >> sussurrò sicura di non svegliarlo << … ho sognato il nostro primo incontro, non è buffo ? Tu … >> con la coda dell'occhio ne osservò il viso bellissimo e rilassato << … sei molto cambiato da allora … ti sei fatto uomo e ora mi stai rendendo la donna più felice del mondo … spero che riuscirai a superare tutti gli esami all'Accademia, a entrare nel Gotei 13. E una volta riacquistato il titolo nobiliare, vorrei … mi chiedessi di sposarti. >>
    Quasi l'avesse udita, lui la strinse ancora di più mugugnando beato nel sonno.
    << Ma non devo sperare … so che lo farai. >>
    << Kukaku … ! >>
    Una voce improvvisa la fece sobbalzare. La riconobbe all'istante, in tempo per vedere uno shoji poco distante venir aperto da una zampa nera come la notte.
    << Yo-Yoruichi che diamine ci fai qui ?!? >>
    << Perdona l'intrusione … >> rispose lei con l''inconfondibile voce da uomo << … ma devo assolutamente parlarti ! É urgente ! >>
    << Ma … sono le sei del mattino … ! >>
    << Appunto, questo dovrebbe farti capire la mia disperazione ! >>
    In una nuvola di fumo la migliore amica riassunse sembianze umane. Il lieve fumo si dissipò rivelando le forme sinuose della Dea Lampo. Kukaku temette fosse nuda come spesso capitava in quelle situazioni ; per “ fortuna ”Yoruichi indossava una vestaglia scura, o meglio un hiyoku* che a malapena copriva il sedere e l'incavo del seno. Stranamente i capelli erano sciolti e ricadevano fluenti sopra la schiena.
    << … Perché ti fai sempre trovare mezza nuda ? >> borbottò sfregandosi gli occhi.
    << Avanti Kukaku … ! Esci da lì … ! >>
    Sbuffò irritata, avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di non uscire da quel caldo abbraccio. Purtroppo conosceva bene Yoruichi … sapeva quanto poteva essere insistente, testarda, ma anche bisognosa di conforto, un conforto che solo lei sapeva darle. I migliori amici in fondo si vedono nel momento del bisogno, così, un po' a malincuore, scivolò via dalle forti braccia dell'amato, attenta a non svegliarlo.
    << Ku … Kukaku … >> mormorò aprendo leggermente gli occhi << … non metterti a 90 … così mi viene voglia di … ah … cosa ci fa Yoruichi qui ? >>
    << To-torna a dormire ! >> disse mollandogli un piccolo pugno in testa.
    Kugo mugugnò girandosi sul fianco opposto e riprendendo a respirare profondamente.
    << Oh … meno male. >>
    << Kukaku … in basso … >> disse l'amica distogliendo lo sguardo.
    Tornando a guardarlo ne notò il sedere scoperto.
    “ Ah … poteva andare anche peggio ! ” pensò coprendolo col lenzuolo.

    Seduta appena fuori dalla casa, gustandosi un the tiepido sotto l'azzurra luce del mattino, ascoltò con pazienza il discorso di Yoruichi. Ma vuoi la sonnolenza, vuoi la piccante fantasia messa in testa da Kugo, dovette farsi ripetere le frasi più volte.
    Alla fine una cosa fu chiara : un altro uomo era entrato nella sua vita. Questo spigava lo strano comportamento durante la sera dei fuochi d'artificio qualche mese addietro. In ogni caso non possedeva abbastanza elementi per consigliarla.
    << Avanti … dimmi chi è. >> la stuzzicò.
    << Perché dovrei ?!? Ta-tanto non lo conosci … >>
    << Yoruichi … >>
    << … Uffa ! Va bene te lo dico … però avvicinati. >> e quando Kukaku si mise a portata d'orecchio sussurrò << Si … si tratta del Quincy. >>
    << Eh ?!? Come scusa ?!? >>
    << … Per farla breve … si tratta dell'unico Quincy sopravvissuto alla Guerra Millenaria, anche se ora ha perso i poteri … comunque ! Coincidenza vuole che abbiamo combattuto l'uno contro l'altra e per una serie di ragioni io e Mayuri siamo riusciti a salvarlo dalla sentenza di morte dei 46 ! Dopo qualche mese abbiamo cominciato a vederci e … una volta mi ha pure abbracciato, non fraintendere ! Aveva bisogno di conforto ! Recentemente però ... la faccenda ha preso una brutta piega … io l'ho sognato … e … e … >>
    << Per caso … era un sogno erotico ? >> chiese per scherzo.
    Nella pausa che seguì si volse incuriosita, giusto per vederne il volto contratto dall'imbarazzo. Allora non riuscì più a trattenersi e scoppiò a ridere. Rise talmente forte che dopo poco rotolò all'indietro tenendosi la pancia stretta fra le mani.
    << Ku-Kukaku accidenti a te ! Smettila … il problema è molto serio … ! >>
    << Lo so … ! Lo so ! Ahh …però non avrei mai pensato di sentirti dire cose del genere … per te non esisteva solo Kisuke ? >>
    Sentendo quel nome la Dea divenne pensierosa e infossato il mento fra le ginocchia si chiuse in un confuso silenzio. Era sempre stato così : quando si trattava di questioni sentimentali Yoruichi si rivelava la persona più impacciata del mondo. Consapevole di questo Kukaku sorrise rimettendosi a sedere e attese. Dopo un po' l'amica parlò, la voce ridotta a un mormorio impacciato.
    << …. Kisuke non lo sa, non sa che ci vediamo. >>
    << Oh … ! >> fece lei stupita << … come mai ? >>
    << Non so … ho come l'impressione che si arrabbierebbe se glielo dicessi … o forse volevo un momento esclusivamente mio, volevo ... solo conoscere meglio questa persona … >>
    Tante, troppo volte Kukaku s'era ritrovata in quelle situazioni, sapeva come agire, in questo caso però il problema pareva più molto complicato del previsto.
    Aspirò profondamente dalla kiseru* e gettando fuori il fumo in piccoli anelli disse :
    << Descrivimelo. >>
    << Eh ? E perché dovrei farlo ? >>
    << Mi hai messo curiosità, ecco tutto. >>
    << Uh … vediamo … sarà alto … più o meno 1 e 85, magro, capelli corti e neri, occhi … occhi lilla credo … t-ti basta come descrizione ?!? >>
    << Non accuratissima, ma dai non è male. >>
    << Kukaku … ti prego. >>
    Per un attimo fu tentata di dirle la verità : “ Tu sei sempre stata innamorata di Kisuke e trovi inconcepibile l'attrazione per un altro uomo. Adesso più che in ogni altro momento devi guardare dentro te stessa, dentro il tuo cuore. ” Ma Yoruichi non era ancora pronta, una frase del genere per quanto sincera, rischiava solo di peggiorare la situazione.
    Posò la kiseru e bevve un sorso del the ormai freddo. Intanto il sole era sorto oltre le colline poco distanti, i suoi raggi inondarono il mondo di colore e tinsero il cielo di arancione e giallo. Osservando l'alba riuscì a trovare le giuste parole di conforto.
    << É normale … trovarsi imbarazzate con altri uomini. >> disse tornando a guardarla << Come è normale che la mente giochi brutti scherzi. Yoruichi, tu … comportati come sempre e se lui ha degli atteggiamenti … sbagliati faglielo notare. >>
    Il viso della Dea parve rasserenarsi. In un lieve sorriso, Kukkaku la vide bere un sorso di latte direttamente dalla tokkuri*.
    << Si … mi pare una buona soluzione. Grazie … ora mi sento meglio. >>
    << Di nulla ! Ricordati … io sono sempre qui ! … E un pochino mi mancavano queste nostre chiacchierate notturne o semi-notturne. >>
    << Già. Kukaku … posso chiederti una cosa ? >>
    << … Certo, dimmi. >>
    << Quando … quando hai capito di essere innamorata di Kugo ? >>
    In mezzo allo stupore iniziale comprese la necessità della domanda. Pian piano fece riaffiorare ricordi lontani e il paesaggio divenne la prosecuzione del sogno ; dopo un intenso pomeriggio di chiarimenti, sorprese e gioie, Kugo s'era andato salutandoli felice, guardando avanti le parve di vederlo ancora, scendere il fianco della collina sotto la luce del tramonto, il viso sorridente agitando la mano verso lei e Ganju.
    Avvolta da un tenero tepore, rispose con le parole piene di amore e leggerezza.
    << Forse ti suonerà strano, ma l'ho capito dal primo giorno, complice anche una frase di Ganju. “ Quel tipo è incredibile, ti ha fatto arrabbiare, piangere e ridere in un solo giorno. ” E in effetti quello è stato uno dei giorni più belli della mia vita, ricevere tue notizie dopo tanto tempo, scoprire la verità dietro la scomparsa dello zio … innamorarmi. >>
    << Deve essere stato … bellissimo. >> disse lei dopo qualche secondo.
    << Si … bellissimo. >> ripete dolcemente.
    Nel silenzio continuarono a godersi il sorgere del sole, ogni tanto Kukaku lanciava delle impercettibili occhiate all'amica. Adesso pareva più serena, ma una vocina nella testa le suggerì che quella strana avventura era appena cominciata.
    “ Yoruichi … qualsiasi strada sceglierai di percorre, ti auguro porti alla felicità. ”

    -.-.-.-.-.-.-.-.-.-

    Come tante altre mattine da un mese a quella parte, Askin si svegliò straordinariamente riposato. Stiracchiandosi la schiena, godette ancora un po' della frescura del materasso e della morbidezza del cuscino. Tale stato d'animo non era dovuto dovuto solo al sonno profondo ; una Dea infatti aveva iniziato a fargli visita nei sogni, sognava Yoruichi, sognava di parlarle, di camminare al suo fianco in mezzo a boschi lussureggianti, di regalarle nuove dolci leccornie, sognava il suo sorriso.
    << A volte ... non mi dispiacerebbe ricordare qualche sogno più piccante. >> si lamentò incrociando le mani dietro alla nuca. << Però … forse è meglio così. >>
    In uno sbuffò s'alzò e, essendo già nudo, ne approfittò per farsi una bella doccia mattutina.
    Sotto l'acqua fredda e ristoratrice, riflette su come impegnare la giornata. Era Domenica, il suo giorno libero e Mayuri, stranamente, non gli aveva affidato alcun compito improvviso … se Yoruichi fosse stata libera avrebbero potuto vedersi, purtroppo però la piccola Dea impegnava tutti i fine settimana in un allenamento speciale in una zona segretissima.
    “ Quasi quasi potrei andare a cercare ingredienti per un dolce estivo. ” pensò asciugandosi i capelli davanti allo specchio “ I biscotti al latte l'avranno stufata … si farò così ! E oggi pomeriggio si invita Nemu a cucinare, a patto che Mayuri non faccia storie … ”
    Indossò lo yukata celeste, l'ultimo acquisto di qualche giorno prima ( era costato 1535 kan )
    , si pettinò, prese una sacca di stoffa e uscì, non prima di aver dato un'ultima occhiata alla libreria affianco al letto. Nel piccolo mobile sbucava il dorso del libro “ Parole difficili come scriverle. “.
    “ Non vedo l'ora di riceverne altri. ” pensò allegro.
    Una mezz'oretta dopo raggiunse il Quinto Distretto. Aveva girato molti mercati nell'ultimo periodo, ma lì c'era una qualche possibilità in più di reperire prodotti occidentali.
    Subito andò a visitare la bancarella dedita alla vendita esclusiva di farina.
    “ Uhm … queste però non sono molto adatte per i dolci. Va beh, se preparo una torta tipo Kasekuchen* dovrei farcela. Vediamo … a casa dovrei avere tutto, mi mancano solo il limone e le uova. ”
    Comprata la farina, partì alla ricerca dell'ingrediente più difficile da trovare : il limone. Durante la lunga ricognizione un dettaglio lo stupì, un dettaglio che nulla aveva a che vedere col cibo : tutti lo trattavano normalmente, nessuno sembrava ricordarsi del suo passato da Sternritten.
    “ In effetti è normale … non ho quasi combattuto durante le due invasioni e sono mai entrato nel Rukongai. Ora sono un semplice cliente e vengo trattato come tale. Non è … affatto male. ”
    Nessuno sapeva nulla e lui era libero di comportarsi liberamente godendosi lo trascorrere dei giorni, in una quieta e calma quotidianità. Come nella via terrena, quando s'era trasferito in un piccolo villaggio sul mare insieme alla donna che amava, come adesso ... rammentando le parole della piccola Dea : scoprire questo mondo, vivere.
    “ E chissà … magari finirò per innamorarmi di nuovo. ” pensò mettendo il limone appena comprato nella sacca.
    Improvvisamente qualcosa, o meglio qualcuno, attirò la sua attenzione : l'uomo che stava comprando dei fagioli azuki nella banco affianco. Gli bastò un rapido sguardo per riconoscerlo. Alto, corpo massiccio, capelli neri, occhi dallo sguardo intenso.
    Si … non c'erano dubbi, quello era …
    << Il Demone che ha ucciso Yhwach. >>
    L'interessato sgranò gli occhi volgendosi di scatto verso di lui. Negli occhi brillava una luce confusa e interrogativa, ma dentro le iridi taglienti una rabbia ardeva come non mai, rendendo lo sguardo non dissimile da quello di un demone.
    << E tu chi diavolo saresti ? >>
    << P-Perdonami devo averlo detto ad alta voce. >> si scusò intimorito. << Non era mia intenzione … >>
    << Rispondimi. >>
    << Ehm … come posso spigartelo in mezzo a tutta questa gente … oh ecco ! Sono un certo sopravvissuto a una certa guerra ! >>
    L'uomo lo squadrò da capo a piedi alzando le sopracciglia dalla forma strana. Poi, come ricordandosi qualcosa d'importantissimo, il volto minaccioso si rasserenò e il tono divenne calmo e gentile.
    << Forse ho capito … ti chiami Askin giusto ? E lavori alle dipendenze di Mayuri. >>
    << Oh ! Accidenti … non pensavo d'essere diventato così famoso. >>
    << Diciamo ho le mie fonti … >>
    Osservandolo Askin si sentì divorare dalla curiosità : era come trovarsi di fronte a un immenso puzzle a cui manca un solo pezzo. In quel preciso istante si ritrovò davanti al secondo puzzle della sua esistenza, quella nell'Impero Invisibile, e l'uomo davanti a lui rappresentava il pezzo mancante.
    << Perdona la considerazione, ma aspettavo di vederti ai vertici di chissà cosa, qui alla Soul Society, e invece eccoti qui a fare la spesa come i comuni mortali. >>
    << Ho pensieri più importanti … e poi la fama non fa per me. >> disse mettendo i fagioli dentro un pesante zaino e caricandoselo sulle spalle << In ogni caso … questo non mi pare il luogo per discutere certi argomenti. Io ho finito e sto tornando a casa, se vuoi accompagnarmi per un pezzo sarò lieto di rispondere alle tue domande. >>
    << Oh … come sei gentile. Mi farebbe veramente piacere ! >>
    Usciti dal mercato superarono una fila di case giungendo a un sentiero battuto. L'uomo camminava avanti e pareva senza risentire dell'enorme peso sopra le spalle, dietro in trepidante attesa, Askin non vedeva l'ora di ottenere le tanto ambite risposte. Ma l'altro non proferì parola fin quando non costeggiarono un ruscello sul fianco di una collinetta.
    << Demone quindi … >> ripete calmo << … è così che mi chiamavate nel Wandenreich. Ripensandoci … pure quel mostrò mi chiamò Demone appena arrivai nella sala del trono nel Wahrwelt. >>
    << Mostro ? Intendi Yhwach ? >>
    << … Non ho altri modi per definirlo. >> sentenziò in vena di rabbia.
    Seguì un silenzio teso. Askin non riuscì a trattenersi e decise di spingersi oltre : se voleva risposte doveva osare, anche a costo di risultare sfrontato.
    << Io … mi ricordo vagamente di te, Ginjo Kugo. >> esordì determinato << Sei stato il Primo Sostituto Shinigami e l'unico a ferire sua Maestà dopo Genryūsai Shigekuni Yamamoto. La prima volta fu ... durante dell'Auswahlen, ma a questi punti, si può dire che tu e Ichigo abbiate superato uno dei più grandi Shinigami della storia. Quindi mi chiedo : quale desiderio ha permesso al Demone di sconfiggere il Dio ? >>
    Senza fermasi Kugo rimase qualche secondo zitto. Askin riconobbe quel tipo di silenzio, un silenzio che raccoglie ricordi lontani di una vita dolorosa.
    << Questa … è una storia lunga. Sei pronto ad ascoltarla ? >>
    << Mi piacciano i racconti lenti. Almeno così eviterò di farti domande a raffica. >>
    << Allora … partiamo dall'inizio. >> cominciò con voce intensa << Nacqui trentotto anni fa nel quartiere di Naruki-shi a Tokyo da, sorpresa delle sorprese, padre Shinigami e madre umana. Questa unione proibita non piacque a qualcuno nella Soul Society e all'età di 4 anni mio padre sparì nel nulla … >>
    << … Ucciso ? >>
    << A parte la natura, mia madre non ne parlò mai molto, non so se fosse un rampollo di qualche nobile famiglia o un semplice contadino. A lungo il suo pensiero mi tormentò, ma alla fine giunsi alla conclusione che si sacrificò per proteggerci. Comunque … da quel momento cominciai a vedere anime, Hollow e robe simili. Un bel giorno all'età di 8 anni incontrai per la prima volta Masaki … Masaki Kurosaki. >>
    Askin sgranò gli occhi sorpreso. Masaki Kurosaki … la madre di Ichigo.
    << Indubbiamente … la notizia chiarisce molti punti. >>
    << … Quel giorno pioveva forte … >> riprese Ginjo dopo una breve pausa << … ma lei splendeva come il sole. Cominciammo a frequentarci e fu proprio Masaki a spiegarmi la costruzione del mondo spirituale : gli Hollow, l'equilibrio tra il mondo dei vivi e l'aldilà, la Soul Society, gli Shinigami … i Quincy. Tutto cambiò improvvisamente durante la nostra adolescenza ; a quindici anni lei perse i genitori in un'incidente e si trasferì a casa della famiglia Ishida. I due capofamiglia avevano concordato da tempo per il futuro matrimonio dei rispettivi figli, così da “ preservare” il sangue puro. >> sottolineò disgustato <<< Ma non fu quello l'evento più sconvolgente ; una notte Masaki salvò Isshin Shiba, all'epoca Capitano della Decima Compagnia, dall'attacco di un Hollow terribile, mai visto prima. Quel mostro infettò Masaki rischiando di tramutarla a sua volta in un essere vuoto. A questo punto della storia entra in gioco Urahara ; tramite un complesso procedimento riuscì a sigillarlo all'interno del corpo di Masaki, a tener unito il sigillo il collante era il reiatsu stesso di Isshin, che di lì a poco “ perse ” i poteri e si trasferì nel Mondo Terreno.
    Io … >>
    << Fammi indovinare … >> l'interruppe Askin stufo di rimanere in silenzio << … adesso viene quella parte tipica da manga shonen, dove il protagonista, innamorato della migliore amica, si sente inferiore perché non riusce a proteggerla ? >>
    Lui si fermò lanciandogli un occhiata stupito.
    << Oh … ci hai azzeccato. >>
    << Comunque complimenti … una storia molto emozionante. Vai avanti ... ! >>
    Ginjo abbassò lo sguardo e riprendendo il sentiero ricominciò a raccontare.
    << All'epoca ero un ragazzetto di 15 anni, basso e gracile … eppure sentivo un grande potere ribollire dentro di me, un potere che non si decideva a venir fuori. Dovetti aspettare due anni prima che la soluzione bussasse direttamente alla mia porta, sotto le fattezze di Kisuke. “ Tu sei Kugo, l'amico di Masaki e … figlio di uno Shinigami. “ mi disse col solito tono finto ebete “ Sai, i casi come te sono più unici che rari. Non ho mai avuto modo d'osservare una rarità simile, perché nella maggioranza dei casi la Soul Society ha provveduto alla loro eliminazione, oppure i loro poteri erano così latenti da non risultare una minaccia. In quel caso hanno potuto vivere serenamente fino alla fine dei loro giorni. Ma tu sei particolare … un grande reiatsu freme in te, come grande è il tuo desiderio di proteggere. Gioisci allora ! Perché ho ideato la soluzione al tuo problema, però ti avverto, questo metodo non è mai stato testato, quindi in lista abbiamo una serie di effetti collaterali tra cui la morte. Accetti lo stesso ? ” >>
    << Non si smentisce proprio mai, lo stronzo. >> commentò tra se a bassa voce.
    << Non ebbi esitazioni e accettai. Il metodo fu semplice : Kisuke mi trapassò da parte a parte con la Zanpakuto trasferendo dentro di me una parte di reiatsu. Inutile dire che il metodo funzionò alla grande. >>
    << Quindi ora … arriviamo alla parte in cui diventi Sostituto. >>
    << Successe circa sei mesi più tardi. >> confermò l'altro << Venni portato, o meglio scortato da guardie armate, alla Soul Society. Il caso venne esaminato sia dal Gotei 13 che dai 46. Ovviamente dissi che conoscevo solo Kisuke e spiegai il metodo tramite cui avevo ricevuto i poteri. Alla fine si decise la creazione della carica di Sostituto Shinigami e mi venne consegnato il Distintivo. I successivi undici anni furono i più meravigliosi della mia vita, nonostante dovetti allontanarmi da Masaki … ma del resto non potevo fare altrimenti, lei aveva la sua famiglia … e la mia presenza sarebbe stata solo un pericolo. >>
    << Quindi alla fine … hai rinunciato alla donna che amavi ? >>
    L'aveva intuito dal modo in cui il Primo Sostituto pronunciava il nome della Quincy.
    << Si … per un periodo la amai … ma giunti a quell'età … per me era come un libro aperto e l'amore deve essere anche scoperta, una continua scoperta. >>
    << Ah … su questo mi trovi assolutamente d'accordo. >>
    << E qui … >> riprese l'ex-Sostituto dopo una lunga pausa << … si giunge finalmente alla fatidica notte. La notte dell'Auswahlen. >>
    A sentirla nominare ricordò quel giorno con un misto di nausea e disgusto.
    Tutti gli Sternritten e i plutoni più influenti del Wandenreich, si erano riuniti nel immenso salone del Silbern per assistere all'ascesa purificatrice dell'Imperatore ; nel Mondo Terreno egli avrebbe attuato Auswahlen e recuperato i poteri sottraendoli agli “ immeritevoli ”. La cerimonia, tanto recitata nella Kaiser Gesang, si era conclusa nel migliore dei modi : affiancato da Hashwalth, Yhwach era tornato trionfante salutando la folla ormai in delirio. Ma Askin insieme a pochi altri aveva notato un dettaglio allarmante : la divisa era sporca di sangue. Qualche ora più tardi, nel cuore della notte, Jugram aveva convocato lui e quanti avevano visto a una riunione segreta. Il volto del Grande Maestro, così gelido e inespressivo, quella volta era solcato dall'ansia e ai presenti egli aveva rivolto parole cariche di preoccupazione.
    “ Subito dopo la Purificazione, Sua Maestà ha percepito la morte di una Quincy non molto distante dal luogo in cui eravamo, causa di tale decesso è stata attribuita all'Hollow Grand Fisher. L'avvenimento l'ha incuriosito, desiderava osservare l'anima di quella Gemisht mentre veniva divorata. L'anima apparteneva a Masaki Kurosaki e si è dimostrata molto resistente ; dopo lo spezzamento delle catene è fuggita via, rifugiandosi in un boschetto a circa un chilometro dal luogo del decesso. Arrivati non avvertiamo più la presenza di Grand Fisher e una volta inoltrati fra gli alberi, abbiamo trovato niente meno che il Sostituto Shinigami. Egli teneva tra le traccia l'anima quasi dissolta della Gemisht.
    Un brutto presentimento mi è balenato in testa e ho suggerito all'Imperatore di ritirarci.
    Di risposta lui … ha fatto qualche passo avanti e si è rivolto all'uomo :
    - Quale scena commovente, se posso darti un consiglio risparmiati la caccia dell'Hollow perché ... IO SONO LA CAUSA DELLA SUA MORTE ! - Senza proferire parola lui … lo ha attaccato con una ferocia mai vista, il suo sguardo … pareva quello di un demone. Pure Sua Maestà sembrava cambiato, era … felice di combattere e non parve fare caso alla sua ferita. Alla vista del sangue, sono intervenuto infilzando il bastardo in mezzo al petto. Stavo per dargli il colpo di grazia, quando Sua Maestà mi ha fermato dicendo che ... potrebbe diventare interessante in futuro. In ogni caso … spero ci pensino tutti quegli Hollow che ha attirato a divorarlo … se dovesse sopravvivere, sarebbe un problema. ”
    Improvvisamente tutto fu chiaro. Nel mentre Ginjou era rimasto in silenzio, come se Askin rammentando quei ricordi dentro di se, gli stesse risparmiando un'enorme sofferenza. Proprio per questo sentì la necessità di modulare le parole.
    << Ora ho capito … la pura e semplice vendetta ti ha donato la determinazione per ucciderlo. Una vendetta scaturita da un legame forte e importante. Solo una cosa mi sfugge … perché abbandonasti il ruolo di Sostituto ? >>
    Infatti dalla notte successiva all'Auswahlen Jugram non ne aveva più fatto parola, se non quando ne aveva annunciato l'abbandono della Soul Society e della carica.
    << Mi sentivo un fallito, non ero riuscito a salvarla … >> rispose l'ex-Sostituto dopo un'interminabile pausa, nella voce si udiva una lieve tristezza << … io che avevo il potere di proteggere. Nei mesi successivi il dubbio e l'ansia cominciarono a divorami, finché non scoprì alcuni segreti riguardanti la Soul Society. Questo decretò la mia morte. Nella fuga uccisi molti Shinigami e tornato nel Mondo Terreno implorai Kisuke di sigillare i poteri, non volevo … più saperne niente. Buttai via i 7 anni successivi consumato dall'odio … verso gli Shinigami che mi avevo tradito ... dal disprezzo verso me stesso. Finché 17 mesi fa Isshin ricomparve. Mi spiegò della Guerra imminente, dell'Impero Invisibile, mi rivelò ... chi avrebbe guidato l'avanzata contro la Soul Society. >> trasse un profondo respiro per poi riprendere << Organizzammo un piano ; Ichigo non sapeva nulla di me e, ironia della sorte, rappresentavo l'unica “ minaccia ” che si contrapponeva all'inizio della Guerra. Se mi fossi rivelato un pericolo il Gotei 13 sarebbe intervenuto in suo aiuto, mentre io morendo avrei purificato l'anima, cancellato l'odio e riottenuto i poteri. Infine … eccomi qui ... senza spettri o paure, a rendere felice colei che amo. >>
    In quell'ultimo silenzio comprese che il racconto era finito. Ora il puzzle del Wandenreich era completo e Askin richiuse quella parte dell'esistenza, questa volta per sempre. Una strana quiete lo avvolse e inspirò profondamente assaporando l'aria pura di campagna.
    << Uaoh … adesso mi è tutto chiaro. Hai avuto una vita intensa non c'è che dire … non pensavo potessi raccontarla a un perfetto sconosciuto. >>
    << Forse alcune cose vengono più facili con gli sconosciuti. >> disse Ginjo come se si fosse tolto un peso << Oh guarda ... ! Mi sono dilungato troppo ... siamo arrivati a casa. >>
    Concentrato com'era sul discorso, si accorse solo ora di quanta strada avevano percorso. Si trovavano adesso alla base di una collina, molto distante rispetto alle mura del Seireitei , il terreno era coperto per la maggior parte da erba alta, spighe e piccoli fiori di mille colori puntellavano il mare verde. Sulla cima sorgeva una piccola casa i cui lati erano abbelliti da … due enormi braccia di pietra che reggevano uno striscione con su scritto “ Benvenuti al Palazzo di Kukaku Shiba. ”
    << Abiti lì ?!? Molto … bizzarra come costruzione. >>
    << Un consiglio : non usare certi termini davanti a Kukaku, potresti ricevere un bel pugno in testa. >> lo mise in guardia l'altro alzando un dito << Loda quegli obbrobri come se fossero le più grandi sculture al mondo. >>
    << Sembri … saperla lunga a riguardo. >>
    << Dillo ai miei bernoccoli. >> ribatté lui indicandosi la testa.
    << Ah ! Ah … ! A quanto pare ti piacciono le donne aggressive … >> commentò scherzoso << Aspetta … Kukaku Shiba … non sarà parente di Isshin per caso ? >>
    << Sei sveglio, infatti Isshin è suo zio. Ma adesso vieni … sei arrivato fin qui, mi sentirei maleducato a non offriti nulla. >>
    Askin rimase un momento spiazzato. Oltre a essere incredibile, quell'uomo era davvero strano, ma sorprendentemente sentì di potersi fidare, dopo tutto gli aveva appena raccontato tutta la sua vita …
    << Molto gentile, accetto volentieri. >>
    Lo seguì attraverso il sentiero appena visibile tra gli altri fili d'erba. Avvicinandosi la casa, all'inizio piccola, si rivelò più grande del previsto. Era costruita alla tipica maniera giapponese : in legno col tetto formato da tegole. Dall'interno provenivano alcune voci, indistinte a causa della porta chiusa.
    Come da galateo aspettò fosse il padrone di casa a presentarlo, nel mentre osservò con più attenzione le insolite statue di pietra.
    “ In effetti sono proprio orribili. Questa Kukaku ha … un pessimo gusto estetico. ”
    << Eccomi tornato Signore ! >> annunciò Ginjo facendo scorrere lo shoji.
    Askin sgranò gli occhi. Davanti a lui si presentava una scena piuttosto … compromettente.
    Al centro dell'ingresso-salotto sedeva una donna. Le forme abbondanti del seno racchiuse in top rosso e scollato mentre le gambe e i fianchi sinuosi coperti da una specie di gonna bianca. I capelli, lunghi dietro alla schiena, erano corti in cima e ciuffi ribelli sbucavano qua e là dalla fascia stretta intorno alla testa.
    << Ehi ! Potevi almeno bussare prima di entra- >> la frase s'interruppe appena notò il nuovo l'ospite insieme … a una coppia di occhi gialli.
    Si, perché affianco di Kukaku stava la piccola Dea, il corpo leggermente piegato, intenta a indossare una delle inconfondibili tutine attillate. Intenta appunto : l'abito arrivava giusto all'altezza delle ginocchia. Dalla sua posizione Askin ne ammirò la schiena sensuale e scura, le gambe alte e sinuose e soprattutto il fondo-schiena …
    “ Ah … senza quegli odiosi fulmini è ancora più invitante … ”
    Per qualche secondo regnò il silenzio totale. Infine Yoruichi parlò, la voce agitatissima mentre finiva di vestirsi in fretta e furia.
    << C-che … cazzo ci fai TU qui ?!? >>
    << Ah … io … >> rispose distogliendo a fatica lo sguardo << … ho soltanto seguito lui. >>
    << Quindi ci ho azzeccato ! >> esclamò felice Ginjo posando lo zaino << Sai … è da qualche giorno che la qui presente Dea Lampo non parla che di un certo ex-Quincy e quindi appena mi hai detto “ Sono un certo sopravvissuto a una certa guerra ”, ho pensato “ Sta a vedere è lui ”. Inoltre come ha detto Yoruichi … quegli lilla sono inconfondibili. >>
    << M-mai detta stupidaggine simile !!! >> protestò l'interessata infilandosi gli stivali.
    << Aspetta un attimo … >> disse Askin leggermente confuso << … quindi hai accettato la mia richiesta … solo per trascinarmi fin qui ?!? >>
    << In parte … si. >> confermò lui << Comunque gli amici Yoruichi sono anche nostri amici, vero Kukaku ? Aspetta ... non vi ho ancora presentato. Kukaku, lui è Askin, Askin, Kukaku. Bene ! Già siamo in tema, tra due Domeniche organizziamo una cena e sei invi->>
    All'improvviso una figura minacciosa comparve dietro il Primo Sostituto. Askin avvertì qualcosa simile a una folata di vento seguito da un boato. Girandosi una nuvola di fumo era comparsa a metà della collina. Diradandosi scoprì il povero Kugo steso a terra. Sopra una a dir poco furibonda Kukaku cominciò a prenderlo a calci.
    << COME DIAVOLO TI VENGONO IN MENTE CERTE CRETINATE ?!?!? >>
    << Non preoccuparti ahi … ! Sto bene … AHI ! >>
    << SCEMO ! DEFICIENTE ! GUARDA CHE FIGURACCE MI HAI FARE !!! >>
    “ Quella lì è peggio di Yourichi. Guarda in che razza di situa- ”
    << Attento Askin … ! >> lo avvertì l'uomo sotto la raffica di colpi.
    << Eh ? Cos- ? >>
    Una seconda aura ostile gli fece gelare la schiena. Deglutì e voltandosi intravvide due occhi gialli saettare come fulmini verso di lui. L'attimo successivo era spiaccicato al suolo, la guancia dolente, ma non fu quella la prima preoccupazione : Yoruichi l'aveva immobilizzato, le gambe divaricate premute contro le costole, le mani a bloccargli i polsi.
    La piccola Dea pareva molto molto arrabbiata, anche se Askin non sapeva bene su cosa concentrasi, se sul viso infuriato o sulle forme particolarmente vicine.
    << Ah … ciao Yoruichi … >>
    << TU-non-hai-visto-nulla … ci siamo capiti ? >>
    << C-come ti ripeto non avevo alcuna intenzione di offen- >>
    << TU … non hai visto niente ! >>
    Osservandola attentamente ne vide l'imbarazzo nascosto dietro la furia implacabile. Allora il timore sparì sostituito da una tenera ironia.
    “ Che divertente … ” si ritrovò a pensare “ … mi sembra di essere tornato a quando mi prendevi a calci appena mi avvicinavo … ah ... Cos'è questo solletico ? ”
    Yoruichi … aveva i capelli sciolti. Lunghi fili color viola scuro ricadevano fluenti, bellissimi ai lati del viso, sul collo, sulla schiena, finendo per accarezzargli la pelle nell'incavo del collo. Rimase incantato, come se fosse finito nel più meraviglioso degli incantesimi. Un'immagine riaffiorò nella mente, un'immagine di un'esistenza ormai finita ; le macerie del Wahrwelt. Nel buio della morte era rimasto a lungo inerme, tossendo sangue a causa del cuore riattaccato da Kisuke, in un continuo navigare tra gli abissi dell'incoscienza. Dopo un tempo indefinito, aveva avvertito un lieve tepore all'altezza del labbro e aprendo gli occhi lentamente aveva trovato lei, nuda, avvolta da leggera coperta, intenta ad levargli il sangue attorno al viso con n lembo di stoffa.
    E adesso, proprio come allora, un pensiero si fece largo dentro al cuore.
    << Sei un angelo … un bellissimo angelo. >>
    << Cos … cosa blateri adesso ?!? >> mormorò la donna arrossendo.
    << Ops ! Perdonami, devo averlo detto ad alta voce. >> sussurrò delicato << Comunque stai tranquilla piccola Dea … IO non ho visto nulla. >>
    Di risposta Yoruichi divenne ancora più rossa e, forse involontariamente, allentò la presa.
    << A-Askin n-non … >> balbettò a fatica.
    << Bene ! Vedo che avete fatto pace pure voi ! >>
    Alzando lo sguardo trovarono Ginjo in piedi, il viso solcato da lividi. Subito dietro c'era Kukaku, le braccia conserte, il volto abbassato a voler nascondere un profondo imbarazzo.
    << Gioisci Askin … ! >> continuò l'uomo entusiasta << Ho convinto la parola di casa, puoi venire al nostro splendido banchetto ... sempre se sei libero. >>
    Dal silenzio dell'altra, intuì che il metodo doveva essere stato molto “ persuasivo ”. In ogni caso una domanda sorse spontanea.
    << Ci sarai anche tu, Yoruichi ? >>
    << Ah ! ... S-si ! Ve ...verranno pure Ichigo, Isshin, Ganju, Rukia e ... forse Renji ! >>
    << E … ti farebbe piacere se venissi ? >>
    Lei parve in difficoltà. Askin ammirò gli occhi felini persi nella confusione più totale, trovandoli incredibilmente teneri.
    << Pe-per me non ci sono problemi ! >>
    Udendo tali parole desiderò abbracciarla, un semplice abbraccio giusto per ringraziarla.
    Ma vuoi la posizione, vuoi la paura di ricevere altri calci, si limitò a sorridere.

    -.-.-.-.-.-.-.-.-.-

    La sera tanto attesa finalmente arrivò, Kugo con l'aiuto di Ganju allestì un'enorme tavolata fuori dalla Residenza : zabuton* finemente decorati vennero posizionati per ogni invitato mentre una ventina di lanterne rosse furono appese intorno tramite pali ben piantati nel terreno. Al contrario di loro due, Kukaku era stranamente agitata e qualche ora prima dell'arrivo degli ospiti si mise in testa di cucinare.
    << Cosa stai facendo ? >> le chiese appena entrato in cucina.
    << S-sto preparando la tempura ! >> rispose agitandosi dietro ai fornelli.
    << Ecco cos'era questo odore di bruciato … >>
    Avvicinandosi vide le verdure ormai annerite navigare in un mare d'olio dentro una pentola, tra l'altro del tutto inadatta allo scopo.
    << Kukaku … la tempura deve friggere pochissimo, inoltre devi farla in una pentola più bassa. >>
    << Ooops ! … Hai … hai ragione ! >> esclamò lei arrossendo.
    Scosse la testa prendendo una seconda pentola dal mobile affianco.
    Per quanto la casa fosse tradizionale, la zona della cucina rispecchiava una qualsiasi casa moderna del Mondo Terreno e cucinare risultava molto più facile e comodo. Era infatti lui a preparare colazioni, cene, e all'occorrenza i pranzi quando non era occupato con l'Accademia. Non per vantarsene, ma sapeva cucinare molto bene e i suoi piatti facevano la gioia di Kukaku. Riempì la pentola d'olio fino a metà e la mise sul fornello a fuoco basso. Sopra al tavolo lei aveva già tagliato, abbastanza rozzamente, delle verdure, quanto meno la pastella risultò buona. Intanto che l'olio si scaldava, cominciò a tagliere a striscioline il resto delle varie carote, zucchine e melanzane. Al suo fianco l'amata osservava attenta ogni gesto, nonostante ciò una tensione traspariva dai suoi occhi verdi.
    << Come mai siamo così preoccupate ? >>
    << P-perchè questa domanda improvvisa ? >>
    << Quando qualcosa ti turba cominci a fare cose per cui sei … assolutamente negata. >>
    << … Verranno più persone del previsto. >> si giustificò incrociando le mani con fare nervoso << Inoltre sono la padrona di casa … è giusto cucini. >>
    Sorrise comprensivo e la baciò. Colta alla sprovvista Kukaku s'irrigidì, allora ne approfittò traendola a se. Fu bacio lungo, intenso, e quando si staccò vedendo quel viso bellissimo velato da un rossore peccaminoso, per un attimo pensò di gettare ogni cosa a terra e impegnare il tavolo in maniera più intelligente.
    << Tranquilla amore … >> sussurrò dolcemente << … ognuno porterà qualcosa. Ora lascia fare a me, ma ... visto desideri imparare, rimani pure ad aiutarmi. >>
    << Va-va bene. >>
    Un'oretta dopo avevano già finito : le undici porzioni di zaru soba* condite con tempura furono messe a raffreddare, gli ayu* infilzati nello spiedo pronti per essere cotti intorno al fuoco, tre vassoi riempiti di tori dango*, le quattro angurie tagliate a fette messe in frigo.
    Tra gli ospiti la prima ad arrivare fu Yoruichi. Indossava uno yakuta* nero decorato con fiori di ciliegio, e aveva avuto la brillante idea di portare ben 6 bottiglie di saké.
    << Mangiando voi uomini reclamate spesso alcol. Attento a non farti male da solo ! (1) >> si giustificò evasiva mollandogli i due sacchetti.
    << Di cui due minorenni. Piuttosto … vedi di non ubriacarti. >> replicò andando in cucina.
    Alle 8 giunsero puntuali Rukia e Renji. Lei vestiva un semplice yukata* celeste con obi* blu marino, mentre il rosso di un abito simile di color marrone. Come contributo al banchetto avevano comprato degli squisiti yakitori* da grigliare.
    << Almeno loro sono coscienziosi … >> mormorò tra se sistemando gli spiedini nel frigo.
    Una decina di minuti dopo arrivò il gruppo più folto composto da Isshin, Ichigo, Orihime e Chad. Li accolse all'entrata chiamando nel frattempo i due giovani Capitani.
    Il capofamiglia Kurosaki indossava un'orribile camicia hawaiana tendente al verde, e i pantaloni di lino bianchi e i sandali di certo non miglioravano il quadro. Il figlio aveva avuto più giusto optando per camicia bianca e jeans chiari, Chad invece era sempre sportivo, scarpe da ginnastica, pantaloni larghi grigi, t-shirt bianca e felpa con cappuccio blu. L'unica a essere indossare abiti tradizionali era Orhime col un soffice yukata* rosso arricchito con obi* color oro. I lunghi capelli raccolti e tenuti insieme da mollette floreali.
    Era dalla fine del conflitto che i tre ragazzi non incontravano gli amici Shinigami, questo erano stato uno dei motivi per cui lui, Kukaku e Isshin avevano organizzato la serata.
    I saluti tra loro furono quindi lunghi, calorosi e pieni d'affetto.
    << Ah … complimenti per la camicia. >> disse nel mentre canzonando Isshin.
    << Almeno io sono elegante. >> si difese tirandosi l'indumento.
    << Fossi venuto in divisa da Shinigami sarebbe stato meglio, sembri tornato dalle Fiji. >>
    << Uffa … come al solito riesci sempre a smontarmi. >>
    Dopo poco entrarono, se non che appena superata la soglia una voce li fece voltare.
    << Scu … scusate … spero … di non essere arrivato in ritardo. Accidenti che caldo … >>
    All'inizio della discesa Askin era piegato su se stesso, le mani poggiate sulle ginocchia in un leggero fiatone. Se Kugo si meravigliò dell'abbigliamento ; camicia bianca a maniche corte, pantaloni neri, cintura e scarpe di tela semplici ed eleganti ( l'insieme dava l'idea d'essere costato parecchio ), lo stupore dei presenti fu grande, specie da parte di Ichigo.
    Il ragazzo s'imputò parecchio e mentre i due Capitani tentavano di spigargli il retroscena relativo all'ex-Quincy, sorprendentemente fu Orihime a rompere il ghiaccio.
    << Vedo hai portato da mangiare. >> disse indicando le borse affianco ad Askin.
    << Orihime … ! Cosa stai … ?!? >> gridò l'attuale Sostituto cercando di fermarla.
    << Tranquillo Ichigo. >> rispose lei sorridente << Allora … cosa hai portato ? >>
    << Oh ! Sono dolci. >> rispose Askin, stupito dall'improvviso cambio di scena << Ho esagerato come al mio solito ... ma visto siamo tanti credo non avanzerà nulla. >>
    La giovane fece un piccola pausa e quando parlò la voce risuonò chiara e solare.
    << Sei cambiato dal nostro primo incontro. >>
    << EH ?!? >> esclamò l'uomo e non fu l'unico.
    << É vero, ci siamo visti sono una volta e di sfuggita però… >> continuò la ragazza come se nulla fosse << … il tuo sguardo è completamente diverso. Ora sei felice e quei dolci … saranno sicuramente deliziosi. >>
    Kugo vide la tensione abbandonare l'ex-Sternritter e non solo ; grazie alle coraggiose parole di Orhime tutti si rasserenarono, anche se Ichigo continuava a essere un po' diffidente, salutando l'ultimo arrivato e interrogandolo circa le sue leccornie.
    << Principalmente ho preparato biscotti con la marmellata di ciliegie, poi mi sono gettato su due tipici dolci tedeschi : le strauben, delle specie di frittelle e la famosa Sachertorte.
    Si va dal leggero al pesante. >>
    << Se continui così va a finire ce li divoriamo qui sul posto. >> disse Kugo avvicinandosi << Dammi pure, li metto in cucina, la torta immagino vada in frigo. >>
    << Ah si grazie … però no, la Sacher va lascia fuori. >>
    Tornato guidò tutti al tavolo dove Kukaku e Yoruichi avevano già preso posto, la prima a capotavola la seconda al sua sinistra, insieme a Ganju seduto qualche posto più in là. Chissà come la Dea Lampo diventò agitata vedendo Askin, agitazione che divenne più palpabile appena questi le chiese se poteva sedersi vicino a lei.
    << Avanti Yoruichi … >> fece eco prendendo posto affianco a Kukaku << … in fondo sei l'unica che conosce bene. >>
    L'amata gli lanciò un'occhiata funerea, ma lui la ignorò gustandosi l'espressione impacciata dell'amica.
    << Va bene ... puoi sederti. >>
    << Grazie mille, piccola Dea. >> disse lui con un piccolo inchino.
    “ Come si dice … una piccola spinta non fa mai male. ” pensò versando il sakè nel sakazuki*. Si focalizzò su Isshin che nel frattempo, come il resto degli ospiti, aveva preso posto e sui piatti che Koganehiko e Shiroganehiko stavano cominciando a servire.
    La cena fu di quanto più festoso e rilassante si potesse immaginare. Ogni piatto dal primo all'ultimo scaldò i cuori diffondendo serenità e allegria. Nel mentre notò con piacere l'intesa tra Rukia e Renji e quella più lieve tra Ichigo e Orihime.
    " Si saranno confessati da poco … però … cos'è che ti turba, Ichigo ? ”
    Una strana aura circondava infatti il giovane Kurosaki. L'aveva notata fin da subito, soprattutto dopo la disputa riguardo Askin, ostile, scura, carica di dubbi e ansie. Osservandolo rammentò la battaglia contro Yhwach ; l'iniziale durezza con cui l'aveva trattato, la consegna della croce di Masaki, l'atto finale in cui insieme avevano trapassato il mostro da parte a parte, logori di sangue e allo stremo delle forze.
    “ Lo immaginavo … hai ancora bisogno di risposte … e solo io posso dartele. ”
    Così quando le prime stelle comparvero nel cielo e le lanterne furono accese, lo prese da parte insieme a Isshin. Le portate principali erano state servite e ora tutti si stavano rilassando in attesa dei dolci. Ganju, Renji e Chad discutevano su quale fosse il modo più veloce e salutare per allenare i muscoli delle braccia, a tratti Rukia li ascoltava, ma per la maggior parte rivolse l'attenzione su Orihime, intenta a farsi spiegare da Askin quale fosse il metodo per cucinare la torta perfetta.
    << Lavoro in una panetteria e a volte cucino dolci, ma sempre quelli tradizionali come i dango*. Tra qualche giorno Ichigo compie gli anni e vorrei preparagli una bella torta … >> spiegò a bassa voce appena lo vide allontanarsi << … a lui servirebbe tanto. >>
    A meno d'un metro Kukaku e Yoruichi parlavano a bassa voce per cui non riuscì a capire quale fosse l'argomento della discussione, di certo non gli sfuggirono alcuni sguardi fugaci lanciati dalla Dea al vicino.
    Dopo la rapida panoramica raggiunse padre e figlio, conducendoli sul lato nord-ovest della collina al limitare del bosco. Si sedette poggiando la schiena un tronco la cui grande infossatura creava una rientranza simile a una conca. Il fusto apparteneva a un albero molto speciale, dove molte volte all'epoca in cui era Sostituto aveva passato interi pomeriggi a baciare Kukaku. Si perse nel ricordo immaginando quelle labbra intente a baciarlo, impacciate e inesperte. Fu la voce di Ichigo a riportarlo al presente.
    << Ginjo … >>
    << Oh … ! Perdonami Ichigo … ero un attimo sovrappensiero. >>
    Il ragazzo, seduto sull'erba, parve incerto su come continuare ; i gomiti poggiati sulle ginocchia ebbero un fremito intenso mentre le iridi non osavano incrociare il suo sguardo.
    << Potresti cominciare dandogli del tu. >> suggerì Isshin poggiato su di un albero poco distante, la sigaretta accesa a illuminargli debolmente il volto.
    << Immagino … tuo padre ti abbia raccontato tutto. >>
    << Si … >> confermò in un sussurrò << … una settimana dopo la fine della guerra. >> e con un'enorme sforzo aggiunse << Kugo … tu conoscevi mia madre ? >>
    << … Ci siamo conosciuti da bambini. La conoscevo, meglio di chiunque altro. >> rispose senza esitazioni.
    Nel silenzio che seguì osservò alcune lucciole danzare tra l'erba alba ai margini del bosco. Riportò lo sguardo su Ichigo. La tristezza e la frustrazione avevano preso il sopravento in un'espressione che tanto gli ricordò Masaki. Stava per parlare quando lui fece qualcosa di assolutamente inaspettato. S'inchinò, la testa premuta contro le mani a terra, la voce rotta da un singhiozzo crescente.
    << E io … ti ho ucciso … perdonami … e dire l'avevi detto al nostro primo incontro … di conoscere i segreti della famiglia Kurosaki. Sono stato un cretino …. subito dopo la tua morte non ho chiesto nulla, ne al Gotei 13 ne al vecchio. Avevo paura …. paura di sapere le mie origini … ho sempre rimandato, sempre ... finché la verità non è diventata inevitabile … allora … quando dovevo riforgiare la zanpakuto … allora … quando mi hai consegnato la croce di mia madre … ogni cosa è stata così … chiara … e … e … >>
    << Non fartene una colpa. >> lo interruppe calmo << Per il piano che avevano congegnato, quelli erano gli unici momenti in cui potevi venirne a conoscenza. >>
    << Però … sono stato ... molto irrispettoso nei tuoi confronti. >>
    << Non dire così, tu … hai seppellito il mio corpo. E poi tutti noi abbiamo delle colpe grandi e piccole, la mia fu … credere che tutti gli Shinigami fossero uguali. Grazie a te ho liberato il cuore dell'odio riuscendo a togliere il sigillo. Senza di te non avrei riottenuto il potere in grado di uccidere quel mostro. >>
    << Io … ti ho … >> ripete Ichigo sull'orlo del pianto.
    << Ero disposto a morire pur di salvare il figlio di Masaki, anche se questo significava “ ingannare ”, raccontare bugie su bugie. Forse ... non ci fosse stato il potere di Tsukishima avrei avuto più difficoltà ... stando vicino a te dopo anni di lontanza, troppe volte ho desiderato raccontarti la verità. Questo compito però spettava a tuo padre. Inoltre come ti ripeto … non mi hai ucciso. Tu mi hai salvato Ichigo, e io ti ho salvato a mia volta. >>
    Senza cambiar posizione il giovane si chiuse in una profonda riflessione e pian piano i singhiozzi s'interruppero. In ogni caso non aveva intenzione di mettergli fretta.
    << Negli ultimi mesi … mi sento così confuso … >> riprese a certo punto quasi rivolto a se stesso << … ogni pericolo è passato … non so se vale la pena continuare a essere Sostituto … io sono vivo … nella mia vita stanno arrivando altre preoccupazioni, altri pensieri … >>
    Kugo trasse un profondo respiro riportando l'attenzione verso il banchetto, verso quell'insieme di luci calorose e voci allegre. Per un secondo quella di Orhime sovrastò le altre con una dolce risata.
    << Sai … quando Masaki scoprì d'aspettare un bambino, mi confesso che non avrebbe più cacciato Hollow, avrebbe rinunciato alla sua esistenza spirituale, al suo essere Quincy.
    Lo fece per te …. se lo desideri, puoi fare lo stesso per proteggere Orihime e i tuoi amici.
    La scelta però è soltanto tua. >>
    Dopo poco Ichigo si mise in ginocchio, gli occhi lucidi brillavano di una ritrovata serenità.
    << Ah … te ne sei accorto ? >>
    << É una ragazza in gamba. Sarai felice con lei. >>
    << Io … ci rifletterò Kugo, grazie di tutto. Anch'io ti auguro tanta felicità, a te e Kukaku. >>
    S'alzò asciugandosi gli occhi col dorso della mano. Lanciò uno sguardo sereno al padre e salutò entrambi con un breve inchino avviandosi in direzione della tavolata.
    << Oh ! A proposito di Tsukishima, l'ho incontrato qualche giorno fa, lavora part-time in un ristorante e si è iscritto all'Università di Lettere. Ti manda i suoi saluti. >>
    << Waoh… mi fa veramente piacere. Appena posso andrò a trovarlo. >>
    Osservandolo risalire la collina, un pensiero lo colse dolce e affettuoso.
    “ Cresci Ichigo … vivi, sii felice, innamorati. Masaki … desiderava solo questo. ”
    Poco dopo Isshin si fece avanti, offrendogli una sigaretta dal pacchetto mezzo vuoto.
    << Complimenti … sei stato più sintetico del solito. >> disse sedendosi affianco.
    << Dovresti saperlo … ho smesso anni fa. >>
    << Perché l'hai presa allora ? >>
    << Non si rifiuta mai una sigaretta. Accendino ? >>
    In un sottile filo di fumo la sigaretta s'accese. Inspirò profondamente, la punta si fece più rossa mentre il fumo defluiva nei polmoni lasciando una lieve sensazione di leggerezza.
    Lo espirò in una botta sola, come da vecchia abitudine.
    << Ehi … ! Così la finisci subito ! >> fece notare l'altro.
    << Colpa tua, fumi sempre marche del cazzo. >> disse in una smorfia.
    Per un po' nessuno disse nulla. Immersi nella fresca aria estiva si godettero le rispettive sigarette, un po' come ai vecchi tempi quando s'incontravano in un bar, lui portando notizie di Kukaku e Ganju, Isshin raccontando gli ultimi aneddoti di famiglia. E adesso proprio come allora, una lieve tensione aleggiava tra loro. Del resto Isshin non aveva mai compreso il suo rapporto con Masaki.
    << Grazie per Ichigo. >> disse improvvisamente a metà sigaretta.
    << Di nulla … posso chiederti una cosa ? >>
    << …. Vuoi sapere dove l'ho messa ? >>
    << Ho custodito la sua croce per più 7 anni. Mi sembra il minimo. >>
    << Nel suo comodino … dove la riponeva ogni sera. >>
    << … Un giorno dovrò menarti, lo sai ? >>
    << Oh ! Pensavo l'avessi dimenticato. >> ammise l'uomo grattandosi la nuca.
    Socchiuse gli occhi e quel ricordo riaffiorò rabbioso e carico d'irritazione : la tomba di Masaki, il temporale, la lite, i pugni di Isshin, lacrime confuse nella pioggia.
    << No, non l'ho dimenticato ... >> replicò duro spegnendo la sigaretta nel terreno << … anche se al momento non è fra le mie attuali priorità. >>
    L'altro lo fissò intensamente, gli occhi pieni di dolore e rammarico. Infine, quasi fosse conscio di non poter sfuggire a quel destino, rivolse un sorriso amaro.
    << Quando verrai mi farò trovare pronto. >> promise dandogli qualche pacca sulla spalla.
    << … Perfetto. >>
    Tornarono alla tavolata e con stupore trovarono gli altri intenti a gustarsi i dolci.
    << Ehi cos'è questa storia ?!? >> protestò allegro.
    << Ginjo-san, Kurosaki-san ! Venite presto … ! >> disse Orihime con la bocca sporca di cioccolato << Questa Sacher … è la fine del mondo … ! >>
    << Non l'avevo mai assaggiata, veramente ottima … >> aggiunse Ichigo vicino a lei << … complimenti Askin. >>
    << Forse un pochino pesante. >> intervenne Ganju che già aveva spazzolato il piatto.
    << Vi avevo avvertito, non era un dolce leggero. >> precisò scherzoso il cuoco << E … tu cosa ne pensi, Yoruichi ? >>
    << … Non è male. >> rispose sbrigativa la Dea abbassando lo sguardo.
    “ Sbaglio o è leggermente ubriaca ? ” pensò sedendosi e addentando la propria fetta.
    Un'esplosione di morbidezza al gusto di cioccolato invase la bocca.
    << Accidenti quanto è buona … ! Complimenti, davvero ! >>
    << Ehi ! Se dite ancora qualcosa giuro che aprirò un pasticceria … ! >>
    Così in una risata contagiosa la cena s'avvio alla fine. Verso mezzanotte il quartetto del Mondo Terreno sparì dietro al Senkaimon salutandoli affettuosamente, poco dopo anche Ganju, Rukia e Renji s'avviarono verso casa. Infine, più o meno all'una, Askin e una leggermente brilla Dea Tuono scomparvero nella notte illuminata dalle stelle.
    << Speriamo non succeda nulla … >> mormorò Kukaku mentre sparecchiavano.
    << Oh … ecco il vero motivo per cui eri preoccupata. >>
    << … Nonostante le mie parole Yoruichi continua a essere … parecchio turbata. >>
    Dopo giorni passati ad ascoltare le solfe della gatta, la questione gli era fin troppo chiara.
    << Voi donne vi fate troppe turbe mentali e vi sfugge la soluzione più semplice. >>
    << Davvero ? Illuminami allora … ! >> chiese provocatoria.
    Alzò lo sguardo. Lei era lì, le spalle rivolte al tavolo. Lo spacco della lunga gonna lasciava intravvedere la gamba e il fianco sensuali, ma erano il seno prosperoso raccolto in un top scollatissimo e le guance macchiate da un lieve rossore alcolico a renderla ... provocante all'inverosimile. La cena era stata bellissima e stancante allo stesso tempo, sopratutto a causa della parentesi con Ichigo e Isshin. Adesso un solo pensiero frullava nella testa e il mobile dietro Kukaku capitò a fagiolo facendo riecheggiare la fantasia del pomeriggio.
    Si mise in ginocchio avvicinandosi al suo collo.
    << Non mi dispiacerebbe se si baciassero, magari concludendo la serata in maniera più … piccante. >>
    << C-come ti vengono in mente cert- >>
    La zittì con un bacio impetuoso, per dopo spingerla indietro fino a sdraiarla sul tavolo.
    Ne cercò la lingua voglioso e frenetico, ma il baciò fu breve. Sciolto quell'iniziale contatto infatti prese ad accarezzare le gambe finite intorno al suo bacino, calmo e paziente. Perché più lento arrivava più il piacere sarebbe stato intenso.
    << Non vedo il problema. >> disse in un sussurro caldo << Per tutta la sera non ha fatto altro che mangiarselo con gli occhi. Askin è un bell'uomo, simpatico, bravo a cucinare … scommetto che sotto-sotto non vede l'ora di sbottonargli i pantaloni. >>
    Kukaku lo guardò male, ma la rabbia durò un secondo. Sentendo i seni contro il suo petto, inclinò il collo scrutandolo in un'espressione teneramente lasciva. Lui sorrise cominciando a massaggiarla e non ci volle molto prima che cominciasse ad ansimare ; gemiti sommessi a celare un crescente e peccaminoso desiderio.
    << Credi … non l'abbia vista ?!? >> protestò in un ultimo barlume di razionalità << Ma si dia il caso ... l-le questioni di cuore non ... si risolvano con quello … ah ... come fate voi uomini. Lei … dovrà prendere una decisione prima o poi ... ah … in ogni caso …. trovo ingiusto intromettersi … in questo modo … aah … ! >>
    << Io non m'introietto ... do solo una piccola spinta quando serve. >>
    << Con piccola spinta … aahh … intendi anche il non invitare Kisuke ? >>
    << Fin da subito l'avevo escluso dalla lista degli invitati. In ogni caso … anche l'avessi fatto avrebbe rifiutato, sai com'è fatto … mia piccola Kukaku. >>
    Liberò i seni dalla stretta prigione facendoli rimbalzare sopra il tessuto ormai umidiccio del top. Compiaciuto, alzò un poco il busto in modo da gustarsi l'eccitante visione di quel corpo perfetto i cui contorni risplendevano sotto la debole luce rossa delle lanterne, come fosse il più prezioso dei tesori.
    << Ah … ! Ku-Kugo aspetta … ! Davvero vuoi … farlo sul tavolo ? >>
    << Adoro coccolarti in posti nuovi, dovresti saperlo ormai. Uhm … si dà il caso abbia ancora fame … vediamo d'assaggiare quest'altro dolce squisito. >>
    Così dicendo iniziò a leccarle i capezzoli. Immergendosi in un piacere via via più intenso, avvertì la testa farsi leggera, il calore aumentare e l'erezione crescere. Continuò, forse per due minuti, finché le dita di Kukaku s'insinuarono fra i capelli facendogli alzare il capo.
    << Ah … mettiti in ginocchio … voglio … succhiarti un po' io adesso ... >>
    Alla prospettiva del seguito non se lo fece ripetere due volte.
    La giornata poteva dirsi felicemente conclusa.


    Renji era nervoso anche se cercava di non darlo a vedere. Motivo di tale agitazione aveva un nome : Ichigo. Non che l'amico avesse fatto chissà cosa, anzi era felice di averlo rivisto, sentire che stava bene e soprattutto l'aver constato il fidanzamento con Orihime.
    A irritarlo erano state i discorsi con Rukia, il modo in cui lei gli aveva sorriso.
    Senso di gelosia ? Si, un'inutile senso di gelosia se ne rendeva conto, eppure a ogni passo esso cresceva incontrollato rodendogli il cervello come un tarlo col legno. Alla fine un dubbio prese forma.
    “ A lei … è mai piaciuto Ichigo ? ”
    Quel pensiero risuonò pesante e sgranando gli occhi riportò l'attenzione sull'amata. Rukia camminava poco distante. Le gambe leggere in mezzo all'erba argentea, i capelli mossi dalla brezza e l'abito risplendente nel buio del primo mattino, la rendevano simile a un raro fiore notturno. La sua voce risuonava allegra mentre commentava la splendida serata. Era così rilassata … forse non era il caso di rovinare tutto per una sciocchezza simile. Poi però il bisogno di risposte fu troppo forte e appena sentì pronunciare il nome dell'amico, le parole uscirono cariche d'astio e nervosismo.
    << Senti Rukia … tu … hai mai provato qualcosa per Ichigo ? >>
    Lei si bloccò interrompendo il discorso e dopo attimi che parvero interminabili si voltò.
    Nei magnifici occhi blu brillava la confusione, ma pure una strana consapevolezza, come se in fondo si aspettasse proprio quella domanda.
    << Perché me lo chiedi ? >> domandò calma e senza timore.
    << Non lo so … però voglio saperlo. >>
    Inaspettatamente la vide sospirare e alzare lo sguardo al cielo.
    << Ichigo … mi ha sempre ricordato Kaien … >> cominciò con voce tinta di malinconia << ... se non si fosse stata questa somiglianza forse … quella notte non l'avrei salvato, e anche salvandolo forse … non mi sarei affezionata a lui come lo sono ora. Al contempo … è stata proprio essa a frenare i miei sentimenti. Kaien era … una persona speciale, il primo uomo di cui m'innamorai, ma ripensandoci ora la mia non era altro che una piccola infatuazione. Ichigo … è e rimarrà il mio migliore amico. Tu Renji … tu sei diverso ... per te … provo un sentimento che non potrei riservare a nessun altro. Io ti amo. >>
    Le ultime parole furono come una dolce brezza, una dolce brezza che rasserenò il suo animo. L'iniziale felicità però lasciò presto spazio alla frustrazione e alla vergogna. Con quell'assurda richiesta … non aveva messo in discussione la loro relazione ?
    Strinse i pugni distogliendo lo sguardo da quegli occhi troppo sinceri e maturi.
    << Perdonami … non avrei dovuto chiederti una sciocchezza simile. >>
    Nel silenzio rotto soltanto dal canto dei grilli, la udì avvicinarsi per infine vederne i piedi, così piccoli e teneri, a meno di un metro da lui. Nonostante questo, la vergogna era ancora troppo forte impedendogli la ben che minima reazione.
    << Sono contenta invece. >>
    << Co … come ? >> esclamò stupito tornando a guardarla.
    << Dentro di me ... >> rispose arrossendo << … c'era un cassetto, un cassetto che volevo assolutamente chiudere. Ma per quando mi sforzassi non ci riuscivo. Tu mi ha dato forza. Ora ... mi sento più matura, più sicura … insieme a te. >>
    Rimase senza parole, mai si sarebbe immaginato un risvolto del genere.
    La guardò intensamente perdendosi nel blu dei suoi occhi. In quel mare bellissimo la pace arrivò, potente e inaspettata, portando con se un solo desiderio.
    L'abbracciò stringendola forte come mai prima d'allora.
    << R … Renji ! Così mi stritoli … ! >>
    << Ti amo Rukia. >> e mentre lo diceva il cuore esplose di gioia, o forse non era gioia ma una sensazione più intensa, sconosciuta e senza nome.
    << Ti amo anch'io … Renji. >> sussurrò lei abbracciandolo a sua volta fra le braccia sottili.
    A lungo stettero così, immobili, coccolati da una lieve brezza notturna e dal tepore dei loro corpi, infine quasi all'unisono si baciarono. Renji non desiderò che fermare quel momento continuando a sfiorare all'infinito quelle piccole, calde e soffici labbra.


    Poche volte era stata ubriaca, quando capitava di solito era a causa del latte, ma il latte era riservato ai momenti personali, non certo se si doveva portare qualcosa agli inviti a cena.
    L'alcol normale però aveva un effetto doppio e l'essersi scolata una bottiglia di sake non era stata, come si dice, una buona idea. Camminava nella notte, il passo pesante e barcollante, le guance rosse. In questo stato precario, ogni tanto provava a pensare, ma le parole sfuggivano veloci. Era come provar a prendere dei pesci a mani nude, pesci che nuotavano nella sua testa divenuta un mare soffice e inconsistente.
    << Yoruichi … >>
    Una voce la chiamò alle sue spalle, preoccupata e dolce al tempo stesso.
    Controvoglia e a fatica riuscì ad articolare una frase indirizzandola verso la causa principale della sua sbornia.
    << Che vuoi ?!? >>
    << Stai barcollando lo sai ? >>
    << Che rabbia ! Saarò libera di bar … collare coome mi pare e piace ! >> sbraitò voltandosi.
    Sfortuna volle che così facendo perse l'equilibrio. Il mondo vorticò su se stesso fermandosi all'improvviso. Si ritrovò a pochi centimetri dal suolo e l'attimo dopo avvertì qualcosa stretto intorno alla vita.
    << Non lo metto in dubbio, ma se continui così rischi di farti male. >>
    La sua voce … era così vicina. Scosse, la testa nella speranza di riacquistare un minimo di lucidità, muovendosi in un goffo tentativo di ribellione. Pochi secondi e si sentì afferrare, questa volta attorno alle spalle e sotto le ginocchia. Subito dopo il mondo vorticò nuovamente, ma in senso opposto, verso l'alto.
    << Ecco fatto, adesso sei al sicuro. Oh … sei proprio leggera come una piuma. >>
    << Ah ! M-ma che … ?!? >> esclamò rendendosi conto della situazione.
    Askin la stava tenendo in braccio. L'imbarazzo fu così forte da coprire per qualche attimo l'effetto dell'alcol. Confusa e allarmata alzò lo sguardo. Lui era lì, sorridente con quei ... dannati occhi viola e quel maledetto profumo di muschio. Il cuore accelerò incontrollato e ripassando il capo desiderò trovarsi in un altro posto, lontano da tutto, lontano da lui.
    << … Me-mettimi giù !!! >>
    << Stai tranquilla, mica ti mangio. >> ribatte lui ironico stringendola ancora << Il galateo impone d'aiutare sempre una donna, specie se è molto bella mi permetto d'aggiungere. Finché non sarà passata la sbornia rimarrai qui … dopo ti lascio andare. >>
    Rimase interdetta, ma in un barlume coscienzioso si rese conto di non poter continuare, a meno che non volesse concludere la serata raggomitolata in mezzo all'erba.
    << L-lo giuri … ? >>
    << Lo giuro. >>
    Seguì un silenzio imbarazzante, almeno per lei, visto Askin, che nel frattempo aveva ripreso a camminare, iniziò a canticchiare a voce un motivetto all'apparenza senza senso.
    << Jâ enwil ich niemer des eralten,
    swenne ichi si sihe, mir sî von herzen vol …
    >> (2)
    “ Ah … la sua voce … è completamente diversa … è più bassa e profonda. ”pensò infossandosi su se stessa “ E … pure irritante ! ”
    << Co … cosa vuol dire ? >> domandò speranzosa di farlo smettere.
    << … Si tratta una poesia. >> rispose lui malinconico << Una poesia antica, scritta molto tempo fa nel mio paese, purtroppo ricordo solo questo pezzetto. >>
    << E … cosa si … gnifica ? >>
    << Se-gre-to. >>
    All'improvviso la testa divenne pesante, un turbinio alcolico l'attraversò facendole perdere ogni l'interesse per l'argomento. Quanto meno Askin non riprese a cantare. Assaporando un po' di tranquillità socchiuse gli occhi e poggiò il capo intorpidito contro il suo petto. Lentamente un tepore la avvolse. Per poco non si addormentò cullata da quella piacevole sensazione. A impedirle di cadere tra le braccia di Morfeo fu un suono profondo e ritmico.
    Thum-Thum ! ...Thum-Thum !
    “ Ah … ! Questo … è il suo cuore … com'è … rilassante … ”
    Sollevò le palpebre e prese a osservarlo con la coda dell'occhio.
    Askin era persino più bello sotto la luce delle stelle. I contorni del viso risplendevano in un debole bagliore argenteo. Le iridi viola brillavano intense e serene nella notte, i capelli neri erano resi più affascinati da sottili riflessi blu. Ogni singolo dettaglio era reso ancora più incantevole, ancora più sensuale. Sensuale … in effetti l'aveva pensato per tutta la serata, appena era arrivato alla cena e a ogni occhiata che gli aveva lanciato, attenta a non essere vista. Mai avrebbe creduto di poterlo pensare nei confronti di un altro uomo.
    << È … strano … >>
    << Uh ? Cosa, Piccola Dea ? >>
    << Ah ! No ! Sta-stavo riflettendo … so-sono … sono passati solo 4 mesi … da … da quando abbiamo combattuto … è strano … >>
    << Che adesso … ti stia portando in braccio come una principessa ? >>
    << S-si … ! Volevo dire questo … >>
    << Ah ! Ah ! In effetti è vero ! >> confermò rivolgendole il più luminoso dei sorrisi << E al tempo stesso … lo trovo molto bello. >> concluse tornando a guardare avanti.
    Per qualche ragione continuò a fissarlo e a nulla valsero i tentatiti della coscienza di farla tornare indietro. Era come caduta dentro un incantesimo, un incantesimo dal sapore alcolico e maledettamente attraente.
    “ Lui … è sempre gentile, io invece … mi sono comportata da stupida … per due settimane mi sono rifiutata di vederlo … manco fossi una ragazzina alla prima cotta … ”
    “ Ci stai pensando troppo ! ” gridò la coscienza ormai intrappolata in un meandro oscuro.
    “ Kukaku … ha detto di essere sincera … però … ”
    “ Dovresti pensare a Kisuke …! Dovresti pensare all'onore del Casato ! ”
    “ Ora voglio solo … solo … ”
    La mano sinistra si mosse finché le dita non sfiorarono la sua guancia. A quell'improvviso contatto Askin sgranò gli occhi bloccandosi di botto. Ma lei non ci badò, la sua attenzione era tutta riservata a quella pelle.
    “ Ah … è calda e … morbida … chissà se pure ... le labbra lo sono … ”
    << Yo-Yoruichi ... ?!? Cosa diamine … stai facendo ? >>
    Successe in pochi secondi ; una violenta scossa elettrica percorse la spina dorsale e l'aria si frantumò sotto piccole scintille.
    Poi tutto diventò buio.


    “ I progressi cominciano a vedersi ! ”
    “ Si ! Ora riesco a rimanere cosciente per quasi 10 minuti ! … Anche se ...”
    “ Cosa Yoruichi ? ”
    “ Nah ! Niente una sciocchezza, Kisuke mi ha avvertito qualche giorno fa, ha detto potrebbero esserci effetti collaterali ... come trasformazioni improvvise e incontrollate. ”
    “ E … quando dovrebbero avvenire ? ”
    “ Beh sai com'è fatto, certi dettagli li tiene sempre per se ! ”
    La discussione tra lei e Yoruichi era avvenuta la Domenica precedente di ritorno dall'allenamento. Kukaku la ricordò all'improvviso e nel momento meno opportuno. Kugo era dentro di lei e a ogni spinta le regalava intense scosse di piacere.
    “ Trasformazioni incontrollate … chissà se l'alcol ne è una causa ... ”
    Quasi avesse percepito la piccola distrazione, l'amato premette le mani sulla schiena facendola incarnare ancora di più. La penetrò di nuovo, più affondo, più intensamente, piegandosi su di lei e facendole sentire il proprio respiro perso nell'estasi. Lei gemette allargando le gambe in modo da offrirgli più spazio. Così, in successione di spinte, dimenticò quella piccola preoccupazione. Gettò la testa all'indietro e perdendosi nel viso sudato e eccitato di Kugo lo incitò a continuare.

    Askin non capiva e per quanto si sforzasse ogni tentativo risultava inutile : in quella posizione persino pensare risultava al limite del possibile. Era successo in pochi secondi e ora eccolo lì, incollato al suolo e con una Yoruichi ubriaca intenta a baciarlo. Nonostante l'alettante prospettiva avvertiva qualcosa di sbagliato, motivo per cui aveva serrato la bocca appena ne aveva sentito il respiro pericolosamente vicino. Provò a divincolarsi e per la terza volta la donna aumentò la pressione schiacciandolo ancora di più contro il terreno.
    “ Ahi … ! Sbaglio o è diventata più pesante ? ”
    Yoruichi si staccò rimanendo a pochi centimetri. A quel punto li vide : scintille dentro le iridi gialle, e spostando lo sguardo di lato, una lunga coda nera, la cui punta era ricoperta da fulmini azzurri. Allora fu tutto chiaro, maledettamente e spaventosamente chiaro.
    << Yo-Yoruichi … mi capisci vero ? >> balbettò timoroso in un fil di voce.
    Lei rispose con un secondo bacio accompagnato da un verso dolce non dissimile da un miagolio. Rammentando ricordi dolorosi, sentì un brivido gelido attraversargli la spina dorsale e una sgradevole sensazione invadere la testa.
    Yoruichi … aveva attivato quella forma ( forse senza volerlo e a causa dello stato brillo ), tramutandosi in una gatta famelica bisognosa di coccole. Troppo bisognosa. Alla ricerca di un contatto più appagante, la sentì premere di nuovo insistente. In lui però sopravviveva un barlume di razionalità, una razionalità che pulsava logorante nel cervello, in netto contrasto con l'eccitazione crescente nel resto del corpo.
    “ È sbagliato … è tutto sbagliato … ”
    All'improvviso la Dea volubile spostò l'attenzione sul collo. Piccoli morsi s'alternarono a succhiotti. Strinse i denti nel tentativo di trattenere un calore via via più intenso.
    << Ah ! … Pi-Piccola Dea … ti prego … ti prego torna in te … >>
    << … Mao … ! >>
    << … Ah … qualcuno mi salvi … da questo incubo … >>
    La sentì scendere lentamente, attenta a non lasciarsi sfuggire un centimetro di pelle.
    << Ah… sme … smettila … ! >>
    << Mao ! >>
    All'improvviso le mani, o meglio le zampe si posarono sopra il petto. Se ne accorse appena, perché l'attimo successivo artigli fulminei squarciarono il tessuto della camicia.
    In un sussulto urlò, aveva la sensazione d'essere stato trafitto nella carne. Miracolosamente a parte leggeri segni rossi, era intero. In ogni caso le intenzioni dell'altra erano fin troppo palesi. Disperato annaspò cercando di spingerla via, ma si sa, i gatti son testardi e di risposta Yoruichi gli graffiò le braccia, giusto per mettere in chiaro le proprie intenzioni : non avrebbe messo, non fin quando non avrebbe soddisfatto quel bisogno carnale.
    << Aahi ! … Aah … cosa vuoi fare ? Mangiarmi ? >>
    Lei, seduta sinuosamente sopra il bacino, lo osservò vogliosa e sensuale cominciando ad accarezzargli il petto e gli addominali. Se ne accorse allora ; in mezzo ai pantaloni la situazione stava precipitando in maniera preoccupante. Nell'allarme un calore arrivò intenso inebriandolo da capo a piedi.
    “ Ah … questa sensazione … non la provavo da tanto … così … forte … ! ”
    Era un pensiero sbagliato, un pensiero sbagliato in una situazione altrettanto sbagliata, ma lo pensò ancora e ancora, non appena lei prese a muovere i fianchi.
    La guardò e di fronte a quella visione così potentemente erotica non riuscì a trattenersi, lasciandosi sfuggire un gemito eccitato. Yorucihi ... il cui corpo perfetto danzava alzandosi e abbassandosi, Yoruichi ... che lo fissava bellissima e terribile, lo sguardo solcato da una luce peccaminosa. Quello sguardo sembrava desiderare lui e solo lui. Di sicuro … sarebbe stata più provocante con indosso quelle tutine attillate, o meglio ancora nuda, col sudore a bagnarle la pelle, il calore dalle gambe proprio a ...
    “ Ricordati ! Ricordati … è sbagliato ! ” urlò l'ormai debole barlume di razionalità.
    “ Ah ... già … è vero … ”
    La coscienza lo salvò. La coscienza gli permise di vedere un sasso al limitare dell'erba alta.
    << Non sei lucida Piccola Dea … ah …e io rischio di … perdere il controllo … l'ultima cosa che desidero ... è approfittar di te … >>
    << Maao ? >>
    << Ora devo … aahh … distarti un pochino … >>
    Afferrò la vita sottile sollevandosi a sua volta. Yoruichi sobbalzò in risposta a un contatto inaspettato e di cui non era padrona. Dal canto suo, Askin si perse nelle sue labbra assaporandone il calore e la morbidezza. Chiuse gli occhi cercandone la lingua, trovandola e gustandosi appieno il sapore elettrico e maledettamente sensuale.
    “ Ah … ancora … ne voglio ancora … ”
    Stretta fra le sue braccia, lei si calmò e cominciò a corrispondere al bacio accoccolandosi nel petto. Solo quando il respiro divenne corto e il calore nei pantaloni insopportabile Askin si decise a staccarsi.
    << Ah … sei fantastica … >> sussurrò afferrando la pietra.
    << Roor … roor … >> fece strusciandosi contro il collo.
    << In futuro chissà … potrei riprovarci … ma ora devo assolutamente fermarti … perdonami … >>
    E detto questo la colpì dritta in testa. Yoruichi s'accasciò al suolo e dopo qualche secondo fulmini e coda scomparvero accompagnate ad un lieve scoppiettio.
    L'iniziale senso di sollievo venne sostituito dall'agitazione. Si sporse su di lei e controllò accuratamente di non averla colpita troppo forte : non trovò alcuna traccia di sangue e anzi, pareva in perfetta forma, dormiva tranquilla emettendo piccoli e soffici respiri.
    << Meno male … adesso ti porto a casa … anzi fino in camera, non oso immaginare come reagirebbe la tua famiglia vedendoti in questo stato insieme a me … >>
    L'aveva presa in bracciò che avvertì l'erezione premere nei pantaloni.
    << … Questo potrebbe essere un problema … scusami un secondo. >>
    S'allontanò e per cinque minuti, oltre a calmare le acque, continuò a tirare testate contro un albero nella speranza di cancellare il triste episodio.
    “ Sarà meglio chiedere a Mayu … a Nemu uno di quei trasformatori di memoria … ” pensò mentre un rivolo di sangue scendeva sul naso.

    Passando rasente alle mura e fermandosi tra le folte piante appena avvertiva passi o voci, Askin riuscì a non farsi beccare da nessun servitore o guardia della Residenza Shihoin e a raggiungere la tanto ambita metà. Uno dei vantaggi di non possedere la ben che minima traccia di reishi.
    La stanza era silenziosa, l'aria ferma ma fresca, sotto uno degli shoji* al centro del pavimento trovava posto un futon*. Facendo attenzione a non svegliarla sdraiò Yoruichi sul basso materasso coprendola col lenzuolo. Lei si raggomitolò come una gattina coprendosi il viso con una mano chiusa a mo di zampa. A quel punto … sarebbe dovuto andarsene e dimenticare quella strana serata, eppure rimase immobile, seduto a osservare il suo viso dormiente.
    << Sei così calma ora … >> sussurrò avvicinandosi << … potrei quasi darti il bacino della buonanotte. >>
    Ma quelle parole dette per scherzo si trasformarono in un desiderio pressante : voleva baciarla ... ancora una volta. S'avvicinò, perdendosi nel tepore di quella pelle ambrata, nel profumo leggermente alcolico di quel piccolo respiro.
    << Ah … continua a dormire … Yoruichi … >>
    << Uhm … Askin … >>
    Mai prima d'allora, aveva pronunciato il suo nome con così tanta tenerezza.
    Non pote far a meno che fermarsi, lì a pochi centimetri, catturato da quella voce così dolce e da quegli occhi assonati e socchiusi che lo fissavano in cerca di risposte.
    << Do … dove siamo ? >>
    << A casa … a casa tua … >>
    << A casa ? >> ripete in un lieve sbadiglio << … stavamo … stavamo camminando e mi hai preso in braccio … poi …uhm … non ricordo … devo essermi addormentata … >>
    << No-non ricordi ?!? >> esclamò senza riuscire a nascondere il sollievo.
    “ In effetti pure l'altra volta non rammentava nulla, probabilmente anche la memoria viene sostituita da quella del gatto … ”
    << No … scusami … sono stata … maleducata … >>
    << Fi-Figurati ! É facile addormentarsi quando si è … brilli. >>
    << Ahi … mi fa male la testa … >> mugugnò in una smorfia tastandosi il capo, all'incirca sopra il punto in cui l'aveva colpita.
    << Oh … ! Domani mattina bevi tanta acqua e vedrai passerà tutto … ora scusami … ma devo andare … >>
    << No … rimani qui … ! >> protestò lei cingendogli il collo e traendolo a se.
    Volente o meno oppose una debole resistenza ritrovandosi sdraiato sul morbido futon* con Yoruichi infossata nel petto. Un calore lo invase e per un secondo temette seriamente che fosse rimasta qualche traccia di gatta famelica, ma poi, posando lo sguardo sul suo viso, ogni agitazione scomparve. Passarono i minuti, minuti e minuti intesi in cui la osservò addormentarsi fra le sue braccia, mentre un senso di leggerezza si fece largo nel cuore, non dissimile dalla prima volta in cui l'aveva abbracciata nel bosco.
    Questa era più intensa e dolce, una leggerezza dal sapore nuovo, ma chissà come gli parve d'averla già provata, da qualche parte lontano. Cullato dal tepore dei loro corpi rischiò d'addormentarsi, se non che Yoruichi si mosse destandolo.
    << Uhm … ti sei addormentata vedo … >> sussurrò estasiato.
    Lei mugugnò nel sonno muovendosi contro il suo collo.
    << Vorrei … vorrei tanto rimanere … ma non voglio incappare nell'ira del tuo adorato fratellino domani mattina … e in quella di Urahara … >>
    << Uh … ! Uh … ! >>
    << Aspetta ti sciolgo la coda … dormire coi capelli legati non deve essere piacevole … >>
    Delicatamente tolse il nastro liberando i lunghi fili di seta viola dalla loro prigione.
    << Ecco fatto … ora va meglio … >> disse accarezzandoli un poco.
    Di risposta poté sentirne il respiro lambirgli la pelle. La guardò e il senso di leggerezza divenne più forte, così come il desiderio di baciarla, riflettendoci però … forse sulla bocca sarebbe stato eccessivo.
    << Guten nact, Yoruichi, träum schön. (3) >> sussurrò dandole un bacio sulla fronte.
    A malincuore s'alzò facendo attenzione a ogni minimo movimento, e uscì, non senza averle lanciato un ultimo e intenso sguardo.
    Abbandonata la Residenza Shihoin ormai quasi deserta, camminò sotto il cielo luminoso, gli occhi puntati di tanto in tanto sulle stelle. Bisognava andare a letto, domani sarebbe cominciata un'altra settimana e Mayuri mal digeriva i ritardi al Lunedì. Questi furono i brevi e alquanto insignificanti pensieri che lo occuparono qualche secondo, perché dopo tutto tornò su di lei, a quando l'aveva baciata e su quella sensazione che non accennava a lasciarlo andare, intensificandosi a ogni passo, impregnandogli il corpo, la mente, il cuore.
    Così, in quello stato d'assoluta beatitudine, riuscì a ricordare.
    << Aspetta … quella poesia … se non sbaglio faceva :
    Der ichi leben sol
    unde an der ist mîn wunne behalten
    Jâ enwil ich niemer des eralten,
    swenne ichi si sihe, mir sî von herzen vol (5).
    >>
    Appena finì di recitarla un'immagine riaffiorò dalle nebbie del passato : la villetta azzurra sul mare, il grande albero nel giardino, loro due seduti a tenersi per mano, lei sorridente e luminosa come sempre.
    “ Davvero una dolcissima poesia.”
    “ Dici ? In realtà mi pare fosse molto più lunga …purtroppo ricordo solo questa strofa. ”
    “ Forse … perché è perfetta per noi due. ”
    “ … Perfetta come te, Annett.”
    “ Uffi … ! Mi fai sempre troppi complimenti. ”
    “ E non smetterò mai di farteli. ”

    E in un violento turbine d'emozioni urlò quel nome dentro di se. Era riuscito a ricordarlo il nome della donna amata quand'era in vita : la sua dolce e meravigliosa Annett.
    Piccole lacrime cominciarono a scendere sulle guance e in quel misto incontrollato di gioia e tristezza riuscì a dar un nome a quella sensazione.
    << Sai Yoruichi … mi basta vederti per essere felice, ti penso spesso quando sono da solo, insieme a te, ogni preoccupazione scompare. Piccola Dea, che mi hai donato un motivo per vivere e che riempi i miei giorni di gioia, tu … >> e puntando gli occhi al cielo concluse << … Mi piaci. >>
    Continuò a camminare e un'amara consapevolezza si fece largo nel suo cuore.
    << Non sarà facile …. però gli eventi di stasera, per quanto irrazionali, penso abbiano aperto una piccola breccia nel tuo cuore. Scalerò quella montagna … fino a farti provare i miei stessi sentimenti. >>




    Extra 1 : La mattina seguente, tra violenti risvegli, strani sapori e testate contro il muro

    Hisagi riemerse lentamente dalle nebbie del sonno. Davanti a lui si stagliava il solito e monocromatico soffitto di legno scuro. Una vista monotona che contribuì ad appiattirgli l'animo fino all'inverosimile, un'anima piatta … come piatta era ormai la sua esistenza. Kensei, il suo idolo, colui che gli aveva salvato la vita da piccolo... era morto, morto senza che lui, il suo Luogotenente, potesse impedirlo. E quello stupido Luogotenente non era riuscito neanche a dargli una degna sepoltura, perché egli era stato ridotto a una bambola da quel pazzo di Mayuri.
    Così Hisagi, giorno dopo giorno aveva perduto ogni ragion d'essere, ogni obiettivo, ogni emozione. Una volta aveva pensato di andare a salvarlo, il suo adorato Kensei, ma alla fine aveva rinunciato. L'idea di vederlo ridotto in quell'orribile stato avrebbe solo aggiunto dolore al già precario stato d'animo.
    L'unica consolazione in quella vita divenuta apatica e inconsistente era l'alcool, e poco importava fosse sake, vino o birra, l'importante era dimenticare.
    << Hisagi ! >>
    Una voce arrivò improvvisa destandolo da quei pensieri.
    A fatica volse lo sguardo in direzione della porta.
    << Rangiku … sei tu ? >>
    << Si sono io ! Apri questa dannata porta … ora ! >>
    Era già la terza volta che veniva a fargli visita e ogni volta era sempre più stancante, sempre più irritante. Lei, come gli altri, lo guardava dall'alto in basso con occhi pieni di pietà e lui della pietà non sapeva proprio cosa farsene, voleva solo essere lasciato in pace.
    << No … vai via … >>
    << Scordatelo ! Alzati da quel letto puzzolente e vieni ad aprimi ! >>
    Si, in effetti il materasso puzzava e anche lui aveva un odorino niente male addosso. Quand'era l'ultima volta che s'era lavato ? Tre giorni prima ? Non avrebbe saputo dirlo …
    << Lasciami in pace … >> borbottò irritato girandosi sul fianco opposto all'entrata.
    Un fragoroso boato squarciò l'aria. Sentì un brivido gelargli la schiena mentre pezzi di legno volavano qua e là mezzi bruciacchiati. Deglutì voltandosi con molta cautela.
    Attraverso l'enorme buco della porta ormai distrutta, Rangiku Matsumoto lo scrutava furente, le braccia conserte sotto il seno prosperoso, risaltato dall'ampia scollatura.
    << Hisagi … ! Alzati … SU-BI-TO ! >>
    Avrebbe tanto voluto farlo … peccato in quel momento fosse nudo. L'idea di farsi vedere così dalla Signorina Rangiku … al solo immaginarselo provò una profonda vergogna e ancora una volta desiderò che scomparisse, lei, la porta distrutta, ogni cosa.
    Invece Rangiku continuava a fissarlo imperterrita coi quei penetranti occhi azzurri, in attesa di una reazione. Lui però non aveva intenzione di muoversi e si coprì col lenzuolo fin sopra la testa sperando di dissuaderla dal suo intento. Speranza che andò in frantumi appena la udì avvicinarsi con passi decisi.
    “ Avevo dimenticato quanto fosse determinata. ” pensò tristemente.
    << Rangiku … non avvicinarti … ho la febbre … non vorrei attaccartela … >> disse in un ultimo disperato tentativo.
    << Si si ! Adesso smettila di poltrire e vieni fuori ! >> tuonò lei strattonando il lenzuolo e riuscendo infine a strapparglielo via.
    L'imbarazzo lo invase da capo a piedi mentre la donna, per nulla inebetita dalla mancanza di vestiti, lo afferrò per i capelli tirandolo violentemente a se e, vuoi per la debolezza dovuta dall'alcool, vuoi per la forza bruta della Luogotenente, fu costretto ad alzarsi.
    Rangiku però non parve soddisfatta, gli diede giusto il tempo per un secondo ahi! trascinandolo poi verso il bagno.
    << Ma-Matsumoto ! Aspetta ! Ahi ! Che diamine vuoi fare ?!? >>
    << Puzzi come una capra ! Anzi … peggio di una capra ! >> sbraitò senza mezze misure << Adesso ti laverai per bene ! >>
    << Un secondo non … >>
    In uno strattone più forte venne lanciato direttamente dentro la doccia e fu quasi per miracolo se non sbatte contro la parete. In preda al panico si voltò solo per vedere la mano dell'altra chiudere la porta scorrevole con un tonfo violento.
    “ Sono in trappola … “ constatò disperato nel silenzio che seguì.
    << Signorina Rangiku … è ancora lì ? >>
    << … Scusami … >> rispose la sua voce improvvisamente dolce e carica d'apprensione << … sono stata troppo brusca … aspetta … >>
    Hisagi vide la sagoma allontanarsi e per un attimo sperò di sentirla uscire, invece il suo reiatsu rimase ben piantato nella stanza. Si … era proprio in trappola. Non aveva il coraggio d'uscire, forse l'avrebbe fatto con un asciugamano addosso, ma sfortuna voleva fosse rimasto all'esterno, così come saponette e shampoo.
    All'improvviso eccola ricomparire … la figura della Signorina Rangiku, eccone la mano aprire la doccia, eccola … completamente nuda ?!? Si girò di scatto incollandosi alla parete, immerso nella confusione e nell'imbarazzo più totale. La udì entrare, chiudere la porta scorrevole, girarsi rimanendo a pochi centimetri dalla sua schiena.
    “ Che … che razza di situazione … !!! Non è da lei fare cos-”
    << AAHI ! >> urlò mentre il getto caldo della doccia bruciava la pelle << Matsumoto non->>
    Senza accorgersene si girò, senza accorgersene la ritrovò stretta a se. Il cervello andò in tilt e il corpo si pietrificò non appena quelle braccia sottili risalirono la schiena fino a cingergli la spalle, con una delicatezza che mai avrebbe pensato di ricevere da lei.
    << Hisagi … >> lo chiamò dolce << … io … ho capito … >>
    << Co-cosa … ?!? >>
    << Osservandoti ho capito … >> mormorò lei nell'orecchio << … tu … finora non hai mai pianto, non hai mai versato una lacrima per Kensei. >>
    Sgranò gli occhi e un dolore immenso si fece largo nel petto. Quel dolore celato, quel dolore che fin'ora era stato l'alcool a tener bada … Hisagi aveva deciso di non piangere, piangere sarebbe stato inutile, piangere non avrebbe risolto nulla, non gli avrebbe ridato indietro il suo Capitano. Le lacrime erano per i deboli, per gli uomini deboli.
    << Ah … ! Come hai fatto … a indovinare ? >>
    Ma adesso in una tristezza via via più crescente desiderò soltanto piangere.
    << Anch'io ho perso una persona cara … >> rispose lei accarezzandogli il collo << … ho perso l'uomo che amavo. Quando Gin morì, piansi a lungo. Da sola. E sono andata avanti. Sono sicura che lui sarebbe fiero di me vedendomi adesso. Anche tu … anche tu devi fare lo stesso. Rendi orgoglioso Kensei, ma prima … piangi. >>
    Udendo quell'ultima parola Hisagi l'abbracciò a sua volta. La strinse con forza cercandone il calore del corpo, un corpo caldo, morbido e bagnato, dove finalmente rifugiarsi e … piangere, lontano da tutti, lontano dallo sguardo del mondo.
    << Grazie Rangiku … grazie infinite … >>
    E lacrime cominciarono a scendere, confuse tra l'acqua.


    << Sento uno strano sapore … >>
    Udendo quella frase Yushiro alzò gli occhi verso la sua splendida sorellona.
    Stranamente ci aveva messo di più a svegliarla quella mattina, l'aveva trovata raggomitolata nel lenzuolo e aveva dovuto scuoterla più volte per destarla dal sonno.
    Adesso Yoruichi era di fronte a lui, ancora assonnata e i capelli neri tutti scombinati.
    “ Proprio come 100 anni fa sorellona … io voglio rimanga tutto così, per sempre. ”
    << Sarà la zuppa di miso* … è troppo salata ? >>
    Yoruichi guardò il liquido caldo con sguardo confuso.
    << No, non è la zuppa … >> rispose con una smorfia << ... è un sapore diverso … strano … non saprei come spiegartelo. >>
    << Ieri sera hai cenato a casa di Kukaku, forse è qualcosa che hai mangiato lì … >>
    Lei ci riflette una attimo e facendo spallucce riprese a mangiare.
    << Uhm … probabilmente sì. >>


    << Mi dispiace Askin-san, ma non è più possibile utilizzare il trasformatore di memoria.
    Lo strumento cancella solo i ricordi più recenti, se gli eventi sono successi la scorsa notte ormai non c'è più nulla da fare. >>
    << Ah … grazie mille Nemu. Sei … stata … davvero gentile. >>
    Nemu inclinò leggermente la testa senza smettere di guardare il suo interlocutore.
    Quella mattina Askin-san era davvero strano ; la voce bassa e parecchio assonnata, la schiena piegata un poco in avanti, il viso ispido e segnato da profonde occhiaie. Non l'aveva mai visto in quello stato … si era pure dimenticato di farsi la barba.
    All'improvviso l'uomo fece qualche passo e sbatté la testa contro il muro.
    << Sicuro di stare bene, Askin-san ? >>
    << Alla perfezione Nemu adorata … >> rispose barcollando con un cenno della mano << … non preoccuparti … ora torno al lavoro. >>
    Osservandolo allontanarsi la ragazza sospirò lievemente.
    << Mayuri-san si arrabbierà parecchio appena lo vede. >>

    Glossario


    *ayu : piatto tipico dei festival estivi, si tratta di piccoli pesci cotti allo spiedo per ottenere una forma che ricordi l'animale mentre nuoti.
    *dango : tre palline fatte farina di riso e riso glutinoso, spesso servite con tè verde.
    *futon : materasso giapponese, interamente in cotone, rigido, sottile e arrotolabile.
    *hiyoku : sotto-kimono, oggi caduto in disuso.
    *kasekuchen : dolce tedesco simile alla cheesecake.
    *kiseru : sottile pipa tradizionale giapponese.
    *obi : fascia tipica di kimono e yukata.
    *miso : condimento derivato dai semi della soia gialla a cui spesso vengono aggiunti cereali come orzo, riso, segale, grano saraceno o miglio.
    *ramen shirakawa : tipologia di ramen i cui ingredienti sono arrosto di maiale, scalogno, germogli di bambù, torta di pesce, alghe nori, cipolle, spinaci.
    *sakazuki : una tazza bassa simile a una scodella in cui si beve il sakè.
    *shoji : tipico pannello delle porte scorrevoli giapponesi.
    *tori dango : simili alle nostre polpette di pollo.
    *tokkuri : brocchetta in ceramica in cui viene servito il sakè
    *yakitori : spiedini di pollo, esistono le relative sotto-categorie ( momo, coscia di pollo, negima, cipolla e pollo, tebasaki ala di pollo, ecc. )
    *yakuta : kimono informale infossato nei periodi primaverili o estivi.
    *zabuton : cuscino per sedersi posto sopra il tatami. Originalmente fatto con stoffe pregiate, nel seconda metà del periodo Edo s'inizio a fabbricarlo col cotone.
    *zaru soba : tipico piatto estivo delle torride estati giapponesi, spaghetti di grano saraceno consumati freddi intinti in un brodo saporito.


    (1) Ginjo, scritto con ideogrammi diversi, indica una qualità molto pregiata di sake.
    (2) Il pezzo è estratto da una poesia del genere Minnesang, un tipo di componimento lirico sviluppato in Germania tra il XII e XIV secolo, spesso sotto forma di canzoni, il cui tema principale è l'amore.
    Letteralmente la traduzione significa :
    Finché vivrò riceverò sempre tanta gioia
    ogni volta che riesco a vederla.
    (3) Guten nact, lett. Buonanotte. Träum schö, Sogni d'oro.
    (4) Altro pezzo della poesia :
    Perché lei è la mia vita
    e la fonte di ogni mia gioia
    Finché vivrò riceverò sempre tanta gioia
    ogni volta che riesco a vederla.

    La poesia e la relativa traduzione sono tratte dal libro “ Traduzione e Scrittura ” di Johann Drumbl, edito dalle LED Edizioni Universitarie di Letteratura Economia Diritto.


    Edited by _Hime_ - 8/6/2016, 13:14
     
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    Pensavate questa discussione fosse finita e invece no ^^ col finale del manga alle porte sono riuscita a scrivere la parte che mi mancava ^^

    Bando alla ciance e partiamo col sesto capitolo.

    Capitolo 6 : Nell'autunno assaporando la libertà

    << In merito al comportamento esemplare, e dopo aver esaminato approfonditamente il rapporto di Kurotsuchi Mayuri, la Camera dei 46 assolve l'ex-Quincy Askin Nakk Le Vaar da ogni accusa a suo carico. D'ora in avanti, egli presterà come membro dell'Istituto di Ricerca. >>
    Le ultime sillabe del Consigliere vennero accompagnate da un breve e non troppo sentito applauso. Askin, vestito con pesante kimono* nero, osservò distratto le molteplici sagome muovere le mani dietro i piccoli paravento.
    Finalmente la tanto bramata sentenza era stata emessa, ma in parte l'Ex-Quincy l'aveva dimenticata tanto che se Nemu non l'avesse svegliato alle prime luci dell'alba avrebbe continuato a ronfare beato nel letto. Riflettendoci … alcune molte aveva provato una profonda ansia nei confronti dell'imminente giudizio, ma ben presto s'era reso conto che preoccuparsi era inutile. Vivere alla giornata, scoprire il mondo, come qualcuno di caro gli aveva consigliato … s'erano rivelati la carta vincente per convincere il Consiglio della sua non-pericolosità. Adesso era come se un'ombra l'avesse abbandonato e fosse tornata strisciante nell'Oscurità.
    “ Ora ho una preoccupazione in meno … adesso … potrò concentrarmi su ”
    << Askin … hai qualcosa da dire al Consiglio ? >>
    La domanda del Comandante Shunui lo riportò alla realtà. Lanciò una lieve occhiata all'uomo in piedi poco più avanti, il kasa* tenuto ben saldo in testa, e poi di nuovo sull'ampia sala intorno a se.
    << Ringrazio i Consiglieri per la loro magnanimità e clemenza. Prometto di … fare tesoro di quanto mi è stato concesso. >>
    Così dopo una decina di noiose frasi concezionali, la seduta della Camera dei 46 finì.

    << Aahh … ! Sono contento si sia risolto tutto per il meglio ! >> esclamò Kyoraku appena furono fuori dal
    << E di non aver fatto l'ennesima figuraccia arrivando in ritardo, Capitano. >> aggiunse tagliente la Luogotenente Ise al suo fianco sistemandosi gli occhiali.
    << Stamattina si stava così al calduccio nel futon* … >> si giustificò lui alzando lo sguardo al cielo grigio << … quest'inizio autunno è stato più freddo del solito. >>
    Qualche passo indietro, Askin si ritrovò a fissare le fronde albore del bosco attraversato solo 6 mesi prima, adesso le foglie verde acceso avevano lasciato il posto ai caldi colori autunnali : pennellate rosse e gialle tingevano qua e là le chiome degli alberi.
    “ Quante cose sono cambiate da allora … ”
    << Comunque lascia che mi congratuli di nuovo con te. >> disse il Comandante porgendogli la mano << Come sono stati questi mesi d'attesa ? Purtroppo i rapporti di Mayuri non lasciano mai spazio ai sentimentalismi. >>
    << Molto … belli, aggiungerai magnifici >> disse rispondendo al saluto << Il lavoro presso l'Istituto di Ricerca è gratificante, inoltre sono riuscito a trasformare il mio alloggio in una confortevole casetta. Continuerò su questa strada per migliorare ancora. >>
    << Devo ammetterlo : sei completamente diverso da allora. >> ammise l'uomo dopo averlo fissato a lungo << Migliorare eh ? Sono sicuro che ci riuscirai. >>
    << … Grazie mille, Comandante. >>
    Si salutarono e Askin ripercorse lo stesso sentiero di tempo addietro, quando il futuro era incerto e l'esistenza vuota. Superò gli stessi alberi, dove ora alcune foglie giallognole avevano iniziato a cadere, li superò … immaginandosi che da un momento all'altro una Dea in vesti autunnali sarebbe comparsa davanti a lui, ma non accadde. D'altronde Yoruichi non s'era fatta viva durante la seduta, poiché in quei giorni una serie di ricevimenti tra le varie famiglie aristocratiche della Soul Society la tenevano occupata da mattina a sera.
    << Vorrà dire ci incontreremo più tardi Piccola Dea. >>
    Nominandola in quel dolce modo, non pote impedire a un pensiero di venire a galla.
    “ Ogni giorno questo sentimento diventa più forte … si sta trasformando, ma non intendo mostratelo … non ancora … non ancora … mia Piccola Dea … ”


    In quello stesso momento Yoruichi si stava terribilmente annoiando ; immersa nella Sala Ricevimenti della Residenza Shihoin da più di 4 ore, dispensava parole compiacenti a nobile pieni di sé sorridendo come un ebete e mangiando cibi sfiziosi ma senza sapore.
    Non vedeva proprio l'ora d'andarsene, soprattutto da quando Nemu le aveva portato la lieta notizia : Askin era libero, la Camera dei 46 gli avevano concesso la grazia.
    Da più o meno un quarto d'ora quindi, il suo piede aveva cominciato a battere imperterrito sul pavimento, tanto da costringere alcune persone ad allontanarsi infastidite.
    “ Uffi … mi è dispiaciuto tanto non poter essere presente … se solo non mi obbligassero a partecipare a queste assurde pranzi e cene ! ”
    Ma in fondo era questo che facevano i Nobili ; discutere di argomenti superflui, stringere alleanze e stipulare matrimoni per i figli in un'atmosfera ovattata e oltremodo melliflua.
    Aveva sempre odiato quella vita preferendo di gran lunga uscire, assaporare la natura e le persone reali, arricchendo il suo spirito con nuove esperienze. Per questo pur essendo la primogenita non era mai stata la favorita alla successione.
    “ L'esilio è capitato a fagiolo permettendogli di nominare Yushiro primo Erede … tra questi giovani pomposi chi mai si vorrebbe sposare con una “ rinnegata ” come me ? Ma tanto ho Kisuke … ad Askin gli ho comprato un libro … speriamo gli piaccia, però non vorrei sembrare ripetitiva … va beh si tratta di ”
    << Onee-san … ! >>
    Interrompendo il flusso di pensieri si voltò, in tempo per vedere il fratello venirle incontro. Yushiro indossava un'elegante kimono* blu la cui parte inferiore si schiariva sempre pian piano fino a diventare turchese.
    << Come al solito sei in trepidante attesa … non vedi proprio l'ora di sgattaiolare via. >>
    disse ironico potandosi al suo fianco.
    << Si nota abbastanza ? >> chiese poggiando la schiena contro la parete.
    << Molto direi ! >> esclamò lui per poi volgere l'attenzione ai numerosi presenti, li osservo con sguardo stranamente grave, infine con voce sommessa aggiunse << Io … ormai sono abituato a queste... sottili manifestazioni di potenza, ma ora …c'è qualcosa in più. >>
    << Qualcosa in più ? >> chiese lei senza staccargli gli occhi di dosso, preoccupata da quell'ultima nota amareggiata.
    << Negli ultimi tempi … >> rispose il ragazzo dopo un lungo sospiro << … da quando sei tornata veramente, hanno iniziato a parlarmi del mio futuro fidanzamento ... ah … lo saprai meglio di me come funzionano certe cose … bisogna “ assicurare una futura discendenza evitando i disonori, come è successo ai Kuchiki e con … tua sorella. ” >>
    Yoruichi lo fissò intensamente. In quei sei mesi aveva percepito la pressione che la famiglia stava esercitando su Yushiro, pressione finalizzata a tramutarlo in un perfetto esponente del Casato Shihoin. Tempo addietro avevano tentato lo stesso con lei, senza ottenere grossi risultati. La Dea Lampo sapeva che sotto l'irrefrenabile allegria, il fratello celava un profondo conflitto interiore ; se da un parte la bontà gli impediva di deludere quelle aspettative, dall'altra avrebbe desiderato seguire le orme della sua dolce Onee-san* e prendere in mano la propria vita. Solo il tempo gli avrebbe permesso di decidere quale strada percorrere, motivo per cui lei non aveva mai toccato l'argomento. Adesso però, i suoi occhi erano alla disperata ricerca di un consiglio e Yoruichi accolse comprensiva quella muta richiesta.
    << Fidanzamento eh ? E cosa ne pensi a riguardo ? >>
    << Non so … non lo so. Dovrei scegliere tra una di queste bellissime ragazze … bellissime e vuote. >> rispose lui in un debole sussurrò abbassando il capo.
    << Ma tu hai già una persona che ti piace ...>>
    << Si … >>
    Intuì chi potesse essere, ma rimase in silenzio poiché non era sicuro nominare quel nome vicino a orecchie indesiderate. Rimase un attimo in silenzio, senza staccare lo sguardo da suo piccolo Nii-chan*.
    “ Quand'eri piccolo non facevi altro che piangere nascondendoti dietro di me … e ora eccoti qui … un ragazzo che sta per diventare un giovane uomo. Le cose … cambiano pian piano … e questo mi rende felice … ma più di ogni altro sono contenta per te … tu … sai quale sentiero intraprendere … ti serve solo una piccola spinta. ”
    << Yushiro. >>
    << Dimmi Onee-san* … >> mormorò tornando a guardarla speranzoso.
    << Sai … non sono gli altri a decidere la nostra felicità … solo il nostro cuore può mostraci la giusta via. Segui il tuo Yushiro … e giungi alla vera felicità. >>
    << Ah … che … che belle parole Onee-san*. Grazie. >> sussurrò lui, la voce solcata da una pace a lungo desiderata.
    Osservandone il viso sereno pensò fosse giunto il momento d'informarlo circa la “ nuova ” frequentazione, soprattutto vista la sentenza finale del Consiglio, ma dopo quel discorso una notizia del genere sarebbe stata fuori luogo.
    “ Rimanderò a stasera e appena lo vedo … informerò pure Kisuke. ”
    << Di nulla, un piccolo consiglio non ha mai ucciso nessuno. >> disse lanciando un'occhiata al corridoio alle sue spalle.
    << Sorellona … se vuoi andare vai pure. Non ci sono problemi. Troverò qualche scusa. >>
    << Come ai vecchi tempi fratellino … e scusa se te lo dico all'improvviso, ma al mio ritorno desidero parlarti. >>
    << … Se … se si tratta di quello, lo so da tempo. >> disse dopo un'attimo d'esitazione.
    << Sicuro ... che stiamo parlando della stessa cosa ? >> domandò stupita con un fil di voce.
    << Io … ti ho seguito una volta. >> ammise lui con una vena di risentimento << All'inizio … mi sono arrabbiato, non capivo … non volevo capire, ma … il tuo silenzio è stato dettato da una serie di circostanze, e se continui a vederlo … allora si è rivelato una brava persona, al di là di quanto valga il verdetto dei 46. Quindi perdona … perdona la mia stupidità e soprattutto il mio pregiudizio. Se non fossi stato così duro … se non fossi stato così duro … ti avrei evitato questa spiacevole e lunga attesa … perdonami. >>
    Yoruichi sentì il cuore rasserenarsi e un peso abbandonarle l'animo. Fissò quegli occhi felini così simili ai suoi, occhi lucidi ma solcati da una luce nuova e intensa. Li fissò rammentando pensieri lontani.
    “ Quando le possibilità lo concedono è meglio tornare sui propri passi, riflettere e decidere di conseguenza. ”
    “ La forza … devi solo dimostrarla a te stesso. ”
    << Tranquillo … non hai nulla da farti perdonare. >> sussurrò dolcemente stringendolo a se << Te ne avrei parlato stasera … ma ti ringrazio. Grazie per aver compreso. Oggi sei maturato fratellino mio. Sono molto orgogliosa di te. >>
    << Lo so Onee-san* … lo so. Ora vai. >>
    Mentre usciva dalla sala Yoruichi lo guardò un'ultima volta.
    << Riguardo quell'argomento … sta tranquillo … non potevi fare scelta minore. >>
    A quelle parole l'invisibile tensione che avvolgeva il fratello scomparve, sostituito da un delicato sollievo. Finalmente libero, la guardò rivolgendo il più caloroso dei sorrisi.
    << Ah … grazie, Yoruichi. >> disse salutandola affettuosamente.
    “ Due spinte in fondo sono meglio di una … ! ” pensò felice chiudendo la porta “ Insegui il tuo sogno Yushiro ! Raggiungilo … e sarai felice ! ”
    Con passo allegro recuperò il libro in camera da letto e si diresse in fretta e furia alla Sede della Dodicesima. Lungo le vie del Seireitei quel trepidante desiderio crebbe scuotendola da capo a piedi : non vedeva l'ora di gustarsi l'espressione di Askin all'apertura del regalo.
    “ Quando mi ha informato della sentenza pareva un po' preoccupato, ma in fondo come gli ho detto non c'era motivo di stare in ansia … come avevo previsto tutto è filato liscio come l'olio ! Forse … è stata questa consapevolezza a spingermi a compare il regalo in anticipo … ” pensò stringendo il piccolo pacchetto tra le dita.

    Il sole era già basso quando le alte ciminiere dell'Istituto di Ricerca svettarono davanti a lei, contornate dal cielo terso d'inizio autunno. Nel cortile principale chiese d'incontrare Mayuri e alcuni ricercatori la guidarono fino al laboratorio dove lo scienziato stava conducendo il suo ultimo esperimento. Dopo interminabili corridoi che le parvero tutti uguali giunse in una grande stanza, dove una scritta all'esterno recitava A-5. Numerosi macchinari circondavano le pareti e le lucine colorate incastonate in essi brillavano a intermittenza nella semioscurità. Al centro il Capitano della Dodicesima, affiancato da Nemu, Akon e Hiyosu, osservava un'enorme capsula di vetro dentro cui ribolliva un liquido verde fosforescente, che irradiava l'ambiente con la sua luce opaca e spettrale.
    Appena entrò la prima persona a salutarla fu Nemu. La ragazza rivolse un breve sorriso per poi tornare a fissare lo strano liquido. Conoscendo l'irritabilità di Mayuri, la Dea Lampo preferì attendere pazientemente la conclusione dell'esperimento.
    Il liquido ribollì agitandosi più volte senza che ci fosse alcun cambiamento evidente, ma da come Akon e Hiyosu prendevano appunti intuì qualche invisibile trasformazione fosse in realtà avvenuta. Passarono 5 minuti prima che Mayuri volgesse lo sguardo su di lei. In brevi falciate la raggiungesse rivolgendo un'occhiata indagatrice.
    << Oh ! Buon pomeriggio Yoruichi … è piuttosto insolito vederti da queste parti ! Cosa ti porta qui al mio Istituto di Ricerca ? >>
    << Salve Mayuri, Nemu mi ha informato riguardo la sentenza … adesso Askin è libero e … desideravo congratularmi con lui. >>
    << Ah già è vero ! Avevo mandato Nemu ad avvisarti ! >> esclamò lui premendosi una mano sulla fronte << Scusa … quando mi faccio prendere dalle ricerche dimentico certi dettagli. Sei qui per l'idiota dunque … e per chi altri se no ? Comunque data l'eccezionalità degli eventi, gli ho concesso un giorno di riposo, dovrebbe essere in casa a darsi una sistemata. Per raggiungerla torna nel cortile principale e costeggia le mura a ovest, superati gli alloggi ne noterai uno illuminato da … lampadine, quella è …. la sua “ adorabile ” casetta ” ! >>
    << Grazie per le indicazioni … stranamente pure tu sembri più felice del solito. >> disse a riprova della lunga spiegazione dello scienziato.
    << Idiozie ! Certo mi fa piacere, ma se il Consiglio l'avesse mandato alla forca … beh l'avrei considerato come uno dei tanti esperimenti falliti … >>
    “ Chissà come mi aspettavo una risposta del genere. Mayuri è sempre Mayuri. ”
    << … ma questo era impossibile, perché come avevo previsto quella massa di idioti non ha saputo resistere al mio dettagliato e stupendo rapporto ! Alla faccia di Urahara ! >> concluse con un pizzico di vanteria.
    << Capitano la prego … >> fece eco Hiyosi a cui si aggiunse un sospiro di Akon.
    << Cosa avete da lamentarvi voi due ?!? >>
    << Se continua a insul … a giudicare i 46 … >> rispose il Vice Presidente senza smettere di scrivere << … va a finire ci tagliano i fondi. >>
    << Ah … Sciocchezze ! >> tagliò corto l'uomo riportando l'attenzione su di lei.
    << Mi ero dimenticata … il rapporto … non so cosa ci fosse scritto, ma immagino abbia avuto un peso preponderante nella decisione del Consiglio. Perdonami … avrei dovuto ringraziato subito. >>
    << Basta ringraziarmi ! >> ribatte il Capitano con una smorfia << Adesso vai Yoruichi ! Ho ancora un sacco di faccende da sbrigare e non intendo perdere altro tempo ! >>
    << Okay ... buon proseguimento a tutti allora. >> disse avviandosi.
    Ma fece appena qualche passo che l'uomo la richiamò.
    << Aspetta ! Quello … cos'è ? >>
    << Questo ? >> disse sollevando il piccolo pacchetto << È un libro … un regalo per lui … per festeggiare ... >>
    Mayuri socchiuse gli occhi senza staccare lo sguardo inespressivo e indagatore dall'oggetto o ... forse stava fissando lei ? Non ne era sicura, ma la strana reazione la mise un po' disagio e proprio quando stava per chiedere spiegazioni Mayuri le diede le spalle avviandosi verso la capsula. le mani dietro alla schiena.
    << Capisco … mooolto interessante. Ora vattene ! >>
    Velocemente la Dea ritornò sui propri passi, interdetta da quello strambo comportamento.
    “ Mayuri è Mayuri … sarà stata semplice curiosità … spero. ”

    Intorno all'abitazione regnava il silenzio, dalle finestre e dagli shoji* che costituivano la parete d'ingresso filtrava una luce artificiale e al tempo stesso calda. Ne aveva viste a bizzeffe durante l'esilio, quando in forma di gatto aveva camminato a lungo tra i tetti delle varie città e metropoli sparse per il Giappone : alcune, specie quelli nei grattacieli e nelle grosse fabbriche, erano fredde e disturbanti, così come le file di lampioni che costeggiavano le strade di notte, le uniche accoglienti si trovavano in piccole case o negli appartamenti dove le famiglie si riunivano per cenare e stare assieme.
    Davanti a quella piccola porta Yoruichi rivivette quei ricordi intimi e intensi, per dopo bussare, il regalo tenuto ben saldo dietro la schiena. Una leggera afa proveniva dall'interno, ma non ci prestò attenzione, qualche secondo e la voce di Askin giunse allegra seguita da passi leggeri.
    << Chi é ? >>
    << Sono io, Yoruichi. >>
    << Oh ! Piccola Dea … ! Sei arrivata finalmente ! >>
    Il pannello scorrette rivelando l'interno della stanza e … un Askin con indosso solo accappatoio e un asciugamano in testa. Nonostante l'indumento principale ricordasse molto un kimono* provò un forte imbarazzo dopo che lo sguardo finì prima sul petto bagnato e poi sul viso, dove le umide ciocche nere risultavano fin troppo sensuali sotto il piccolo tessuto bianco, dove gocce ricadevano calde lungo le guance e la fronte, dove … quelle dannate iridi viola la scrutavano felici e serene come non mai.
    << Ah … ! Pe-perdonami ! Ti ho disturbato in un momen- >>
    << Nessun disturbo. >> l'interruppe lui sfregandosi l'asciugamano contro il collo << Semmai è colpa mia, appena rientrato ho schiacciato un pisolino … che si è trasformato in una lunga dormita e tra una cosa e l'altra stavo finendo di lavarmi. >>
    << Lo-lo vedo … >> balbettò sentendo il cuore accelerare all'improvviso.
    Confusa abbassò repentina gli occhi.
    “ Co … cosa diamine mi prende adesso ?!? ”
    Forse passò qualche secondo allorché lui le cinse il polso trascinandola dentro.
    << Ma non startene impalata ! Entra … ! Mica ti vergogni ? >>
    << Fi-figurati ! >> ribatté decisa, ma senza riuscire a guadarlo in faccia.
    << Coraggio allora … ! Siediti e tranquillizzati. >> la invitò Askin allegro indicando le quattro sedie intorno al tavolo << Mi sbrigo e sarò subito tra te. >> e sorridendole scomparì nella stanza affianco.
    Veloce si sedette nel posto più lontano dal bagno e, poggiato il regalo sulle ginocchia, prese a guardarsi attorno dimenticando in breve quella sgradevole sensazione.
    L' “ adorabile ” casetta, come l'aveva definita Mayuri, era effettivamente arredata molto bene. Nella parte destra trovava spazio una piccola cucina, sulla parete parallela all'entrata due mensole su cui poggiavano barattoli colorati con dentro quelle che le parvero spezie, a sinistra un letto in stile occidentale era affiancato da un comodino e una lampada, infine, continuando su quel lato, in una libreria a muro intravvide il dorso del libro “ Parole difficili come scriverle ”.
    “ Oh … mi fa piacere l'abbia messo in un posto così visibile … tra poco potrà aggiungerci questo. ” pensò felice riportando l'attenzione sul nuovo acquisto.
    Un rumore improvviso la fece sobbalzare. Il rompo del fohn invase l'aria, reso ancora più forte dalla mancanza di porte tra il bagno e la sala/cucina/camera da letto. Irritata si tappò le orecchie, il suo udito felino mal digeriva quei suoni troppo forti e continui.
    Fortuna la tortura durò pochi minuti e dopo poco Askin ricomparve. Rimase stupita nel vederlo per la seconda volta in abiti occidentali. Al posto del kimono* l'uomo indossava dei jeans scuri e una maglia di cotone bianca che ne risaltava il fisico snello e tonico. I capelli pettinati all'indietro luccicavano umidi sotto la calda luce interna.
    << Non volevo farti aspettare troppo … spero non mi venga il torcicollo. >>
    << Di nulla … piuttosto, perché quei vestiti ? >>
    << Semplice … >> rispose lui sedendosi a sua volta <<. … vista l'avanzata tecnologica del Mondo Terreno trovo ingiusto vestirmi come all'epoca Sengoku. Fuori dal lavoro, ho deciso di star comodo d'ora in avanti. >>
    << ... In effetti non hai tutti i torti, anche se per me è sempre stato difficile trovarne di comodi. >>
    << … A parte tutine attillate ? >> aggiunse l'uomo con una punta di malizia.
    << Co-cosa c'entrano le mie tute ? E comunque le indosso solo per praticità ! >>
    << La mia era solo ... una piccola precisazione. >> rispose lento ma evasivo.
    << …. Cri-critichi i kimono* quando pure tu avevi una divisa nel Wandenreich ! >>
    << … Si ma quella era personalizzata e … comoda soprattutto. In ogni caso al Capitano non crea alcun problema il come mi vesto in privato … probabilmente perché non devo più essere giudicato. >>
    Yoruichi approfittò di quelle ultime parole per cambiar discorso, non voleva che la conversazione si spostasse nuovamente alle sue “ tutine attillate ”.
    << A proposito, com'è stata la seduta ? >>
    << Noiosa … parecchio noiosa… avranno ripetuto le stesse cose … boh, una ventina di volte ? A un certo punto stavo per addormentarmi in piedi fai te. Comunque Mayuri è stato bravissimo dimostrando la mia non pericolosità e il contributo che ho dato … e continuerò a dare all'Istituto di Ricerca. I 46 hanno visionato alcune “ mie ” invenzioni, ad esempio il Gas Anti-Hollow e le Pillole Rigenerative. Sono rimasti parecchio sorpresi devo ammetterlo. >> poi socchiuse gli occhi come a voler raccogliere un pensiero più profondo << Ora mi sono tolto un peso … essere liberi … è davvero una magnifica sensazione. >>
    La Dea colse al volo la frase ; dopo una piccola pausa a effetto si schiarì la voce richiamando l'attenzione dell'altro.
    << Di conseguenza … bisogna festeggiare ! Ta-tan ! >> esclamò estraendo il pacchetto da sotto il tavolo << Congratulazioni Askin ! >>
    Alla vista del regalo finemente impacchettato, il viso dell'uomo si riempì di sorpresa e felicità. Ne rimase così colpito da fissarlo per qualche secondo senza battere ciglio.
    << Oh … ! Ma che tenera. Non ... non me l'aspettavo proprio … >> mormorò prendendolo in mano << … uhm … vediamo se indovino cos'è … >> continuò cominciando a tastarlo << … un libro per caso ? >>
    << Aprilo se ci tieni a scoprirlo ! >>
    << Giusto … ! >> confermò cominciando ad aggredire carta e nastro.
    In breve la confezione ricadde a terra mentre ne girava il contenuto nel verso giusto.
    << Un ricettario ? “ Dolci giapponesi facili e veloci ” … >> sussurrò leggendone il titolo con occhi pieni di meraviglia.
    << Ho pensato che cucinare nuovi dolci sarebbe stato stimolante, oltre che piacevole. >> cominciò a spiegare a occhi chiusi << Sono sicura ne cucinerai di buonis- >>
    La frase le morì in gola spegnendosi in un inaspettato calore. Sgranò gli occhi sentendo il cuore accelerare incontrollato. Askin … la stava abbracciando … per la seconda volta ; le braccia forti e sottili circondavano la sua schiena, il viso infossato nell'incavo del collo premeva contro la pelle. Abbassando lo sguardo confusa notò che lui s'era inginocchiato affianco alla sedia, giusto per arrivare alla sua altezza, respirando poi ne avvertì il petto avvolgerla teneramente come una coperta.
    << … simi … ah … ehi ?!? Cosa stai … ? >>
    << Danke sehr* Piccola Dea. Sei stata … molto dolce. È davvero un bellissimo regalo. Grazie di cuore. >>
    La sua voce … era sempre stata così ? Bella e felice ? Ammaliante ? Quel tono ... l'aveva sentito altre volte, come durante una primaverile giornata al fiume … e forse alla cena estiva a casa di Kukaku. Forse … l'avrebbe udito più spesso d'ora in avanti ?
    Scosse la testa mettendo a tacere quelle stupide domande.
    << Di-di nulla … mi fa piacere ti sia … piaciuto. >>
    Allora, per fortuna, lui si staccò e senza smettere di sorridere prese il ricettario andandolo a sistemare nella libreria, accanto all'altro. Lo seguì con lo sguardo ignorando il sibilo pressante della coscienza.
    << Ecco fatto ! … Uhm … forse è meglio sistemarlo in un altro scomparto ? >>
    << Po … potresti fare il reparto scrittura e quello cucina …! >>
    << Ottima idea ! >> esclamò seguendo il suggerimento << Si, ora è perfetto … ! >>
    Inaspettatamente cadde il silenzio. Nell'assenza di parole Yoruichi s'alzò, quella sedia ora le pareva una prigione soffocante e stretta, oppure a spingerla fu il timore di venir abbracciata senza avere vie di fuga ? Non ebbe modo di rispondere, perché l'attenzione ricadde su di lui, sulle ampie spalle, sulla vita sottile, sulle braccia che fino a meno a un minuto prima erano strette intorno a lei. Continuò a fissarlo avvicinandosi di qualche passo, senza accorgersi del tempo che trascorreva, lento e inesorabile.
    << Yoruichi, io ti devo molto. >> disse all'improvviso con voce sincera e profonda.
    << Ah … ! Co … cosa stai dicendo adesso ?!? >>
    << Senza di te … non avrei ritrovato un motivo per vivere. Senza di te … i giorni sarebbero passati noiosi e tristi. Tutto sarebbe stato più difficile e chi lo sa … magari alla fine avrei combinato qualche sciocchezza. Quindi è … >> concluse deciso tornando a guardarla << … anzi, soprattutto per questo che devo ringraziati. >>
    Quegli occhi, quel sorriso … erano davvero irritanti. Decisamente irritanti.
    << No-non c'è di che … ! >> balbettò abbassando il capo.
    “ Ah … cos … cosa accidenti mi sta succedendo ? Perché non riesco a guardarlo in faccia ? Okay pure all'inizio non c'è l'ho fatta, il che è comprensibile … ma adesso ?!? ”
    Le ultime parole non fecero che aumentare a dismisura l'inaspettata confusione ; se da un lato la rendevano felice, dall'altro avrebbe preferito non udirle mai e poi mai. Così, intrappolata in un stato precario, non lo udì nemmeno avvicinarsi.
    << Sono proprio maleducato … qui ci vuole un secondo abbraccio di ringraziamento ! >>
    E per la seconda volta si ritrovò fra le sue braccia. Per la seconda volta sgranò gli occhi ritrovandosi il viso premuto contro l'incavo della spalla, le iridi a fissare il soffitto.
    Non capì più nulla, avvertiva soltanto una strana agitazione farsi largo dentro di lei. Un'agitazione trainata dalla coscienza che, forsennata, scavava tra i recessi della mente desiderosa d'uscire. Ma al contempo qualcos'altro crebbe, più misterioso e velato, qualcosa che la portò pochi istanti dopo a cercare un maggiore calore. Askin era lì … la mano destra poggiata sua nuca, il braccio sinistro le cingeva la vita …. le ci volle poco quindi per approfondire l'abbraccio. Pian piano fece scorrere le dita lungo la schiena assaporandone i muscoli, resi più percepibili dal sottile tessuto della maglia, risalì cingendogli a sua volta le spalle, perdendosi infine nel profumo dei suoi capelli. I suoi capelli … non immaginava potessero essere così morbidi e profumare di limone … il calore del suo corpo poi … era maledettamente piacevole ...
    “ Che strano … … ah … non riesco a pensare a nulla … io … io … sto be- ”
    “ SI PUÒ SAPERE CHE CAZZO STAI FACENDO ?!? ”
    In un urlo la coscienza l'aggredì trasformando la realtà in incubo. L'abbraccio divenne improvvisamente sbagliata, una prigione da cui fuggire. E mentre questa consapevolezza la invadeva da capo a piedi, Askin aumentò la stretta facendo aderire maggiormente i loro corpi. In quel frangente, la via di fuga giunse come un fulmine a ciel sereno :
    - Se lui ha degli atteggiamenti … sbagliati faglielo notare. - così aveva detto Kukaku quella notte d'estate.
    “ Ecco brava ! Diglielo subito ! ”
    << A … Askin … ! >>
    << … Si ? >> sussurrò lui senza muoversi d'un millimetro.
    << Senti … io … >> cominciò dopo aver deglutito più volte << … capisco vuoi ringraziarmi … però ora esageri ... ! >>
    << Uhm … in effetti hai ragione … sta durando un pochino troppo … per essere un abbraccio di ringraziamento. >> disse ironico allontanandosi << Ne approfitto per dare un'occhiata al nuovo libro. Magari trovo qualcosa di buono da cucinarti. >>
    Lo osservò di sbieco prendere il libro e sedersi come se nulla fosse sopra il lato corto del letto, la schiena poggiata alla parete, le gambe distese leggermente accavallate.
    “ È finita ? … Forse a questo punto ... posso lasciar perdere ? ”
    “ NO ! DEVI METTERE LE COSE IN CHIARO ! ”
    << … Ascoltami … forse è meglio se non … se non mi abbracci più ! >>
    << … Ti ha dato fastidio ? >> chiese senza interrompere la lettura.
    << No-non importa se mi ha dato fastidio ! Non farlo più, capito ?!? >>
    << … Capito. >>
    << Sto … sto parlando seriamente ! >>
    Lui tornò a guardarla, ma dall'espressione non capì se fosse arrabbiato oppure divertito.
    << Visto che me lo chiedi insistentemente … non lo farò più. >>
    Il suo sguardo … per la seconda volta non riuscì a reggerlo e così, accompagnata dall'aria pesante che sembrava aver preso possesso della stanza, s'avviò nervosa verso l'uscita. Era conscia di andarsene in malo modo, eppure si trattava dell'unica maniera per ribadire quel vitale concetto.
    << Bene ! Ora … ora scusami ma devo andare, buona serata ! >>
    << … Posso darti un consiglio ? >> chiese appena fu sulla soglia.
    << … Dimmi. >> mormorò esitante.
    << … Dovresti tagliarti i capelli, staresti molto meglio. >>
    “ Ma guarda te ! ” pensò arrossendo e ringraziando di dargli le spalle “ Prima si fa trovare mezzo nudo, dice frasi ambigue, mi abbraccia … pure due volte ! E ora se esce con una roba del genere !!! Sarà impazzito ?!? ”
    << Gr-grazie … ! C-ci penserò su ! Buona serata Askin ! >>
    << Buona serata anche a te … Piccola Dea. >>
    Veloce sgattaiolò fuori, dimenticandosi persino di chiudere la porta. A lunghi passi percorse il sentiero, ma ben presto perse la cognizione del tempo. Troppi pensieri affollavano la mente, innumerevoli dubbi e altrettante ansie. Cercò più volte di cancellare Askin insieme a quei strani momenti che si era susseguiti uno dietro l'altro. Ogni sforzo però risultò vano … anzi più ci provava, più riaffioravano le sensazioni provocate dal suo tenero abbraccio.
    “ Perché ?!? Perché accidenti ?!? ” pensò rabbiosa tirando un calcio a un sasso “ Eppure stava andando tutto bene ! In questi tre mesi la situazione era migliorata … anzi parecchio migliorata ! Niente più sogni strani … imbarazzi improvvisi … nulla e nulla ! E ora cosa diavolo si mette a fare quel cretino ?!? No aspetta, forse sto ingigantendo il problema … era evidente, voleva solo ringraziarmi del regalo e … di quell'altra cosa ! Per questo mi ha abbracciato ! Ah … ah .. ah … è così ! Deve essere così ! ”
    “ Ci stavi fin troppo bene fra le sue braccia … è stato questo a metterti paura, sbaglio ? ”
    Il cuore cominciò a battere furiosamente tanto da costringerla a fermarsi. Disperata puntò lo sguardo al cielo, nella speranza di placare quel crescente tormento. Fu un vano tentativo, perché il cielo era adesso oscurato da pesanti nubi e l'aria umida tutt'intorno faceva presagire una violenta pioggia.
    - Ti devo molto. -
    In un lieve singhiozzo abbassò la testa serrando i pugni.
    << Ah … mi sarebbe piaciuto vedere il tuo viso, forse stavi sorridendo … forse … >>
    “ … forse stai iniziando a piacermi ... però non … NON DEVO … ! NON POSSO … ! Io ... ho premesso ...HO PROMESSO DI ASPETTA- ”
    << Ehilà Yoruichi ! Che sorpresa vederti qui ! >>
    Sgranò gli occhi voltandosi di scatto.
    Kisuke era lì, a pochi metri, il viso sorridente, la mano a salutarla gentile.
    Kisuke era al suo fianco e per la prima volta nella sua vita non seppe se gioirne o meno.


    Da qualche minuto Soi-fon non faceva altro che guardarsi attorno. Un'apprensione si agitava silenziosa nei suoi occhi neri mentre lo sguardo si spostava da una parte all'altra dell'enorme Sala Ricevimenti. Era stata molte altre volte lì, in quanto l'ultima erede della famiglia Fon, il Casato minore che da ben 9 generazioni prestava servizio presso gli Shihoin. Da piccola aveva frequentato spesso la dimora principale su invito di Yoruichi-san ; lì fra maestosi e floridi giardini, aveva appreso le kido potenti, affinato la zanjutsu, ed era diventata esperta nell'hokuda. Lì aveva incontrato per la prima volta Yushiro. Ricordava perfettamente quel giorno ; uno pomeriggio d'estate, uno Shunpo calcolato male, una caduta a terra e una piccola mano s'era tesa verso di lei.
    - Scu … scusa ! - aveva esclamato una vocina impacciata e preoccupata – Non ti sei fatta male, vero ?!? -
    Davanti a lei Yushiro s'era manifestato in tutta la sua tenerezza, ma a colpirla non era stati i piccoli abiti eleganti, come s'addiceva ai membri del Casato, quanto i suoi occhi, allegri e preoccupati, gialli e felini come quelli di Yoruichi, incastonati in un visino paffutello.
    - No, s-sto bene ! - aveva esclamato imbarazzata afferrando la manina e tirandosi su.
    - Ah meno male ! Tu … tu devi essere Soi-fon ! … La mia sorellona mi parla spesso di te ! Sei fortissima ! Una futura promessa dell'hokuda ! -
    - Da-davvero ?!? Mi … mi fa piacere ! In-invece tu devi essere Yushiro, il fra-fratello minore delle Nobile Yoruichi-san … ! È un onore conoscerti di persona ! - aveva balbettato tra un inchino e altro – Pe-perrdona la mancanza di rispetto ! Non sarei dovuta cadere in quel modo goffo … ! -
    - Semmai sono io a dovermi scusare, tu vieni spesso qui ad allenarti con la Onee-san* eppure non mi sono mai presentato finora … è difficile sfuggire dalla grinfie dei miei genitori. Però … ero davvero curioso di conoscerti ! Sei davvero carina Soi-fon ! -
    - Gra … grazie ... - aveva sussurrato distogliendo lo sguardo, confusa da tanta franchezza.
    - YUSHIRO ! TI SEMBRA QUESTO IL MODO DI PARLARE ?!? -
    Entrambi s'erano voltati spaventati e intimoriti. Qualche metro più in là, Yoruichi li aveva fissati a lungo, implacabile e terribile, le mani piantate sui fianchi, la gambe leggermente divaricate e la tuta risaltata dalle foglie che turbinavano frenetiche a causa dello Shunpo.
    - Allora ?!? Non hai niente da dire ?!? -
    - Per … perdonami Onee-san* … non volevo offendere nessuno ! - aveva piagnucolato lui correndole incontro.
    Soi-fon aveva continuato a osservare il piccolo Yushiro, tanto da non udire quasi più le urla di Yoruichi-san.
    Dopo quel primo incontro, ne erano seguiti altri, sporadici ma intensi e divertenti. Pian piano ... uno strano sentimento s'era fatto largo nel suo cuore. Purtroppo tutto era cambiato con la fuga di Yoruichi, Soi-fon divenuta Capitano e Capo dell'Onmuitsukido era stata sommersa da impegni e responsabilità, e non aveva avuto più occasioni di fargli visita. Poi … in mezzo alla Guerra Millenaria, tra dolori e perdite, finalmente s'erano rincontrati. Sotto quel raggio di luce il cuore aveva palpitato incontrollato facendole dimenticare per un attimo la morte e la distruzione intorno a lei.
    Yushiro era diventato un bel ragazzo ; il viso aveva ancora dei tratti infantili, ma che si stavano avviando verso la maturità, i capelli erano raccolti in una piccola coda mentre i grandi occhi gialli possedevano la stessa allegria e luminosità di quand'era bambino.
    Poi la Guerra era finita e lei, rispettosa del rapporto fra lui e Yoruichi-san, aveva lasciato passare qualche mese affinché i due colmassero la lunga separazione. Scelta ricompensata quando sul finire dell'estate Yushiro s'era presentato di punto in bianco davanti alla Sede della Seconda Compagnia e … le aveva chiesto un appuntamento !
    Soi-fon rammentava quel momento con intensa gioia e, dimenticando per un attimo la propria inquietudine, strinse una mano sul petto. Era arrivata in ritardo, la scelta dell'abito aveva richiesto più tempo del solito, e tra la moltitudine di persone aveva intravisto i due fratelli parlare intensamente. L'era sembrata una discussione importate, motivo per cui aveva preferito ammazzare il tempo assaggiando qualche stucchino al tavolo centrale. Una volta tornata però entrambi erano scomparsi.
    “ Finora … ci siamo visti poco, ma … ogni volta che sono con voi Nobile Yushiro, tutti i timori svaniscono. “ pensò chiudendo gli occhi “ Con voi riesco a ridere come nessun altro. Insieme te Yushiro, io … sono felice. Ma ora … cosa ti turba ? ”
    Per quanto volgesse lo sguardo di qua e di là non riusciva a individuare il suo candido kimono* turchese. In fondo lui faceva sempre così quando un problema lo affligeva ; fin da piccolo preferiva andare a rifugiarsi in posti lontani e elevati, al riparo da occhi giudicanti e regole severe.
    Così, accertatasi dell'assenza, uscì superando un trentina di persone dai volti sconosciuti e ignorando i bisbiglii maligni provenienti da un gruppetto di ragazze. Uscì assaporando l'aria fresca dell'inoltrato pomeriggio e percorse il breve corridoio giungendo infine all'esterno del giardino principale ; perché se l'entrata e i due lati più lunghi dell'enorme palazzo erano puntellati da piccole macchie verdi protette da mura, sull'ultimo lato esse si diramavano all'esterno racchiudendo all'interno centinaia e centinaia di ettari di verde contornate da magnifiche cascate naturali e paesaggi incantevoli.
    Osservando l'inizio di quella meraviglia trasse un profondo respiro, flette le gambe e chiuse gli occhi. Quando lì riaprì, un turbine di foglie gialle e rossicce vorticava intorno a lei, mentre poco più in là, a una decina di metri, una quercia s'elevava maestosa e solitaria in cima alla collina. Lì, sulle chiome più alte tinte di un rosso intenso, vide una macchia turchese che sembrava desiderosa di riunirsi con l'ultimo azzurro del tramonto.
    “ Qualunque sia il tuo problema … io …. giuro che lo scaccerò Yushiro ! ”
    S'avvicinò decisa, i piccoli passi risuonavano gracchianti sopra il letto di foglie secche, e intanto Yushiro continuava a fissare il cielo rannicchiato su di un ramo, il capo infossato tra le ginocchiato. A quella visione Soi-fon sentì la sicurezza vacillare tanto che quando superò le ampie fronde ramate l'agitazione l'avvolse simile alle spire di un serpente. Ma si fece coraggio e raggiunto il maestoso tronco aguzzò la vista ; lassù tra i rami intricati e migliaia di foglie, poteva scorgere il ragazzo, troppo immerso dei propri pensieri per accorgersi di lei. Avvertì l'esitazione pungerle maligna il petto ... in effetti non aveva mai consolato un uomo prima d'allora, tutti quelli della sua famiglia erano morti quand'era piccola, inoltre … Yushiro era speciale. Una cosa era certa, più il silenzio durava più la situazione sarebbe diventata difficile da risolvere.
    << Nobile Yushiro … >> lo chiamò poggiando una mano sul tronco.
    << … Soi-fon ? >>
    La sua voce fu poco più di un sussurro e sentendo il cuore sussultare agitato, la ragazza si precipitò con agili balzi fin quasi sulla cima della quercia. Lì, sopra di un ramo sottile robusto era inginocchiato Yushiro, in perfetto equilibrio sulle punte dei piedi. Aveva ripreso a fissare il cielo e sembrava essersi dimenticato della sua presenza.
    Lo fissò intensamente perdendosi nel viso perfetto e negli occhi simili a pietre preziose.
    “ Forse … è meglio aspettare … ” pensò sedendosi poco distante “ … io voglio starle vicino Nobile Yushiro … senza metterle fretta … ”
    << Soi-fon … >> la chiamò all'improvviso.
    Nelle sillabe del proprio nome, la ragazza percepì tutta la gravità e il dolore che stavano divorando il suo animo. Prese coraggio e si porse verso di lui fino ad arrivare a pochi centimetri dalla spalla. In quella vicinanza Yushiro infossò il viso tra le ginocchia e parlò nuovamente.
    << Io … ho commesso una grave errore … >> mormorò, la voce quasi rotta dalle lacrime << … volevo proteggere la mia Onee-san* … pensavo … che dicendolo a Kisuke tutto sarebbe rimasto immutato e perfetto ... ma … ma come ha detto Yoruichi, non sono gli altri a decidere la nostra felicità … ah … ! Dovevi vedere il suo viso appena è andata via … era … era felice. Davvero felice e io … io sono solo un'idiota … ! >>
    Soi-fon continuò a osservarlo, immobile gli occhi socchiusi carichi d'apprensione, e precedentemente il timore del silenzio scomparve, anzi in quell'assenza di parole comprese appieno ciò che affliggeva Yushiro e una nuova sicurezza l'avvolse soffice come una coperta. Pian piano fece riaffiorare ricordi d'un passato doloroso, ricordi che a distanza di tempo le procurarono lo stesso una grande tristezza, ma era disposta a supportarla pur di cancellare quell'ombra oscura.
    << Allora siamo idioti entrambi. >> sussurrò dolcemente spostando l'attenzione sul cielo.
    << Ah … ! >> esclamò lui guardandola preoccupato << Per-perdonami Soi-fon … non era mia intenzione offenderti … ! >>
    Scosse il capo mentre un sorriso si dipingeva sulle labbra.
    << Tranquillo nessuna offesa … la mia era una semplice constatazione … >>
    << … Che … che intendi dire ? >>
    << … Pure io feci il medesimo errore … >> rispose calma e rassicurante << … quando seppi del “ tradimento ” di Yoruichi-san la sofferenza che provai fu immensa … piansi per giorni interi … nel dolore continuai a difenderla da tutte le malelingue che s'abbattevano su di lei, eppure … una volta divenuta Capitano non mi precipitai nel Mondo Terreno … mai una volta in tutti questi anni ho aperto il Senkaimon per andarla a cercare … alla fine riversai tutta la colpa su Urahara. Se agii in quel modo … fu solo a causa della mia debolezza … avevo paura … paura che la verità rovinasse l'immagine idilliaca e perfetta della Nobile Yoruichi. L'importante Yushiro è rendersi conto dei propri sbagli ... accettarli e andare avanti … >>
    Il discorso ebbe un effetto dirompente e negli occhi felini tornò lentamente la serenità. Poi, senza darle il tempo d'assaporare la propria felicità, lui si porse di lato e poggiò il capo sopra la sua spalla. Soi-fon sgranò gli occhi mentre un brivido le percorreva frenetico la spina dorsale. All'inizio si sentì confusa e imbarazzata, poiché non s'aspettava un simile gesto da parte sua, ma non appena alcune ciocche di capelli le sfiorano il collo ogni agitazione sparì. Serana e felice posò la guancia sopra la sua testa assaporando appieno la morbidezza di quei soffici capelli neri.
    << Si … capisco cosa intendi dire … >> disse Yushiro in misto di gioia e tristezza << … io non accettavo che la sorellona potesse cambiare … nel mio egoismo pensavo di farla felice … invece … >>
    << Le persone sono più complicate di quanto crediamo. >> sussurrò perdendosi nel suo delicato profumo << ... quando pensiamo di conoscerle riescono sempre a sorprenderci nel bene e nel male. Forse è proprio questo ... uno degli aspetti più belli della vita. >>
    << … Hai ragione Soi-fon … grazie … grazie di tutto. >>
    A quella frase il cuore mancò di un battito … o forse non fu tanto la frase in sé quanto il tono con cui l'aveva pronunciata ; la voce di Yushiro le parve diversa, più profonda e matura. Non ebbe tempo di metabolizzare la nuova scoperta, perchè l'attimo dopo il ragazzo la strinse fra le braccia infossando il viso nel suo collo.
    << No-Nobile Yu-Yushiro … ! C-che sta facendo … ?!? >> balbettò cercando di divincolarsi.
    << Ti ringrazio con un fortissimo abbraccio ! >> rispose lui allegro aumentando la stretta.
    Nel panico Soi-fon andò indietro speranzosa di guadangare abbastanza spazio per liberarsi. Sfortuna il piccolo movimento non fece che peggiorare la situazione ; Yushiro non le diede tregua e la povera ragazza si ritrovò seduta di traverso e con la schiena appicicata al grosso ramo, completamente bloccata. Provò a spingerlo via facendo leva sulle braccia, ma nulla … Yushiro era diventato di pietra. In quello stato confusionale la sua voce arrivò, rassicurante e profonda come quella di uomo.
    << D'ora in avanti ... desidero vederti più spesso ... >>
    E a quelle parole l'agitazione scomparve, come portata via da una brezza estiva. Adesso avvertiva chiaramente il tepore del suo corpo e il dolce tocco delle sue mani intorno alla schiena. Rammentò con gioia le volte in cui s'erano abbracciati da piccoli su quello stesso albero, e i pomeriggi passati a contemplare il cielo dimenticando i problemi del mondo. Ora erano di nuovo lì, abbracciati l'uno all'altra come uomo e donna.
    Felice come non mai, Soi-fon lo strinse a sua volta.
    << Anch'io … anch'io Nobile Yushiro ... >> sussurrò sentendo gli occhi divantare lucidi << … voglio stare al vostro fianco … sempre … >>


    Aveva iniziato a piovere. Una pioggia leggera e quasi invisibile.
    Kisuke odiava la pioggia, in tutte le sue forme. Non c'era un motivo particolare, l'odiava e basta, alla stesso modo di come non digeriva i cibi piccanti o troppi dolci. Per ovviare a questo fastidio aveva costruito anni addietro una copertura da inserire all'occorrenza nel fodero di Benihime.
    Ora, costretto da una serie di fastidiosi eventi, camminava sotto la fastidiosa pioggerellina accompagnato dal cozzare dei propri geta* sopra le piatte pietre che formavano il sentiero. Come detto non era solo il tempo a irritarlo : il verdetto dei 46 nei confronti di Askin stava facendo il giro del Gotei 13 e lui, a malincuore coinvolto nella faccenda, aveva deciso di essere uno dei primi a congratularsi con l'interessato. Fin lì tutto bene … fin quando aveva incontrato Yoruichi, la sua dolce Yoruichi. Poche volte l'aveva vista così confusa e turbata. Quell'immagine fugace del suo viso gli rodeva il cervello passo dopo passo, alimentando una rabbia silenziosa e terribile.
    “ Yoruichi cara … ho avvertito un profondo turbamento in te … e tu … tu non hai detto nulla per non farmi preoccupare … che tenera. Ma stai tranquilla … conosco la causa della tua inquietudine … quel lurido verme … si sta rivelando una spina difficile da estirpare. ”
    Di conseguenza non bisognava perdere tempo, serviva al più presto un piano veloce ed efficace. Pensò e pensò, ma stranamente non arrivò a nulla di consistente ; solo un'idea abbozzata navigava nella testa senza riuscire a prendere forma. Così giunse davanti all'alloggio, e superato il lato corto ritrovò il bastardo seduto comodamente sotto l'enwa*, con le gambe distese accavallate e in mano una tazza rossa fumante. Al suo fianco, sopra il piccolo corridoio in legno, notò un termos insieme allo strano abbigliamento occidentale, a cui all'inizio non aveva fatto caso.
    << Sai Kisuke, nel mio paese d'origine piove spesso … >> esordì senza staccare lo sguardo dal cielo grigio << … le vecchie abitudini sono dure a morire … quando cade la pioggia non posso far a meno di osservarla per ore ascoltandone il suono. >>
    << Oh … davvero ? >> chiese come se avesse appena ricevuto una puntura da una zanzara << Invece io proprio non riesco a sopportarla. >>
    << Si vede hai aperto l' “ ombrello ” solo per due goccioline. >> ribatte Askin tagliente.
    << … Non … mi offri da bere ? >> chiese indicando il termos.
    << … L'altra volta con l'aranciata non è finita bene, quindi non saprei … gradirei non ritrovarmi di nuovo la schiena maciullata e sanguinante. >>
    << Non essere così cattivo … >> chiuse l'ombrello andandosi a sedere a circa un metro e mezzo da lui << … sono venuto con intenzioni pacifiche. >>
    << Ma non mi dire … >> lo canzonò dopo aver bevuto un sorso dalla tazza.
    << Mi è giunta la notizia del verdetto dei 46. Complimenti te la sei meritata la tua libertà, fortuna non ci sono stati incidenti in questi 6 mesi, altrimenti la tua posizione … sarebbe diventata ancora più precaria. D'ora in avanti lavorerai dell'interno dell'Istituto di Ricerca, spero il tuo futuro possa essere roseo, sempre che tu riesca a sopportare Mayuri e … >>
    << Senti perché non la pianti ? >> lo interruppe Askin bruscamente.
    << … Come ? >>
    Non s'aspettava d'essere interrotto, ne tanto meno di ritrovare una luce così decisa in quegli irritanti occhi viola. La rabbia silenziosa si mosse, simile a un serpente tra l'erba, facendogli stringere l'impugnatura di Benihime. L'altro, quasi di risposta, lanciò un breve sorriso e con un gesto molto lento cominciò a riempire la tazza.
    << Non ho voglia di perdere tempo. Io e te ci odiamo, e sappiamo entrambi il perché. Tu mi consideri un bastardo verme opportunista e anch'io ti considero un liscio verme opportunistica, quindi ti prego … non sprecare il fiato con falsi complimenti. Gradisci un sorso di caffellatte ? >> concluse porgendogli la tazza.
    << E ... perché sarei qui allora ? >>
    << Ovvio … ! Per quale motivo se non per difendere la “ tua ” gattina ? >>
    Allora la rabbia scattò violenta e irrefrenabile. Scattò, veloce come la testa d'un serpente velenoso., colpendolo dritto in faccia col fodero di Benihime. Il verme oppose resistenza frenando l'imminente caduta col braccio sinistro. L'attimo dopo gli fu addosso, premette Benihime contro il petto e lo spinse brutalmente all'indietro, l'altro s'oppose, ma frastornato dalla botta iniziale riuscì a far poco contro la sua forza. Il termos cadde insieme alla tazza mentre Kisuke s'ergeva sopra di lui ormai disteso a terra, la zanpakuto premuta contro la gola. Nonostante la palese minaccia, l'uomo l'osservava divertito e provocatorio, la guancia destra solcata da un grosso livido e con le mani strette senza molta convinzione attorno a Benihime. Una strana luce scintillava nelle iridi viola, rese più scure a causa del cielo cupo. Lo scrutò a sua volta e piegatosi in basso socchiuse gli occhi in uno sguardo minaccioso.
    << Ti piace provocarmi, eh Askin ? >>
    << ... Mentre tu godi nel farmi male. >> rispose lui con un sorrisetto insanguinato.
    Rimase qualche secondo in silenzio ascoltando la pioggia via via più fitta.
    “ Irritante … decisamente una situazione irritante … vediamo di finire in fretta … ”
    << … L'ho incontrata poco fa … era sconvolta … quando ho detto che stavo venendo qui, si è rifiutata d'accompagnarmi. Cosa le hai fatto ? >>
    << … Nulla. Mi sono sempre comportato normalmente. >>
    << Non dirmi cazzate. >> sibilò aumentando la pressione.
    Askin deglutiti e il fodero si mosse leggermente, gli occhi non s'accennavano il minino timore, anzi … quella che riuscì a identificare come determinazione non fece che aumentare, insieme al nauseante sorriso provocatorio.
    << … Non capisco. >> ribatte scandendo bene le parole << Io e lei ci vediamo da tempo, se la cosa ti dà così fastidio potevi farglielo notare, quattro mesi fa come adesso. Invece no … preferisci minacciare me. Chissà, magari dopo la tua prima visita hai passato l'estate sperando in un mio passo falso. Attaccando un Capitano la condanna a morte sarebbe stata inevitabile e tu avresti preso ben tre piccioni con una fava : Yoruichi finalmente libera ... un esperimento di Mayuri andato in fumo … con lui rinchiuso nella Tana del Verme, chi altri avrebbero messo a capo dell'Istituto di Ricerca se non te ? >>
    Sgranò gli occhi stupito, cercando di ricomporsi in fretta. Il bastardo aveva azzeccato ogni cosa smascherando il suo piano, piano che sfortunatamente non si sarebbe potuto più realizzare.
    << ... Hai indovinato, complimenti. >> sussurrò a denti stretti << Purtroppo sei meno … impulsivo di quanto avevo immaginato. >>
    << Purtroppo … >> sottolineò l'altro sprezzante.
    Comprese d'essere giunto al capolinea. Alla luce degli ultimi fatti era inutile perseguire quella strada ; ormai il verme era libero e al 100% sotto le dipendenze di Mayuri. Serviva qualcos'altro … qualcosa che impedisse a Yoruichi di soffrire. Pensò e non ci volle molto prima che l'idea abbozzata si concretizzasse nella mente. Elaborò un piano, semplice ed efficace riportando infine l'attenzione su Askin. L'uomo lo scrutava guardingo in un misto di noia e attesa tanto che, per ammazzare il tempo, aveva preso a tamburellare sul fodero.
    << E purtroppo … >> esordì guardandolo dritto negli occhi << ... io sono sempre stato troppo buono con lei. >>
    << … Davvero ? Non l'avrei mai detto sai ? >> sussurrò lui smettendo di giocare.
    << Il più grande sogno di Yoruichi è essere libera … io non le ho mai impedito d'agire e decidere secondo i suoi desideri, se intende frequentare un lurido verme come te ... ormai non posso più farci nulla. Ti sei rivelato … un osso più duro del previsto. >>
    << Sai come sono i vermi, per quanto li tagli continuano a muoversi. >> precisò Askin trattenendo a stento l'odio.
    << Di conseguenza … puoi continuare a vederla. Ma al minimo errore, t'assicuro che le conseguenze saranno tremende. >>
    Era rischioso, ma in fondo con la sua sofferenza Yoruichi avrebbe compreso la mediocrità del verme, inoltre il Casato Shihoin non avrebbe esitato a dargli carta bianca per punire un bieco individuo, causa della sofferenza dell'ex-prima erede.
    Si, era un piano ... assolutamente perfetto.
    Poi Askin lo guardò, e negli occhi Kisuke vide la determinazione agitarsi simile a una fiamma. Che stronzo … come si permetteva di beffarlo così spudoratamente ?
    << Oh ! Ti aspetti un ringraziamento per questo ? >>
    Senza preavviso la rabbia silenziosa si trasformò in furia, scuotendolo nel profondo. Accettato dall'ira sollevò il busto e lo colpì di nuovo col l'elsa della zanpakuto. Un colpo sulla guancia destra, poi sulla sinistra … una, due, tre volte … fin quando non lo vide sputare sangue rigirandosi su un fianco. Solo a quel punto avvertì l'animo rasserenarsi, ma nonostante la pace apparente non si sentiva soddisfatto.
    “ Devo umiliarlo, ancora un pochino e … cancellargli quel sorrisetto una volta per tutte ! ”
    Si chinò arrivando a pochi centimetri dal viso ormai pieno di lividi bluastri. Non appena Askin, ripresosi dallo stordimento, se ne accorse, lo bloccò schiacciandogli la testa nel suo stesso sangue e mettendo Benihime di traverso lungo la schiena. Da quella posizione gli bastò pochissimo per raggiungere l'orecchio.
    << Io voglio ... soltanto assicurarmi che non farai soffrire la mia Yoruichi. >> disse con tutto l'odio che aveva in corpo.
    << Cough … ! Non preoccuparti … ! >> sibilò il verme tra un stupo vermiglio e l'altro << … Cough … ! Perché … t'assicuro non sarò io a farla soffrire … ! >>
    Senza aggiungere altro serrò la presa intorno ai capelli, sollevò la testa per dopo sbatterla contro il pavimento. Askin sussultò lasciandosi sfuggire un gemito di dolore.
    Ecco .. ora poteva dirsi pienamente soddisfatto, mancava soltanto il gran finale.
    << Tutta questa sicurezza ti fa onore … >> sussurrò riportandosi vicino all'orecchio << ... ma se provi a toccarla o farla piangere, giuro ti pentirai amaramente di non essere morto in mezzo a quelle macerie … ! >>
    S'alzo passandosi una mano sulla fronte, come a voler scacciar via un'invisibile tensione, e volse l'attenzione alle sue spalle. Ritrovò la tazza rovesciata sull'enwa* circondata da una pozza marroncino chiaro, poiché anche il termos cadendo a sua volta aveva perso un po' del prezioso liquido. Un passo e li afferrò entrambi scuotendoli leggermente per pulirli. Il contenitore era mezzo pieno, versò il caffellatte ancora fumante nella tazza tornando a osservare Askin con espressione compiaciuta. Aveva smesso di tossire, ma continuava a rimanere disteso su di un lato, quasi immobile, contornato da macchie di sangue, proprio come il verme che era.
    “ Le parole feriscono più della spada … dunque … vediamo di dargli il colpo di grazia. ” pensò bevendo qualche sorso.
    << … Delizioso il caffellatte. >>
    Al limite dell'impercettibile lo vide sollevare il capo ... e improvvisamente avvertì qualcosa. Qualcosa di strano e inquietante. Durò appena un battito di ciglia eppure quando gli occhi viola, divenuti simili a quelli di una bestia, si posarono su di lui l'aria divenne improvvisante calda.
    << Mi fa piacere stronzo … però adesso ti consiglio d'andartene … vattene … subito … ! >>
    “ Ah … cazzo è successo ?!? Possibile che quello … ?!? ”
    Turbato gli rivolse un'ultima sprezzante occhiata e lasciò cadere la tazza che si schiantò sul legno finendo in pezzi. Posato il termos aprì Benihime e s'incamminò … verso la sua Dea. Ma bastarono pochi minuti allorché l'incessante rumore della pioggia fece riemergere quel fastidioso timore.
    “ Ah … non smette di stupirmi il bastardo … ” pensò stringendo più forte l'elsa con la copertura a forma di manico d'ombrello “ … ma poco importa … ci vorranno anni prima che riesca a ricavarne qualcosa di decidente … ! E io … non smetterò di difenderà ! La proteggerò … costi quel che costi ! ”
    La ritrovò sotto un grosso ginkgo, separato dal sentiero da una breve distesa d'erba giallo opaco. Poco più in là, dalle finestre di alcuni alloggi proveniva la tenue luce prodotta delle lampade ad olio, a nord invece il cielo si stava oscurando, presto cupi e minacciose nubi avrebbero divorato le altre e portato un violento temporale.
    Yoruichi poggiata contro il tronco, le mani dietro la schiena, pareva assorta nei suoi pensieri. Fissava un punto indefinito davanti a se coi suoi bellissimi occhi felini, dentro i quali navigava uno strano turbamento.
    “ Tranquilla gattina … non s'importa sapere cosa sia successo … voglio solo cancellare quel musino triste. ”
    S'avvicinò a piccoli bassi e solo quando fu abbastanza vicino, lei si destò voltandosi. Ora nelle iridi s'agitava un disperato bisogno di conforto, un conforto che aveva tutta l'intenzione di donarle.
    << Oh … sei tornato … >> disse in fil di voce interrompendo la frase non appena lui, chiusa Benihime, si precipitò ad abbracciarla.
    Fra le sue braccia la Dea s'irrigidì, come sempre capitava in quei momenti, e Kisuke come ogni volta, la cullò dolcemente per poi abbassare il capo e sussurrare parole altrettanto dolci.
    << Si eccomi qui Yoruichi cara … ! Persona se ti ho fatto aspettare, ma dopo essermi complimentato, Askin è stato gentilissimo e mi ha offerto del delizioso caffellatte, ne abbiamo approfittato per chiacchierare ancora un pochino. >>
    << Oh … mi fa piacere … davvero tanto piacere … >> sussurrò lei meravigliata infossando la testa nel suo petto.
    A lungo stettero così. Immerso in quel piacevole tepore dimenticò l'odiosa pioggia che cadeva via via più forte, ma al contrario dentro Yoruichi sentiva persistere una certa pesantezza. Delicato prese ad accarezzare quei capelli scuri simili alla seta più preziosa. Pian piano la sentì rilassarsi e poco dopo la sua voce ruppe il finto silenzio, bassa e condita da una punta d'imbarazzo.
    << Kisuke ci … ci sarebbe una cosa che dovrei dirti. >>
    << Certo … dimmi pure. >>
    Sapeva benissimo di cosa si trattava e approfittò della pausa per rimettere in ordine i pensieri.
    << I … io è da circa 4 mesi che mi vedo con lui … una volta a settimana … e … ecco … perdonami se … se finora non ti ho detto nulla ! >>
    << Tranquilla piccola … >> disse comprensivo dopo una pausa a effetto << … Askin è un avversario contro cui hai combattuto valorosamente e al quale hai dimostrato clemenza davanti alla Camera dei 46. Comprendo benissimo il motivo che ti ha spinto a conoscerlo meglio. Non per niente sei una gattina curiosa. >>
    << Ah … grazie. Grazie mille Kisuke. >> sussurrò piena di sollievo.
    << Di nulla Yoruichi. >>
    Era un'abitudine consolidata da quando erano bambini ; ripetere spesso il suo nome nei momenti di consolazione. Quante volte nella loro lunga amicizia l'aveva stretta a se per cancellare paure inconfessabili ? Quante volte aveva sussurrato parole tenere cancellando dubbi profondi e oscuri ? Ormai aveva perso il conto … come adesso perse il conto di quei minuti che passavano lenti e inesorabili, scanditi dal rumore delle gocce d'acqua via via più fitte. Forse … avrebbe dovuto sciogliere quel contatto e avviarsi insieme a lei in modo da evitare l'imminente temporale, forse …
    “ … posso aspettare ancore un po' … devo consolare la mia gattina … ”
    << Kisuke … >> lo chiamò lei distogliendolo dal suo piccolo pensiero.
    << Si piccola ? >>
    << Secondo te … sto meglio coi capelli corti ? >>
    All'improvvisa richiesta avvertì una fitta alla testa ; conosceva fin troppo bene la volubilità di Yoruichi, il suo passare di punto in bianco a un altro argomento spesso confondeva gli sconosciuti, eppure quelle parole gli parvero strane, cariche d'urgenza e al tempo stesso annoiate. Confuso sentì la necessità di maggiori informazioni.
    << Tipo … come li portavi prima dell'esilio ? >>
    << … Anche … >>
    In fondo era un richiesta semplice … ma per la prima volta in sua vita ebbe paura. Paura di sbagliare. Di sbagliare con lei. Fu una sensazione sgradevolissima, come se qualcosa di freddo e viscido gli stesse percorrendo la schiena. Così rispose senza pensarci troppo, in modo da troncare sul nascere l'iniziale e imbarazzante silenzio.
    << Ah ! Ma tu stai bene in tutti i modi Yoruichi cara … ! >>
    << … Davvero ? >> chiese scostandosi e guardandolo interrogativa.
    << C-certo … >>
    << Uhm … >> mugugnò sciogliendo l'abbraccio e incamminandosi incurante della pioggia.
    “ Eppure non mi pare d'aver detto niente di male … ” pensò stupito osservando la sua figura sinuosa inoltrarsi lungo il sentiero, simile a una pantera nella notte. - T'assicuro non sarò io a farla soffrire … -
    Una scossa di rabbia gli attraversò violenta la spina dorsale.
    “ Sei un povero illuso Askin … non succederà … mai e poi mai ! ”
    E mentre quelle parole ribollivano agitate dentro di lui, raggiunse Yoruichi premurandosi di coprirla con l'ombrello.

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    La vista che si godeva della cima della Prima Compagnia era qualcosa da togliere il fiato e ogni volta Kyoraku ne rimaneva piacevolmente colpito. Alcune sere, quando i doveri lo permettevano e le stelle erano visibili, aveva preso l'abitudine di contemplare quella meraviglia in compagnia di un buon saké* o shochu* ; si sedeva vicino alla balaustra di legno e fissando la marea di diamanti si lasciava andare ai ricordi. Rivedeva se stesso, quando da ragazzino, aveva persorso intricati corridoi e esplorato stanza proibite facendo imbufalire il Vecchio Yama, oppure ricordava i pomeriggi passati a studiare con Jushiro sotto i glicini in vista degli esami accademici, durante i quali migliore amico aveva tentato in vano di sottrarlo alla marea di ragazze intono a loro. Momenti intimi conditi da gioia e amarezza … in ogni caso lui non era il tipo da lasciarsi andare ai sentimentalismi, certo la perdita del suo mentore e di Jushiro l'aveva ferito nel profondo e i primi tempi, per quanto non lo desse a vedere, aveva sofferto come un cane. Ma la vita è così ; ti porta via le persone care quando meno te lo aspetti e lui questo lo sapeva fin troppo bene.
    “ L'unica cosa da fare … sempre e comunque … è andare avanti e affrontare le sfide che il futuro impone … ” pensò fissando il cielo notturno e sollevando il sakazuki* “ Vecchio Yama … ormai mi sono abituato alla carica di Comandante Generale anche se all'inizio l'ho definita una scocciatura devo ammetterlo, poi … beh per vincere la guerra sono ricorso a metodi non proprio convenzionali … sicuramente non avresti approvato. Jushiro … il tuo sacrificio non è stato vano e Rukia si sta dimostrando un ottimo Capitano, sii fiero di lei amico mio … ”
    << Comandante … >>
    Una voce sottile lo distolse da quei pensieri. Si volse in direzione del portone posto a una decina di metri. Lì, in mezzo alle enormi ante, scorse la piccola figura di Nanao contornata dalla luce delle lanterne esterne. Alla vista della tenera nipotina Kyoraku non poté che sorridere dolcemente.
    << … c'è qui il Capitano Kurotsuchi … >> continuò indicando il corridoio << … è tardi, lo faccio entrare comunque ? >>
    << Certo cara Nanao … avevo fissato un appuntamento proprio questa sera. >>
    << Oh … non mi avevate informato di nulla … >> mormorò con venia aggiustandosi gli occhiali << … in questo caso lo faccio entrare. >> concluse scomparendo dietro la portone.
    “ Ogni tanto potrebbe anche chiamarmi zio però … ” pensò gonfiando le guance “ … tutte queste rigidità pure tra parenti mi paiono eccessive … ! ”
    Pochi istanti e Mayuri fece il suo ingresso non premurandosi ovviamente di accompagnare il portone che si chiuse con un sordo e forte tonto. Avanzava col solito passo veloce e leggermente nervoso, il che non era dovuto a un reale nervosismo, ma ai troppi pensieri, teorie e piani che frullavano costanti nella sua mente … forse anche quando dormiva, sempre uno come lui avesse bisogno di farlo. Quando fu vicino la sua ombra si proiettò lunga sul pavimento, a causa delle poche torce poste a metà salone, e insieme alla maschera nera come la pece contribuì a donargli un'aura spettrale. Nonostante la compagnia poco rilassante, Kyoraku gli rivolse un affabile cenno di saluto.
    << Per certe cose non sei affatto cambiato Shunui … >> fece notare velenoso indicando il vassoio col sakè.
    << Certe abitudini sono dure a morire … desideri un goccetto ? >> chiese pur conoscendo l'avversione dell'uomo verso gli alcolici.
    << No … ! Sai bene quanto detesti quella robaccia ! >> rispose Mayuri infastidito come gli avessero appena chiesto di bere del piscio.
    << Come preferisci … >> disse finendo il proprio sakazuki*.
    Dopo avergli lanciato un'occhiata schifata Mayuri prese a osservarlo incuriosito. Dall'espressione Kyoraku intuì che avesse ancora una curiosità da risolvere e trattandosi del Capitano della Dodicesima era meglio assecondare la sua inclinazione.
    << Prima di passare all'argomento del nostro incontro … desidero sapere se sei conscio dei pericoli che stai prendendo … >> esordì infatti passandosi una mano sul mento.
    << Fin da subito mi sono preso rischi su rischi … dovresti saperlo. >> puntualizzò lui riempiendo nuovamente il sakizuki*.
    << … In effetti da quando sei diventato Comandante, hai sempre agito in maniera ... ardita per essere educati. Non sto giudicando il tuo operato sia chiaro ma … far imparare il Bankai a quella bestia di Zaraki portando alla morte il Capitano Unohana … liberare Aizen … e in ultimo falsificare il rapporto consegnato ai 46 circa l'uccisione di Yhwach. Si tratta di scelte rischiose. >>
    << … Sono state decisioni sofferte, ma necessarie. Nello specifico per il rapporto ho solo ... omesso alcuni insignificanti dettagli : Askin aveva perso i poteri prima dell'uccissione di Yhwach, i poteri Quincy continuano a sopravvivere ... in due persone che tu ben conosci … e soprattutto ho cancellato il coinvolgimento di Ishida Uryu. Perchè far “ preoccupare ” il Consiglio inutilmente ? >>
    << Lo sai meglio di me … i 46 non avrebbe esitato ad aprire una caccia all'ultimo vero Quincy rimasto sulla Terra e ... a giustiziare Ichigo. Quei ragazzi non si meritano d'essere braccati per il resto della loro vita … non dopo quello che hanno fatto. >>
    Socchiuse gli occhi rammentando lo scenario che s'era presentato davanti ai suoi occhi appena sceso dal Palazzo Reale ; un silenzio irreale e in mezzo a un Seireitei distrutto Kurosaki Ichigo, Ishida Uryu e Ginjou Kugo accasciati al suolo, stremati e sanguinanti, poco più in là Aizen poggiato contro un muro crollato e con un braccio mozzato.
    << … Uno dei motivi per cui hai lasciato in vita Askin … >> sottolineò Mayuri distogliendolo dalla macraba immagine << … così facendo hai convinto il Consiglio che fosse lui l'ultimo Quincy. Da buon Comandante, non hai voluto rinunciare a una risorsa del genere. Ed è a questo punto della storia che entra in scena il sottoscritto … >>
    << …. Del resto Mayuri sei il più obiettivo tra tutti Capitani. >> aggiunse Kyoraku in modo da far leva sul suo ego e portare il discorso nella giusta direzione.
    << Uno scienziato non rinuncia mai alla propria naturale curiosità … ! >> disse l'uomo euforico prendendo a camminare avanti e indietro << … E posso dirmi ampiamente soddisfatto ! Si è rivelato … una piacevole sorpresa devo ammetterlo. >>
    << … Quindi deduco la risposta sia affermativa. >>
    A quella frase lo vide si fermarsi di botto e rimanere immobile, come a voler raccogliere le parole giuste o forse per fargli sudare la risposta. Dopo una decina di secondi si girò verso e con la solita inespressività stampata in volto prese a spiegare.
    << Come ogni anima Askin possiede un grande potenziale. Come tutti deve trovare il canale necessario a farlo uscire. Il suo reaitsu cresce lentamente, giorno dopo giorno, dimorando latente e nascosto dentro di lui. Inoltre dovremo aspettarci una manifestazione molto particolare, dovuta al retaggio Quincy. >>
    << … Il canale potrebbe essere instradarlo verso le tecniche Shinigami ? >>
    << Opzione bocciata ! >> sbraitò l'altro con un ampio gesto del mano << Iscriverlo all'Accademia significherebbe omologarlo al resto della massa ! … In questi sei mesi si è delineato un metodo molto migliore … certo ci vorrà più tempo per vederne il risultato, ma posso assicuranti che sarà sorprendente ! >>
    << … Allora non mi resta che continuare ad affidarmi a te. >>
    << Se tutto andrà come previsto potrò farmi quattro risate in santa pace. >>
    << Spero non sia nulla di distruttivo … >> mormorò guardingo alzando un sopracciglio.
    << Uhm … su quello devo ancora rifletterci >> ammise Mayuri puntando lo sguardo in alto << … al momento è una probabilità stimata intorno all'8 per cento … ma non per i niente i sentimenti sono potenti e l'amore è il più potente fra essi. >>
    Kyoraku rimase profondamente colpito da quella conclusione. Di certo non se l'aspettava da Mayuri … in ogni caso ne comprese fin troppo bene il significato.
    “ Il più grande fra i sentimenti … ” si ritrovò a pensare “... è vero ; l'amore ti fa far sciocchezze, altre volte ti permette di superare le montagne e abbattere demoni che paiono invincibili … oppure ... ti dona la forza di vivere. Io … per cosa sono andato avanti se non per proteggere Nanao ? Solo alla fine mi sono reso conto di quanto fosse diventata forte …la mia dolce nipotina … ”
    Poi ricordò l'espressione di Askin appena usciti Seijoto Kyorin e la determinazione nei suoi occhi viola.
    “ In effetti potremo avere una sorpresa davvero … interessante. ”
    << Perfetto … ! Il piano sta andando meglio d'ogni previsione ! >> esclamò soddisfatto poggiando le mani sulle ginocchia incrociate << Bisogna festeggiare ! Sicuro di non voler un sorso di saké* ? >>
    Ma il Capitano della Dodicesima gli aveva già voltato le spalle e senza manco salutarlo si stava dirigendo a grandi passi verso l'uscita. Tipico comportamento di Mayuri ...
    << Un'ultima cosa Kyoraku … ! >> lo richiamò sollevando un dito.
    << Si dimmi … ! >>
    << Per quanto riguarda Ginjou Kugo … intendi fare qualcosa ? >>
    Kyoraku lo guardò intensamente mentre l'ultimo dialogo col Primo Sostituto riafforava nella mente. Parole pronunciate tra la distruzione d'un passato lontano anni luce.
    - Non voglia nulla in cambio … Comandante Shunui. - aveva detto deciso.
    - Oh … ! Sei troppo modesto ! Senza di te quei due ragazzi sarebbero morti e di conseguenza Yhwach non sarebbe stato ucciso. - aveva sottilineato lui lanciando una rapida occhiata alle sue spalle, dove Orhime e alcuni membri della Quarta Compagnia stavano curando Ichigo e Ishida - Quel rituale poi … hai riportato in vita il Soul King ! Ti sembra poco !?! -
    - … Non ero sicuro che avrebbe funzionato … ma secondo da Kisuke era l'unico metodo possibile.
    Il Soul King … tornato al Palazzo Reale e richiamato gli arti mancanti avrebbe cominciato a rigenerarsi … bastava solo … estirparne l'essenza da quel mostro … -
    - ... Appunto per questo insisto... ! Inoltre … abbiamo molti errori da farci perdonare, diventando Capitano … -
    - Vi mettereste apposto la coscienza ? -
    - … In parte. -
    Ginjou era rimasto in silenzio osservando distrattamente la Luogotenente Kotetsu che gli stava medicando la profonda ferita al fianco.
    - Il passato è passato Comandante … dimentichiamolo entrambi … ora ci sono … altre cose a cui voglio pensare … - aveva sussurrato felice, lo sguardo puntato in avanti.
    Dopo poco la sagoma di Kukkaku era comparsa all'orizzonte. Tra le lacrime la donna li aveva raggiunti gettandosi fra le braccia dell'amato.
    << É iscritto all'Accademia da 4 mesi … >> rispose tornando al presente << ... ottimi voti come c'era da aspettarsi. In ogni caso mi muoverò a quando si sarà diplomato. >>
    << Capisco. >> sentenziò Mayuri riprendendo a camminare << ... Un'altra cosa … la parte iniziale del nostro discorso è stata molto ultile. Sono riuscito a concludere un'analisi. >>
    << Su di me ?!? Quale onore ! >> chiese senza riuscire a nascondere lo stupore.
    << Devo ammetterlo ... non sei affatto male come Comandante Generale, col Vecchio l'atmosfera stava diventando un pochino noiosa. Hai portato un ventata aria fresca. >> e senza aggiungere altro scomparve oltre il portone lasciandolo nuovamente solo.
    Per un po' Kyoraku continuò a fissare l'enorme entrata. Era raro, anzi quasi impossibile ricevere un compliemento dall'egocentrico Mayuri ; il fatto di averne appena ricevuto uno, seppur abilmente camuffato, non poté che strappargli un mezzo sorriso.
    Felice, riprese la sua attività e contemplando il cielo s'immerse di nuovo nei ricordi.
    “ Si … direi che c'attende un futuro roseo ! ” pensò brindando al mare di stelle “ Vecchio Yama … Jushiro … voi cosa ne dite ? ”





























    Glossario :

    *danke sehr : grazie mille in tedesco.
    *enwa : una sorta di veranda tipica delle tradizionali case giapponesi, può servire come corridoio esterno o come comunicazione fra gli spazi interni ed esterni.
    *futon : materasso giapponese, interamente in cotone, rigido, sottile e arrotolabile.
    *geta : sandali giapponesi a metà fra infradito e zoccoli
    *kasa : tipo di capello tradizionale giapponese, quello di Kyoraku è simile a quello indossato dai monaci buddisti, a forma di ciotola e composto da paglia di riso intrecciata.
    *kimono : abito tradizionale giapponese sia maschile che femminile.
    *nii-chan : fratellino.
    *onee-san : sorellona.
    *sakazuki : una tazza bassa simile a una scodella in cui si beve il sakè.
    *saké : liquore giapponese ottenuto dalla fermentazione del riso.
    *shochu : alcool si ricava dall’orza, dalle patate dolci o dal riso, è più forte del saké ed è originario dell’isola di Kuyshu.
    *shoji : pannello giapponese che costituisce le tipiche porte scorrevoli.

    E a questo punto ecco qui alcune differenza tra il mio finale alternativo e ll'originale.
    Yhwach è morto. Morto. Morto.
    Il Soul King è stato rigenerato tramite un rituale di purificazione. ( Fatto accennato in questo capitolo e che affrofondirò nella mia rivisitazione della battaglia finale. )
    Della Squadra 0 è sopravvissuto solo Ichibei.
    Aizen è stato rimprigionato con uno sconto di pena.
    Ichigo continua a essere Sostituto. I poteri Quincy continuano a sopravvivere in lui, Uryu e Ryuken.
    Kugo ha avuto un ruolo importante nella battaglia finale.
    Nemu è rinata inserendo il suo cervello in un corpo già adulto.
    Toshiro è rimasto adulto dopo il Bankai.
    I posti vacanti a Capitano rimangono per la Terza e la Settima compagnia.
    Rukia è stata eletta subito. Renji è diventato Capitano, così come Kisuke e Yoruichi. Rose e Kensei sono rimasti zombi … quindi morti.
     
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    Prima di cominciare vorrei aggiornarvi circa il Capitolo 5 <3
    Purtroppo rivedendolo ho dovuto fare alcune modifiche e aggiungere alcuni dialoghi ... ma purtroppo tali modifiche hanno reso il messaggio troppo lungo XD e quindi immodificabile ...
    Tornando sempre al Capitolo 5 ho stilato qui alcuni chiarimenti circa la vita di Kugo ( così da ricordarvelo nel caso abbiate dimenticato tutta quella valanga di roba XD
    Quanto detto è solo una mia personale interpretazione dei pochi indizi trapelati all'interno del manga, da come egli abbia ottenuto i poteri a come abbia abbandonato il ruolo di sostituto. Altra visione personale riguarda l'aver affrontato direttamente Yhwach per due due volte ( a fine storia dedicherò un extra alla versione modificata della battaglia finale e dell'immediato seguito dopo la sconfitta del Baffo ) e il fatto che conoscesse Masaki, Kisuke, Isshin ecc.
    Ecco di seguito i punti del manga a cui mi sono ispirata :

    1) La sede dell'X-cution si trova nel quartiere di Naruki-ki, lo stesso dove si svolgono gli eventi di EBTR.
    2) All'inizio della Saga del Sostituto Shinigami Scomparso, Kugo afferma di conoscere alcuni segreti della famiglia Kurosaki … segreti che non verranno mai svelati. Nel Capitolo 474, Isshin sembra preoccupato ch'egli possa rivelare una schioccante verità al figlio, verità di cui pure Kisuke sembra a conoscenza … io l'ho letta come il rivelare la natura Quincy di Masaki.
    3) La saga si svolge a poca distanza dall'inizio della Guerra e comunque ben 17 mesi dopo la fine di quella di Aizen. Quindi sempre secondo me, Isshin, Kisuke e Kugo, erano d'accordo per far sì che il Gotei 13 intervenisse a ridare i poteri a Ichigo.

    Altri chiarimenti :

    4) Quando Ichigo riacquista per la seconda volta i poteri, Hitsugaya spiega che Rukia conosceva già il metodo per passare i poteri da umano a Shinigami, perchè Kugo tempo addietro ( non viene specificato quando ) aveva ricevuto i poteri nello stesso modo. Ho attribuito tale scoperta a quella volpe di Kisuke.
    5) Nella mia storia Kugo scopre altre verità oltre a quella sul Distintivo. Una volta tornato nel Mondo Terreno chiede a Kisuke di farsi sigillare i poteri. Il sigillo è un espediente che usato per spigare come mai il Gotei 13 non sia riuscito a localizzarlo in tutti gli anni successivi. Il Distintivo funge anche da localizzatore, ma senza una fonte di reitsu affianco perde la sua funzione.
    6) Nel combattimento con Ichigo, egli ha usato il proprio Fullbring fondendolo con quello del ragazzo.
    7) Nel breve flashback tra Kugo e Tsukishima, il primo ci viene presentato come già adulto ( 25-32 anni ), mentre Tsukishima come un ragazzino ( 12-14 anni ). Tenendo contro che entrambi sono umani, possiamo stimare che Kugo sia stato Sostituto tra i 8 e i 15 anni prima di Ichigo, difatti non pare molto combiato rispetto al passato mentre Shukuro sembra avere tra i 18 e i 25 anni.
    8) La frase si riferisce al Capitolo 78 del manga, quando Kukaku sottintende di aver un debito nei confronti di Kisuke.


    0 anni : nasce da madre umana e padre Shinigami, la madre incinta viene attaccata da un Hollow e viene salvata dal marito
    4 anni : il padre scompare nel nulla, probabilmente ucciso dal Gotei 13
    7 anni : primo incontro con Masaki ( 9 anni )
    7-14 anni : l'amicizia con la ragazza si fortifica
    viene a conoscenza della costruzione del mondo spirituale
    a 15 anni Masaki perde i genitori e si trasferisce a casa degli Ishida.
    15 anni : Mini-arc EBTR
    17 anni : Kisuke risveglia i poteri da Shinigami trafiggendolo con la Zanpakuto
    18 anni : Il Gotei 13 e i 46 esaminano il suo caso
    creazione carica Sostituto Shinigami, Ukitake gli consegna Distintivo creato da Mayuri
    19 anni : allenamento da parte di Kisuke
    risveglio spirito Zanpakuto
    morte della madre
    20 anni : matrimonio tra Masaki 22 anni e Isshin
    21 anni : nascita Ichigo, incontro con Kukkaku
    25 anni : nascita Yuzu e Karin
    30 anni : morte Masaki 32 anni, consegna croce, scontro con Yhwach ( Luglio ) incontro con Shukuro ( Agosto ) la scoperta della funzione del Distintivo e altri segreti ne decretano la condanna a morte. Nella fuga uccide molti Shinigami e viene salvato da Kukkaku che ne cura le numerose ferite, 3 giorni dopo Kugo le dà un freddo addio, con l'aiuto di Kisuke riesce a tornare nel Mondo Terreno e farsi sigillare i poteri da Shinigami con l'aiuto di lui e Tessai ( Novembre )
    37-38 anni : Saga SS ( metà Luglio )
    Saga Arracan/Aizen ( inizio Ottobre )
    1 mese dopo ( Novembre ) Isshin rivela la verità sulla morte di Masaki e sulla Guerra imminente, si elebora un piano insieme a Kisuke per ridare i poteri a Ichigo e al contempo togliere il sigillo
    10 mesi dopo ( Settembre ) viene creata Xcution
    17 mesi dopo ( Aprile ) Saga Fullbringer
    38 anni : Saga Fullbringer ( inizio Aprile) durata 3 quattro giorni
    Saga Guerra Millenaria ( metà Aprile ) → 2 settimane dopo inizio “ A Reason to Live “ lol XD


    Edited by _Hime_ - 30/9/2016, 19:55
     
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    Quindi dopo questo chiarimento ecco qui il nuovo Capitolo 7 ^^
    Capitolo 7: Confessioni accanto a te

    Svegliata da un raggio di sole Rukia aprì gli occhi e osservò beatamente la camera da letto venir pian piano illuminata dai caldi raggi d'inizio estate. Inizio dell'estate ... ormai era passato quasi un anno dall'inizio della storia d'amore con Renji.
    << Tra poco ... sarà il nostro primo anniversario ... >> mormorò infossandosi nel fresco lenzuolo.
    Una felicità straordinaria invase frenetica il corpo, come del resto le capitava ogni volta che pensava a lui. Di certo non avrebbe mai immaginato che l'amore potesse essere così appagante, forviante, travolgente ; ogni giorno era magnifico nonostante le difficoltà e i piccoli problemi ed essi diventavano speciali e unici quando lo passavano insieme, camminando uno affianco dall'altra mano nella mano, parlando delle proprie ansie, ridendo e ... baciandosi. Ormai aveva perduto il conto di quante volte le loro labbra s'erano sfiorate, prima timidamente e poi con sempre maggior passione, così come delle ore passate a baciarsi sotto un'albero, di fronte a uno dei meravigliosi giardini della Residenza Kuchiki o in luoghi appartati e lontano da occhi indiscreti. Indiscreti mica tanto ... c'erano voluti solo mesi perchè la loro relazione diventasse di dominio pubblico e nel giro di una settimana erano stati sommersi da una marea di congratulazioni, strette di mano e in alcuni casi pure regali.
    - So-sono felicissima per te Rukia-chan ! - aveva esultato Momo coi pugni uniti al petto.
    - Tutto bene col Capitano Abarai ? - aveva esordito Kiyone una mattina.
    - Una donna deve sempre essere perfetta davanti al proprio uomo ! Quindi ho pensato di regalarti questo ... !- era stato invece il commento di Rangiku con tanto di consegna di pacchetto.
    " Perfetta ... in effetti Rangiku è attenta a ogni dettaglio quando si vede con Hisagi ... " pensò stiracchiandosi " ... uhm … ora che ci penso, nel giro di un anno si sono formate molte coppie ... Momo e Toshiro ... la signorina Kukaku e Ginjo-san ... pure Soi-fon e il fratello di Yoruichi-san hanno da poco ufficializzato la loro relazione ... e poi Orihime e Ichigo ... chissà come stanno ? Uh ... se non sbaglio tra Luglio e Agosto ci sono le vacanze scolastiche nel Mondo Terreno ... potrei andarli a trovare assieme a Renji ... si ! Un giorno di questi glielo proporrò ! " concluse alzandosi tutta allegra.
    Dopo un veloce doccia Rukia indossò pazientemente uno yakuta* azzurro e uscì, dopo ovviamente essersi messa il profumo Chanel Mademoiselle regalatole da Matsumoto. Trovò il corridoio deserto, la normalità a quell'ora della Domenica e a passò leggero percorse il breve tratto che la separava dal cortile principale. Una sopresa l'attendeva all'uscita : Kiyone e Sentaro erano in piedi ai lati del porticato e appena la videro spuntare le andarono incontro sorridenti.
    << Buongiorno Capitano ! >> esultarono entrambi all'unisono,
    << Buon-buongiorno a voi ... >> rispose con un timido cenno della mano << ... Come mai così mattinieri ? >> aggiunge rammentando il lato dormiglione dei due sottoposti.
    << Beh ... abbiamo intuito che oggi ci sarebbe stato un appuntamento importante con un certo Capitano dell'Ottava ... >> rispose Sentaro lanciando alla bionda un'occhiata complice.
    << ... Quindi in vista di un evento di tale portata ... >> continuò infatti Kiyone << ... abbiamo deciso di farle un regalo ! >>
    E senza darle tempo di reagire la Luogotenente e il Terzo Seggio s'inchinarono, ma ciò che più la colpì fu la scatolina tenuta tra le mani prostrate della ragazza ; una piccola confezione rettangolare color perla tenuta insieme da un sottile nastro rosso.
    << Kiyone ... Sentaro ... io ... non so cosa dire ... grazie ... grazie mille. >> mormorò Rukia col cuore gonfio di gioia.
    Lo aprì, curiosa come non mai, rivelando un'elegante molletta verde il cui dorso era a forma di giglio bianco. Sgranò gli occhi meravigliata e stupita di trovarsi davanti a un simile oggetto che dalla fattura pareva parecchio costoso.
    << Ah ... è ... è bellissima ... >> sussurrò tornando a guardarli << ... però non dovevate ... deve esservi costata una fortuna ! ... >>
    << Ah !Ah ! In effetti è vero ! >> interruppe l'uomo << Abbiamo iniziato a mettere i kan da parte circa 3 mesi fa ... in ogni caso ... lei se lo merita pienamente Capitano ! >>
    << Ma ... >>
    << Capitano Kuchiki ... >> cominciarono i due all'unisono << ... siamo orgogliosi di lei ! Questo è il nostro segno di riconoscenza ... ! Grazie ... per aver tenuto alto l'onore della Compagnia ... ! Noi ... non potevano desiderare Capitano migliore di lei ... ! >>
    Rukia avvertì gli occhi diventar umidi. Poggiò la scatolina a terra e si gettò in avanti cingendo i colli dei vice con infinita dolcezza.
    " Non so quali delle due cose mi renda più felice ... " pensò mentre una lacrima scendeva sulla guancia " ... grazie Kiyone ... per l'allegria con cui mi sollevi dalle difficoltà ... e grazie a te Sentaro ... per tutti i tuoi consigli ... "
    << Grazie a voi, per essere al mio fianco ... ogni giorno ... grazie. >>
    " ... prometto che porterò questo momento nel mio cuore ... per sempre. "

    Rukia era arrivata più bella e radiosa che mai, con tanto di molletta nuova di zecca a ornarle i capelli, un regalo di Kiyone e Sentaro. Entusiasta aveva raccontato le splendide parole con cui i due Vice avevano coronato la sua consegna. Renji aveva sorriso a tutte quelle notizie, fiero e orgoglioso della sua bellezza e maturità. Avevano passato un'altra delle loro splendide Domeniche, passeggiando tra boschi lussureggianti mano nella mano, pranzando all'ombra degli alberi e riposandosi abbracciati l'uno all'altra. Al ritorno, dopo aver posato la roba alla Dimora Kuchiki erano andati in un ristorantino intimo ed elegante nel Settimo Distretto e lui le aveva offerto la cena.
    Ma nonostante tutte le premure, l'animo del Capitano dell'Ottava era dilaniato da una profonda confusione ; nell'ultimo periodo aveva cominciato a pensare a Rukia in maniera diversa, la voleva ... voleva fare l'amore con lei. Problema : non sapeva minimamente da che parte cominciare e così nella semi-disperazione aveva passato l'intero mese a chiedere consiglio- La prima scelta era caduta su Toshiro.
    - Per aprire le danze non esiste niente di meglio che un bacio sul collo ... ! - aveva consigliato l'albino con tanto di gomitatina complice – Poi risali ... ti concentrati sull'orecchio ... -
    - M-ma così sembra che me ne voglia approfittare ! -
    - ... Tu sei l'uomo ... - aveva ribadito il Capitano della Decima serissimo - ... tu devi guidare i giochi . -
    - E ... e metti caso lei che so ... si spaventi ?!? -
    - Insisti ... -
    - ... Mi sento più confuso di prima .... -
    Poi su Hisagi.
    - Non credevo potessi farmi una simile richiesta ... - aveva commentato il Luogotenente nel suo ufficio qualche giorno prima.
    - In-invece te la sto facendo ... - era stato costretto ad ammettere con un pizzico di vergogna - ... Tu e Matsumoto lo fate da tempo ... quindi mi chiedevo se -
    - Mi dispiace, ma non posso esserti d'aiuto. Tra noi è Rangiku " dominare " ... non so hai capito ... -
    - Oh ... si ... in ... in questo caso ... anche se ... insomma ... no-non l'avrei mai detto ! -
    - Invece si ... - aveva mormorato il Vice leggermente rosso.
    - ... Uhm ... Rukia non mi pare il tipo da certe cose ... -
    - Pensavo la stessa cosa di Rangiku. Quindi attento Capitano ... le donne sanno sempre come sorprendenti. -
    E alla fine sull'ultima persona a cui avrebbe pensato di chiederlo.
    - Fammi indovinare ... sono la tua ultima spiaggia ? - aveva chiesto l'Ex-Sostituto Shinigami dopo un intenso racconto fuori dalla Residenza Shiba.
    - Si ... perdonami Kugo se ti disturbo a quest'ora e per una cosa del genere ... che figuraccia ... ! -
    - Tranquillo come ti ho detto ceniamo tardi. Tornando alla tua domanda ... uhm ... secondo me non dovrebbero sorgere chissà quali problemi ... -
    - Da-davvero ?!? Cioè ... come fai ad esserne così sicuro ?!? -
    - La vostra relazione è solida .... vi fidate l'uno dell'altro ... troverete la sicurezza anche in quello. Certo all'inizio sarete impacciati, ma fidati lo è per quasi tutti le prime volte ... non ti dispiace se ti dò due dritte … pratiche ? -
    - Fi-figurati ! Sono tutto orecchi ! -
    << Renji ... Renji ! Tutto okay ?!? >>
    Tornato bruscamente al presente il rosso scosse il capo e riportò l'attenzione sulla piccola figura seguta al suo fianco. Rukia lo fissava, la mano sottile a sfiorargli il braccio, carica di preoccupazione, così come i suoi occhi color del mare.
    << Si ... ! Scusami stavo solo pensando ... >>
    << A cosa ? >> chiese con innocente curiosità.
    << Nulla d'importante ! >> rispose lui evasivo mettendo la mani avanti.
    << Sicuro ? In questo periodo ti vedo piuttosto ... assorto ... >>
    << Te-te lo assicuro ! Niente di che ... solo una di quelle sciocchezze a cui pensiamo noi uomini ... ! >>
    Il che non si distanziava troppo dalla verità ...
    << Uhm ... se lo dici tu ... >> commentò l'amata scrutandolo interrogativa.
    Per fortuna non insistette oltre ; s'alzò e fatto qualche passo in avanti s'immerse nell'incantato giardino che circondava la sua camera ; un giardino stupendo il cui poco spazio racchiudeva una bellezza sconfinata, come del resto ci si aspettava di trovare all'interno della Residenza Kuchiki, un grande ciliegio si stagliava nel blu della notte, sotto le fronde trovava posto un laghetto nel quale s'intravvedeva riflessa la sagoma della luna, piante dai nomi sconosciuti ornavano il resto per buona metà tranne per una porzione di terreno scombro tra la zona verde e l'enwa*.
    Adesso Rukia si trovava esattamente al centro illuminata dai raggi lunari. Di fronte a quella visione simile a un quadro, Renji dimenticò il proprio turbamento e anzi, sentì sorgere in lui una nuova sicurezza. Voleva baciarla ... lentamente e con passione, come qualcuno gli aveva giustamente consigliato ... in questo modo lei avrebbe compreso le sue intenzioni e al tempo stesso si sarebbe sentita protetta e rassicurata.
    Senza scattarle gli occhi di dosso la raggiunse, stava per stringerla quando lei parlò.
    << Pensavo ... tra Luglio e Agosto potremo andare a trovare Ichigo e Orihime ... >>
    << Si ... mi pare un'ottima idea. >> sussurrò volgendo lo sguardo sul collo bianco e perfetto.
    << Perfetto ! Nel Mondo Terreno ci sono le vacanze scolastiche ! Potremo approfittarne e chiedere la settimana di ferie ... non sarebbe male ... fare una piccola vacanza io e te ... >>
    << Questa proposta mi piace ancora di più ... >>
    << Uh ? Renji perchè mi rispondi quasi a monosilla- >> protestò nell'atto di girarsi.
    In quel preciso istante la circondò con le forti braccia e unì le labbra alle sue.
    L'attimo dopo la sollevò approfondendo il bacio, in modo da cancellarne l'iniziale rigidità ; bastò una lieve pressione e Rukia schiuse la bocca. Forse era stato un po' troppo frettoloso, in ogni caso non se preoccupò … perdersi nella sua bocca il più a lungo possibile ... ormai pensava solo a questo. In mezzo a una danza via via intensa, un calore indescrivibile gli invase ogni centimetro del corpo, frenetico e inarrestabile. Nel frattempo Rukia sciolse la coda immergendo le dita nei capelli e provocandogli inaspettate scosse di piacere. Allora s'accorse dei loro respiri affannati, sotto cui si celava un desiderio peccaminoso, e dei loro corpi caldi, inebriati da un'eccitazione mai provata.
    << Ah ... Rukia ... io ... >> sussurrò cominciando a mordicchiarle il collo.
    << Ah ... ! Renji ... ti prego ... ! >> lo incitò lei, le mani premute contro la sua testa.
    Annebbiato dalla sua voce cominciò a succhiare la pelle assaporandone appieno il sapore delicato. In breve l'aria si riempì dei respiri sommessi di Rukia, talmente eccitanti e avvolgenti da inebriarlo da capo a piedi ... voleva aumentare quel calore magico ... voleva perdere e far perdere Rukia dentro quel piacere senza nome.
    << Ah ... io ... io ti voglio ... ! Ah ... ! >>
    << Ah ! ... Anch'io ti voglio ... ! Ti prego ... non smettere ... ! >>
    E seguendo le parole dell'amata Renji fece scorrere le mani sotto lo yukata.*

    Cullata da un lieve tepore Rukia riemerse dalle nebbie del sonno e subito si sentì avvolta in una stretta protettiva : lunghe braccia tatuate circondarono i fianchi, un petto caldo si posò sulla schiena e un respiro assonnato fece capolinea sopra i capelli.
    Sollevò il capo e il viso addormentato di Renji si manifestò in tutta la sua bellezza. A lungo ne osservò la bocca sottile e perfetta, i tatuaggi lungo la fronte e le sopracciglia, i capelli rossi e scompigliati simili a un mare in fiamme. Conosceva perfettamente quel viso eppure … solo ora la sua visione riuscì a regalarle una felicità mai provata.
    Avevano fatto l'amore ed era stato … semplicemente meraviglioso. Il modo in cui Renji l'aveva baciata, quegli attimi infiniti in cui entrambi aveva esplorato il corpo dell'altro regalandosi sensazioni intense, il dolore quando era entrato dentro di lei, un dolore sostituito in breve da un piacere indescrivibile. Ricordò tutto questo girandosi sul fianco e infossandosi nel petto dell'amato.
    “ Ripensandoci … all'inizio mi ha fatto male … è normale … la Signorina Rangiku me l'aveva detto normale … ah … non vedo l'ora di rifarlo … ”
    In quel momento però voleva solo godersi il tepore dei loro corpi e quell'incredibile leggerezza che le permeava ogni centimetro del corpo.
    << … Uhm … Rukia … >> mormorò lui a un certo apprendo gli occhi.
    Lei sorrise mentre con un gesto delicato accarezzava la pelle.
    << Si … sono qui … >> sussurrò dolcemente.
    Renji la strinse più forte infossando il capo nella sua piccola spalla.
    << … Buongiorno … come stai ? >>
    << Sono al settimo cielo … ! E tu ? >>
    << Mi sento … come in paradiso … anche se detta così … suona strano … >>
    Lei rise mentre cingeva l'ampia schiena.
    << No perchè ? ... È una metafora perfetta … ! >>
    << … Si … in effetti è perfetta … >>
    << … Renji … >>
    << Si … ? >>
    << Io … lo confesso … >> sussurrò impacciata << … è da un po' che ci riflettevo … su … su come farlo … però mi vergognavo troppo e alla fine non riuscivo a dirte->>
    Lui si scostò e guardandola dritta negli occhi racchiuse le mani fra le sue.Catturata da un tepore improvviso, Rukia poté solo interrompere il discorso e fissarlo a sua volta.
    << Ora siamo qui … nudi, abbracciati e felici d'aver fatto l'amore … non dobbiamo preoccuparci di nulla, giusto ? >>
    << … Hai ragione ! >> esclamò dopo un attimo baciandolo sulla guancia << … Ti amo Renji ! Ti amo … ! Ti amo ! >>
    L'avrebbe ripetuto ancora e ancora, ma venne interrotta da un bacio provocante. Renji cominciò subito a giocare con la sua lingua. Corrispose desiderosa di farlo durare il più a lungo possibile. All'improvviso qualcuno bussò. Entrambi sobbalzarono e, quasi in sincronia, lui si coprì fino a scomparire sotto il futon* mentre lei cercò in fretta e furia la vestaglia dentro l'armadio.
    << C-chi è ?!? >>
    << Signorina Kuchiki … >> rispose la voce di una servitrice << … perdoni se la disturbo così presto, ma è arrivata una lettera per lei … >>
    << Lettera ? >> chiese facendo scorrere lo shoji* << Da parte di chi ? >>
    << Shiba Kukkaku … ho pensato fosse importante …>> disse la giovane con in mano una piccola busta << ... spero il Nobile Kuchiki non s'arrabbi … mi aveva ordinato di non avvicinarmi alla vostra camera fin quando non si foste svegliata. >>
    “ Il Nii-san* … possibile che … ”
    << Tranquilla … ! Poi ci parlerò io …. grazie ! >> tagliò corto con breve inchino.
    << Oh … ! Non so come ringraziarla ! Buona giornata ! >> salutò la giovane visibilmente sollevata.
    Chiusa la porta rimase un po' interdetta. Possibile il Nobile Nii-san* avesse dato l'ordine intuendo quel che sarebbe successo ? Non era un'ipotesi da escludere.
    Aprì la busta e cominciò a leggerne il breve messaggio. Una contentezza l'avvolse frenetica e allegramente tornò verso Renji.
    << Una lettera ? >> chiese l'amato riemergendo dalla tana provvisoria.
    << Si ! Da parte della Signorina Kukaku ! >> rispose sedendosi al suo fianco << … lei e Ginjo-san organizzano una vacanza di quattro giorni alle terme di Kinosaki (1) ! Chiedono se vogliamo andare pure noi … ! Ci saranno pure Ichigo, Orihime, Chad, Yuzu e Karin e Yoruichi-san … ! >>
    << Waoh … ! >> esultò lui traendola delicatamente a se << Ieri sera parlavi d'andarli a trovare e di goderci una piccola vacanza … questa proposta calza proprio a pennello ! >>
    << La data è il primo week-end di Settembre … dicono di fargli sapere il prima possibile ... per la prenotazione … >>
    Senza preavviso Renji la fece volteggiare all'indietro. La lettera volò via e Rukia si ritrovò mezza distesa sul futon e col viso divertito dell'altro a pochi centimetri, i lunghi capelli a solleticarle le spalle.
    << Beh direi che è deciso, andremo alle terme di Kinosaki … però … risponderai tra poco … >> sussurrò malizioso.
    << Tr-tra poco ?!? >> balbettò colta alla sprovvista.
    << C'è stata un'interruzione prima … dove eravamo rimasti … ? >>
    In mezzo a quella domanda provocante tornò a baciarla, più voglioso e intenso che mai. Rukia avvertì il corpo venir scosso da un piacere irresistibile e la mente annebbiarsi nel calore delle loro lingue. Iniziò ad accarezzargli il petto … desiderosa a sua volta di non lasciare quella bocca perfetta.
    “ Si … in effetti la lettera può aspettare … ”

    -.-.-.-.-.-.-.-.-.-

    Se avesse dovuto scegliere tra uno dei difetti ricorrenti di Kukkaku avrebbe scelto l'imprevedibilità. La migliore amica era sempre stata un po' così, per quanto burbera e ai limiti del trattabile in talune circostanze, adorava far sorprese a cui non volente o meno riuscivi a sottrarti. Era accaduto pure quella volta ; un bel mattino Yoruichi aveva ricevuto una lettera che annunciava l'imminente vacanza alle terme di Kinosaki e lei era stata, ovviamente, già inserita nella lista dei partecipanti.

    Una piccola pausa ti farà bene !

    Così trascinata dagli eventi aveva raggiunto la stazione di Osaka con tanto di gigai ( abbigliato con un'attillata canottiera bianca, shorts di jeans scuri e sandali color crema ) e trolley, dove aveva cacciato abbastanza alla rinfusa ricambi, un paio di asciugami, quattro saponette e una confezione di shampoo. Fu la prima ad arrivare e come da accordo si posizionò nel punto di ritrovo, davanti all'entrata del moderno edificio che componeva il parte centrale della stazione.
    “ Guarda te … informarmi il giorno prima ! Ho dovuto sbrigare tutte le pratiche in fretta e furia ! E stamattina non ho avuto manco il tempo di fare colazione … ! ” e quella parola lo stomaco bortottò “ … Uhm … l'appuntamento è alle 9 … mancano ancora 15 minuti ... ne approfitto per mangiare qualcosa … ! Altrimenti svengo ! ”
    Attraversò la strada e raggiunse un piccolo chiostro specializzato in bevande e cibi occidentali. Principalmente rivolti ai turisti, se ne trovano molti intorno a stazioni ed aeroporti. Pagati 200 yen, tornò alla postazione con una brioche bella calda ripiena di cioccolato e latte tiepido servito in un bicchiere di plastica.
    Divorò la brioche e sorseggiando il latte prese a osservare il cielo oltre i grattacieli tingersi d'azzurro.
    “ Peccato non siano venuti Yushiro e Soi-fon … ” pensò finendo di bere dalla cannuccia con un sonoro gorgoglio “ ... beh … avevano già prenotato una settimana al mare … Soi-fon era agitattissima in questi giorni mentre Yushiro non faceva che saltellare di qua e di là … la loro prima vacanza da soli … magari venisse in mente a Kisuke. Kisuke … tu … eviti Askin … partecipi giusto ogni tanto alle uscite con Kukkaku e gli altri. Ogni giorno … mi sembri più lontano da tutti … più lontano da me … ”
    Un senso di malincolia la pervase all'istante. No … cosa diamine andava a pensare in un momento del genere ? Scosse la testa e nervosa poggiò il contenitore vuoto sopra il basso muretto dov'era seduta.
    “ Ah ! Sto per andare in una delle località termali più rinomate del Giappone ! Sarà una bellissima vacanza ... ! Una bellissima vacanza ! Uhm … Kukkaku e Kugo sono stati così gentili a offrimi il biglietto del treno … potrei offrirgli una cena per sdebitarmi ... si farò così … ! ”
    << Yoruichi ! Siamo qui ! >> chiamò una voce poco distante facendola voltare.
    All'inizio della scalinata Kukkaku la salutò felice e sollevato il proprio trolley s'apprestò a raggiungerla. Non aveva grande esperienza coi gigai, li aveva utilizzati solo un paio di volte nell'ultimo anno per andare a trovare lo zio Isshin e i tre cugini, in ogni caso si era abituata in fretta al corpo artificiale, infatti superò senza difficoltà la decina di gradini che le separavano. Come abbigliamento aveva optato per una felpa, rigorosamente rossa, dalla cui apertura s'intravvedeva una a dir poco scollata canottiera, pantaloncini bianchi e scarpe simil Converse.
    << Ciao Kukkaku ! >> esclamò dopo un intenso abbraccio << … come stai ? >>
    << Benissimo e tu ? >>
    << A parte la fretta di stamattina direi tutto apposto … >>
    << Mi fa piacere ! Scusa se siamo in leggero ritardo … >>
    << Di nulla figurati … ma … perchè siamo ? Vedo solo a te … >>
    << Oh … ! Ma dove cavolo sono finiti quei due ?!? >> protestò l'amica scrutando in basso, le mani premute sui fianchi.
    << Ehi … ! Ehi siamo qui ! >> e tra i suoni della città e Kugo e Askin comparvero a loro volta ai piedi della scalinata e le raggiunsero a passo svelto. La presenza di quest'ultimo era già stata confermata nella lettera di Kukkaku, ma vuoi nella fretta e nella confusione della partenza l'aveva completamente scordato. Adesso era lì … indossava una t-shirt azzurro chiaro, jeans scuri, scarpe da ginnastica, sportivo ed elegante nella sua semplicità, a tracolla portava un borsone blu e sulla testa degli occhiali da sole.
    Yoruichi avvertì il cuore battere più forte e per un attimo distolse lo sguardo, senza per fortuna esser notata da nessuno. Intanto un Kugo parecchio assonnato poggiò distrattamente i due zaini a terra ( quello rosso era evidente della migliore amica che, memore dai troppi trascolchi, non aveva ancora perso l'abitudine a riempire le valigie in maniera spropositata ), e si rivolse all'amata.
    << Ti ho detto che andavamo a comprare qualcosa da mangiare … >>
    << Scusa se non ti ho sentito ! Uffi ! >> protestò Kukkaku alzando il capo.
    << … Beh sei partita come un razzo appena hai visto Yoruichi … >> spiegò lui in un sospiro paziente << … comunque abbiamo preso una … >> ma la frase finì inghiottita da uno sbadiglio.
    << Colazione leggera ! Quattro porzioni di riso ... ! >> esordì a quel punto Askin aprendo il sacchetto e iniziando a distribuire le ciotole sigillate con annesse bacchette << “ Con salsa di miso e sesamo ! Come da tradizione ! ”... Ecco prendete ! >>
    << Grazie Askin. Scusate ma non ho dormito nulla stanotte … waahh … accidenti … >> mormorò l'ex-Sostituto coprendosi la bocca con una mano.
    << Grazie Askin. Beh è normale tesoro …>> lo consolò Kukkaku << ... hai studiato tanto in vista degli esami d'inizio semestre … >>
    Infine tutto allegro l'ex-Sternritten le porse l'ultima confezione.
    << Ah … ! T-ti ringrazio Askin, ma ho già mangiato … ! >>
    << Oh … davvero ? >> fece dispiaciuto.
    << S-si … ! Prima ho preso una brioche e del atte. Sono a posto davvero … ! >>
    << Peccato … l'avevo preso per te … >>
    << M-mi dispiace … ! >>
    Non era la prima volta che le rivolgeva frasi del genere. Spesso si trattava di semplici e innocui commenti o miglioramenti estetici come li definiva lui ( proprio seguendone uno a inizio estate aveva deciso di tagliarsi i capelli ; corti, sbarazzini, ora gli arrivavano all'altezza del collo ). Nulla di cui preoccuparsi insomma … se non che uno strano dubbio turbinava da tempo in lei. Finora era riuscita a metterlo da parte, ad arginarlo, a nasconderlo al mondo intero, a se stessa, al suo cuore. Quando udiva certe parole poi, non poteva far a meno di balbettare e arrossire come una cretina. Un'imbarazzo simile a quello dell'estate precedente e al tempo stesso così diverso ; non sapeva se odiarlo o meno, se fosse giusto o meno provarlo, se doveva nuovamente mettere in chiaro le cose …
    Ma in fondo cosa c'era da mettere in chiaro ? Nulla ...
    << Beh tienila lo stesso … >> le disse facendo volteggiare il sacchetto sotto al suo naso << ... così hai qualcosa da mangiare se ti viene fame in treno. >>
    Una proposta fin troppo ovvia … come poteva dire di no ?
    << S-si hai ragione … grazie. >>
    Prese il sacchetto facendo attenzione a non sfiorare la sua mano. Askin le rivolse un sorriso affabile e si posizionò al suo fianco. Ora tutti e quattro erano contro il muretto a gustarsi la propria colazione, a parte lei ovviamente.
    << A proposito … come mai siete arrivati assieme ? >>
    << Io non sono in grado di aprire il Senkaimon …>> rispose Askin dopo aver mandato giù l'ennesimo boccone << … quindi come d'accordo ci siamo visti con loro due verso le 8 e mezza … >>
    << All'Accademia lo insegnano all'ultimo anno … l'apertura del passaggio ... >> aggiunse Kugo, sbadigliò e riprese il discorso << … e solo quando vieni assegnato a una Compagnia hai il permesso di usarlo. A portarci qui è stata Kukkaku … meno male non siamo finiti in cima a una montagna … ! >>
    La migliore amica avvampò vistosamente e mollò un pugno al possente braccio dell'altro.
    << Mi serve ancora un po' di pratica tutto qui … ! E poi è successo solo la prima volta ! >>
    << … E siamo caduti in mezzo due metri di neve. >>
    << Ehi Kugo, come stanno proseguendo gli studi ? >> chiese Yoruichi interrompendo il finto pestaggio della migliore amica.
    << Oh molto bene grazie ... ! Il secondo anno è incentrato sull'apprendimento del Kido … wuuahh … ma gli incantesimi non sono il mio forte. Inoltre tra poco dovrò cominciare a riflettere sulle varie Compagnie … per far domanda e tentare d'entrarci l'ultimo anno. >>
    << Hai già ... qualche preferenza ? >> domandò Askin con la bocca mezza piena.
    << … Essendo bravo nella zanjutsu e sicuramente nell'hakuda, la scelta ricadrebbe sulla Prima, la Sesta o l'Undicesima …. anche se non vorrei passare le mie giornate con quella bestia di Zaraki. >>
    << La Prima è molto selettiva riguardo le reclute, ma Kyoraku si sta rivelando un ottimo Comandante … >> suggerì lei << ... sono sicura non gli dispiacerebbe averti nella sua Compagnia. >>
    “ Non dopo tutto ciò che hai fatto … ”
    Accuratamente tenne quel pensiero per se. Conosceva bene l'avversione dell'uomo verso certi eventi, eventi che in lui risvegliavano sempre un'istintiva tristezza.
    << Uhm … potrebbe essere una scelta … >> ammise Kugo riflettendoci brevemente << … e tu Askin, hai intenzione d'iscriverti ? >>
    << All'Accademia ? >> chiese lui buttando la ciotola dentro il cestino affianco.
    << Col nuovo anno hanno introdotto le lezioni serali … volendo potresti approfittarne … insomma ti sarebbe utile secondo me … >>
    << Non saprei … sono già un membro della Dodicesima … e poi non ho dimostrato nessuna abilità degna di nota … >>
    Purtroppo aveva ragione ; nonostante fosse passato un anno e mezzo dalla sconfitta di Yhwach, in lui non s'era manifestata nessuna traccia di reiatsu. Mayuri in tutto quel tempo non aveva mostrato alcun interesse verso lo strano fenomeno, dettaglio in parte rassicurante. Del resto Askin stesso pareva non preoccuparsene più di tanto.
    << Magari verranno fuori con l'allenamento e la pratica … succede a molti aspiranti Shinigami, fidati. >> incitò l'altro sporgendosi in avanti.
    << Uhm … ci penserò. >>
    Dopo circa 10 minuti arrivò Ichigo accompagnato dagli insostituibili Orihime e Chad e dalle sorelline Yuzu e Karin. Il Sostituto Shinigami salutò tutti con entusiasmo, anche se chiamarlo così non aveva più senso ; era di qualche mese prima infatti la sua rinuncia al ruolo. La notizia era giunta come un terremoto distruggendo la quiete di un soleggiato giorno primaverile ; il giovane s'era presentato direttamente al Comandante Shunui e dopo un lungo colloquio e la consegna del Distintivo, successivamente distrutto da Mayuri, s'era premurato di girare le Compagnie ringraziando per quanto fatto in quegli intensi tre anni. C'erano state reazioni contrastanti ovviamente ; la comprensione di Kyoraku e Kisuke, lo stupore di Toshiro e Isane, il menefreghismo di Mayuri, le imprecazioni di Zaraki ( che non s'era fatto problemi ad attaccarlo ), la dolcezza e le pacche sulle spalle di Rukia, Renji e Ikkaku.
    Ichigo non poteva più andare nella Soul Society, ne tanto meno trasformarsi in Shinigami e uccidere Hollow. All'inizio la decisione l'era parsa senza senso, ma adesso osservando il modo in cui lui e Orhime si tenevano per mano ne comprese appieno il significato.
    Non ci volle molto che arrivarono pure Rukia e Renji e la folta compagnia si diresse verso il binario di partenza. Il treno arrivò e partì puntuale alle 10 e 07. Era grande e moderno, con file a tre posti, ampi finestrini e due bar. Veloci i contorni di Osaka lasciarono il posto alla campagna e il vagone già mezzo pieno si svuotò ; chi lavorava era già tornato a casa mentre la maggior parte degli studenti con la scuola alle porte, approfittava degli ultimi giorni per ripassare in vista dei test d'inizio semestre, così passata un'oretta erano rimasti solo loro undici. Si sedettero più vicini, tranne Askin che rimase al suo posto immerso nella lettura di un libro. Seduta affianco di Kukkaku, Yoruichi non riuscì, a trattenersi nel lanciargli qualche occhiata incuriosita, soprattutto quando lo stomaco gorgogliante la spinse a mangiare il riso messo da parte. Fortunatamente ciò non distolse l'interessato dalla quieta attività.
    Immersi in un'atmosfera allegra e rilassata giunsero infine a Kinosaki.

    Il ryokan* si dimostrò molto tranquillo e confortevole. Le camere prenotate, poste al secondo piano e le più grandi dell'intera struttura, vennero divise tra maschi e femmine ; erano luminose con una bella vista sulle montagne circostanti, i futon* erano freschi e morbidi. Le uniche modifiche all'arredamento tradizionale consistevano in bagni, condizionatori, piccoli ventilatori, TV e due distributori di bibite e snack al piano terra.
    Disfatte le valige e pranzato, finalmente si diressero verso una delle numerose onsen* presenti nella cittadina e che rendevano Kinosaki una delle mete più ambite dagli appassionati delle terme. La leggenda narrava di un monaco buddista che secoli addietro aveva scoperto e benedetto la località, ciò rendeva Kinosaki un luogo semi-sacro le cui acque avevano la miracolosa capacità di rasserenare lo spirito e temprare il corpo, ma forse si trattava di semplice auto-convinzione, perchè a Yoruichi parvero delle acque termali come molte altre. In compenso quel calore la rilassò facendole scordare quel fastidioso turbamento … per qualche minuto. Non ci volle molto infatti che la conversazione ricadde sui rispettivi fidanzati ; Kukkaku non perse tempo a elencare tutti i pregi del suo adorato Kugo, Orihime arrossì raccontando gli splendidi momenti passati insieme a Ichigo e Rukia non perse tempo a descrivere a bassa voce la prima volta con Renji, il tutto sotto lo sguardo interessanto di Yuzu e Karin. Senza proferir parola s'immerse fino al mento nell'acqua calda e aspettò che l'argomento cambiasse nuovamente.
    Verso le 7 tornarono al ryokan*, si cambiarono e andarono a cenare in un ristorante nel centro. La cena fu abbondante e buona, vennero serviti piatti di sushi, carne e dolci da leccarsi i baffi. Si trovarono così bene che decisero di fermarsi fino a tardi a bere e chiacchierare nel giardino interno, allestito con tavoli e sedie occidentali posti sotto piccole verande. Tra un birra e l'altra si parlò dei vari progetti per il futuro ; Ichigo aveva da poco passato il test d'ammissione alla famosa Università Imperiale di Tokyo a indirizzo medicina, Orihime stava frequentando vari corsi di cucina per riuscire un giorno ad aprire un pasticceria tutta sua e Chad di lì a poco sarebbe partito alla volta degli Stati Uniti per intraprendere la carriera di pugile professionista.
    Yoruichi si complimentò a lungo con loro, era felice di vedere come quei ragazzi, silenziosi salvatori del mondo, stessero portando avanti con determinazione i propri sogni.
    “ Non solo … loro … Kukkaku, Kugo … Rukia, Renji … tutti loro … stanno andando avanti … soprattutto nei sentimenti ... ” si ritrovò a pensare osservandoli con attenzione.
    A quelle parole un senso di nausea la pervase e la situazione divenne all'improvviso irritante. Sentì il bisogno di uscire, di respirare un po' d'aria fresca in solitudine. Con la scusa del bagno uscì e poggiatasi al parapetto prese a contemplare il fiume che scorreva placido sotto di lei, illuminato dalla luce della luna.
    “ Che stupida … sono arrivata al punto di non sostenere più la vista di semplici effusioni ? Non devo pensarci … non devo pensarci … arriveranno anche per me … ”
    Circa 5 minuti dopo decise di rientrare. Si sentiva leggermente meglio, anche se in quel momento aveva difficoltà a definirne il concetto. Sovrappensiero andò a sbattere contro qualcosa o meglio qualcuno. Manco a farlo apposta si ritrovò a mezzo centimetro da Askin . L'uomo la osserva dall'alto in un misto di gioia e apprensione.
    << Ecco dov'eri finita … ! Cominciavamo a preoccuparci … ! >>
    E manco a farlo apposta il suo cuore accelerò.
    << Ah … ! Come vedi sono qui ! >> ribatté il più sicura possibile.
    << … Sola soletta ? >>
    << A-avevo bisogno di una boccata d'aria ... ! >>
    Sbrigativa lo superò, gli occhi puntati in basso. Aveva fatto due passi che la mano di Askin si posò sopra la spalla e un brivido la scosse frenetico immobilizzandola sul posto.
    << Yoruichi … stai bene ? >>
    La Dea deglutì colpita da quelle parole, così semplici e sincere. Una sincerità a cui purtroppo era costretta a mentire.
    << S-si … ! Perchè ?!? >> chiese senza riuscire a voltarsi.
    << Oggi … mi sei parsa pensierosa … volevo sapere se … se qualcosa ti turbava. >>
    << … S-sono solo un pochino stanca ! Il viaggio è stato … molto intenso ! Una bella dormita e mi riprendo ! >>
    In attimi che parvero infiniti Askin strinse quel piccolo lembo di pelle. Fu un movimento lieve e impercettibile. Poi arrivò ... leggero come la brezza, violento come la tempesta … il suo respiro … appena a lato del viso.
    << Meno male … ora sono più tranquillo. Andiamo … o gli altro staranno in pensiero. >>

    A causa di una frase apparentemente insignificante Yoruichi non riuscì a chiedere occhio. Per quanto si sforzasse quel calore e quelle parole erano sempre lì, a martellarle cervello, guancia e spalla. Conseguenza ? “ Risveglio ” con faccia da zombie e fronte bollente. Fortuna volle che le sorelle di Ichigo avessero portato un kit medico con tanto di termometro. La febbre non si rilevò altissima, 37 e 3, ma il tempo era umido, un manto nebbioso scivolava serpentino dalle cime montuose e il gruppo aveva programmato un'escursione al tempio di Onsenji (2). Fu ben felice di rimanere in albergo a riposare e liquidò in fretta Kukkaku quando si propose di restare a farle compagnia. Verso l'una ordinò il pranzo in camera e un'oretta dopo, spenta la TV, prese miracolosamente sonno. La tenera voce di Yuzu la svegliò a pomeriggio inoltrato. La febbre era scesa e mentre le altre si lavano, Orhime avvolta nell'accappatoio prese a mostrarle le foto scattate durante la passeggiata.
    << … questo invece è l'inizio del sentiero … ! Non pensavo potessero esistere dei boschi così fitti … ! Oh ! Qui io m'appoggio alla spalla di Ichigo … ! Insieme sotto un' albero mentre pranziamo ! … Ah ! Eccolo ! Il regalo per te Yoruichi-san ! >>
    L'immagine mostrava la visuale dall'alto di un prato, evidentemente scattata grazie a uno di quei bastoni allungabili dove s'inserivano fotocamere e cellulari. Tutti erano distesi intorno a gruppo di rami, il dettaglio la incuriosì. Guardandoli con più attenzione notò che formavano dei kanji.

    Guarisci presto Yoruichi !

    << Siete stati … veramente dolcissimi … mi avete portato fortuna ! >> mormorò col cuore colmo di felicità.
    << … Yoruichi-san … posso chiederti una cosa ? >> chiese la ragazza fissandola coi grandi occhi nocciola.
    << Certo … dimmi. >>
    << Tu … cosa pensi di Askin-san ? >>
    Una innocua domanda … che però ebbe un effetto ar dir poco tremendo sull'intera camerata ; Yuzu e Karin interruppero bruscamente il loro discorso, Rukia poggiata alla finestra si volse verso di loro mentre dal bagno provenii un tonfo accompagnò la zuccata di Kukkaku contro il mobiletto del lavandino. In mezzo a una situazione parecchio bizzarra Yoruichi rimase immobile, lo sguardo puntato sulla castana.
    << P-perchè 'sta domanda ?!?E poi i-in che senso scusa ?!? >>
    << Beh … >> riflette lei premendosi l'indice sul mento << … in generale ecco. >>
    << Oh … e-ecco … ecco … lo trovo molto simpatico e … gentile ! >>
    << E premuroso … ! >> esultò congiungendo la mani << Sai, l'idea dell'augurio è sua. Un pensiero molto carino non trovi ? >>
    << … Eh … già … ! >>
    “ Quindi appena lo vedo dovrò ringrazialo … accidentaccio … altro che rilassante … 'sta vacanza si sta rivelando la più stressante della mia vita ! ”


    Yoruichi-san era uscita di tutto punto dalla camera, in spalla zainetto con dentro accappatoio e asciugamani vari.
    - Vado a farmi un bagno … ! Le acque termali sono un ottimo toccasana ! Così guarirò una volta per tutte ! Vi raggiungo per cena ! -
    << Beh speriamo si rimetta presto ! >> esclamò Orihime voltandosi verso le altre.
    Rukia, Yuzu e Karin la scrutavano rassegnate, scuotendo la testa in segno di disenso.
    << Uhm ? Che c'è ? >> chiese confusa dalla strana reazione.
    << Hime devi stare più attenta … >> rispose Rukia con una pacca sulla spalla.
    << Decisamente più attenta. >> sentenziò Karin riprendendo a giocare con il 3DS.
    << Sono sicura che Inoue-san non l'ha fatto opposta … >> aggiunse Yuku comprensiva.
    << ... Si può cosa vi prende ?!? >>
    << Niente ! >> dissero sbrigative le tre amiche lasciando la povera Orihime nel dubbio più totale.


    << Ectiì ! >>
    Uno starnuto. L'ennesimo.
    << … Ectiì ! >>
    O qualcuno stava parlando alle sue spalle, il che era probabile, o si trattava di un semplice sintomo post-febbre, altrettanto probabile, ma per comodità scelse la seconda.
    <<ectiì … ! Accidenti a loro ! Cosa diamine avevano da fissare tutte ?!? Come se questa vacanza non fosse già abbastanza strana … ! >> protestò tra se sfregandosi le gambe con la spugna.
    Uscita dal ryokan* s'era diretta alla piccola onsen* in fondo alla strada in direzione del centro. Uno spazio termale molto intimo, tre vasche separate da una palizzata in legno, non molto ma comunque abbastanza per rilassarsi, o quanto meno cercare di farlo ; la domanda di Orhime l'aveva messa in agitazione e sicuramente un bagno ristoratore le avrebbe sicuramente giovato. In fondo … le acque di Kinosaki erano state benedette da un bonzo più di mille anni fa … un effetto miracoloso dovevano pur avercelo ! Ma prima d'immergersi, le regole vigevano un'attenta pulizia del corpo ; seduta su uno sgabello, Yoruichi si sfregava con forza ogni centimetro di pelle, come a voler cancellare uno sporco invisibile e persistente. Per fortuna era sola, dato che la maggior parte dei turisti preferivano le terme della più popolare zona centrale.
    “ Relax in santa pace … non mi sembra vero ... ”
    << Ehilà ! Che sorpresa rivederti qui ! >>
    La speranza andò in frantumi. Col cuore a mille, la Dea di voltò ritrovando la causa di tanto stress appena oltre le tende svolazzanti che fungevano da entrata. La causa in questione era ovviamente nuda, a eccezione dell'asciugamano avvolto intorno alla vita.
    << Ma … che … ? >>
    << Non picchiarmi … >> disse Askin alzando le mani sulla difensiva << … questa è una konyoku*. >>
    << Oh … credo … di … di aver sbagliato porta ! Scusami ! >>
    E già si stava precipitando verso l'uscita, lo sguardo puntato in basso. Una reazione avventata e idiota forse si, ma in quel momento troppi eventi gravavano su di lei e la presenza dell'altro, unita alla prospettiva d'un bagno insieme, non l'avrebbero aiutata a calmarsi. Se non che si sentì afferrare all'altezza della vita e in nanosecondo si ritrovò caricata come un sacco di patate sopra la sua spalla.
    << E di cosa ? Non hai fatto niente di male Yoruichi, anzi … vederti senza veli è una gioia per gli occhi ! >>
    << A-Askin … ! Me-mettimi giù ! Mettimi giù ! Ti prego ! >> protestò iniziando a tirargli pugni sulla schiena.
    << Per farti sgattaiolare via come una gattina furbetta ? >> chiese ironico incamminandosi verso la vasca << No no ! Se sei qui vuole che sei guarita … quindi dobbiamo recuperare il tempo perduto ... con un bel bagno ! >>
    << Ehi … ! Ehi ! Non t'azzardare a >>
    << Pronta a tuffarti ? >>
    << A-ASKIN … ! Ti ho detto di mollarmi … SUBITO ! >>
    << … Come desideri. >>
    Appena sentì il corpo precipitare verso il basso Yoruichì urlò, urlò finché l'impattò contro l'acqua bollente inghiottì la sua voce. In un'ultimo disperato tentativo di difesa si trasformò riemergendo come gatto nero.
    << Ma che tenera … ! Sei diventata davvero una gattina ! >>
    Stava per girarsi quando il suono dell'acqua la fece rinsavire. Ricordò la situazione in cui erano, nudi, il luogo in cui erano, una onsen* … così, nonostante l'atteggiamento potesse somigliare quello di una ragazzina da manga shojo, la Dea rimase immobile muovendo agilmente le zampe per rimanere a galla e attendendo nervosamente l'immersione dell'uomo. Il fine udito felino non la tradì. Voltandosi ritrovò Askin a circa un metro e mezzo, coperto fino alle spalle dall'acqua termale. Una bracciata e l'avrebbe raggiunta … cosa che fece mezzo secondo dopo.
    << S-sei completamente pazzo ! >> lo ammonì nella speranza d'allontanarlo.
    << Ehi ! Cosa è successo alla tua voce ?!? >> esclamò lui, gli occhi spalancati dallo stupore.
    << Quando assumo questa forma diventa così ! >> e alzato il muso nuotò verso il bordo della vasca << Ti prego di non insistere sull'argomento ! >>
    Non aveva intenzione d'uscire, ormai era inutile e di certo lui non glielo avrebbe permesso, voleva solo reggersi su una base solida. Arrivata tirò un sospiro di sollievo, solo per accorgersi delle grandi mani poggiate ai lati della roccia.
    << Ma è orribile … torna normale ti prego. >> mormorò Askin come se stesse parlando a un cucciolo.
    Nonostante fosse circondata da bollente acqua termale, un brivido gelido le attraversò la spina dorsale, punta della coda compresa. Senza rendersene conto tornò normale e, forse per miracolo delle acque benedette, avvertì Askin allontanarsi.
    << Ecco … ora va molto meglio. >>
    “ Questo dovrei dirlo io … ! ”
    Pian piano si girò ritrovando la fonte dello stress comodamente seduta poco distante, le braccia lasciate morbide sopra una bassa formazione rocciosa.
    << Non t'azzaddare a rifarlo ! >>
    << Parli del tuffo ? >> chiese ironico inclinando il capo.
    << … E-esattamente ! >>
    << Dai ... è stato divertente … >>
    << … Per me no ! >>
    Di sbieco l'osservò trattenere a stento una risata.
    << Sembri proprio una gatta quando fai così … ! Una piccola gattina offesa ! >> esclamò sorridendo.
    E in quel sorriso semplice e luminoso la Dea sentì l'animo rasserenarsi, ogni tensione e imbarazzo scivolarono via in un istante. Lo guardò meravigliandosi di tale piccola magia, eppure dovette abbassare lo sguardo non appena le sue iridi viola tornarono a fissarla.
    Un gesto impacciato, ma che le diede l'opportunità di cambiare discorso.
    << To-tornando a noi … come mai sei venuto da solo ? >>
    << Semplice … >> rispose Askin alzando le spalle << ... Kugo è uscito a fare una luunga e sottolineo lunga passeggiata con Kukkaku … gli altri stanno giocando a un videogioco su … come si chiama quella strana scatola … ah ! Sull'Xbox portato da Ichigo. Giocavano a un picchia-qualcosa … non so … sullo schermo c'erano dei tizi muscolosi che si tiravano cazzotti urlando come forsennati … non certo il massimo se desideri leggere in santa pace ... così eccomi qui. >>
    << Libro … ? Lo stesso che avevi sul treno ? >>
    << Si esatto. Non è lungo, ma si tratta comunque di una lettura impegnativa. >>
    Yoruichi lo ricordava vagamente, un libro sottile dalla copertina rossa e col titolo giallo in caratteri occidentali.
    << Come s'intitola ? >> chiese incuriosita.
    << … A Duty-Dance With Death (4). Narra di un uomo che, rapito da degli alieni, viene catapultato tra il passato in cui era un giovane soldato e il presente segnato dai problemi con la famiglia ... >>
    << Soldato ? Quindi ... ha combattuto durante una guerra ... >> mormorò quasi tra se.
    << ... Sembri sorpresa ... >>
    << No, no ! Sol-soltanto non mi aspettavo che tu potessi leggere certi ... generi ... ! Ecco. >>
    Le iridi viola divennero improvvisamente malinconiche, spostandosi sulle acque calme e fumanti. In una calma quasi irreale l'uomo parve raccoglie ricordi lontani e dolorosi. Lei attese, incapace di porre rimedio alla propria mancanza di tatto. Poi lui parlò ... e mai la sua voce fu più dolce e comprensiva, in grado di dissipare l'ansia che nel frattempo l'aveva contagiata.
    << Io ho vissuto ben due guerre ... e forse questo mi rende in grado di comprendere meglio certi parti. Ogni guerra è diversa dall'altra. Ogni guerra si combatte per motivi differenti. Il libro racconta di una guerra terribile, combattuta molto tempo dopo la mia morte, con armi in grado di distruggere intere città ... seminando morte e disperazione ... eppure esiste una cosa ... una cosa in grado di sopravvivere a ogni guerra ... >>
    << Una cosa in grado di sopravvivere ... >> ripetè affascinata << ... e sarebbe ? >>
    << Ah ! Non posso dirtelo ! È una parte importante della storia ... ti farei spoiler ! >>
    << Allora ... appena l'hai finito imprestamelo ... lo leggerò volentieri. >>
    << Ohh ... ti ho messo curiosità ... bene ... ! Al ritorno lo avrai sicuramente ... mi mancano solo una ventina di pagine alla fine. >>
    << ... Grazie. >> sussurrò abbassando lo sguardo.
    << Figurati ... non c'è di che. >>
    Un'inatteso silenzio calò. Sorprendentemente non lo trovò pesante, anzi ... una serenità l'avvolse come una coperta facendole dimenticare ogni ansia relativo ad Askin, perfino in una situazione dove sarebbe stato d'obbligo. Forse era merito del modo in cui le aveva parlato ... o della miccia di coraggio che l'aveva spinta a chiedere in prestito il libro ... o forse entrambe. Con la mente rilassata si lasciò cullare dal tepore delle calde acque termali e inevitabilmente s'addormentò. Si svegliò scossa da un'improvviso russare.
    Con gli occhi ancora impastati dal sonno portò l'attenzione verso il suo vicino. Pure Askin si era addormentato, la testa era inclinata in avanti e un rivolo di bavetta gli usciva a lato della bocca. Non se la sentì di svegliarlo, tanto dormiva beato. Fu allora che notò qualcosa, qualcosa che gelò il sangue. Una cicatrice ... nell'esatto punto dove si trovava il cuore.
    " ... Come ho fatto a non notarla ? " pensò amareggiata " ... Sono proprio stupida ... ero talmente sopraffatta dall'imbarazzo da non ... riuscire a vedere. Lui ... avrà sofferto ? O forse è stato un bene non dir nulla ... ? Io ... io ..."
    E senza accorgersene era lì, a pochi centimetri, le dita a sfiorare quel lembo di pelle rovinata. Era calda, più dura e scura rispetto al resto. Sotto essa avvertì distintamente il ritmo calmo del cuore ...
    " ... Perdonami ... sono proprio una schiocca ... " pensò posando la mano sopra la cicatrice.
    << ... Uhm ... Yoruichi ... ? >>
    La voce assonnata dell'altro la raggiunse in un sussurro appena percettibile. Yoruichi la ignorò, perchè una seconda miccia di coraggio divampò in ogni centimetro del corpo simile a un incendio. Nel desiderio di ovviare all'imperdonabile mancanza trasse un breve respiro e alzò il capo, ritrovando quelle iridi viola che la fissavano stupide e confuse.
    << Askin ... questa ... >> cominciò senza riuscire a terminare la frase.
    Lui sgranò gli occhi come se in quel momento si fosse reso della loro reale vicinanza.
    Dopo attimi interminabili le sorrise porgendosi in avanti, ne avvertì il respiro leggero a lato del viso. In una strana e inaspettata vicinanza, l'imbarazzo la punse fastidiosa come una zanzara, e proprio come una puntura di zanzara bastò ignorarla per evitarne l'effetto.
    << ... Il ricordino lasciato da Grimmjow ... >> sussurrò caldo nell'orecchio << ... le cure di Mayuri sono riuscite a rigenerare solo i tessuti più interni ... c'è pure la gemella sulla schiena ... ! >>
    << Po-potevi chiedere aiuto a Orhime ... col suo potere in grado di negare gli eventi l'avrebbe cancellarla ... completamente. >>
    << Si ... fui tentato di farlo dopo la sentenza dei 46 ... ma alla fine ho lasciato perdere.. >> Fissò la cicatrice accarezzandola delicatamente, quasi avesse paura di riaprila.
    Sotto quel tocco, il respiro di Askin parve accelerare per un frazione di secondo ...
    << Perchè ... ? >> chiese in un fil di voce guardandolo dritto negli occhi.
    << ... Per non dimenticare ciò che ero nell'Impero Invisibile ... >> rispose avvicinandosi << ... per ricordarmi l'uomo che sono ora. >>
    E in mezzo a quelle parole la mente tornò al passato, a un ricordo duro e doloroso. L'aveva tenuto a bada fino a quel momento, racchiuso in labirinti bui e segreti .... e adesso lo sentì liberarsi furioso come una bestia dalle catene. Rivide lei e Kisuke in mezzo alle macerie, stremati e al limite delle forze, Grimmjow che s'allontanava imprecando mentre Nel tentava di fermalo correndogli dietro ... e poi ... poi rivide lui ... disteso a terra, sanguinante e col cuore riattaccato.
    La visione le trafisse il petto, in un dolore che mai avrebbe creduto di poter provare. Eppure in esso rammentò una cosa importante ...
    << Askin io ... quel giorno ... ti avrei risparmiato. >>
    << Co-come ?!? >> esclamò lui senza riuscire a trattenere lo stupore.
    << Quel giorno ... anche senza le parole di Kisuke ... anche senza il tuo pentimento ... ti avrei risparmiato. Quando hai aperto gli occhi ... quando mi hai guardata ... in quel momento ho capito che eri cambiato ... che valeva la pena salvarti ... a qualsiasi costo. >>
    Appena pronunciò l'ultima sillaba l'animo si rasserenò avvolto da una dolce quiete. Aveva parlato col cuore e soprattutto aveva posto rimedio al suo errore. Askin, nel più semplice dei ringraziamenti, poggiò la mano sulla sua facendola aderire maggiormente al petto. L'imbarazzo punse una seconda volta ... più forte ... lo ignorò, anche se non riuscì a impedire al cuore di battere più forte.
    << In cuor mio lo sapevo Piccola Dea, però mi ha fatto piacere sentirtelo dire ... e rivedere il tuo lato tenero ... ! >>
    << No-non si tratta di lato tenero ! Ma di pura e semplice verità ... ! >> balbettò quasi mangiandosi le parole << Ah ... una verità appurata in effetti ... ah ... non so perchè sono andata a rivangare il passato ... ah ... che stupida ... ! >>
    In una frase a dir poco confusa sperò s'allontanasse, o meglio sperò fosse lui a farlo, poichè in mezzo secondo s'era trovata così ; il corpo immobilizzato come sotto l'effetto di un potente incantesimo, la mente intorpidita da uno strano tepore. A complicare ulteriormente la situazione già molto precaria, si aggiunse la causa diretta che, abbassatosi, la fissò con infinita dolcezza.
    << Beh ... questa " stupida " mi ha appena sorriso. >>
    << Ah ... da-davvero ? >> chiese inconsciamente mentre l'incantesimo aumentava la sua stretta.
    << ... Si ... >>
    Yoruichi lo percepì forte e chiaro ... quel respiro accarezzarle il viso, soffice e calmo ... vide ... quelle labbra giusto all'altezza delle fronte. Sommersa da un'emozione indecifrabile abbassò lo sguardo mentre il cuore martellava il petto incontrollato. Avrebbe dovuto spingerlo via ... o quanto meno protestare per la posizione poco consona ... eppure non fece nulla. Troppo grande era diventata la magia, tanto da impedirle di pensare. Secondi passarono infiniti, finchè Askin non s'avvicinò ancora. Ora era lì ... a pochi centimetri della sua bocca ...
    " Ah ... io ... io non posso ... ! "
    Un pensiero che risuonò con forza, come il più potente dei contro-incantesimi. Allora il corpo reagì, le mani premettero sulle larghe spalle, gli occhi si serrarono, le parole fuoruscirono, brevi e agitate.
    << Ah ... A-Askin ! >>
    Lui si fermò trattenendo un respiro affannato e dopo quella che parve un'eternità, la sua voce aggiunse, calma e sensuale.
    << Un suggerimento, Piccola Dea … sorridi più spesso … quando sei con me. >>
    Un brivido caldo attraversò la spina dorsale costringendola ad aprire gli occhi. In contemporanea al suo piccolo terremoto interiore alcune voci irruppero nell'aria. Voci sconosciute a cui Askin prestò orecchio sporgendosi di lato, ma neanche allora ebbe la forza di reagire. Rimase immobile, gli occhi a fissare quelle incredibili iridi viola …
    << Oh … ! Guarda com'è volato il tempo ! >> esclamò allegro allontanandosi come se niente fosse << Sono già le sette e dieci ! Ci conviene avviarci ! >>
    “ … Già … meglio andare … tra poco gli altri vorranno cenare … ”
    E così con gesti meccanici s'avviò verso il bordo della vasca, ma appena le spalle riemersero un'improvvisa stanchezza s'impadronì di lei. Si sedette fissando i fumi che emergevano come una nebbia sulla superficie trasparente. In quel momento si rese conto di non riuscire a continuare … il corpo spossato non avrebbe retto … non accanto a lui.
    << … Askin … tu vai pure … io rimango ancora 5 minuti … >> disse con voce fievole.
    Lo sentì uscire e fermarsi dopo qualche passo. Chissà se la stava guardando …
    << Va bene … ti aspetto fuori. >>
    Sola si rannicchiò contro una roccia, voci di donne e bambini riempivano l'aria senza però giungere alla sue orecchie. Contò fino a dieci e chiuse gli occhi. Stranamente non si sentiva agitata, ne imbarazzata, ne arrabbiata, anzi, una strana e innaturale quiete la avvolgeva soffocando ogni emozione. Alzò gli occhi ritrovandosi a fissare il cielo tinto dei primi colori del tramonto.
    Era indubbio … Askin aveva tentato di baciarla …
    “ … ma io farò finta di niente. ”
    … aveva tentato di mostrale qualcosa in più … le aveva provate sensazioni indescrivibili ...
    “ … e ti ho fermato … perchè è giusto così … tu … mi chiedi di sorridere più spesso … ma così facendo non finirei per accorciare la distanza fra di noi ? Così facendo ... non finirei per dare un nome al mio dubbio ? ”

    << Kukaku … posso chiederti una cosa ? >>
    << … Certo, dimmi. >>
    << Quando … quando hai capito di essere innamorata di Kugo ? >>
    << Forse ti suonerà strano, ma l'ho capito il primo giorno … >>

    Strinse le palpebre infossando la testa fra le ginocchia.
    “ Ti prego Kisuke … fa che arrivino presto quelle parole ... io … non voglio innamorami di nessun'altro … “

    -.-.-.-.-.-.-.-.-.-

    Askin camminava in mezzo a un'affollata ed elegante strada di Tokyo, lo sguardo pensieroso, il passo lento. Intorno a lui una folla si muoveva agitata, piccoli gruppi di amici e famigliari andavano da un capo all'altro della via in cerca del regalo perfetto in vista dell'imminente Natale. Non avrebbe mai immaginato che una festività occidentale avesse una tale risonanza in un paese politeista, ma come gli aveva spiegato Kugo lì era considerato più una festa commerciale.
    L'aria era fredda e qualche giorno prima aveva nevicato copiosamente, fatto che avveniva abbastanza di rado nella Capitale. Passando vicino a un piccolo parco notò alcuni ragazzi intenti a giocare a palle di neve. Aveva bisogno di sedersi evitando al contempo di beccarsi un colpo freddo e nevoso in faccia. Fortuna trovò una panchina più esterna rispetto alle altre e miracolosamente vuota. A lungo stette a fissare il cielo senza stelle della metropoli stringendo il piccolo pacchetto nella tasca destra del cappotto. Dentro c'era il suo regalo. Il regalo per Yoruchi. Il regalo che avrebbe preceduto la sua confessione.

    - Kukkaku … intendo andare nel Mondo Terreno … -
    - … È per lei, non è così ? - aveva chiesto lei seduta sul tatami* dopo averlo fissato a lungo.
    - … Tra poco sarà Natale … intendo farle un regalo e … dirglielo. -
    - Oh ! Era ora finalmente ! - aveva esultato la donna lasciandolo a bocca aperta – Guarda caso Kugo sta andando a trovare lo zio. Potete andare assieme ! -
    - Eeehh ? - e dalla stanza affianco l'ex-Sostituto era comparso squadrandoli confuso.

    Guardò in basso. L'elegante scatolina blue emerse dal buio della sua minuscola tana. Era piccola, leggera … eppure su di essa su di essa gravava un peso e un'aspettativa senza pari. Lo osservò brevemente e sentendo il cuore accelerare la rificcò dentro con un gesto nervoso. Non era estraneo a quel sentimento eppure in certi momenti si sentiva come un ragazzino alla prima cotta. Nonostante ciò tante volte s'era immaginato i gesti e le parole che avrebbero accompagnato la sua dichiarazione. Tutto doveva essere perfetto … assolutamente perfetto.

    - Askin … lei soffrirà … ne sei conscio … -
    - Si … è una possibilità … piuttosto non mi aspettavo tutto questo tuo appoggio. -
    - Lo faccio per il suo bene. Io so … so che l'amore è anche sofferenza … forse … grazie ad essa riuscirà a far luce nel suo cuore … -

    “ Pure tu, Piccola Dea provi un sentimento nei miei confronti … ” pensò tornando a guardare il cielo “ … però … esso è imprigionato, soffocato da una parte di te … io libererò … e qualsiasi cosa accada … sono pronto a subirne le conseguenze. ”
    Una determinazione ancora più forte invase frenetica il corpo e a pugni stretti, Askin s'alzò incamminandosi verso il luogo dell'incontro. Erano quasi le sei e mezza, Kugo l'aveva chiamato una ventina di minuti prima sul cellulare ( quello in dotazione agli Shinigami “ generosamente ” offertogli da Mayuri ) dicendo che si sarebbero fermati ancora un po' rispetto al programma iniziale e di farsi trovare davanti alla fermata della metropolitana di Ginza (5). Tempo 5 minuti e l'ex-Sostituto comparve tra la folla. Indossava un eskimo verde scuro, il cappuccio era tirato su e solo quando l'uomo fu vicino, Askin ne notò il leggero livido sulla guancia sinistra.
    << Ehi ! Che ti è successo ? Hai fatto a botte o cosa ?!? >> esclamò preoccupato.
    << Più o meno … >> rispose evasivo portandosi una mano dietro la nuca << … comunque … ho incontrato una vecchia conoscenza e abbiamo deciso di prenderci qualcosa da bere. Lui è andato a prendere la sua ragazza e ci raggiunge tra poco. Sei dei nostri, vero ? >>
    << Oh certo ! Mi fa piacere conoscere persone nuove ! Piuttosto … sicuro di stare bene ? >>
    << Tranquillo … è solo un colpetto. Ora … andiamo a sederci nel bar laggiù … >> disse indicando un locale dall'altro lato della strada << … ci raggiungeranno lì. >>
    Senza porre ulteriori domande lo seguì all'interno dell?????, un locale dall'arredamento occidentale come se ne vedevano molti nel quartiere più lussuoso della capitale. L'aria dentro era calda e confortevole tanto da costringerli dopo pochi passi a togliersi le giacche.
    Sedettero al banco, Kugo ordinò un whisky con ghiaccio, lui dopo un'iniziale indecisione scelse un jägermaister rubi (6). Una giovane e avvenente cameriera servì loro i bicchieri, per poi concentrasi sul resto clienti con espressione imbarazzata. << Uhm … non sapeva bene chi guardare, eh ? >>
    Purtroppo l'altro non era in vena di battute, poiché rimase immobile, lo sguardo puntato in basso mentre la mano faceva ondeggiare il whishy in una danza quasi ipnotica.
    << Oggi ho incontrato Isshin … >> rispose infine.
    << … È stato lui a tirarti un pugno ?!? >> chiese stupito abbassando il capo << Strano … cioè avevo capito che tra voi due i rapporti fossero … un pochino tesi ecco … ma ora iniziare una lite … >>
    << … Sono io ad aver cominciato … >> replicò lui con una punta amarezza fissando il liquido ambrato << … in memoria di una promessa. >>
    Udendo tali parole comprese quanto grande fosse il suo bisogno di sfogarsi ; nei momenti così la voce diventava bassa e le parole uscivano mezze impastate. Kugo doveva togliersi un peso, qualunque esso fosse, prima dell'arrivo dell'amico.
    << Che razza di promessa sarebbe quella di pestarvi ? Cosa siete ? I capi di una banda di teppistelli ? >>
    Del resto era tipico di Askin prendere i momenti più cupi con assoluta ironia e questo suo lato finora aveva sempre giovato a Kugo.
    << ... Lui fece lo stesso con me … tempo fa … in situazione ben peggiore. >> rispose infatti di lì a poco << Era un giorno di fine luglio e ancora non ero riuscito a far visita a Masaki. Non avevo partecipato al funerale a causa delle ferite riportate contro Yhwach … ma anche fossi stato in forze probabilmente la mia mente non avrebbe retto. Isshin s'offrì di accompagnarmi, anche perchè non avevo idea della locazione della tomba. Al ritorno cominciò a insultarmi … a rinfacciarmi il mio fallimento. Io reagii e in breve la situazione degenerò … le presi come un sacco di patate o meglio … decisi di prenderle. >>
    Una rivelazione che lo lasciò visibilmente stupito. Non si aspettava un simile comportamento dal padre di Ichigo. In ogni caso non era quello il nocciolo della questione.
    << … Quindi adesso siete fifty-fify ? >>
    << … Già. >>
    << Kukkaku lo sa ? >>
    << Tsk … ! Figurati. >> rispose lui buttando giù un lungo sorso di whisy << Conoscendola non si sarebbe scrupoli a pestare entrambi dandoci dei cretini. >>
    Askin si trattene dall'immaginarsi la scena, aveva centrato il punto, bastava scavare ancora un pochino e il tormento sarebbe venuto alla luce.
    << Non hai tutti torti ... >> disse con un mezzo sorriso << … comunque non mi pare una motivazione valida. >>
    Kugo rimase in silenzio, la testa poggiata sul dorso della mano che reggeva il bicchiere.
    Paziente attese finchè l'uomo inspirò profondamente e iniziò a raccontare.
    << La mia vecchia conoscenza si chiama Tsukishima Shukuro, un ragazzo coi poteri da Fullbringer. Lo salvai all'età di 13 anni sottraendolo da una madre violenta. Successe circa due mesi dopo la morte di Masaki. Mi sono preso cura di lui per 8 anni ... e in 8 anni gli ho sempre tenuto nascosto il mio passato e i miei legami ... eppure lui ha conosciuto fin troppo bene il mio lato oscuro ... la mia discesa nelle tenebre ... come Kukkaku, anche se in maniera diversa ... con lei sono semplicemente sparito ... sparito nonostante le sue lacrime ... >> socchiuse gli occhi e in sguardo rammaricato tirò fuori il fardello che l'opprimeva << ... per me è difficile parlare del passato ... lo trovo terribilmente doloroso ... con loro desiderio solo guardare avanti, a un futuro felice. Ho sempre pensato fosse giusto tenerlo nascosto ... eppure oggi ... osservando il volto di Isshin, lo zio di Kukkaku ... quest' atteggiamento mi è parso terribilmente egoista ... >>
    Askin si chiuse in una breve riflessione. Pure lui aveva avuto un passato oscuro nell'Impero Invisibile ; una parte della sua vita in cui aveva rinnegato se stesso, i propri ideali e le proprie emozioni. Ne aveva discusso a volte, specie con Yoruichi, senza provare imbarazzo o timore. Forse ... gli veniva più facile per il semplice fatto che lei, come Mayuri o Nemu, erano estranei a quel suo vecchio io. Per Kugo invece .. per Kugo era indubbiamente diverso, però ...
    << ... non dovresti preoccuparti ... >> cominciò quasi senza accorgersene << ... loro due, Kukkaku e questo ragazzo ... ti conoscono meglio di chiunque altro. Conosco il buio che hai vissuto e sanno come se sei uscito. Sta a te decidere se parlarne o meno ... ma al contempo non devi avere paura ... >>
    Il discorso ebbe un effetto sorprendente, in breve il volto cupo si rilassò lasciando il posto a un'espressione serena.
    << Grazie Askin ... grazie. Ora ... brindiamo ! Brindiamo a un futuro ragioso ... ! >> disse alzando il bicchiere.
    << Si ... ! >>
    Appena fatto il cin cin una voce stridula irruppe nel locale facendo girare metà una buona metà degli avventori.
    << NON È POSSIBILE !!! TU ... ! >>
    Askin si voltò. Una scia di mossi capelli viola fece capolinea a meno di un palmo di distanza. Una ragazza s'era precipitata su Kugo e adesso lo stringeva con forza, la testa infossata nel suo ventre. L'uomo la fissò stupito poggiando infine una mano sulla lunga chioma.
    << ... Ri-Riruka ? Che sorpresa ... ! Come stai ? >>
    << Brutto ! Stupido ! Idiota ! >> urlò cominciando a prenderlo a pugni << Non ti fai vedere per quasi due anni e questo è tutto quel che riesci a dire ... ! >>
    << Perdonami ... prima ho dovuto sistemare alcune faccende. >> si scusò dolcemente.
    << N-non m'interessa ! Non ti perdonerò così facilmente ! >> e voltandosi guardò verso l'uscita << Pure tu Shukuro ! Un piccolo regalo ... per poco mi fai prendere un colpo ! >>
    << Dai Riruka calmati. Altrimenti ci farai cacciare dal locale. >>
    A parlare era stato un ragazzo incredibilmente alto, era impossibile non notarlo in mezzo a tanta gente di “ altezza normale ”. Indossava un'elegante cappotto grigio scuro, jeans scuri e scarpe di velluto del medesimo colore. Di risposta Riruka gonfiò lo guance e lasciato andare il povero Kugo, si precipitò dal nuovo arrivato abbracciandolo con tenerezza.
    La prima cosa saltò all'occhio ad Askin non fu tanto l'abbigliamento diametralmente opposto, elegante e scuro uno, casual e colorata l'altra, quanto la loro spropositata differenza d'altezza. Nonostante Riruka indossasse degli alti stivali dal tacco largo sfiorava a malapena il petto del ragazzo.
    << Va bene mi calmo … però un pochino ho ragione uffi ! >>
    << Così va meglio. Devi imparare a rilassarti di più. >> sussurrò accarezzandole i capelli.
    << Aspetta … >> mormorò Kugo confuso mentre questi venivano avanti << … voi due state insieme ? >>
    << Si perchè ? Sei sorpreso ?!? >> ribatté lei aggrottando le sopracciglia.
    << Siamo fidanzati da 4 mesi. >> rispose pacato Shukuro << Ci sei arrivato ora ? >>
    << Beh insomma … che Riruka provasse simpatia nei tuoi confronti l'avevo capito, ma fidanzarsi è un discorso molto serio … >> lì osservò e rivolse un caloroso sorriso << … però si vede sei maturata, soprattutto hai messo da parte i cappellini buffi e i codini ... >> precisò mimando due code sulla testa, prima di subire nuovamente l'ira della giovane si rivolse a lui con un pacca sulla spalla << … comunque lasciate che vi presenti Askin, uno shinigami che lavora presso l'Istituto di Ricerca alla Soul Society. >>
    << Oh … ! Askin Nakk le Vaar. Piacere di conoscervi. >> disse lui con un breve inchino.
    << Tsukishima Shuruko. Kugo mi ha parlato di te prima. >>
    << Nakk le Vaar ? Ehi ! Il tuo cognome suona strano come quello di Yukio ! Io sono Dokugagime Riruka ! Il piacere è mio ! >> precisò la giovane stringendogli la mano.
    Askin rimase senza parole. Certo Riruka sembrava un persona parecchio estroversa, ma il soverchiare completamente le regole di presentazione (7) lasciò stupefatto lui e non solo.
    << D-da quando sei diventata così diretta ? >> mormorò Kugo lasciandole un'occhiata perplesso.
    << Da quando abbiamo iniziato a coccolarci. >> rispose Shukuro, un sorrisetto beffardo stampato in viso.
    << Oh … capisco. >> sussurrò l'ex-Sostituto con una vena di complicità.
    << Grr … ! Cosa c'entra que-quello ?!? Dovrò pur emergere in mezzo a 3 uomini ! >> sbraitò la poveretta incrociando le braccia al petto << E ora vi prego andiamo a sederci ! Voglio stare bella comoda ! >>
    Seguendo la “ capricciosa ” Riruka scelsero un tavolo a sei posti vicino all'enorme vetrata appannata che dava sulla strada principale. La ragazza ordinò una cioccolata calda con tanta panna e abbondante spolverata di cacao, Shuruko un the caldo al limone, Kugo un caffè macchiato e lui un Irish coffee. I tre amici chiacchierano a lungo, anche se non furono poche le volte in cui la ragazza gli porse qualche domanda incuriosita. A lui non diede assolutamente fastidio, gli faceva piacere ascoltare le voci allegre, osservare i volti sereni scambiarsi liete notizie. Scoprì così che Shukuro era iscritto al secondo anno della facoltà di lettere e portava avanti studi col massimo dei voti lavorando duramente part-time in un ristorante, mentre Riruka frequentava l'ultimo anno di liceo e in primavera avrebbe sostenuto i fatidici esami di maturità.
    << Non pensò mi iscriverò all'università … studiare non fa per me. >> precisò raccogliendo gli ultimi remagugli di cioccolato col lungo cucchiaino.
    << Studiare è importante … >> le ricordò Kugo << … ma indubbiamente se non te la senti è inutile continuare. Potresti iscriverti a un corso professionale. >>
    << No ! No ! >> replicò alzandosi di scatto e mimando un gesto d'abbraccio << Il mio sogno è aprire una boutique ! Dove oltre a vestiti elegantissimi e carinissimi, venderò peluche carini, pasticcini carini e dolcissimi … ogni cosa carina ! >>
    << Oh … eccola che ricomincia … >> sospirò il fidanzato al suo fianco.
    << Ed dai non essere così severo, magari avrà fortuna, chi lo sa … >>
    << Di certo sarà la prima nel suo genere. >> aggiungere Askin.
    << Ecco … voi si che siete comprensivi ! Impara da loro Shukuro ! >>
    << Riruka … >> la richiamò comprensivo il ragazzo << … Yukio sta già facendo molto per tutti noi. A me paga gran parte dell'iscrizione universitaria, aiuta Jackie a pagare le bollette nel negozio di ferramenta, Giriko con l'affittò del bar, a Moe i libri scolastici, senza offesa … ma continuare a sperperare i suoi soldi in borsette firmate e puluche enormi mi pare uno spreco, dovresti metterli da parte e investirli in qualcosa di concreto … anche se sai com'è fatto … un progetto del genere lo boccerebbe senza pensarci due volte. >>
    << Uffi ! >> piagnucolò Riruka fiondandosi su Kugo e afferrandolo per il collo << Digli qualcosa ti prego ! Oggi Shukuro è cattivo ! >>
    << Il suo è un semplice consiglio. Vuole solo evitare un dispiacere alla persona che ama. >>
    sussurrò lui quasi stesse consolando una bambina.
    << Davvero … ? >> chiese lei confusa.
    << Si davvero… >>
    << Uhm … >>
    Non sembrava convintissima eppure tornò affianco di Shukuro. Il piccolo broncio si sciolse in un lampo appena ricevette un bacio sulla guancia lasciando il posto a un'intenso rossore.
    << In ogni caso confermo ! Il tuo progetto Riruka è quanto mai insensato ! >> esordì l'attimo dopo una voce sicura.
    Voltandosi Askin ritrovò un ragazzino alto circa 1 e 60, vestiva un'elegante cappotto lungo ornato di bottoni che parevano d'oro, pantaloni scuri e pesanti stivali di cuoio.
    << Yukio ! Da quanto sei lì ?!? >> chiese l'interessata a metà tra l'imbarazzo e lo stupore.
    << Da quando avete iniziato a parlare della boutique. Mi sono voluto gustare la scena da lontano. >> ignorando le imprecazioni della ragazza s'avvicinò con un largo sorriso << Letto il messaggio di Tsukishima ho subito annullato tutte le riunioni e mi sono precipitato qui. È una gioia rivederti Kugo, come stai ? Oh … un tuo amico ? Piacere di conoscerti, Yukio Hans Vorarlberna, piacere di conoscerti. >>
    << Accidenti Yukio, come sei cresciuto … >> si complimentò l'ex-Sostituto osservandolo attentamente << … questo portamento poi … adesso sembri davvero un uomo d'affari ! >>
    Nonostante l'abbigliamento elegante Yukio Hans Vorarlberna era la tipica persona che un giapponese avrebbe etichettato senza mezzi termini gaijin*, a causa dei capelli biondo chiaro e degli occhi verdi acqua. Ma come scoprì nel seguito della discussione, il giovane era il direttore dell'HV Production, industria fondata dal padre, specializzata nella produzione di software e componenti hardware esportate ai più famosi produttori di computer e cellulari, e quotata in borsa al primo posto nel settore. Con i milioni di yen guadagnati, Yukio riusciva ad alleggerire la vita ai suoi più cari amici, oltre a donare un quinto dei proventi in beneficenza.
    L'oretta seguente fu molto piacevole e alla fine la piccola compagnia si divise. Dopo saluti calorosi, in cui Kugo giurò solennemente di tornare e portare con se anche Kukkaku ( complice l'insistenza di Riruka ) e Yukio di far venire Jackie, Giriko e Moe, i due si diressero all'interno di un parco fino a giungere la cima della collina dalla quale erano arrivati col Senkaimon.
    << Sono felice per loro … >> commentò a un certo punto l'uomo rivolto di spalle.
    << Intendi per Shukuro e Riruka ? Si … in effetti stanno proprio bene insieme … ! >>
    << … Tempo fa creai l'X-cution. >> iniziò l'altro con voce sommessa << Riunì 6 persone, persone accumulate da un potere che li aveva isolati dalla società. Lì riunì per 4 mesi donandogli un rifugio e facendo leva su sentimenti di rivalsa e vendetta. Non rivelai mai il vero obiettivo dell'organizzazione … loro avrebbero condiviso con me parte dei loro Fullbringer e io, un “ pericoloso criminale ” per il Gotei 13, sarei morto liberandoli da quel pesante fardello, sarei morto e avrei combattuto uno guerra da solo. Purtroppo le mie previsioni si rivelarono sbagliate : l'unica a cui scomparve il Fullbring fu Jackie … alcuni Shinigami non si fecero scrupoli a uccidere dei semplici umani … e per quanto piccolo alcuni di loro diedero un contributo fondamentale alla Guerra. Ma oggi … intorno a quel tavolo … mi sono reso conto di avergli donato cose molto più importanti ; l'amicizia e l'amore … >>
    Annuì mentre Kugo estrasse il cellulare e chiamò Kukkaku affinché aprisse il Senkaimon. Intanto Askin ne approfittò per ammirare il paesaggio. La città di Tokyo scintillava tutt'intorno, luci di mille colori svettavano in alto sopra uno sfondo nero opaco.
    Guardò in alto e pure se le stelle erano invisibili la vista del cielo gli rasserenò il cuore.
    Di certo avrebbe fatto tesoro di quella giornata, avrebbe ricordato con gioia quei ragazzi particolari ; Riruka, estroversa, irriverente e simpatica, Shukuro serio e premuroso e Yukio, che sotto la severità e l'umorismo tagliente nascondeva un'animo generoso. Tutti loro … non li avrebbe mai conosciuti senza Kugo … in effetti senza di lui non avrebbe vissuto un sacco di esperienze. Quante volte s'erano visti per bere qualcosa e condividere la felicità e i problemi di una giornata ? Quante volte a incontri occasionali erano seguite lunghe e intense chiacchierate ?
    << … okay allora ci vediamo tra poco minuti. Un bacio amore e grazie ancora. >> concluse tenero l'ex-Sostituto chiudendo la chiamata.
    << … Kugo … io devo ringraziarti. >>
    << … Uh ? E di cosa ? >>
    << Beh … senza di te … >> cominciò Askin incerto abbassando lo sguardo << … senza di te non ci sarebbero state cene allegre … senza di te … non avrei condiviso un sacco di cose … e in un certo senso … non avrei fatto passi avanti con Yoruichi … quindi … >>
    Una pacca sulla spalla lo interruppe. Alzò il capo, ad accoglierlo ci fu un viso sorridente.
    << ... questo ci rende amici. >> concluse sicuro.
    Un'amico … un'amico fidato a cui confidare le proprie ansie e problemi, con cui permettersi di dire sciocchezze e ridere senza freni. Ecco cos'era diventato Kugo in poco più di un anno e mezzo, al pari e forse di più di quanto lo era stato Bazz-B.
    << Già … ! >> disse di rimando ricambiando il sorriso.
    All'improvviso l'aria ebbe un fremito e in un risucchio il passaggio verso la Soul Society venne aperto, poco più in là, Kukkaku li attendeva in piedi, dritta e avvolta in un pesante kimono* invernale. Una volta entrati l'amico si girò scrutandolo attentamente, infine con sguardo deciso disse :
    << Sei arrivato fin qui Askin. Tu come me sei rinato dall'oscurità. Adesso … ti manca solo una cosa per essere veramente felice … >>
    << … Lo so … >> mormorò lui a pugni stretti lanciando un'occhiata alla scatolina appena visibile in fondo alla tasca del cappotto.
    << Hai l'equipaggiamento giusto … non ti resta che sconfiggere il drago ! Vai … vai e conquistala ! >> esultò e allargando le braccia lo invitò ad andare avanti.
    << Ah … ! Non l'avrei mai ottenuto senza di te ! >>
    E con passo fermo Askin lo superò, incamminandosi verso la difficile sfida che l'attendeva.

    -.-.-.-.-.-.-.-.-.-

    I 5 giorni che lo separavano dal 24 Dicembre passarono in un lampo, carichi d'attesa e trepidazione. Nonostante gli sforzi, Askin non riuscì a mascherare completamente la propria agitazione e il continuo sovrappensiero ; troppi furono gli esperimenti falliti e i conseguenti richiami di Mayuri, ma in quel periodo lo scienziato pareva meno irritabile e severo del solito ( liquidò il tutto con dei veloci “ vedi di non sbagliare la prossima volta altrimenti ti faccio l'elettroshock “ e simili ) e Nemu più loquace perfino sul lavoro.
    “ Sarà la magia del Natale … ? ” si ritrovò a pensare più volte seduto al tavolo.
    Il Gotei 13, pur non riconoscendo la festività come ufficiale, concedeva 10 giorni di vacanza, dalla data della Vigilia fino al 2 Gennaio e ciò stranamente e per sua fortuna valeva anche per l'Istituto di Ricerca.
    La sera prima Askin era andato a letto teso come una corda di violino. Aveva scritto un breve messaggio a Yoruichi pregando Nemu di andarglielo a consegnare con la massima urgenza. La risposta della Piccola Dea era stata altrettanto coincisa e sintetica.

    - Vediamoci alle 3 vicino al ponte all'uscita del Quarto Distretto. -

    Morale della favola non era riuscito a chiudere occhio dormendo si e no 4 ore, 4 ore intervallate da continui e fastidiosi risvegli, e quando finalmente il tardo sole invernale illuminò la stanza s'alzò più stanco di prima. Colazione calda, caffellatte e 3 caffé affievolirono l'iniziale aspetto da zombie. Almeno aveva avuto l'accortezza di preparare gli abiti la sera precedente, il che contribuì a migliorare quell'inizio non proprio promettente.
    Dopo un pranzo a base di bistecca di maiale e puré di patate, si rese presentabile e uscì, un'ora e mezza prima dell'orario prestabilito. Lo spazio chiuso della casa era diventato soffocante e nel freddo esterno Askin camminò in mezzo a un paesaggio innevato e immobile, riacquistando a ogni passo lucidità e tempra.
    Giunse che il sole era alto, nascosto sotto una coltre biancastra di fitte nubi, simile un perenne un occhio maligno e osservatore. Il ponte era piccolo, s'innalzava su di uno stretto fiume ghiacciato, un strato di neve ne ricopriva i due bordi spessi. Poggiato contro il lato destro, attese paziente l'arrivo di Yoruichi. La via era deserta e solo dopo una mezz'oretta coppiette e famiglie cominciarono a mettere il naso fuori di casa.
    Mentre la strada si animava di risate, felicità e palle di neve, accadde che, oltre a gruppi di bambini, tre o quattro coppie di fidanzati lo superarono, diretti verso le brulle colline poco distanti. Una strana tensione lo attraversava ogni volta frenetica facendogli ribollire il cervello. Solo la stretta intorno al prezioso regalo dentro la tasca, divenuto una sorta di amuleto, riusciva a far tornare la mente calma. In quei frangenti ripeté dentro di se le parole che avrebbe pronunciato di lì a poco, s'immaginò l'espressione della Piccola Dea all'apertura del regalo e tutte le possibili reazioni seguenti.
    Infine lì udì, passi nella neve, soffici e appena percettibili nel manto nevoso. Lì percepì, ma non alzò il capo finchè quella voce non lo chiamò, dolce e affannata allo stesso tempo.
    << Askin … sei già arrivato ! Spero di non averti fatto aspettare troppo … ! Brr ... ! Accidenti che freddo … ! >>
    Allora la guardò. La guardò intensamente soffermandosi su ogni dettaglio ; sul kimono* bianco dai ricami fini lungo le ampie maniche, sugli zori* alti che la elevavano dal terreno, e fissò quasi estasiato la pelle scura, divenuta simile a un gioiello prezioso circondata com'era dal bianco quasi abbagliante dell'abito, del paesaggio e del cielo, gli occhi gialli come topazi, che troppo in fretta si distolsero dai suoi e la bocca bellissima, la cui perfezione si frantumò per un'istante quando la donna si morse il labbro.
    Ormai quelle reazioni erano diventate la normalità fra di loro e in un reciproco scambio, la tensione lo abbandonò completamente aggredendo il piccolo corpo della Dea. Allora lui parlò con voce calma e calda accompagnando il tutto con un sorriso.
    << No tranquilla … sono arrivato da poco. Adesso … vorrei esplorare un pochino le colline qui intorno … ma se hai freddo possiamo prima andarci a bere qualcosa di caldo da qualche parte … come preferisci. >>
    Lei incrociò le mani in avanti in un gesto nervoso.
    << Naah … direi di incamminarci ! Avanti su … ! Altrimenti diventiamo ghiaccioli ! >> rispose sbrigativa superandolo a passo svelto.
    La seguì con lo sguardo. Dopo 5 passi s'incamminò anch'egli lungo il sentiero innevato.

    S'inoltrarono a lungo nelle brulle e candide colline, seguendo il sentiero costeggiarono più volte le rive dei brevi ruscelli che s'andavano a congiungere nel fiume poco distante.
    Nel bianco paesaggio ogni cosa era immobile, non si udiva alcun verso d'uccello, né il brusio delle coppiette, a giudicare dalle impronte finite in luoghi più appartati.
    In quella fredda inerzia solo la voce di Yoruichi rompeva il silenzio, squillante e macchiata da una punta di perenne imbarazzo. Askin la ascoltava limitandosi a brevi commenti o domande, deliziato a osservarne la piccola figura camminare davanti a lui, i passi corti a causa del kimono* ben stretto in vita, il collo scoperto e i capelli corti. Il collo scoperto, una microscopica macchia scura in mezzo al bianco … non furono pochi gli attimi in cui desiderò baciarlo, assaporarne il sapore …
    “ … E appena ti sarai voltata baciarci ancora, consegnarti il regalo e baciarti ancora e ancora e ancora … ”
    … ma ogni volta ripudiava il pensiero. Non doveva agire, non così. A suggerirlo era il tono stesso di Yoruichi. La sua voce continuava a innodare l'aria e in essa notò un senso d'evasione, un voler girargli attorno senza osare avvicinarsi. La donna sembrava esserne fin troppo cosciente ; accorciando le distanze la fragile e protettiva prigione del suo cuore sarebbe crollata come un castello di carte. E allora Askin decise d'entrare, quatto e abile come il re dei ladri. Si guardò attorno notando in fondo alla collinetta un gruppetto di alberi spogli, i rami coperti da uno spesso strato di neve, sotto essi stavano due rocce leggermente inclinate, meno coperte dalla coltre bianca.
    << Yoruichi … andiamoci a riposare laggiù … >> disse indicando il punto col dito << … 5 minuti, giusto il tempo di riprendere il fiato. >>
    Lei si fermò di colpo. Un lieve brivido le percorse la schiena, quasi impercettibile. Timore.
    Il timore era venuto a galla violento e improvviso. Lei lo ricacciò in fondo all'animo e si voltò rivolgendogli un sorriso tirato.
    << … Hai ragione. Scusami … sono partita in quinta. >>
    Si limitò a corrispondere il gesto e discese il fianco del rilievo facendo attenzione a dove metteva i piedi, così da capire i punti dove la neve era più fragile. Yoruichi lo seguiva silenziosa. Uno strano silenzio scese fra di loro, ma ad Askin non importava. Continuò la discesa finchè la mano non toccò uno dei tronchi scuri. Si voltò. Lei era rimasta indietro, il passo era incerto, il viso perso in pensieri lontani. Qualche metro e smarrì il sentiero tracciato da lui e inciampò sprofondando nella neve.
    Fulmineo la raggiunse chinandosi al suo fianco.
    << Ehi … tutto apposto ? >>
    Yoruichi esitò.
    << … No … credo di essermi slogata la caviglia destra. >>
    << Ce la fai ad alzarti ? >>
    << … Ci provo … Ahi ! ... No … no … mi fa male. >>
    << Aspetta … non sforzarti. >> sussurrò e già le braccia erano intorno al suo corpo, pronte a sollevarla.
    Appena fu in alto, la Dea s'aggrappò con forza al kimono* e infossò la testa nel suo collo, il viso rivolto verso l'esterno a evitare il suo sguardo.
    << Adesso controlliamo se è grave … >> disse dolcemente << … ma non credo, un pochino di riposo e tornerà apposto. >>
    Le dita di lei si strinsero ancora e un fil di voce da quella bocca perfetta e ora invisibile.
    << Grazie Askin … >>
    La fece sedere e tolto zori* e calzino, esaminò la caviglia. Fortunatamente la slogatura era minima.
    << Nulla di rotto. >> disse infilando il sandalo << Tieni il piedi fermo e rilassato e tra un po' starai meglio. >>
    << Va … va bene ... >>
    La sua voce … era diventata squisitamente confusa. Inginocchiata Askin sollevò il capo. Vide quel volto abbassato, inclinato di lato, ne vide gli occhi socchiusi e le guance contornate da un lieve rossore.
    “ Ecco … o adesso o mai più … ”
    << Yoruichi … io … io ho un regalo per te. >>
    << … Un … regalo ? Per me ? >> chiese lei rivolgendo un'occhiata sorpresa, un'occhiata sul cui fondo si muoveva celata una profonda agitazione.
    Ma Askin non demorse, ci sarebbe voluto ben altro per farlo desistere, lui … appena entrato nel labirinto, si sarebbe fatto strada in quel dedalo intricato che era l'animo di Yoruichi raggiungendo infine il suo cuore.
    << Oggi è la Vigilia di Natale … e … ho pensato di comparti qualcosa. >> rispose sedendosi al suo fianco.
    L'attimo dopo il piccolo pacchetto era fuori, davanti al suo nasino, pronto per essere aperto. Lei lo prese lentamente, senza proferir parola, lo sguardo incantato era fermo su di esso e a lungo stette così, finchè lui si sporse in avanti.
    << Puoi aprirlo ora se vuoi … >>
    << … Si … ora lo apro … >> sussurrò quasi rivolta a se stessa mentre le dita rimuovevano il prezioso nastro che teneva chiusa la scatolina azzurra.
    Al rossore s'aggiunse improvvisa la meraviglia appena la aprì. Un paio di orecchini. Due piccole sfere tempestate di piccoli diamanti luccicavano sotto la debole luce del sole, splendenti in mezzo alla neve e al cielo bianco, come a voler dimostrare la propria superiorità, riflettendosi nelle gialle iridi della Dea.
    << … Ah … Askin … io … io non so cosa dire … ! Non me l'aspettavo … >>
    << Coraggio … provateli. Voglio vedere come ti stanno. >>
    Un lieve tremore e Yoruichi prese a indossare i gioielli. Due puntini di luce s'incastonarono sulla pelle scura, delicati e splendidi. Askin la guardò, la guardò intensamente una seconda volta. La guardò come nessun'altro uomo mai aveva fatto.
    << Sei bellissima. >> sussurrò piano, desideroso di proteggere quelle parole dalle orecchie del mondo.
    Parole che giunsero fin troppo forti alle orecchie della donna. La vide alzarsi e, incurante della scatolina ormai a terra, fare un passo in modo da rivolgergli la schiena. Ancora una volta.
    << … Non dovevi farmi un regalo del genere. >> sentenziò, le braccia strette nervosamente al petto.
    << … Perchè ? >> chiese senza il minimo astio.
    << Q-questi orecchini … sono troppo … non posso accettarli ! >> e già s'apprestava a levare il prezioso dono.
    << Perchè ? >> domandò più forte e lei si fermò.
    << Lo sai perchè. Non insistere. >>
    Dalla voce sembrava fosse sull'orlo di piangere. Askin si mosse. Gli bastò poco per toccare quella fragile figura, sfiorarle le mani e impedire il terribile gesto.
    << Invece non lo so. Quindi ti prego … dimmelo. >>
    Lei si mosse a sua volta, silenziosa e veloce come la notte. Si girò gettandosi fra le sue braccia, il corpo scosso da fremiti e lacrime. Il cuore gli manco di un battito mentre la osservava dall'alto tremare contro il suo petto, il viso nascosto fra le pieghe del kimono*.
    Voleva stringerla a se più che mai e consolarne l'animo tormentato … ma non fece nulla. Rimase immobile, le braccia tese lungo i fianchi ad aspettare, immerso in un silenzio irreale, una risposta. Yoruichi pianse e nella voce rotta dai singhiozzi la sua voce arrivò, carica di dolore e sofferenza.
    << Se li tenessi io … io diventerei la persona più egoista del mondo. >>
    << Egoista ? Ehi … cosa ti metti a dire adesso ? >>
    << … Io … sono egoista Askin … tu non immagini neanche quanto … sono egoista perchè non ti sopporto. Non ti sopporto eppure non riesco a starti lontano. Sapevo … sapevo che oggi era la Vigilia di Natale … era ovvio ricevere un regalo … un regalo importante da te ! Potevo dirti di no, potevo scriverti che avevo un impegno … inventarmi qualsiasi scusa … eppure non l'ho fatto. Si … sei veramente insopportabile … >>
    << Oh … quindi non mi sopporti ? >> chiese con una vena d'ironia.
    << SI ! ACCIDENTI ! >> gridò aggrappandosi con forza il kimono* << Non ti sopporto … ! A volte … è irritante il modo in cui mi parli … gli sguardi che mi rivolgi … ! Trovo fastidiose queste tue gentilezze ! Quindi ti prego … ti prego smettila … >>
    Askin era fin troppo consapevole del reale significato di quelle parole ; da quando la discussione aveva preso quello turbolento risvolto, Yoruichi stava tentando d'allontanarlo, d'allontanarlo da un cuore sofferente in lotta contro le proprie ombre e paure.
    << Tu non sei egoista … >> le sussurrò di nuovo comprensivo << … chiedermi una cosa del genere mentre tra le mie braccia … questo si è egoista … oltre che impossibile. >>
    << … A-Askin … >> mormorò stringendolo più forte, quasi a intimargli il silenzio.
    Ma lui non aveva intenzione di smettere, sarebbe andato avanti a qualunque costo.
    << Ormai non riuscirei a parlarti senza rivolgerti un complimento … non riuscirei a guardarti senza provare meraviglia … >>
    << … Ah … A-Askin no … aspetta … >>
    << … sono pronto a subire la tua ira mille volte, perchè anche sforzandomi … non riuscirei a fare diversamente. >>
    Il cuore batteva forte quando Yoruichi si staccò un attimo dopo, incamminandosi verso il sentiero. Non emise alcun suono fin quando non fu una decina di passi sopra di lui.
    << Allora … per un po' è meglio se non ti vediamo ! Così … avrei tempo per riflettere ! >>
    Il tempo parve rallentare. La piccola figura della Dea era vicina e lontana al tempo stesso.

    - Askin … lei soffrirà … ne sei conscio … -
    - Si … è una possibilità … piuttosto non mi aspettavo tutto questo tuo appoggio. -
    - Lo faccio per il suo bene. Io so … so che l'amore è anche sofferenza … forse … grazie ad essa riuscirà a far luce nel suo cuore … -

    Strinse i pugni mentre un senso di amarezza gli trafiggeva il petto ; era arrivato all'ultima spiaggia, all'ultima violenta spiaggia. Su quella spiaggia dove orami solo, nuove parole uscirono dalla sua bocca, parole arroganti cariche di rabbia.
    << Ah ! Mi sono sbagliato ! Sei proprio egoista ! Un'egoista bella e buona ! Egoista verso te stessa ! Egoista perchè non riesci a vedere ! Perchè non vuoi vedere ! >> inveire, tirare addosso la verità … per quanto doloroso era l'unico modo per farle aprire gli occhi.
    Yoruichi si girò, gli occhi solcati dalla sofferenza, schiacciati da un peso troppo grande per essere nascosto.
    << Askin … no … smettila … smettila … sta zitto … sta zitto … >> mormorò distogliendo lo sguardo e portandosi le mani alle tempie.
    << … ti sei sacrificata tanto per lui ! >> continuò sprezzante avvicinandosi << Oh si … davvero tanto Yoruichi ! E ora dopo un'esilio e una guerra … sarebbe dovuto correre da te e dirtelo ! Invece eccoti qui … dopo quasi due anni … ancora in attesa ! Lo sai Yosuichi ... Kisuke non te lo dirà mai ! … Senza dimenticare tutti i miei gesti … avresti voluto riceverli da lui ! Non è così ? >>
    Un suono frantumò l'aria simile al schiocco di una frusta e la guancia sinistra si tramutò in fiamme. L'aveva appena intravista … la mano della Piccola Dea muoversi come una saetta verso di lui. Paralizzato dalla stupore Askin rimase così, il respiro trattenuto, lo sguardo puntato sul candido manto bianco. Udiva il suo respiro affannato e per un'attimo s'immaginò il suo viso, l'odio negli occhi felini colmi di lacrime.
    << Tu … TU COSA NE SAI ?!? PARLI PARLI … MA IN REALTÀ NON SAI NIENTE ! NIENTE DI NIENTE ! ... >> urlò in un singhiozzo crescente, poi quasi le forze s'avessero abbandonata, la voce si ridusse a un sussurro << … Askin … tu … non sai nulla di me … nulla ... sei irritante ... veramente irritante … >>
    Nessuna di quelle parole giunse alle orecchie di Askin, perchè qualcosa nel frattempo s'era mosso potente in lui. Una forza misteriosa che turbinò corpo e mente ; orgoglio, rabbia, risentimento, amore ? Ad Askin non importò, la seguì lasciando svanire ogni pensiero, ogni razionalità, ogni come e ogni perchè. Voleva baciarla … semplicemente baciarla.
    La trasse a se incurante della sua debole resistenza, chiuse gli occhi e la baciò. Fu un bacio breve, in un secondo che parve eterno, si perse in quel sapore a lungo bramato, in quella morbidezza troppe volte sognata. Poi si staccò e Yoruichi lo stava già spingendo via, ma in mezzo a quel goffo tentativo di fuga finì a terra. Lui la seguì e gli bastarono pochi movimenti per bloccarla. Distesa nella neve, i polsi incollati sopra la testa, la Piccola Dea gridò … o meglio provò a gridare. Perso nel calore della sua bocca Askin dimeticò tutto ; il freddo pungente fra le dita, lei che annaspava cercando di liberarsi, il respiro contratto contro le sue labbra. Dimenticò … perchè l'unica cosa che contava era lei ; la sua Piccola e Dolce Dea. La baciò più intensamente giocando con la lingua, perdendosi in un crescente calore. Sotto di lui, Yoruichi cercava disperatamente una via di fuga, in reazioni divenute ormai deboli. Eppure pareva di sentirli ; le lacrime, i lievi singhiozzi, la confusione rimbombarle nel petto. A malincuore sciolse il contatto e la ritrovò lì, negli occhi sempre fieri navigavano ora panico e stanchezza. D'istinto allentò la presa sui polsi … e lei continuò a fissarlo, il corpo perfetto ansimava in un movimento involtario e provocante a meno di un metro dal suo.
    << … Askin tu … tu non puoi … è passato così poco … tu non puoi già … >>
    << Essermi innamorato di te ? >> continuò guardandola dritta negli occhi << Perchè … esiste un tempo entro cui bisogna innamorarsi ? Eh … Yoruichi ? >>
    Non aspettò alcuna risposta, si fiondò sul collo cominciando a mordicchiarlo. La pelle di Yoruichi … aveva un sapore dolce e accattivante, che ti invogliava ad assaporarla fino in fondo, di cui non eri mai sazio. Baci roventi percorsero il tenero lembo di pelle mentre scosse d'intenso piacere gli attraversavano il corpo, violente e irrefrenabili. Non voleva smettere, non poteva … non con il suo respiro sempre più affannato solleticargli l'orecchio, non avvertendone il corpo sensuale riempirsi pian piano di un lussuria, non sentendo le sue mani sottili immergersi con forza nei capelli.
    “ Aspetta … prima … prima voglio dirglielo … ! ”
    In una scintilla di ragione la abbracciò, la abbracciò forte … concentrando in quel semplice gesto tutti i sentimenti, i desideri e le speranze.
    << … Ti amo, Yoruichi. >>
    Parole risuonarono che cristalline e dolci in una fredda e normale giornata d'inverno.
    Una nuova felicità lo invase. Poi … Yoruichi si mosse rompendo la magia, si mosse cercando di spingerlo via e la sua voce fuoriuscì, spezzata, rotta da un dolore tremendo e irraggiungibile.
    << Askin vattene … >>
    << … No … >> sussurrò stringendola più forte.
    << Stammi lontano ! Vattene ! Vattene ti ho detto ! >>

    - … sono pronto a subire la tua ira mille volte, perchè anche sforzandomi … non riuscirei a fare diversamente. -

    << Non ti lascio andare ! Stupida ! >>
    In un secondo ricadde pesantemente sulla neve. Yoruichi era sparita usando lo Shunpo. S'alzò incespicando, si guardò attorno, la chiamò più e più volte, la chiamò disperato ; i passi frettolosi affondavano nella neve, il cuore batteva a mille, incontrollato e ferito. Ma la Dea non rispose … ormai era lontano. Pian piano risalì la collina e giunto in cima trasse un profondo respiro. Che strano … in quel momento avrebbe dovuto essere addolorato, distrutto all'idea di averla ferita, esiliata tra le lacrime in un luogo irraggiungibile. … invece era calmo, un'inusuale quiete permeava ogni centimetro del corpo.
    << In fondo … avevo previsto una reazione del genere. Io non ho fatto nulla di sbagliato … semplicemente … ho seguito il mio cuore. >>
    Alzò lo sguardo. In lontananza, a nord, fitte nubi si stavano avvicinando minacciose.
    << Non vederci … non vederci per un po'. Si, meglio così … ma sappi che ti aspetterò Yoruichi. Ti aspetterò e intanto … affronterò la tempesta. >>
    Si girò incamminandosi verso casa.
    Alle sue spalle un tuono rimbombò sinistro.

    Mai la neve era stata più gelida. Mai lei s'era sentita così debole, inerme, dolorante.
    Un turbine senza fine, un vortice oscuro e opprimente da cui era impossibile fuggire. Accasciata Yoruichi piangeva, piangeva come mai aveva fatto in vita sua. Non poteva fare altro, fitte profonde le massacravano il cervello ormai incapace di pensare, le opprimevano il corpo, un corpo sporco in confronto alla purezza che la circondava.
    C'era qualcosa … qualcosa di fastidioso ai lati del viso.
    “ Gli orecchini … ! Ah ! È colpa loro ! Devo levarmeli ! Subito ! ”
    Inginocchiata quasi li strappò dalle orecchie. Si … quel fardello sarebbe scomparso, inghiottito da un bianco accecante ! Scomparso per sempre … !
    Poi li rivide dall'alto di quella raduna innevata … i fuochi d'artificio, il cielo stellato, le luci del Seireitei scintillare sotto di lei ...

    << Questo è un lungo speciale … ci vengo per trovare un po' di pace quando ne ho bisogno. >>

    Rivide il suo viso in quel giorno lontano, quando i loro destini si erano legati indissolubilmente … quando lui le aveva sorriso la prima volta. Un sorriso sereno e autentico.
    Si raggomitolò e in un singhiozzo crescente pianse a lungo.
    Gli orecchini erano ancora lì, stretti nelle sue mani tremanti.






















    Glossario

    *futon : materasso giapponese, interamente in cotone, rigido, sottile e arrotolabile.
    * gaijin : termine dispregiativo per indicare gli stranieri.
    *enwa : una sorta di veranda tipica delle tradizionali case giapponesi, può servire come corridoio esterno o come comunicazione fra gli spazi interni ed esterni.
    *kimono : abito tradizionale giapponese sia maschile che femminile
    *konyoku : vasce comuni tipiche delle onsen di campagna o dei piccoli centri. Meno diffuse nelle città dove, specie per i turisti, esistono spazi separati per uomini e donne.
    *Nii-san : fratellone
    *onsen : termine giapponese per indicare gli stabilimenti termali.
    *ryokan : albergo tradizionale, nel tempo ha mantenuto l'architettura tipica del periodo
    *shoji : pannello giapponese che costituisce le tipiche porte scorrevoli.
    *tatami : stuoia rettangolare, di paglia di riso, usata a copertura del pavimento
    *yukata : kimono informale infossato nei periodi primaverili o estivi.
    *zori : sandali tradizionali, s'indossano insieme ai kimono essendo come essi abiti formali.

    (1) Kinosaki : località termale nella provincia di Hyogo, regione del Kansai.
    (2) Onsenji : lett “ Tempio delle Terme ”.
    (3) A Duty-Dance With Death titolo inglese del libro Mattatoio n° 5 di Kurt Vonnegut.
    (4) Ginza è il quartiere “di classe” di Tokyo, si trovano principalmente negozi di alta moda, ottimi e costosi ristoranti, centri commerciali ecc.
    (5) jägermaister rubi : cocktail con jägermaister e aggiunta di birra.
    (6) In Giappone l'inchino è la forma più formale e comune di presentazione. La stretta di mano così normale in occidente, è considerata un saluto tra amici intimi o persone in cui si è molto in confidenza.


    Edited by _Hime_ - 30/9/2016, 19:19
     
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    Ecco fresco di fine stesura l'ottavo e penultimo capitolo

    Capitolo 8 Felicità nel Vento, Sangue nella Neve

    << Rukia , tu e Orihime dovete rimanere qui. È più sicuro. >> ripeté Renji scuotendole le fragili spalle.
    Lei lo guardò e non a trattenersi. Davvero Renji stava per attraversare quel portale insieme a Ichigo ? Davvero si sarebbe scontrato con quel mostro di Yhwach ? Un Dio … anzi un Demone in grado di manipolare il futuro a suo piacimento ? Certo, il Book of The End di Tsukishima aveva permesso a Orihime di riparare Zangetsu … ma sarebbe bastato ? Sarebbe bastata la ritrovata determinazione del Sostituto Shinigami a fermarlo ?
    Rukia non ne era sicura, la visione dei due amici stesi a terra tremanti, terrorizzati con gli occhi spenti e senza speranza, le balenava la mente e di fronte essa ogni certezza l'aveva ben presto abbandonata frantumandosi come bicchieri di cristallo.
    Non voleva … non voleva lasciarli andare …
    << No … ti prego. >> lo implorò aggrappandosi al suo kimono* << Ti prego aspettiamo … tra poco … tra poco arriveranno Urahara-san, il Nii-san*, Yoruichi, il fratello maggiore di Hitsugaya … insieme saremo più forti ! >>
    << Non c'è tempo … se indugiamo Yhwach riuscirà a distruggere del mondo … ! >>
    In quella nota colma di rabbia e tristezza Renji l'abbracciò. Desiderò stringerlo a sua volta … lui non sarebbe andato via … sarebbe rimasto lì con tutti loro … ma già quella forti braccia l'avevano abbandonata e ciò che rimase fu il lieve tepore del suo corpo. Porse lo sguardo in avanti, verso quel buco nero simile alla bocca dell'Inferno, verso le sagome dei due ragazzi che si apprestavano a superarla, le rispettive zanpakuto ben salde tra le mani.
    << Orihime … >>
    << Rukia … >>
    << Torneremo … questa è una promessa ! >> conclusero all'unisono per poi scomparire, inghiottiti dal passaggio verso l'Oscurità.
    Rukia lo fissò a lungo finchè un brivido gelido non la costrinse a distogliere lo sguardo. In mezzo alla macerie del Palazzo del Reiho, Orihime sedeva sul pavimento qualche metro più in là, la testa infossata tra le ginocchia, la lunga chioma ricadeva in avanti come a volerla proteggere dalla tensione di quel momento. Ichigo … le aveva rivolto le medesime parole di Renji ? Possibile … in ogni caso non aveva il coraggio di chiederglielo, le forze la stavano abbandonando e persino pensare risultava difficile. Si sedette al suo fianco e rimase in silenzio. In fondo non c'era nulla da dire, l'unica cosa da fare era darsi un moto e costante sostegno e sperare … sperare con tutto il cuore.
    Volse brevemente l'attenzione al resto dei presenti. Intorno alla piccola scalinata Tsukishima, Giriko e Yukio chiacchieravano come se nulla fosse. Per qualche inspiegabile ragione, l'unico conscio della gravità della situazione sembrava essere Ginjo. Staccato rispetto ai compagni, l'uomo sedeva silenzioso, la mani in tasca e gli occhi puntati sul nero passaggio.
    “ Che strano cambiamento … ” si ritrovò a pensare.
    Un pensiero diverso, un'insignificante distrazione … e subito l'ansia e il dolore tornarono prepotenti a divorarle l'anima. Si fecero strada in lei, prepotenti e viscidi, spiriti maligni cominciarono a lanciarle maledizioni con le voci sinistre.
    “ Ricordi lo sguardo di Ichigo … era vuoto e … senza speranza ! ”
    “ Yhwach è un Demone … li divorerà ! ”
    Rukia strinse i denti premendosi le mani sulle tempie.
    “ No … no smettetela … ”
    Ma esse continuarono, imperterrite e velenose, in un canto macrabo che parve durare all'infinito, finché una frase non sovrastò le altre.
    “ Li ucciderà … ucciderà tutti ! ”
    << … lascia stare le cure Inoue ! Non c'è tempo ... ! >> una voce sconosciuta giunse ovattata alle sue orecchie << Tu e Kuchiki rimanete qui ! >>
    Lentamente riemerse da quella prigione interiore, sollevò il capo in tempo per scorgere una sagoma bianca scomparire nel nero passaggio.
    << Rukia-chan ! Rukia-chan ! Ishida-kun combatterà insieme a loro ! >> esclamò Orhime entusiasta << Lui … lui li salverà ! >>
    Salvarli ? Cosa poteva fare Ishida ? Yhwach ormai era un Demone, un Demone invincibile.
    E il mondo … il mondo stava per finire.
    “ Esatto … e Renji morirà ! ”
    << No … non è vero … >> mormorò sentendosi mancare 'aria.
    << Co … cosa sta dicendo ? >> chiese l'amica con voce mozzata.
    “ Si verrà ucciso e tu non potrai far nulla per impedirlo ! ”
    << Basta … ! Sparite ! >>
    << Rukia calmati adesso … ! >>
    Si sentì afferrare le spalle.
    “ Ops ! Morirà anche lei … ! Ah ! Come sei inutile Rukia … inutile e … DEBOLE … ! ”
    << NOOO ! >>
    S'alzò, agitata e ansimante, ma le gambe la trascinarono a terra come avvolte da pesanti catene. Cadde frenando l'imbatto con le mani. I palmi si sbucciarono, ma lei ignorò l'improvviso e rovente dolore. Ora … le uniche emozioni che avvertiva erano sconforto e tristezza. Le voci maligne avevano vinto, erano riuscite a imprigionare il suo cuore in una gabbia di spine. Rimase in ginocchio mentre le lacrime cominciavano a scendere copiose.
    << Tr-tranquilla … >> la mano di Orihime sfiorò la schiena delicata e sicura << … Renji, Ichigo, Ishida … torneranno sani e salvi … lo hanno promesso … >>
    << … C-come fai a esserne certa ? >> domandò stringendo i pugni.
    << Beh ecco … io … >> ma non riuscì a continuare.
    Pure l'amica stava perdendo le speranze ? Pure lei avrebbe voluto continuare a difendere l'uomo che amava ? Pure Orihime si sentiva debole e inutile ?
    E mentre il flusso di domande turbinava violento in testa accadde l'imprevedibile ; una folata di vento, seguita da un boato, talmente potente da farle ruzzolare a terra. Ancora scossa Rukia sgranò gli occhi. Nell'aria, divenuta calda come quella di un deserto, si avvertiva un reitsu incredibilmente alto, quasi al livello di Ichigo. Lentamente si voltò. Un'enorme massa di fumo ricopriva il limitare sud del Palazzo del Reiho che diradandosi rivelò … l'incredibile. Isshin Kurosaki, in abiti da Shinigami poggiava contro un muro visibilmente spossato, alla sua destra, in piedi con le braccia conserte stava invece un uomo vestito di bianco, una fotocopia di Ishida da grande se si escludevano i capelli grigio chiaro. Poi c'era Urahara-san, si reggeva sul manico di Benhime, il corpo affaticato e sul punto di crollare da un momento all'altro, e infine Ginjou Kugo.
    Il reitsu … provevina proprio a lui ! Da quell'uomo che ora si ergeva sicuro in una veste non dissimile da quella di Ichigo. Un grande motivo motivo a X ne ornava il petto finendo per congiungere due spallacci grigi simili a ossa di Hollow, contornati lungo i bordi da una specie di pelliccia grigia. Quell'uomo ... ora reggeva in mano una spada. Non una katana*, una vera e propria spada occidentale ; l'elsa era intarsiata d'argento, sulla lama, spessa una trentina di centimetri e lunga quasi un metro e mezzo, erano incisi strani simboli. Rossi come il fuoco, s'illuminavano simili a fiamme mosse dal vento.
    << … quindi … dovrai utilizzare i rituali in quell'ordine, appena Yhwach muore non perdere un secondo ! Sennò ciao ciao Soul King e addio mondo ! >> concluse Urahara sforzandosi di mantenere l'inconfondibile allegria.
    << … Perchè non me l'hai detto subito ? Tipo al mio arrivo alla Soul Society ? >> chiese brusco l'altro senza degnarlo di uno sguardo.
    << Beh … all'epoca non possedevo ancora tutte le informazioni necessarie … ! >>
    << Oh … ! Strano … >>
    << Sono attendibili al 100% ! >> ribatté l'ex-Capitano puntando l'indice in alto << Ne ritorno giusto giusto da una chiacchierata con un certo Sternritten. Quell'Askin la sapeva lunga riguardo Soul King e arti mancanti ! Deve essere uno dei fedelissimi di Yhwach ... ! >>
    << Tsk ! Un'immancabile colpo di fortuna ! E io che mi sono scervellato per giorni su quale ordine fosse il più corretto ! >> sbraitò scontroso il Primo Sostituto avviandosi a lunghi passi verso il buco << Comunque ! Mantieni fede al patto ! Riporta subito Shuruko e gli altri nel Mondo Terreno ! >>
    << Ehi … ! Dammi il tempo di riprendermi ! C'è una quantità non indifferente di veleno nel mio povero corpo … Nel è riuscita a ritardarne l'effetto ... a quanto pare però ... il potere della Gift Ball è più potente del previsto … >> si lamentò il biondo, ma Ginjou era già lontano e non prestò più attenzione al discorso.
    Mentre s'avvicinava l'aria divenne via via più calda. In un tepore crescente Rukia avvertì l'animo rasserenarsi. Ogni ansia, preoccupazione, paura scomparvero costituite da una sensazione di leggerezza. Gli spiriti maligni erano distrutti, il cuore finalmente libero dalla prigione di spine.
    Insieme a Orihime fissava l'uomo venirle incontro e di fronte a quello spettacolo così impressionante e strano, un dubbio sorse spontaneo.
    “ Lui, il padre di Ichigo, l'uomo dai capelli bianchi, Kisuke … possibile si conoscano ? In effetti … fu proprio quest'ultimo a scoprire il metodo per trasferire i poteri da uno Shinigami a un essere umano. Inoltre Isshin … quella stanchezza la conoscono fin troppo bene ma … possibile sia bastato il suo reitsu per sbloccare una potenza simile ?!? Lui … Ginjou Kugo ... Primo Sostituto Shinigami ... ”
    << … e la sua spada … la seconda zanpakuto di fuoco della Soul Society ... ! >> disse quasi senza accorgersene << Kildare … ! La Sacra Fiamma Purificatrice … ! >> (1)
    << Rukia-chan … mi sento … come rinata … >> sussurrò Orihime premendosi una mano sul petto.
    << Si tratta del suo potere … ! >> rispose con ritrovata energia << Dissipare i fardelli dell'animo. >>
    << … Mi ricordo di te … >>
    La voce profonda e calma dell'uomo le fece voltare. Ginjou si trovava davanti a loro e le fissava con sguardo fermo e rassicurante. Solo allora notò i capelli mossi lasciati liberi dal gel e le rune infuocate lungo la scanalatura della lama. (2)
    << Rukia Kuchiki ... >> continuò rivolto a lei << … all'epoca eri Quinto Seggio nella Tredicesima Compagnia, giusto ? >>
    Il cuore ebbe un sobbalzò costringendola ad abbassare lo sguardo imbarazzata. . Possibile ? Quello era davvero la stessa persona che aveva affrontato Ichigo ? Il pericoloso criminale della Soul Society ? Colui che aveva tradito e ucciso molti Shinigami scomparendo nel nulla ?
    << S-si … ! >>
    << Uhm … sei cresciuta tanto da allora … >> commentò dopo una piccola pausa.
    “ É vero … io … 20 anni fa ero Quinto Seggio.” si ritrovò a pensare confusa “… Kugo … fu sostituto per ben 12 anni … io … lo incontrai poche volte e di sfuggita, però … il giorno in cui il Capitano Ukitake lo presentò alla Compagnia … ricordo il suo sorriso. Si … era felice. Ginjou è uguale a Ichigo. Se … se Aizen si fosse rivelato prima … sarebbe riuscito a cambiare la Soul Society ? Se noi …avessimo parlato al posto di combattere ? ”
    << Non rivangare il passato. >> disse lui come se le avesse letto la mente << Quel che è stato è stato ... nel bene e nel male. >>
    Rukia sgranò gli occhi e tornò a guadarlo. Ginjou fissava un punto indefinito davanti a se, le sue iridi d'un marrone intenso contemplavano l'orizzonte, verso qualcosa che ne lei ne Orhime sarebbero riuscite a vedere.
    << È davvero bella … la Soul Society creata da Ichigo. >>
    E in quelle semplici e inaspettate parole sentì la speranza rinascere.
    “ Si … lui è tornato … lui li salverà. ”
    << Rukia … Orihime … non temete. Li riporterò indietro. Tutti quanti … ! >>
    Piena di gioia, la giovane Shinigami sorrise. Sennonché … le tenebre l'avvolsero. Immersa nel buio gelido, si guardò attorno tremante, il cuore a mille.
    “ Che succede ? Dove … dove sono finita ?!? ”
    Non si sentiva nulla. Nessun suono, nessuna voce, tutto era scomparso ; Orihime, Ginjou, il Palazzo del Reiho. C'era solo il suo corpo, circondato da una luce innaturale. Agitata s'alzò, chiamò Orihime, il Nii-san*, Renji, Ichigo, Urahara, chiunque le venisse in mente. I nomi si persero in un'eco lontano e sinistro. Un passo e il piede toccò qualcosa di viscido, viscido e rosso vermiglio … Sangue, c'era sangue ovunque, talmente tanto da s'impregnarle le narici di un odore acre e metallico. Allora lo vide. Poco distante c'era Renji ... accasciato su un fianco, dilaniato da profonde ferite, ferite da cui continuava a uscire sangue …
    Rukia cadde e urlò. Il grido si perse, soffocato dal liquido rosso che ormai l'aveva sommersa.


    Fu uno strano suono a destare Renji dal sonno. Le palpebre appesantite e appiccicose si sollevarono assaporando l'aria pungente di un normale giorno d'inverno.
    Era l'inizio di Gennaio, l'inizio di un nuovo anno e la tranquillità del Gotei 13 era stata rotta da un evento inusuale ; Yoruichi si era congedata dal ruolo di Capitano, o forse congedata non era l'aggettivo giusto.
    “ Per un periodo Yoruichi-san non sarà più al comando della Compagnia. È stanca … ha bisogno di riposarsi. ” era stata questa la fievole e sofferta risposta di Soi-fon agli innumerevoli perché seguiti alla notizia. Renji immaginava il motivo di tale comportamento, ma non era il tipo da impicciarsi negli affari degli altri, specie questi erano una persona riservata come la Dea Lampo. Pensiero condiviso pure dagli altri Capitani. Semmai l'unico a doversene interessare era Urahara … insieme ad Askin.
    In ogni caso l'attenzione venne catturata da quel suono, appena percettibile nella quiete della tarda notte. A volte sembrava sul punto di scomparire, ma dopo riprendeva costante a piccoli singhiozzi. Singhiozzi ? Possibile fosse … ?!? Col cuore in gola si girò nel futon*. Rukia era di spalle, distante, raggomitolata al limite del materasso, la schiena incurvata, la luce del primo sole a illuminarne la piccola figura. Là, come rannicchiata in un rifugio segreto, la sua amata stava piangendo. Non esitò due volte e si sporse in avanti, la chiamò dolce e protettivo stringendola fra le braccia.
    << Amore mio … >>
    << Renji … ! Oh Renji perdonami … ! >> mormorò afferrandogli le mani << … perdonami … ti ho svegliato … >>
    << Tranquilla … cosa è successo ? Perché piangi ? >>
    << … Ho … ho avuto un'incubo … >>
    << … Un'incubo ? >>
    << Io … non avrei mai pensato … di rivivere quella scena … >>
    << … A cosa ti riferisci ? >> domandò senza riuscire a nascondere la preoccupazione.
    Trattenendo un singhiozzo Rukia si girò infossandosi nel suo petto. Lui rimase in silenzio, cullandola nel tepore del suo corpo. Pian piano il tremore cessò sostituito un pianto sommesso.
    << Tesoro … era solo brutto sogno. Ora è tutto finito. Sei qui, con me. >>
    << Oh Renji … ! Eppure era così reale ! Tu … che partivi per affrontare Yhwach … ! Ho rivisto ogni momento, ogni dolore e ogni speranza … poi … poi tutto è diventato buio … e c'era sangue … sangue dappertutto ! E tu eri lì … morto … oh Renji ! È stato terribile ! >>
    Sognare quei frangenti ? A distanza di così tanto tempo ? Non sapeva cosa dire. Quali parole usare per consolarla ? Per scacciare la paura dal suo cuore ? No … parlare non era necessario … non ancora. Non ancora. Solo in quel silenzio abbraccio, nel tepore di quella vicinanza avrebbe rotto l'oscuro incantesimo. Cominciò ad accarezzarle i capelli, la schiena, a baciarne la fronte. In breve Rukia si rilassò, i singhiozzi scomparvero, anche se continuava a sentirne il viso umido bagnargli i petto.
    “ Se si addormenta … accadrà di nuovo ? ” si ritrovò a pensare “ No … non voglio … Rukia io … io … ”
    << … voglio continuare a proteggerti Rukia. >> sussurrò sollevandole il viso e specchiandosi nei suoi occhi blu << Non temere. Io ti proteggerò ogni giorno della mia vita … qualsiasi cosa accada, sarò con te … >>
    Una pausa, s'avvicinò, ne avvertì il respiro sulla labbra, la baciò e sentì il cuore accelerare… arrivato a quel punto non aveva più dubbi ; racchiuse le sue mani fra le proprie << Ti amo Rukia e … è da un po' che ci penso … ecco … tu … tu vuoi sposarmi ? >>
    Ne aveva parlato tante volte ridendo e scherzando, senza darci troppo peso, su come sarebbero stati i loro possibili figli, su quali nome dargli. Nell'ultimo periodo Renji aveva cominciato a rifletterci seriamente ; sposarla, iniziare un nuovo percorso di vita insieme, creare una famiglia … era questo ciò che voleva, non desiderava altro.
    Vide Rukia sgranare gli occhi mentre nel viso si dipingeva il più sereno e felice dei sorrisi. Le ombre erano sparite, l'amata si aggrappò al suo collo e pianse, pianse lacrime di gioia.
    << Oh Renji ! Ti amo … ! Ti amo … ! E si … ! Si, voglio sposarti ! >>
    Renji chiuse gli occhi e la strinse a sua volta.
    Tante volte aveva immaginato quel momento ; la proposta di matrimonio fatta in un luogo speciale, durante una ricorrenza, accompagnando il tutto con la consegna dell'anello di fidanzamento, il tramonto sullo sfondo, come accadeva nei film romantici. Ma in fondo … detta così, senza troppi preparativi, a ridarle speranza e sollievo, l'aveva reso ancora più meraviglioso e speciale.
    “ Ti amo Rukia … ”
    << Ti amo … ! Ti amo ! E non smetterò mai di ripeterlo … ! >>
    << Anchìio Renji … anch'io … >>

    -.-.-.-.-.-.-.-.-.-

    Soi-fon osservava preoccupata l'orizzonte. Dalla cima della Residenza Shiba, con indosso un pesante kimono* la giovane Luogotenente scrutava il bianco paesaggio puntellato di alberi ridotti a macchioline nere, in attesa. Al suo fianco Yushiro faceva lo stesso, imbottito anche lui in un caldo abito. Entrambi speravano di vedere comparire Kukkaku seguita finalmente dall'amata Yoruichi-san. Ma ormai erano passati tre giorni e le loro speranze si stavano lentamente affievolendo ; ogni volta l'erede del Casato Shiba tornava dall'Sokyoku senza seguito. Era lì infatti, nella Sala d'Allenamento Speciale sotto il patibolo della Soul Society, che il Capitano aveva trovato rifugio da un dolore senza nome, lì, invisibile a tutto e tutti.
    - L'unica cosa che possiamo fare è aspettare ... -
    Questa era la frase che Kukkaku gli rivolgeva ogni volta a testa bassa. E in effetti era vero, loro non potevano fare nulla, Soi-fon l'aveva capito fin dal primo momento, da quando aveva trovato Yoruichi nell'ufficio quel maledetto Lunedì mattina di 3 giorni addietro. Come sempre la Dea Lampo le aveva rivolto una placido sorriso, ma a lei non erano sfuggiti le dita tremanti e gli occhi lucidi. Poi era giunta la notizia del ritiro, una pausa per riflettere. Riflettere su cosa ? Perchè aveva pianto ? Tre domande e la donna le aveva sorriso nuovamente per poi usare lo Shunpo. Allarmata era corsa da Yushiro e aveva ricevuto ulteriori informazioni circa l'ultimo periodo vissuto nella Residenza Shihoin.
    - Durante questi 10 giorni la Onee-san* parlava a stento, il suo guardo era assente ... se le chiedevo spiegazioni mi dava risposte sbrigative e vuote. Quando stamane l'ho vista con la Divisa da Capitano era felice ... speravo si fosse ripresa invece ... -
    Invece la situazione era precipitata in maniera irreversibile.
    " Urahara ... sarebbe dovuto essere il primo ad accorrere in suo soccorso ... ! " si ritrovò a pensare carica d'apprensione mentre una brezza gelida le accarezzava il viso " ... e invece in 3 giorni non si è fatto a vedere ! Ne qui ne alla Sede della Compagnia ! "
    Sentì una scintilla di rabbia crescere in lei, si voltò verso Yushiro incontrandone gli occhi abbassati. In essi si stava riflettendo lo stesso identico pensiero, ma c'era pure qualcos'altro, qualcosa che aveva portato la rassegnazione nello sguardo sempre vivo del giovane. Così com'era nata la rabbia si spense e Soi-fon gli strinse dolcemente la mano.
    << Tranquillo ... tutto si aggiusterà ... >>
    << Questa volta è diverso ... >> sussurrò Yushiro, le parole uscivano a fatica e ognuna sembrava richiedere uno sforzo immenso << ... io ... credo di aver capito ... lei ... è divisa. >>
    << Divisa ? In che senso ... ? >> domandò Soi-fon col cuore in gola.
    << La Onee-san* ... ogni tanto mi parla ... di Kisuke e Askin. Da tempo ... si porta dentro un fardello che neanche immaginiamo. L'ha tenuto nascosto finché ha potuto ... ma adesso quel peso le è caduto addosso ... il peso dell'indecisione ...>>
    << Il peso dell'indecisione ... >> ripeté lei in un fil di voce tornando a fissare l'orizzonte, un'orizzonte che nonostante la neve ora appariva nero e tenebroso << ... si ... lei ... ha sempre provato un sentimento per Kisuke e ... alcune volte mi ha accennato di Askin, il Quincy graziato dai 46. Capisco ... il suo cuore è ... >>
    << ... diviso dall'amore. Non possiamo far nulla ... >> concluse Yushiro come immerso in monologo interiore << ... e ciò mi rende ancora più triste ... >>
    Soi-fon continuò a guardare avanti, verso la strada invisibile che conduceva sotto il Sokyoku. All'improvviso essa divenne invalicabile, un percorso nefasto che avrebbe logorato corpo e spirito a ogni passo e al termine del quale si trovava una barriera impossibile da penetrare.
    Se davvero il cuore di Yoruichi era logorato da un peso così grande, nessuno, nemmeno Kukkaku che andava a trovarla a ogni giorno portandole da mangiare, poteva porre rimedio. E più il tempo passava, più tale mancanza alimentava una catena d'ansia e preoccupazione, tutti erano in pensiero per la Dea Lampo, Soi-fon pure verso Yushiro, Ganju Shiba e l'ex-Primo Sostituto Kugo Ginjou lo erano nei confronti di Kukkaku. Avvertì il petto farsi pesante, però ... forse esisteva un modo per alleviare quella sofferenza. Tornò a guardare il ragazzo e poggiò entrambe le mani sopa il suo ginocchio destro.
    << C'è una cosa che possiamo fare ... >> sussurrò baciandolo sulla guancia << ... credere in lei. Lei è forte, il suo cuore è forte ... alla fine deciderà quale strada percorrere ... >>
    Il viso di Yushiro riacquistò luminosità.
    << Credere nell'Onee-san* ... si ... dobbiamo credere in lei. >> confermò pieno di speranza.
    Un rumore li fece voltare. Da uno degli shojo*comparve Ganju*, i capelli sapientemente tirati all'indietro da una bandana scura. Reggeva un vassoio di legno con sopra teiera fumante e tazze annesse.
    << Perdonate l'attesa, con sto gelo l'acqua non si decideva a bollire. >>
    << Oh di nulla Ganju ... >> lo ringraziò mentre poneva il servizio davanti a loro.
    << Qualcosa di caldo per riscaldarvi ... ! Oggi ho preparato del the nero. Spero vi piaccia di più di quello di ieri. >> spiegò preparando a ognuno la propria tazza e porgendola prima a lei e poi a Yushiro.
    Conosceva di vista il fratello minore di Kukkaku, ma dopo due giorni di visita ne aveva potuto constatato la gentilezza e l'ospitalità, unite a un inusuale talento nel preparare il the.
    " Chissà se pure Yoruichi-san è al caldo ... " pensò bevendone il primo sorso " ... giorno e notte lì dentro ... non sono mai stata nella Sala d'Allenamento Speciale ... ma a quanto mi ha riferito lei stessa una volta dovrebbero esserci delle terme curative ... speriamo in bene ... "
    << Mi spiace non ci sia il padrone di casa ad accorgervi ... >> disse distogliendola dalla riflessione << ... a quanto pare le lezione all'Accademia durano di più quest'anno. >>
    << Il Signor Ginjou sta per finire il secondo anno, giusto ? >> ricordò la ragazza cercando di assumere un tono leggero << Ha avuto difficoltà nell'apprendere il Kido ? Gli incantesimi sono sempre una tragedia per la maggior parte degli studenti. >>
    Parlare d'altro avrebbe sicuramente giovato a tutti.
    << Con mia sorpresa se la sta cavando niente male ! >> rispose lui ponendo le mani sulle ginocchia incrociate << Inoltre non mi sarei aspettato un talento per i Kido curativi ... ! Lui che appena estrae Kildare mena fendenti a destra e manca ! >>
    << ... Forse dipenderà dalla peculiarità della sua zanpakuto. >> esordì Yushiro << Una volta la sorellona mi descrisse lo spirito. Una donna d'encomiabile bellezza, la bella bianca e lucente come la luna, i capelli rossi simili a lingue di fuoco. Indossa una lunga veste celeste e in mano porta uno specchio rotondo. Kildare vanta più tecniche in assoluto, o sarebbe meglio definirli rituali. >>
    << Mi sembra la spiegazione più plausibile. Questo però non giustifica le sue continue assenze ... ! >> precisò l'uomo a braccia conserte.
    << Assenze ? >>
    << Beh ... metà delle vacanze invernali le ha passate lontano da casa, imboscato chissà dove ... un'allenamento speciale diceva. La mia amata Onee-san* deve essersi sentita tanto sola ... >>
    << Sei molto legato a lei ... >> commentò dolcemente Yushiro.
    << Beh credo che sia così per tutti i fratelli ! >> ribatté allegro Ganju.
    Fratelli ... pure Soi-fon aveva avuto dei fratelli, 5 maschi per la precisione, tutti morti durante alcune missioni per conto dell''Onmuitsukidoquando lei era molto piccola. Se da un lato, tale mancanza non le aveva mai provocato troppa tristezza , era uno dei motivi per cui era tanto legata a Yoruichi.
    " Voi siete la mia mentore, voi siete la giuda, voi siete come una sorella per me, mi spiace ... non sono riuscita a comprendere la vostra sofferenza ... e ora posso solo pregare ... "
    << Ma che bello trovarvi tutti qui riuniti ! >>
    Ganju e Yushiro si zittirono all'istante e i tre si voltarono verso quella voce. Alla destra dell'abitazione c'era Kisuke, il solito sorriso allegro stampato in viso. L'evento che avrebbe dovuto portar sollievo e speranza fece invece serpeggiare un'aria carica di tensione.
    << Urahara ... cosa ci fai qui ?!? >>
    << Che domande Soi-fon, sono qui per salvare la dolce Yoruichi-san. State tranquilli ... ora andrò a farle visita e porrò fine a questa triste situazione ... >>
    Kisuke era arrivato, sarebbe andato da lei eppure ... qualcosa non tornava. In un malessere crescente s'alzò, fece qualche passo nella neve, i pugni serrati.
    << Cosa intendi dire ?!? >>
    << Semplice ... è colpa di Askin se la nostra povera Yoruichi è distrutta. >> rispose il Capitano facendo spallucce << Come ti ripeto non c'è nulla di cui preoccuparsi. Gli farò capire una volta per tutte quel'è il suo posto ; lontano da lei. Gioite ! Gioite come hanno fatto i tuoi genitori Piccolo Yushiro, così felici da concedermi il loro benestare. >>
    La ragazza sgranò gli occhi visibilmente turbata. Cosa mai aveva fatto Askin ? E come faceva Urahara a esserne così sicuro ? Combattere poi ... era veramente la soluzione migliore ? No ... combattere non avrebbe risolto nulla, non avrebbe aiutato Yoruichi ... eppure per qualche contorto ragione Kisuke pensava lo fosse.
    << Bene ... adesso se non vi dispiace, io mi avvio ... >>
    Si voltò cercando lo sguardo di Yushiro. Lui era l'erede del Casato Shihoin, lui poteva fermarlo, doveva fermarlo. Lo ritrovò in piedi poco distante, a fissare Kisuke mentre scendeva la collina con occhi spenti e colmi di impotenza.
    << Perdonami Soi-fon ... i miei non cambierebbero idea, neanche se inginocchiato mi mettessi a leccargli i piedi ... >>
    La ragazza abbassò lo sguardo mentre un silenzio irreale scendeva su di loro.
    " Purtroppo è vero ... ora noi ... siamo inutili ... completamente inutili ... "
    Come inermi spettatori di fronte a una tragedia, avrebbero atteso l'entrata in scena dei 3 attori principali e l'inizio dell'atto finale.

    -.-.-.-.-.-.-.-.-.-

    L'aria prima della battaglia aveva un sapore strano ; poco importava se si trattava di una scaramuccia tra banditi o di un grande scontro fra eserciti, in quei frangenti l'aria diventava elettrica e fremeva a ogni minimo movimento. Kisuke l'aveva avvertita parecchie volte, per quanto fosse una persona pacata e poco incline al combattimento. Nel Mondo Terreno dove in 110 anni di esilio si erano susseguite due guerre, in seguito rinominate Prima e Seconda Guerra Mondiale, durante lo scontro contro Aizen e infine all'epilogo della Sanguinosa Guerra Millenaria. Parecchie volte si era trovato davanti a sfide che parevano impossibili, solo grazie all'attesa, all'osservazione e soprattutto all'elaborazione di decine e decine di piani si poteva giungere alla tattica vincente. Finora lo schema aveva sempre funzionato : prevedendo la ribellione dell' Hogyoku aveva impedito ad Aizen di diventare un Dio, intuendo la drammatica situazione all'interno della Gift Ball era riuscito a sopravvivere grazie al tempestivo intervento di Nel, sfruttando le capacità peculiari di Kugo aveva fermato il collasso delle dimensioni. E anche questa volta non avrebbe fallito, tutto stava andando come previsto e nulla sarebbe andato storto.
    “ Yoruichi sta soffrendo a causa sua e grazie al benestare dell'intero Casato Shihoin nessuno può fermarmi. Da certi punti di vista è un bene che la Soul Society non sia cambiata. Certe questioni d'onore sopravvivono ancora, specie tra le Nobili Famiglie. Tranquilla mia gattina … sto per dargli una bella lezione, vincerò e appena saprai che mi sono esposto a tua difesa, correrai da me allontanandoti per sempre da lui … ”
    L'epilogo di quella brutta faccenda sarebbe stato uno e uno soltanto : la sua vittoria. In tutto questo si era premurato di trovare il luogo dello scontro e di inviare una lettera direttamente all'interessato.
    “ Una lettera scritta ieri … è passato solo un giorno da quando sono andato a trovarla … ” pensò Kisuke fissando il cielo terso di grigio sopra di lui.
    Per un'attimo un'immagine fece violentamene capolinea. Dopo una lunga camminata e una non proprio tranquilla discussione con Kukkaku, s'era diretto alla Sala d'Allenamento Speciale e lì, in quel luogo così particolare e carico di significato, lì, dove innumerevoli ore erano passate in sua compagnia, l'aveva trovata in un'anfratto fra le rocce, il viso sciupato, lo sguardo assente. Yoruichi non aveva fatto caso a lui, ne quando le aveva parlato, ne quando pochi minuti dopo era andato via accertandole la testa. Nessuna reazione, nulla di nulla.
    “ Si … la pagherai cara … molto cara … ”
    E a quel pensiero l'aria fremette, più forte, scattò simile a un serpente invisibile. Pochi attimi e laggiù, in fondo alla collina, Askin emerse dalla fitta nebbia. I passi affondavano di tanto in tanto nello spesso strato di neve, ma lui pareva non farci troppo caso. Lentamente risalì il lato ovest del rilievo e solo allora, quando fu a una decina di metri, Kisuke ne notò la katana* foderata portata al fianco.
    “ Una zanpakuto ?!? No … non è la sua … ” pensò facendo qualche passo verso la spianata interna, dove la poca neve avrebbe consentito una maggior libertà di movimento “ … uhm … un regalo di Mayuri con tutta probabilità … ”
    << Finalmente sei arrivato, non ci speravo più sai ? >> chiese voltandosi.
    Qualche passo e Askin si fermò. Dritto al margine della spinata lo fissava deciso, le mani distese lungo i fianchi. Determinazione, Kisuke se l'aspettava, in ogni caso essa non avrebbe influito minimamente sull'esito del combattimento. Una folata di vento e Askin parlò, la voce risuonò ferma nel gelo dell'aria invernale.
    << Desidero uno scontro ad armi pari, Kisuke. Niente kido, niente shinkai. Un puro combattimento fisico. >>
    << Oh … perfetto ! Immaginavo avresti detto così. >> esclamò allargando le braccia.
    “ Una conferma rassicurante, almeno non devo aspettarmi sorprese dal suo reitsu sopito … ”
    << … Vorrei dirti una cosa prima di cominciare … >>
    << Sono tutto orecchie … >>
    E in un'inusuale silenzio Askin estrasse la zanpakuto. La lama non subì trasformazioni, rimase una sottile lama di accaio grezzo che con un movimento fluido egli mise di traverso all'altezza del viso flettendo contemporaneamente le gambe.
    << Non volevo passare per codardo, per questo ho accettato … >> disse a quel punto << … ma qualunque sarà l'esito del combattimento … tu hai perso. >>
    Kisuke sguainò a sua volta Behinime.
    << Ahh ! Avevo dimenticato quanto fossi irritante … ! >>
    E senza aggiungere altro scattò in avanti.

    Le katane* cozzarono una contro l'altra. Un primo fendente. Un primo rimbombo metallico.
    Askin piegò la gambe frenando l'attacco frontale. Intorno schizzi di neve saettarono qua e là come schegge impazzite.
    - Ormai è quasi buio … sicuro di voler continuare ? -
    - Che razza di domande … ah … certo che sì … ! -
    Era successo tante volte nell'ultimo periodo. Schizzi di neve in mezzo a boschi innevati, intensi allenamenti insieme a Kugo e alla sua Kildare, accompagnati da lunghe chiacchierate sotto un'albero.
    - Quando lui si farà vivo mi chiederà di combattere … -
    - Tsk ! Non mi stupisco più di tanto... conoscendo come ragiona la sua mente contorta … ! Piuttosto … pensiamo alla cosa più importante ... che intendi fare dopo ? Con Yoruichi intendo … -
    - Ho confessato i miei sentimenti … ora posso solo aspettare. -
    - … Si, tenendo conto della situazione attuale … non si può fare altrimenti. Peccato. In bocca al lupo allora, amico mio. Fai tesoro di questi lungi e intensi allenamenti. -
    Ma ora … ora era diverso. Nelle ultime 2 settimane aveva preparato anima e corpo in previsione di questo momento. Ora era lì, a combattere per amore, a difendere i propri sentimenti, la felicità di Yoruichi, contro quell'uomo che lei non meritava. Kisuke scivolò di lato menando un colpo trasversale. Indietreggiò in tempo per parare il secondo colpo.
    - Ehi ! Dove stai andando ?!? -
    - Mayuri … cosa ci fai qui ? -
    - Mi pare ovvio … ! Mi premuro che tu sia adeguatamente equipaggiato … ! -
    - … Hai sbirciato la lettera di Urahara, vero ? -
    - Tu invece sei un'idiota bello e buono ! Intendi davvero affrontarlo con una spada d'allenamento ?!? Té … ! Prendi questa ! -
    - Ah … ! Una … zanpakuto ? -
    - Apparteneva a un giovane Shinigami morto durante la guerra. Una delle tante rimaste senza spirito. Non so quanto ti servirà ma sempre meglio di una spada di legno, no ? - “ Kugo … Mayuri … grazie … i vostri sforzi non saranno vani ! Lo prometto ! ”
    Un colpo, una parata, un colpo e una parata. In un crescente tintinnio le spade s'incrociarono, e allontanarono immerse in una danza quasi ipnotica. I movimenti erano serrati, nessuno dei due si distanziava troppo dall'altro, le lame si muovevano veloci abbattendosi con fendenti e affondi via via più potenti. All'improvviso un colpo più potente e i due si allontanarono lasciando solchi nella neve coi piedi.
    << Agile come sempre, eh ?!? >> domandò provocatorio l'avversario.
    Askin lo fissò intensamente e scrutando la propria zanpakuto provò un senso di disgusto.
    Era venuto, come aveva affermato, per non fare la figura del codardo. Eppure un'altro motivo l'aveva spinto fin lì ; perché solo combattendo, accettando l'assurda richiesta, si sarebbe potuto immergere nella mente di Kisuke e nel suo piano, un piano assurdo destinato a crollare su stesso. Lentamente doveva farlo ragione, aprirgli gli occhi, gettargli addosso la verità, allo stesso di come aveva fatto con Yoruichi.
    Si drizzò sulla schiena, la lama tenuta bassa nella mano destra.
    << Tutto questo è inutile … e in fondo lo sai anche tu. >>
    << Inutile ?!? Non credo proprio ! Ti avevo avvertito cosa sarebbe successo ! >> ribattè lui sfrontato scattando in avanti << L'hai fatta soffrire e meriti una punizione … ! >>
    L'aveva dimenticato ; far ragionare uno scienziato non era esattamente la cosa più semplice del mondo. Si preparò a parare. Benhime si mosse veloce e … scomparve. Lo intravvide appena ... uno scintillo alle spalle trapassargli il petto da parte a parte. Poi la lama scivolò via facendolo cadere a terra in ginocchio. Shunpo … il bastardo aveva usato lo Shunpo.
    “ Ah … che idiota … come ho fatto a dimenticarlo ? ”
    Sangue cominciò a uscire dalla ferita mentre Kisuke cominciò a girargli attorno, simile a gatto che si diverte a giocare col topo. Voleva giocare, mostare la propria superiorità, logorarlo psicologicamente …
    “ Non posso cedere … non adesso … non così facilmente … ” pensò lasciando cadere la zanpakuto “ … bene … è giunto il momento di un bel discorsetto… ”
    E in esso avrebbe racchiuso ogni sentimento, ogni emozione, tutto il suo amore per Yoruichi. Le parole avrebbero prevaso sulla spada e Kisuke sarebbe stato sconfitto.
    Chinò la testa e ignorando il bruciore crescente al petto trasse un profondo respiro.
    << Sai Urahara … non mi è mai importato di essere un Quincy. Durante la vita terrena … mi sentivo spesso vuoto, gli eventi, le persone mi passavano davanti inconsistenti e superficiali. Ero bravo, anzì che dico bravissimo a cacciare Hollow e ad apparire raffinato nei salotti dell'alta società, ma di tutto quel mondo non me ne fregava nulla. Io … desideravo una vita tranquilla insieme alla donna che amavo … >>
    << Cos'hai ? Ti sei già arreso ? >> domandò il Capitano sfrontato. Che avesse letto quei gesti come il testamento d'uno sconfitto ? Poco importava, lui doveva andare avanti, passare sotto ogni umiliazione … questa era l'unica miniera per vincere.
    << … e per un po' la felicità durò. Poi il sogno s'infranse, arrivò la guerra, mi allontanai e Annette morì. Immagina cosa successe dopo … non avevo più motivi per vivere … e così posi fine a un'esistenza divenuta ormai inutile. Suicidandomi rinacqui sotto le effigie del Wandenreich. Ma in un mondo del genere … il vecchio Askin Nakk le Vaar non aveva alcun senso d'esistere. Non poteva esistere nell' Impero Invisibile. Per lungo tempo l'unico pensiero fu sopravvivere, sfruttare gli altri per non dare nell'occhio. Usavo tutto e tutti … Jugram e la sua fedeltà verso Yhwach, l'amicizia con Bazz per rammentare quel poco di umanità che m'era rimasta, il corpo di Bambi. Sopratutto feci attenzione a non innamorarmi. Si … l'amore sarebbe stato in assoluto la cosa più inutile in mondo pronto alla guerra … dove eravamo destinati presto o tardi a ricongiungerci con Yhwach. >>
    << Ehi … riprendi in mano la zanpakuto … ! >>
    << Poi accadde … una sera durante un giro d'esplorazione … il primo incontro con Yoruichi. Definirlo incontro non è esattamente corretto, visto che solo io potevo vederla … >> e a quelle parole una scossa di euforia lo percorse da capo a piedi.
    “ Io … vincerò … e la renderò felice ! ” pensò stringendo i pugni.
    << Ti ho detto di raccogliere quella spada, Askin ! >> gridò Kisuke impaziente.
    << … continuai a osservarla, perché era un “ nemico ” e bisognava monitorarne potenza e capacità … >> proseguì col medesimo tono pacato << … ma a parte ciò lo confesso … alcune volte pensai non sarebbe stato male … morire serenamente, dimenticare, vivere nella Soul Society e … innamorami di nuovo. >>
    E solo a quel punto, quando l'ultima sillaba fuoriuscì delle sue labbra, tornò a guardarlo.
    Che buffo … Kisuke era in piedi, lo fissava implacabile dall'alto, la zanpakuto tenuta saldamente nella mano destra … eppure ... ora sembrava insignificante, assolutamente insignificante. Li vedeva fin troppo chiari ; la confusione in fondo alle iridi verdi, la stretta nervosa intorno all'elsa di Benhime. La sicurezza che lo contraddistingueva stava lentamente svanendo. Ancora poco e avrebbe perso il controllo, cosa che lui aveva tutta l'intenzione di far accadere, quindi … sorrise.
    << Uh … proprio un vero peccato ... >> sussurrò con una punta di malizia << … dopo tanto tempo continua a star dietro a uno come te, un'uomo che sfrutta tutti senza distinzioni … >>
    Il Capitano ebbe un sussultò, gli occhi fremettero di rabbia e in un attimo gli fu addosso. Si ritrovò a terra, la schiena premuta contro il freddo terreno mentre le mani dell'altro gli afferravano con forza il collo del kimono*. Non reagì, rimase immobile, limitandosi a lanciare un'occhiata distratta a Benhime, lasciata cadere nella neve a poco distante, e al suo avversario, un uomo le cui motivazioni stavano crollando su se stesse, lente e inesorabili ...
    << Come siamo sfrontati ! Ma in questo commovente racconto hai dimenticato un paio di cosette ! Se sei qui ... a giudicarmi con tanta arroganza, lo devi a me ! Io ti ho riportato in vita ! Perché possedevi informazioni vitali per sconfiggere Yhwach ! Sei vivo soltanto per una coincidenza Askin ! Una fottuta coincidenza, hai capito ?!? >>
    Persino la voce era cambiata. Suonava agitata, inconsistente, indifferente alle sue orecchie. Frasi portatrici di odio non sortirono alcun effetto, non provò nulla se non vago senso d'irritazione e nausea.
    “ Continui a negare la verità … non ti rendi conto di essere arrivato al capolinea ? ”
    << Prima di lasciare il corpo per ricongiungersi con l'Imperatore, il frammento della sua anima mi infuse nuovamente la vita … >> rispose calmo, ma a ogni parola avvertì una scossa d'adrenalina attraversagli il corpo << ... una particolarità dovuta alla mia Vollständig,
    Hassein ... e si ... se non mi avessi riattaccato il cuoricino sarei di nuovo morto di lì a poco … ma qui … qui non siamo in guerra ! >> uno scatto e le posizioni s'invertirono, appena l'uomo fu saldamente incollato al terreno Askin afferrò il lembo del kimono* e lo strattonò portandolo a pochi centimetri dal viso << Sono sopravvissuto ! Non m'importa nulla del come e del perché ! Ho ricominciato a vivere ! A vivere in un mondo in pace … dove le persone vogliono dimenticare la guerra ! Persone magnifiche in grado di perdonare i propri nemici ! In questo mondo ho riscoperto me stesso ! Mi sono innamorato di nuovo ! Mentre tu … tu continui a pensare … e non ti rendi conto della cosa più semplice ! Non dovresti essere qui ! Vai ! Vai da Yoruichi e sii chiaro una volta per tutte ! >>
    Kisuke impallidì ma rimase immobile, non provò nemmeno a liberarsi. Per un momento pensò di rifilargli un bel pugno dritto in faccia, ma rigettò in fretta l'idea. Se avesse infierito avrebbe mandato all'aria l'iniziale proposito di non usare la violenza. Così attese e dopo a dir poco snervante pausa, lo vide poggiare la mano destra sul viso e ... ridere. Una risata quasi isterica mentre le dita s'aggrappavano nervose ai ciuffi biondi.
    << Stai parlando a sproposito … veramente a sproposito. Cosa ne sai ?!? Cosa ne sai del rapporto che ci lega ?!? Niente ! Assolutamente niente ! >>
    Askin continuò a osservarlo e dopo un tempo indefinito, scandito da quella risata al limite dell'irritante, le parole fuoruscirono, dure e implacabili.
    << Tu … non la ami Kisuke. Non la amai e non riesci a dirglielo, non vuoi dirglielo … ma Yoruichi merita d'essere felice, non credi ? >>
    Due fessure, due scintillii carichi di rabbia, a ciò si ridussero le iridi del Capitano divenuto improvvisamente taciturno. Per un attimo si dispiacque del proprio comportamento, forse era stato troppo brusco, forse doveva modulare meglio le parole … non ebbe tempo di rivolvere quei dubbi, perché una violenta spinta lo catapultò all'indietro e un'altrettanto inaspettata frenata lo fece arrestare a mezz'aria. Provò a muoversi. Inutile, anzi come intrappolati tra i fili viscosi di una ragnatela, avvertì ogni muscolo aggrovigliarsi su stesso.
    Abbandonato l'intento si guardò attorno, notando infine innumerevoli bende che, partendo dal terreno lo avvolgevano simili a spire di un serpente diabolico. Kanji di un verde fosforescente scorrevano senza sosta al centro di esse. Solo allora si rese conto di un suono ; una strana melodia che permeava l'aria trapassandogli le tempie. Non udiva altro se non parole bisbigliate, sovrapposte l'una all'altra in un mormorio spettrale e senza senso. Puntò lo sguardo in avanti, in direzione di colui che aveva appena lanciato un probabile Kido d'immobilizzazione mandando all'aria tutti i suoi buoni propositi. Lo ritrovò in piedi, la zanpakuto in mano, il capo chino a renderne l'espressione indecifrabile. Le labbra si muovevano, ma purtroppo le voci gli impedivano di udire altri suoni. L'aria … perché c'era più aria ? Annaspò disperato, ma nulla … era come se un'alunno dispettoso avesse cancellato l'ossigeno dalla tavola degli elementi. La gola divenne secca e i polmoni simili a fornaci. Kisuke … lo stava soffocando ? Perché adesso incombeva sopra di lui ? O forse era lui a essersi abbassato ? Un battito di ciglia e i dubbi scomparvero, divorati da un vorace calore che circondò le ossa. A quel punto urlò, ma l'unica cosa che avvertì fu di aver aperto la bocca. Le urla si trasformarono nell'ennesimo suono muto.
    Kisuke non lo stava soffocando … lo stava torturando … di nuovo … e questa volta aveva tutta l'intenzione di fargli male, anzi molto più male.
    “ Non posso lasciarti continuare … io devo difendere … Yoruichi, i miei sentimenti … questa volta …dovrò combattere ! ”
    Un fremito lo scosse e una forza misteriosa prese a scorrere frenetica in ogni centimetro del corpo. Le bende scomparvero, i sibili cessarono. La neve … la sentiva di nuovo fra le dita e la zanpakuto … la zanpakuto era di nuovo nella mano destra. La spada … perché aveva cambiato forma ? La osservò in un misto di meraviglia e stupore. L'elsa simile a una spada occidentale, la lama più corta, piatta, la punta simile a quella di un taglierino insieme a una protezione metallica che ne avvolgeva un lato lasciando scoperto l'altro. Possibile che … ?!?
    << Accidenti … questa proprio non ci voleva … >>
    Repentino Askin riportò l'attenzione sull'avversario. Kisuke era inginocchio poco distante, il volto contratto in una maschera di rabbia e disperazione. Teneva Benhime in alto, una luce azzurra ne avvolgeva la lama.
    << Mi dispiace Askin, ma non voglio rischiare … >> e con un sorrisetto fece roteare la katana*
    << Incantesimo di Distruzione numero 50 ... ! Kobarutosutā no minami ! Stella Cobalto del Sud ! >> (3)
    Lo intravvide appena, un lampo blu venirgli addosso. Qualcosa lo colpì, esattamente al centro della prima ferita, catapultandolo all'indietro. A mezz'aria li vide … la saetta conficcata nella carne e il copioso schizzo di sangue.
    All'improvviso il tempo rallentò. Non avvertiva più nulla, né il sangue fuoriuscire, né il dolore lacerare il corpo. Sentiva solo una misteriosa energia … una misteriosa energia che dal petto prese a scorrere in lui, potente e indomabile come un fiume in piena, e una risata … una voce sconosciuta, squillante e allegra, sembrava appartenere a un ragazzino.
    - Ehi ! Finalmente sei riuscito a darmi una forma ! Complimenti Askin ! -
    “ … Chi sei ? ”
    - Non c'è tempo per le spiegazioni ! Dobbiamo vincere un duello mi pare ! -
    “ Si … io sto combattendo … ” pensò stringendo più forte la spada “ … combattendo per amore ! ”
    - Perfetto ! Per prima cosa frena questa caduta e poi … segui il cuore. Io sarò con te, il mio nome è … ! -
    Askin sgranò gli occhi mentre quel mondo ovattato si dissolveva lasciando entrare i rumori reali. Con un rapido movimento drizzò la schiena e atterrò inginocchiato sul terreno nevoso. Si … ora tutto tornava. Il reiatsu … era rimasto sopito dentro di lui e ora, sbloccato dalla forza dei sentimenti, aveva finalmente assunto una forma. Ora quella spada era diventata una zanpakuto a tutti gli effetti. La sua zanpakuto.
    << Grazie … Urobos. >> (4)
    Appena finì la frase, parole sconosciute crebbero dentro di lui, parole a cui solo lui sapeva donare il suono.
    << Striscia nell'ombra … silenzioso come la notte … velenoso come le tenebre ... >> caricò un fendente dietro di se mentre l'arma veniva circondata da un bagliore verde << Trafiggi ! Fang König Schlange ! Zanna del Re Serpente ! >>
    Calò il fendente, la protezione metallica scattò in avanti e raggiunta la fine della lama, la luce si scacco trafiggendo Kisuke dritto al fianco destro. Sangue si mischiò ad altro sangue e il colpo lucente si solidificò diventato simile uno smeraldo, un lucente smeraldo macchiato di rosso. L'uomo arrancò, gli occhi spalancati dallo stupore mentre Askin, quasi senza accorgersene, s'accasciò a terra. La bocca si riempì di neve, le forze vennero meno, il bruciore delle ferite tornò violento, e la vista si affievolì. Aveva perso troppo sangue ? Vero, il terreno intorno ne era imbrattato … o era il suo kimono* ? Che il rilascio della zanpakuto avesse richiesto troppe energie ? Forse. La zanpakuto … era tornata una normale katana* ? Kisuke … dov'era finito ? Ah … eccolo incombere di nuovo su di lui, ma al contrario di prima era sconvolto … letteralmente sconvolto, non aveva mai visto un'espressione del genere sul suo viso. Benhime … Benhime si stava avvicinando veloce … troppo veloce ...
    Un suono metallico. Un guizzo di fiamme e la corsa della lama s'arrestò. Una massiccia ombra lo ricoprì mentre due figure gli oscurano la visuale.
    << Non ti sembra d'esagerare, dannato Urahara ?!? >>
    << Ti taglio un braccio se osi riprovarci … ! >>
    “ Queste voci … ah ... siete i soliti stupidi … grazie per essere arrivati ... ”
    << Oh ... ! Mayuri … Kugo … qual buon vento ! È … da un po' che non ci vede … ! >>
    Askin sorrise, un sorriso accompagnato da un'inaspettata leggerezza ...
    “ Ora … Yoruichi potrà essere felice e … anche tu Kisuke … anche tu riuscirai a … ” pensò prima di perdere conoscenza.

    Nero. Un nero in cui regnava un silenzio tombale. Da quando il mondo era diventato così ?
    Stava combattendo e poi … ah già era svenuto … e ora era lì, immerso in un'abisso piatto e all'apparenza infinito. In certi momenti avvertiva lievi cambiamenti ; secondi in cui aveva la sensazione di cadere, di essere disteso su un fresco e morbido materasso, altri in cui un lieve tepore gli avvolgeva la mano … come se qualcuno gliela stesse dolcemente stringendo …
    << Ohilà Askin ! Finalmente hai ripreso conoscenza ! >> esclamò
    Si girò, o almeno gli parve di farlo immerso com'era nel buio.
    << Urobos … >> sussurrò scrutando la figura poco distante.
    Pronunciò quel nome senza esitazione, come se esso fosse stato sempre lì, racchiuso nel profondo del suo cuore.
    Lo spirito sorrise, luminoso in mezzo al buio, avvicinandosi. Un giovane uomo dal viso allungato e la pelle pallida, i capelli erano di un viola scuro, ciuffi lisci sulla fronte e una lunga e sottile coda che ricadeva in avanti passando dalla spalla destra. Vestiva un abito non dissimile dalla sua divisa da Sternritten ; ampi pantaloni bianchi, una maglia nera contornata da un'ampia scollatura a v. A stupirlo più di ogni altro dettaglio furono però i piccoli gruppi squame argentee in più parti del volto e delle braccia, e le iridi giallo acceso che rendevano lo sguardo simile a quello di un serpente. Nonostante questo osservandolo provò un forte senso di conforto.
    << Ti ringrazio Urobos … non ce l'avrei mai fatta senza di te. >>
    << Nahh ! >> ribatté il giovane con un gesto della mano << Non ho fatto niente di che ! La Zanna del Re Serpente è solo un piccolo assaggio del mio repertorio … aspetta di vedere il resto ! >>
    << Il resto ? >>
    << Sono pur sempre una zanpakuto scaturita dai tuoi sentimenti … ! Una rarità di tipo veleno ! E come ogni spada che si rispetti, possiedo un ampio repertorio di tecniche oltre a un Bankai invidiabile … ma di questo di parlerà tra un paio di anni … una decina più o meno … ! >>
    E come ogni zanpakuto rispecchiava l'animo del possessore. Urobos era prolisso, proprio come lui, estroverso, dall'umorismo tagliente e al tempo stesso dall'animo generoso.
    “ Una zanpakuto scaturita dei miei sentimenti … “ pensò mentre un sorriso sereno si dipingeva sul viso.
    << Non vedo l'ora di conoscerle … >>
    << Senza fretta ripeto ! Comunque … questa discussione è stata fin troppo lunga, è arrivato il momento di salutarci … ! >>
    << Eh ?!? Perché scusa ?!? Avevano appena iniziato a conoscerci ! >>
    << Sei rimasto incosciente per 5 giorni ! Sono successi parecchi colpi di scena nel frattempo ! Coraggio Askin … svegliati adesso ! >>
    L'immagine di Urobos si affievolì fino a scomparire, i rumori del mondo tornarono a farsi sentire e a quel punto, non senza molto fatica, Askin aprì gli occhi. Vuoi a causa delle palpebre appiccicose e dei polmoni stranamente appesantiti, gli ci volle un po' prima di mettere a fuoco i contorni della stanza. Un spazio ristretto, una decina di letti disposti in due file contro le pareti, lui disteso su di di essi, vicino a una finestra dalla quale filtrava la fioca luce d'un cielo nuvoloso. Una piccola stanza … tanti letti … un semplice kimono* bianco indosso … si trovava in uno dei tanti reparti della Quarta Compagnia. “ Kugo e Mayuri si sono premurati di portarmi qui … voglio ringraziali appena li vedo … ”
    A fatica si issò sulla schiena trascinando un corpo incredibilmente mollo e pesante.
    Guardandosi attorno vide Urobos rinfoderata e lucente sopra il comodino alla sua destra.
    “ Sono passati 5 giorni … quante cose saranno successe ? Yoruichi … dove sei adesso ?
    << Oh ! Finalmente ti sei svegliato Askin ! Come ti senti ? >>
    Sulla soglia della camera ritrovò Kotetsu Isane, allegra e saltellante.
    << Buongiorno Capitano. >> rispose con breve cenno del capo << Molto bene, a parte un po' di stanchezza. Grazie per esservi presa cura di me ... >>
    << Figurati ! Avevi solo bisogno di un posto caldo e tranquillo dove riposare ... ! >> disse lei avviandosi nel corridoio << Vado subito a chiamare gli altri ! Erano tutti in ansia per te ! >>
    << Cos ?!? Gli altri ?!? >>
    Tempo tre secondi e una moltitudine di persone irruppero nella stanza, prendendo quasi d'assedio il piccolo spazio. C'erano davvero tutti ; Rukia con l'inseparabile Renji, Kukkaku, Ganju, lo scontroso Mayuri insieme Nemu, perfino Akon era presente, e infine Kyoraku. Quasi tutti cominciarono a tempestarlo di domande. Una marea di voci si sovrapposero l'una all'altra mentre lui rispondeva a un non meglio precisato interlocutore. A ogni frase un pacchetto veniva prontamente poggiato sul materasso o sul comodino.
    << Ecco cinque confezioni di dango* ! Niente di meglio che un po' di dolci per rimettersi in forze ! >> dissero all'unisono i due fidanzati.
    << Sulla stessa scia io e Ganju ti abbiamo preso tanti dorayaki* ripieni di cioccolato ... ! Non divorarli subito mi raccomando ... ! >> spiegò Kukkaku.
    << Visto dovrai rimanere qui ancora... ti ho portato qualcosa da leggere Askin-san. >> fece Nemu mollandogli 3 grossi tomi sopra le gambe.
    Sennonché a un certo punto Kyoraku alzò le braccia elevando la sua voce sulle altre.
    << Va bene ! Va bene ! Adesso lasciamolo respirare un pochino, cosa dite ?!? >>
    Tempo 10 secondi e tutti si avviarono fuori rivolgendo felici auguri di pronta guarigione. Osservandoli sentì il cuore riempirsi di gioia, vedere in quanti erano stati in ansia per lui non poteva che commuoverlo. Le voci s'allontanarono, ma nella stanza erano rimasti Kyoraku, Mayuri e …
    << Ah ! Kugo non ti avevo visto … sei arrivato ora ? >> chiese poggiando i libri di Nemu a lato del letto.
    << Sono qui da prima ! Volevo evitarmi tutta quella calca … ! >> protestò l'amico rimando poggiato contro la parete.
    Seguendo quel muto avviso, Askin porse l'attenzione sul proprio Capitano e il Comandante Generale del Gotei 13. Dati i recenti eventi, la loro presenza lasciava intuire una qualche notizia o rivelazione di vitale importanza. Kyoraku si tolse la kasa* e fece qualche passo in avanti, un sorriso sincero e genuino stampato in faccia.
    << Congratulazioni Askin ! Alla fine hai ottenuto la tua zanpakuto ! Proprio come avevi predetto Mayuri. >> si complimentò sincero.
    << Già ! Il mio intuito non sbaglia mai ! >> precisò lo scienziato tirandosi il collo dell'haori* << Certo, l'improvviso e violento risveglio ha richiesto uno sforzo non indifferente consumando gran parte delle tue energie. Nonostante ciò stai guarendo più in fretta di quanto immaginassi. Stupito della mia previsione, idiota ? >>
    << L'avevo capito da tempo … >> rispose superfluo Askin.
    << Co-come hai detto scusa ?!? >> esclamò il Capitano visibilmente irritato.
    << Insomma … mi tenevate sotto osservazione fin da subito … >> disse facendo spallucce << … però non avevo alcun motivo di preoccuparmene. Insomma vi eravate impegnati così tanto a salvarmi, di certo non lo scopo finale non era usarmi per qualche perverso esperimento. Del resto tu stesso Mayuri, non ti sei interessato troppo di ala mia strana “ mancanza ” e io ... ho sempre avuto altre priorità e nessun interesse ad approfondirla. Vista la conclusione ... forse è stato meglio così. Dimmi se sbaglio. >>
    << Come diavo- >>
    << Ti sarai fatto delle gran risate non appena hai visto lo stato in cui era ridotto Kisuke. >>
    << Oh … incredibile. T'ha spento o sbaglio ? >> commentò il Comandante dopo una breve pausa tirando una gomitatina all'altro.
    << Grr … ! Fai tanto il saputello, ma chi ti ha tirato fuori da quel casino ?!? >> domandò il suo superiore incrociando le braccia.
    << Tu … e Kugo, e per questo vi ringrazio dal profondo del cuore. Senza il vostro intervento me la sarei vista brutta. >>
    << Tsk ! Lasciando da parte ste' frivolezze da ragazzine … il qui presente Shunsui mi ha incaricato d'iniziare un'allenamento speciale ! Vedi di riprenderti in fretta ! Intesi ?!? >>
    << Non ti facevo così premuroso nei miei confronti … ! Grazie ! >>
    << Ringraziami ancora una volta e potrei ritirare l'offerta ! Torno alle mie faccende adesso ! Ho perso già abbastanza tempo qua dentro ! Buona guarigione idiota ! >> protestò lo scienziato e senza salutare si precipitò fuori dalla stanza.
    Approfondire le tecniche della propria zanpakuto … presto sarebbe iniziato un nuovo capitolo della sua vita, ma prima bisognava concluderne un'altro ben più importante.
    “ Il capitolo del mio cuore … “ pensò rivolgendo l'attenzione a Kyoraku.
    << Non preoccuparti Askin. >> lo rassicurò l'uomo quasi fosse in attesa di quel gesto << Abbiamo preso tutte le precauzioni nei riguardi del Casato Shihoin. >> concluse portandosi ai piedi del letto.
    << Oh ! Adesso non ci pensavo. >> ammise facendosi più attento << Come ci siete riusciti Comandante ? >>
    << Nessuno poteva interrompere il duello, ma è bastato rigirare la questione sul piano medico e non hanno fatto storie. >> l'uomo abbassò il capo continuando con voce rammaricata << Purtroppo ... alcune tradizioni continuano a sopravvivere e in particolare presso le Nobili Famiglie. A volte ... mi sembra di tornare a 1000 anni fa, a quando il Gotei 13 era solo un covo di Demoni. Kisuke ha sfruttato abilmente questa debolezza ... almeno io la definisco debolezza ... >> si sedette sul letto affianco, i gomiti poggiati sulle gambe aperte << … ma al di là di questo, dubito che agli Shihoin importasse dell'esito dello scontro … >>
    << Una vile scommessa … >> sottolineò duro stringendo i pugni, quasi a dare voce al vero pensiero di Shunui.
    << Si … scommettere provoca sempre un certo brivido, no ? >> e traendo un profondo respiro aggiunse << Io desideravo vedere quali fossero le tue reali capacità, ma avrei preferito evitare situazioni estreme. Purtroppo Kisuke è stato più astuto. Il benestare degli Shihoin ha impedito un tempestivo intervento. Spero potrai perdonare la mia inerzia ... >>
    Askin lo guardò intensamente e ripensò a tutte le volte in cui aveva spiato quel mondo da lontano, dietro la barriera invisibile creata dal Wandenreich. Attraverso eventi, grandi e piccoli, gioiosi e tragici, attraverso le risate e le lacrime di molti, quel mondo era pian piano mutato e sarebbe andato avanti, verso un futuro libero da ogni vincolo e ipocrisia.
    << Non sono adirato Comandante. Il combattimento era necessario. Per molti aggiungo. >>
    Kyoraku sgranò gli occhi e un'espressione serena si dipinse sul suo volto. Una leggera risata e il Comandante Generale si rinfilò la kasa*.
    << Vero. Solo il tempo ci permetterà di comprendere la portata di quest'ultimi eventi. >> e alzandosi si diresse a passo deciso verso l'uscita << Ora vi lascio ! Il dovere chiama ! Buona guarigione Askin … ! Penseremo con calma all'allenamento ! Pensa a riprenderti adesso ! >>
    << Grazie mille … >> disse salutandolo con un cenno della mano.
    Finalmente libero da fardelli burocrazia, poté concentrasi sul migliore amico. Kugo fece qualche passo verso l'uscita e rivolgendogli un sorriso complice.
    << Cosa dici se ordino qualcosa da bere ? >>
    << Ce lo meritiamo appieno direi … che ora è piuttosto ? >>
    << Le 4.25, ma tranquillo … hanno la cioccolata calda. >> bisbigliò lui mettendosi una mano a lato della guancia.
    << Prendila … subito … >> confermò con già l'acquolina in bocca.
    Un gesto semplice sotto cui si celava un profondo significato. Infatti era diventata una consuetudine tra loro due ; quando si trattava di questioni sentimentali, meglio discuterne davanti a un buona bevanda, calda o alcolica che fosse.

    Dopo una decina di minuti a chiacchierare dei recenti progressi all'Accademia e dei ( falliti ) esperimenti di Kukkaku in cucina, una giovane Shinigami arrivò con un'ampio vassoio, due belle tazze fumanti, comprese di piattino, cucchiaino e tovagliolo. Sorseggiando la cioccolata, ascoltò il resoconto circa i suoi 5 giorni di convalescenza.
    << Urahara guarì lo stesso pomeriggio in cui vi portammo qui. >> cominciò Kugo con una punta di sdegno << Non mi sto a dilungare su dettagli inutili, ma una cosa mi colpì … Kisuke non disse nulla, neanche quando Mayuri e Kyoraku lo ripresero, rimase in silenzio, lo sguardo spento. Ora bando alla ciance ... apri il cassetto. >>
    << C-come ?!? Cosa c'entra il cassetto ? >> domandò confuso.
    << Il cassetto del comodino … aprilo. >> ripete Kugo serissimo.
    Seguendo l'ordine posò la tazza e tirò indietro l'unico scomparto del mobilio. Risaltato dal legno scuro c'era un biglietto di carta. In una elegante calligrafia una breve messaggio recitava :

    - Rendila felice. -

    Due parole. Due parole che era certo di sentire in un modo e nell'altro. Lo fisso a lungo, chiuso in un silenzio riflessivo mentre gli attimi prima dello svenimento si facevano prepotentemente largo nella mente. Kisuke Urahara … il suo “ rivale in amore ” era stato sconfitto, la vera vittoria però non risiedeva solo lì ; Yoruichi finalmente era libera, libera di amarlo e Askin avrebbe ricambiato del sentimento con ardore e passione, ma pure Kisuke s'era tolto un pesante fardello ...
    << Non ho idea di quando l'abbia messo li dentro. >> lo informò Kugo rompendo il silenzio << L'ho scoperto solo l'altro giorno aprendolo per sbaglio. >>
    << Lei … dov'è adesso ? >> mormorò speranzoso tornando a guadarlo.
    << … Ti è stata vicino due giorni interi, senza mollarti la mano, neanche per un secondo. >> Alla strepitosa notizia avvertì la mano destra diventar più calda. L'immagine della Piccola Dea seduta al suo fianco fece capolinea e una sensazione d'infinita leggerezza invase il cuore tanto che per un attimo desiderò piangere. Ecco cos'era stato … il calore provato durante l'incoscienza …
    << L'altro ieri è venuta a casa nostra. >> proseguì l'altro leggermente impacciato << Abbiamo chiacchierato a lungo ... io, Kukkaku e lei, come da tempo non capitava. “ Spero si rimetta in fretta ... ” ha detto poco prima di salutarci. Un'espressione così serena … non credo di avergliela mai vista in viso. Infine … mi ha dato questo … per te … >>
    Rovistò nella tasca destra e gli porse un piccolo oggetto. Askin sgranò gli occhi, meravigliato e commosso. Lo prese delicato … il suo regalo di Natale, o meglio una parte di esso. Una felicità senza nome fremette dentro di lui. Un turbine di sentimenti travolse ogni fibra del corpo, confuse la mente, rapì il cuore ...
    << Immagino si tratti di un sì … ! >>
    << Già … proprio un bellissimo si … >> sussurrò senza riuscire a trattenere alcune lacrime.
    << Appena ti rimetti unirai le due metà ... ! >>
    Riunire gli orecchini, vederli abbellire nuovamente il viso della sua Piccola Dea e baciarla, dirle ti amo ancora e ancora. Si ... sarebbe stato bellissimo, eppure qualcosa lo fermò.
    << Invece non lo farò … non ora almeno … >>
    << A-aspetta ?!? Sei impazzito o cosa ?!? >> esclamò allarmato Kugo facendo quasi cadere la propria tazza << È fatta ! Yoruichi ti ama ! Cosa ti trattiene ancora si può sapere ?!? >>
    << Nulla. In verità l'avevo deciso da tempo, subito dopo la mia dichiarazione. >> rispose con tono pacato << L'ultimo periodo è stato turbolento, doloroso e al tempo stesso felice per entrambi. Noi ci amiamo e … lo dimostriamo in modi particolari. Quest'orecchino ne è l'esempio lampante ; indica l'amore, ma anche il bisogno di riposare, di trovare ristoro dalla tempesta appena passata, tornare alla quotidianità, in mezzo agli amici più cari … ne abbiamo entrambi bisogno. >> socchiuse gli occhi e prese a guardare fuori dalla finestra, a un cielo invernale via via più scuro.
    << … Mi chiedevo come mai la Dea non fosse già qui. Un periodo di pausa … Bah ! Fate come volete … >> precisò l'uomo sollevando le mani all'altezza della testa << … comunque per me rimane una cosa senza senso, lasciatelo dire … ! >>
    << Ne approfitterò per ricominciare. Sai ... pure io non sono esente da errori. In quest'anno e mezzo ho capito molte cose, cose che finora non riuscivo a vedere … ho compreso quanto il mio giudizio fosse offuscato da decenni di permanenza nel Wandenreich. >>
    << Ah … e a quale conclusione saresti giunto ? >> chiese l'amico alzando un sopracciglio.
    << Kisuke le vuole bene … un bene sincero e buono. Per questo accettai il combattimento … quello era l'unico modo per sbloccarlo. Ora ... loro due possono ricominciare e continuare a godere della preziosa amicizia. E anch'io desidero cominciare a frequentarlo. Lui è cambiato … potremo diventare buoni amici. >>
    In una pausa che parve interminabile, il migliore amico lo fissò visibilmente shockato, la tazza ferma a pochi centimetri dalla bocca. A un certo punto scosse la testa, quasi avesse appena svegliato da un sogno sgradevole.
    << Avrei qualche critica a riguardo, ma se l'hai perdonato ... sono l'ultimo a poter parlare. >>
    << E nel piano sei compreso pure tu Kugo. >>
    << Ma che caz- ?!? No ! Non intendo partecipare a nessuna delle vostre uscite ! Scordatelo ! E non … non t'azzardare a insistere, capito ?!? >>
    << Ti farebbe bene … e in fondo lo sai. >>
    L'ex-Sostituto rivolse un'occhiata torva e sbuffando distolse repentino lo sguardo.
    << Dì la verità … hai preso una bella botta in testa durante il combattimento ? >>
    << Ti ho convinto … ne sono felice. >>
    << Tsk ! Bevi la cioccolata accidenti … ! Altrimenti diventa fredda … >>
    Askin riprese la tazza dal comodino. Chiuse gli occhi godendosi appieno la cioccolata, un'esplosione al gusto fondente deliziò le papille gustative riscaldandogli il petto in maniera a dir poco afrodisiaca. E mentre una sensazione di pace lo avvolgeva, il pensiero andò al futuro. Un futuro che sarebbe stato pieno di amore, gioia, piccoli e preziosi momenti, scoperte e amicizie : l'allenamento con Urobos, il legame con Kisuke, il lavoro all'Istituto di Ricerca, le cene, le feste, le vacanze, gli scatti d'ira di Mayuri, i dolci, il bere insieme al migliore amico … e poi amare, amare una donna bellissima e straordinaria per cui aveva combattuto e sofferto. Una donna finalmente libera da ogni fardello. Una donna con cui avrebbe condiviso gioie e dolori di quella nuova esistenza.
    “ Questo significa vivere. A presto … mia Piccola Dea. ”

    -.-.-.-.-.-.-.-.-.-

    4 giorni prima ...

    Mai avrebbe creduto di potersi ridurre in simile stato, uno stato d'inerzia e incredibile spossatezza. Era terribile, per quanto si sforzasse non riusciva a pensare, i rumori giungevano flebili e distanti come risucchiati dalla furia di un tornado, le voci arrivavano come provenienti dalle profondità di un'abisso senza fine, vedere e provare una totale indifferenza verso il mondo. Kisuke aveva solo 2 certezze ; la prima era la causa scatenante quell'assurda condizione, il discorso di Askin,, la seconda il fatto di stare camminando … per andare dove ? Ah … ! Da Yoruichi naturalmente ! La sua piccola gattina sarebbe stata felicissima una volta ricevuta la lieta notizia. E allora perché ? Perché si sentiva vuoto ?Perché ogni passo in mezzo alla neve sembrava risucchiargli lentamente le energie ? Sarebbe dovuto essere al settimo cielo eppure … non riusciva a provare nulla. Forse … aveva sbagliato ? Qualche errore non calcolato ? Uno scenario non previsto ? In quel momento non aveva ne la forza ne la voglia di rispondere a tutti quegli strani interrogativi.
    L'attenzione si concentrò sui propri passi … passi diventati improvvisamente più secchi e rumorosi. Guardò in basso. La neve aveva lasciato il posto a un terreno roccioso. Era già arrivato ? Sollevando lo sguardo osservò l'ampia volta della grotta, le rocce ergersi imponenti, lontano, i fumi delle acque termali. Eccolo lì, nella Sala d'Allenamento sotto il Sokyoku, li dove tante innumerevoli volte s'era allenato insieme a lei, la sua piccola e dolce gattina, lì, in quel luogo speciale dove avevano condiviso momenti felici e spensierati ... Yoruichi ... era ancora lì, poteva percepirla in mezzo a uno degli anfratti rocciosi vicino alle terme. Lentamente la raggiunse, il passo lento e barcollante. Ah ... che modo era quello di presentarsi ? Il viso ... perché il viso era così tirato e mollo ? E come poteva essere dopo un combattimento, dopo tanto sangue versato ... ma che importava ? Yoruichi sarebbe stata felice ... ancora un po' ancora qualche passo ... ed eccola comparire ... la sua dolce gattina ... eccola venirgli incontro.
    Cos'era quell'aria preoccupata ? Ah doveva essere a causa della divisa rovinata e delle bende sottostanti. La sua voce ... perchè non riusciva a sentirla ?

    - Tu … non la ami Kisuke. Non la amai e non riesci a dirlglielo, non vuoi dirglielo … -

    “ Ah … sono … proprio un'idiota. ”
    Un pensiero, il primo dopo tanto tempo. Lentamente abbassò lo sguardo. Yoruichi era lì, stretta a lui, le mani aggrappate al suo haori*, il viso contratto dall'ansia. Lo stava chiamando … allora perché ? Perché da quella bocca perfetta uscivano parole mute ?
    E a quel punto tutto s'infranse … ogni certezza crollò su se stessa come un castello di carte. Kisuke la percepì, in un suono simile a mille bicchieri di cristallo … la verità venire a galla.
    “ Ah … noi siamo stati sempre insieme, uno affianco all'altra. Nei momenti difficili tu eri al mio fianco … pronta a sostenermi in ogni progetto e idea. Alla fine … il nostro rapporto mi sembrò la cosa più scontata del mondo. Non riuscivo a immaginare una vita senza di te … ”
    Le dita si mossero andando a sfiorare quella pelle morbida e bellissima all'altezza del collo. Yoruichi s'immobilizzò mentre un leggero rossore si andava a dipingere sulle guance.
    - Perché … t'assicuro non sarò io a farla soffrire … ! -
    “ Già … avevi proprio ragione Askin. Ho sempre saputo cosa provavi per me Yoruichi. Sono stato davvero un vile … ho sfruttato la tua attesa, i tuoi sentimenti per legarti ancora di più a me. Mi spaventava l'idea che potessi allontanarti … che potessi cambiare … ”
    << Kisuke ti prego rispondimi … ! Cos'è successo ?!? >>
    Una scossa lo percorse e in un impetuoso turbine di emozioni chiuse gli occhi, la strinse
    a se per dopo sollevarla. La Dea tremò in un misto di meraviglia e confusione. A lungo rimasero immobili, immersi in un silenzio teso. Poi Kisuke parlò, la voce spenta e triste al tempo stesso.
    << Su mia richiesta ... oggi Askin ha combattuto contro di me. >>
    << Co … come … ? Di cosa stai parlando … >> mormorò lei sbigottita.
    “ … ma soprattuto non sopportavo ci fosse un'altro uomo a renderti felice …”
    << È stato uno duro scontro … entrambi abbiamo subito molte ferite. >> rispose mentre un singhiozzo crescente spezzava le parole << Askin è guarito ... ma si trova ancora in stato di convalescenza presso la Quarta Compagnia. Ci vorrà ancora prima … prima che riesca a riprendere conoscenza … >>

    - … Yoruichi merita d'essere felice, non credi ?-

    “ … una felicità che non posso donarti … ”
    << Perdonami. Volevo difenderti, ma ho sbagliato … ho sbagliato tutto. Sono stato un'idiota. Solo un povero idiota. Quindi ti prego ... vai … vai da lui, Yoruichi. >>

    -.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

    << Non capisco perché siete così agitati … >>
    Byakuya pronunciò la frase con leggerezza, di risposta Rukia e Renji si cambiarono un'occhiata preoccupata e carica di stupore. Evidentemente quelle parole dovevano essere arrivate fredde, infatti nella stanza calò un altrettanto gelida pausa. In mezzo alla strana atmosfera, Rukia, inginocchiata insieme all'amato, si fece avanti accompagnando il gesto con un rispettoso inchino.
    << Nii-san* ecco … non ci aspettavano una risposta del genere … >>
    << Si … ! Insomma … >> le fece eco il suo ex-Luogotenente nonché futuro cognato << …hai indovinato il motivo per cui siamo venuti … e soprattutto … ci hai dato subito la tua benedizione … ! >>
    Il Nobile Kuchiki sospirò scuotendo leggermente il capo. Perché doveva sempre suscitare queste reazioni da parte loro ? Forse era colpa della voce ? Dilemmi vocali a parte, meglio chiarire al più presto la sua posizione, onde evitare ulteriori fraintendimenti.
    << Avete balbettato per un mezzo minuto buono … quindi è ovvio che abbia “ indovinato ”. Perchè non dovrei concedervela poi ? >> sottolineò dopo bevuto un sorso di the << Vi conoscete da un vita, siete fidanzati da più di un anno e mezzo ... cosa c'è di male se avete deciso di sposarvi ? >>
    << N-no nessuno … ! Ma … >> cominciò Rukia timida.
    << … la tua risposta … è stata come dire … secca. >> concluse l'altro in una vena di timore.
    “ Va bene … avete la mia benedizione. ” aveva detto ponendo fine a una lunga serie di frasi impacciate. Ripensandoci era stata un po' striminzita e fredda, ma in realtà Byakuya era felice, seriamente felice. Che non lo stesse esprimendo nella giusta maniera ?
    “ Uhm … occorrerà lavorarci su … desidero essere un zio affettuoso per i miei nipotini … ! ”
    << Lasciando da parte questo discorso … a quando la data ? >>
    << Oh ! Pensavamo in primavera … ad Aprile. >> rispose Rukia arrossendo << L'ideale sarebbe organizzarlo nel Mondo Terreno, così da invitare anche Ichigo e gli altri, magari in un bel tempio in mezzo al verde. >>
    << Perfetto … ! Tranquilli allora … ! >> rispose deciso alzandosi in piedi << Mi occuperò io di tutto ... trovare il luogo adatto …dopo le nozze sarebbe bello fare un rinfresco all'aperto e pranzare lì … >> continuò mettendosi a girare avanti e indietro ignorando le facce sbalordite dei due giovani << … voi pensate alla lista degli invitati e a far sì che ognuno si procuri i documenti per muoversi agilmente nel Mondo Terreno. >>
    << Nii-san* … non ti facevo così entusiasta … >>
    Si fermò e lanciò a entrambi una severa occhiata.
    << Abbiamo solo 3 mesi e un matrimonio non si organizza certo in due giorni ! Forza … ! Sbrigatevi ! >>
    Bastarono due parole a far filare i due sposini fuori dalla stanza, non senza che questi si fossero inchinati più volte per ringraziarlo. Finalmente solo e libero di pensare, Byakuya prese in mano la tazza col the e aprì lo shojo* che dava sul piccolo giardino esterno. Le ultime nevicate di metà Gennaio avevano inondato in paesaggio con uno spesso strato di neve. Tra poco … l'inverno avrebbe lasciato il posto alla primavera, la neve a fiori di mille colori e profumi, una primavera in cui sarebbero nati nuove gioie e amori. Contemplando il candido paesaggio il pensiero andò all'amata Hisana.
    “ Amore mio, la tua sorellina è cresciuta forte … è una donna rispettosa e gentile, amata da un'uomo coraggioso. Ogni giorno la guarderesti con orgoglio. Se fossi qui non la smetteresti di correre lungo i corridoi, in ansia per il matrimonio e i futuri nipotini … ”
    Le sembrò di rivederla, seduta lì fuori sull'enwa* in una tiepida e soleggiata estate e il suo viso che gli regalava il più meraviglioso dei sorrisi. Byakuya chiuse gli occhi e tornò al presente. C'erano un sacco di preparativi in vista del grande evento e lui avrebbe dato anima e corpo per rendere quel matrimonio indimenticabile.
    “ Finalmente … diventerò zio … che bello … ”
    Un pensiero leggero. In fondo tutti avevano dei pensieri leggeri, perfino le persone all'apparenza fredde e riservate come Byakuya Kuchiki. Esprimere la propria leggerezza … forse era quello il primo passo verso la “ calorosità ” ?
    “ Uhm … forse dovrei prendere esempio dal mio ex-Luogotenente …. ” pensò bevendo l'ultimo sorso di the.

    -.-.-.-.-.-.-.-.-.-

    Era una Domenica d'inizio Febbraio, Yoruichi si era alzata di buon ora, aveva fatto un'abbondante colazione condita con del buon latte caldo, pranzato insieme a Yushiro e infine s'era preparata in vista dell'appuntamento con Kukkaku. Aveva scelto un kimono* tinto dei caldi colori del rosso e dell'arancione. Una veste vivace, più adatta a una cerimonia che a un'uscita con la migliore amica, ma nell'ultimo periodo tutti avevo potuto notare uno strabiliante cambiamento, la Dea era più spensierata, avvolta da serenità senza fine, aggettivi che descrivevano solo in parte l'enorme trasformazione avvenuta in lei. Dopo un periodo di oscurità e dolore era arrivata finalmente la luce e adesso tutto appariva più luminoso, più vivace, i colori del mondo erano sempre gli stessi eppure sembravano immersi di nuova vita, le persone più solari, affabili e gentili. Si … era cambiata, perchè nel suo cuore regnava la pace e ciò faceva risplendere il mondo sotto una nuova luce.
    Incontrò la migliore amica al limitare del Quinto Distretto. Kukkaku indossava un'elegante kimono* verde in perfetto abbinamento col verde acqua degli occhi. Camminarono per un po' chiacchierando allegramente del più e del meno, lungo la strada principale piena di negozi d'ogni tipo e piccoli ristoranti. Poi visto il freddo via via più intenso e mal digerito della Dea, si fermarono in bar per un buon the caldo. Si sedettero a un tavolo e ordinarono un the nero aromatizzato al miele.
    << Yoruichi, oggi mi è arrivato questo … >> esordì Kukkaku appena le tazze furono servite.
    Estresse un biglietto azzurro finemente decorato. L'invito alle nozze di Rukia e Renji, l'aveva ricevuto pure lei il giorno prima.
    << La data è fissata al 27 Aprile “ Tempio di Muryokoin, Prefettura di Wakayama, Distretto di Ito. Vi aspettiamo ! ” >> continuò leggendo il breve messaggio << Ah … finalmente si sposano … sono davvero contenta ... ! >>
    << Già … ! Tutti non vediamo l'ora … ! >>
    << Dovremo comprare un abito per l'occasione e due bei regali di nozze. >>
    << La prossima volta è deciso quindi ... partiamo alla ricerca dei vestiti … ! >>
    << Perfetto ! Kimono* super-eleganti stiamo arrivando ! >> esultò la donna coi pugni alzati.
    << Kimono* ? Non è da te … sul biglietto non viene specificato l'abbigliamento … >> fece notare stupita << … è raro vederti in abiti tradizionali … anche se è già 2 o 3 volte che te li vedo indossare … ! >>
    << Potrei dirti lo stesso … ! >> protestò l'amica fingendosi offesa.
    << Tu sopporti molto più il freddo di me. Uhm … come mai questo … cambiamento ? >>
    Kukkaku abbassò repentina lo sguardo mentre un leggero imbarazzo di dipingeva sulle guance. Una reazione piuttosto inusuale che stuzzicò la curiosità felina di Yoruichi.
    << Di-diciamo ci faccio più attenzione … ! Ecco tutto … >> rispose in un fil di voce.
    << È colpa di Kugo ? Non lo facevo così geloso … >>
    << N-no ! Lui non c'entra nulla … ! Sono io a essermelo imposto … >>
    << Oh … e perchè ? >> chiese visibilmente sorpresa.
    << Beh … succede Yoruichi … >> rispose la Shiba poggiando sbrigativa la tazza sul piattino
    << … quando stai con una persona … quando fai l'amore … per tanto tempo …. ti ritrovi a desiderare tutto di lei … persino gli occhi … solo il suo sguardo ha il diritto di posarsi su di te … pure io mi sono meravigliata di questa trasformazione … ma … credo non ci sia nulla di strano … in fondo … >>
    La migliore amica parlò con leggerezza e squisita confusione, ma qualcos'altro si mosse in lei. Una sgradevole sensazione, la stessa di un piede formicolante, del ticchettio incessante di un'orologio, del gesso premuto sulla lavagna. Yoruichi era felice … il lavoro al Gotei 13 e alla Unità Mobile Segrete, i rapporti con tutti, l'amicizia serena e distesa con Kisuke, le uscite e le cene con Kukkaku … eppure mancava una cosa … la persona più importante di tutte …
    Un silenziò calò mentre una profonda amarezza s'impossesò di lei.
    << Perdonami … non avrei dovuto dirtelo … >> si scusò la migliore amica a un certo punto.
    << No … non è colpa tua … >>
    Un'altra pausa all'archè Kukkaku trasse un profondo respiro e guardandola negli occhi liberò una domanda a lunga trattenuta.
    << Yoruichi … perché non vai da lui ? Ormai è passato un mese da quando l'hanno dimesso, che motivo c'è di prolungare quest'attesa ? >>
    La Dea tremò e rimase in silenzio. Dopo attimi lunghissimi volse lo sguardo fuori, oltre la piccola finestra lasciata aperta appena sopra di loro, verso un cielo bianco da cui scendeva un leggero nevischio. Kukkaku aveva ragione, eppure a distanza di tempo non era ancora riuscita a incontrarlo.
    << Una volta dissi una cosa a Yushiro … “ Solo il nostro cuore può mostraci la giusta via. ” >>
    rispose sentendo gli occhi diventare lucidi << Stare insieme a Kisuke, come uomo e donna … questo desideravo ... ed ero disposta a sacrificarmi, a continuare ad attendere all'infinito. Quello era amore ? Una parte di me continuava testardamente a crederlo, mentre un'altra … un'altra cominciò a dubitarne e ... a innamorarsi. >> bevve un sorso di the e con gli occhi puntati sulle proprie ginocchia continuò << Ma fino all'ultimo non feci che nascondermi dietro mediocri scuse e false speranze. Askin, Kisuke … loro sono stati sinceri al contrario di me. Se avessi seguito subito il mio cuore avrei evitato tante sofferenze … a me stessa, a tutti voi e … soprattutto ad Askin … >>
    Si … Kisuke le aveva detto la verità. Grazie a essa erano riusciti a ricominciare. Gettato via quel fardello ora riuscivano a vivere il loro rapporto sotto una nuova luce. Inoltre l'uomo era più disteso, comprensivo, aveva pure iniziato a frequentare Askin e questo non poteva che renderla felice …
    Askin … accidenti quando le mancava, le mancava tutto … il sorriso, gli abbracci, la voce …
    Perfino in quel momento avrebbe tanto voluto gettare tutto al vento, salutare Kukkaku e precipitarsi da lui, stringerlo a se, baciarlo e pronunciare quelle parole meravigliose … eppure ogni volta qualcosa la fermava …
    << Lo amo ! Lo amo accidenti ... ! >> sussurrò in un singhiozzo crescente << … Ma … dopo quel combattimento, dopo averlo visto su quel letto non riesco … non ho il coraggio di ... >>
    << Gli orecchini … >> la interruppe Kukkaku.
    Sgranò gli occhi sollevando repentina lo sguardo.
    Gli orecchini, il simbolo dell'amore e dell'attesa, con questa intenzione ne aveva consegnato uno a Kugo un mese or sono … ad Askin era bastato vederlo per capire. Yoruichi custodiva gelosamente il suo dentro un cassetto in camera, un piccolo tesoro che brillava, magnifico e prezioso, ogni volta che un sottile raggio di luce lo sfiorava ...
    << Occorre un evento speciale per riunirli ! >> continuò decisa facendo spallucce << Un matrimonio sarebbe l'ideale, pure gli invitati devono essere belli ed eleganti, giusto ? >> e poggiando una mano sulla sua aggiunge << Mi pare l'occasione perfetta ... >>
    Il matrimonio di Rukia e Renji … si … era perfetto. Lì, in mezzo un tempio sperduto in mezzo al verde immersa in un'atmosfera di gioia e festa, lì lo avrebbe rincontrato, bellissimo e allegro come sempre, già se lo immaginava … venirle incontro sfoggiando il più sensuale dei sorrisi. Col cuore pieno di ritrovata speranza chiuse gli occhi e s'asciugò una lacrima.
    << Si … sarà un giorno bellissimo …grazie Kukkaku. >> disse sorridendo.
    << Uhm … sei cambiata … >> commentò l'amica dopo qualche secondo.
    << Ah ... non sei la prima a dirmelo ... ! >>
    << … La Yoruichi di un mese fa non mi avrebbe parlato così apertamente dei propri problemi di cuore. Sono felice per te. Veramente felice. Ma coraggio ora … ! Brindiamo ! >>
    << V-vuoi farlo col the ?!? >> fece lei sollevando a sua volta la tazza.
    << Certo ! A te e ad Askin ! >>
    << Si … ! >>
    In quel brindisi molto particolare una voce le chiamò allegra. Voltandosi ritrovarono Soi-fon e Yushiro sulla soglia del locale. E mentre i due giovani fidanzati le raggiungevano Yoruichi gioì dell'inaspettato incontro …
    “ La vita … è davvero piena di piccole meraviglie … Askin … ci rincontreremo … in una splendida giornata di primavera … proprio come 2 anni fa … aspettami … ”


    Qui trovate invece il significato relativo alla due spade
    (1) Kildare, si pronuncia Kil'ἐә.
    Mi piaceva molto il suono, trovo si abbina bene alla zanpakuto “ occidentale ”di Kugo.

    Il nome è tratto dall'omonimo paesino nella Repubblica d' Irlanda. In questa cittadina è custodito il Fuoco di Santa Brigida, l’ultimo esempio di fiamma perenne sopravvissuto dall'antichità pagana in Europa. Nei pressi della grande quercia vicino alla Chiesa, si narra che anticamente sorgesse un centro di culto druidico e che un “ Fuoco di Brigid ” vi bruciasse da migliaia di anni in onore della dea celtica.
    Lo stesso spirito della zanpakuto è ispirato appunto a Brigid, una delle principali divinità del pantheon celtico, il cui uno dei simboli è lo specchio.

    Per ulteriori informazioni : www.ilcalderonemagico.it/dee_Brigid.html
    http://www.oroboro.eu/blog/2013/02/04/La-D...di-Kildare.aspx


    2) Eh si ! Ci messo pure delle rune figherrime sulla lama ! In fondo stiamo parlando della ( mia ) seconda zanpakuto di fuoco della Soul Society. Ora … non riesco a caricare le immagini, quindi vi faccio un breve elenco coi nomi e relativi significati :

    Partendo dall'elsa verso la punta abbiamo :

    Kano - Fuoco
    Algiz - Protezione
    Gebo - Dono
    Nauthiz - Necessità
    Inguz - Fertilità
    Dagaz - Trasformazione
    Berkana - Rinascita

    Per ulteriori informazioni : http://figlieluna.altervista.org/significatorune.htm

    (3) Kido di mia invenzione. Avendo famigliarità con questo incantesimo, Kisuke riesce a lanciarlo senza recitarne la formula d'attivazione.

    (4) Urobos, si pronuncia ʊrobo.
    Nome preso da Uroboros, il serpente che si mangia la coda presente in quasi tutte le culture del mondo. Per lo spirito della zanpakuto di Askin mi sono riferita al suo significato alchemico come simbolo palingenetico (dal greco πάλιν, palin, "di nuovo" e γένεσις, génesis, "creazione, nascita", ovvero "che nasce di nuovo").

    Per ulteriori informazioni : www.fuocosacro.com/pagine/1/Uroboros.htm

    All'inizio anche per lui avevo pensato a qualcosa di più nordico/occidentale. Askin contiene la radice Ask, che si ritrova in molti nomi nordici attuali e antichi.. Ma purtroppo il serpente per i buoni vichinghi non era visto benissimo, basti pensare a serpenti o draghi come Jörmungandr, Fafnir e Niddhog. Quindi ho scartato l'idea rifacendomi al significato sopra citato e tenendo conto delle caratteristiche di Askin, non è stata poi una brutta idea XD.
     
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    Dopo ere di silenzio rieccomi ad aggiornare questa discussione ( che credevo pure di aver cancellato per sbaglio ).

    Allora ... saprete già di cosa tratta il mio Finale Alternativo, quindi non mi dilungherò in inutili spiegazioni.
    Ci sono inoltre 3 belle notizie ;
    1) la storia principale è completa
    2) di recente sono riuscita a pubblicare il primo Extra, dove mostrerò come Kugo, Ichigo e Uryu abbiano sconfitto Yhwach.
    3) la storia principale è in revisione quindi leggetela fino al capitolo 6.

    Il link è del mio profilo e la storia non s'intitola più A reason to Live, ma Ikiru Riyu.


    https://efpfanfic.net/viewuser.php?action=...54389#recensore

    Buona lettura a tutti <3

    Inviato tramite ForumFree Mobile



    Edited by _Hime_ - 15/12/2017, 22:24
     
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    Per comodità ho deciso di linkarvi tutti i Capitoli revisionati fin ora. :3

    Capitolo 1 : 2
    https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3452349&i=1

    Capitolo 2 : Quiete dopo la Tempesta Rossa
    https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3469251&i=1

    Capitolo 3 : Un Motivo per Vivere
    https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3492441&i=1

    Capitolo 4 : Tra Dolci, Abbracci e Incubi Improvvisi
    https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3515997&i=1

    Capitolo 5 : Le Lucciole Danzano Sognando l'Amore
    https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3554259&i=1

    Capitolo 6 : Nell'Autunno assaporando la Libertà
    https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3591873&i=1

    Capitolo 7 : Confessioni accanto a Te
    https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3613673&i=1

    Buonalettura ... e fatemi sapere se questo finale vi è piaciuto di più dell'originale :3
     
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